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La storia del soldato ferito, mutilato, che in guerra si è fatto onore, che ha dato tutto alla patria e dalla patria poco o nulla riceve in cambio, è storia antica e il disegnatore Teja la riprende. Il 4 marzo 1865 Vittorio Emanuele II su proposta dei ministri della Guerra e della Marina, Petitti e Angioletti, firmava il decreto che istituiva la medaglia commemorativa delle campagne dal 1848 al 1861.
Fascette d’argento sul nastro avrebbero indicato il numero delle guerre combattute.
Vittorio Emanuele II firmava quindi anche una disposizione secondo la quale i reduci avrebbero dovuto pagare le spese della medaglia, eccezion fatta per i militari di bassa forza presenti ai corpi. Non c’era chi non vedesse la micragnosa cecità di un tale provvedimento che obbligava ogni soldato a celebrare se stesso. Già così poco fidente nell’autorità e così incredulo nella riconoscenza della patria, il soldato vedeva una volta di più confermato il proprio scetticismo nel potere, preda di quell’amaro ironico sconforto che accompagnerà i combattenti di ogni tempo.
Oltre mezzo secolo dopo i reduci della prima guerra mondiale non diversamente saranno trattati dal governo, dimentico delle promesse di donazioni di terre ai combattenti.


"Pasquino", 19 marzo 1865.