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Dopo una prima fase di relativa unità tra tutti i partiti d’ispirazione democratica, si fece sempre più evidente la frattura tra le forze di sinistra, rivolte a ricercare solidarietà e modelli internazionali presso i Paesi dell’Est europeo, e quelle moderate, dichiaratamente filoamericane.
La situazione riproduceva, in effetti, la costituzione a livello mondiale di due blocchi in aperta contrapposizione e competizione tra loro: quello egemonizzato dall’Unione Sovietica e quello sotto il controllo degli Stati Uniti.
Questi ultimi avevano accresciuto non poco il loro prestigio nei confronti di molti Paesi europei con il lancio del cosiddetto ‘piano Marshall’, che prevedeva massicci aiuti economici alle aree maggiormente colpite dai disastri della guerra: tra di esse figurava anche l’Italia.
Fino alla grande competizione elettorale del 1948, che vide nel nostro Paese la contrapposizione diretta tra un cartello comprendente pressoché tutte le sinistre (il Fronte popolare) e la coalizione moderata capeggiata dalla Democrazia cristiana (che raggiunse la maggioranza assoluta dei suffragi), la posizione dell’Italia rimase a mezza strada tra i due blocchi internazionali, in attesa di risolutive svolte interne.
Ciò non facilitava certo il processo di pacificazione sociale interna, e tanto meno un effettivo rilancio dell’economia: questa precarietà della nostra situazione in quell’epoca di transizione è ben messa in luce dalla vignetta del "Travaso".


"Il Travaso", 2 novembre 1947