Nel corso del 1937 vennero superate, senza eccessive difficoltà, le conseguenze delle ‘inique sanzioni' contro l'Italia, che la stessa assemblea generale della Società delle Nazioni decideva di abrogare con decorrenza dal 15 luglio. Contemporaneamente, l'intervento fascista nella guerra civile spagnola, in aiuto di Franco e a fianco di Hitler, aveva consolidato i legami con la Germania e predisposto il definitivo distacco dal fronte delle potenze occidentali. Sbocco naturale di tali premesse sarebbe stata l'adesione del 6 novembre 1937 al ‘Patto Anticomintern' tedesco-giapponese e la conseguente uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni (11 dicembre successivo). Si accentuò così la massiccia campagna satirica orchestrata dal regime contro l'impotenza dell'organismo internazionale e la presunta debolezza delle 'plutocrazie' che ne ispiravano la fallimentare politica pacificatrice. Come in analoghi casi precedenti, nell'ondata propagandistica confluirono anche le testate umoristiche di ambigua ortodossia. Ne abbiamo esempi significativi in questa e nella seguente vignetta, apparse rispettivamente sul "Bertoldo" e sul "Marc'Aurelio": la prima assimila, con pesante impertinenza, la sede ginevrina della Società delle Nazioni a un teatro dei burattini; la prossima metterà alla berlina, con trasparente intento denigratorio, la perdita di prestigio della diplomazia britannica sulla scena internazionale. "Bertoldo", 17 settembre 1937.
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