Per l'immagine ingrandita (1100x850)


 

 


 

In questa vignetta Girus pone l'accento su una delle glorie maggiori del fascismo, che per tutto il decennio precedente l'intervento nella seconda guerra mondiale servì a mascherare l'effettiva inconsistenza del potenziale militare italiano.
Mentre prendevano sempre più corpo e si facevano più esplicite le mire espansionistiche e imperialistiche di Mussolini, infatti, l'unico settore tecnologico-militare da cui egli poté trarre validi argomenti propagandistici fu l'aviazione, nella quale l'industria italiana compiva passi da gigante.
L'esplorazione di rotte intercontinentali effettuata da piloti come Francesco De Pinedo, Arturo Ferrarin e Carlo Del Prete fu vista in Italia come un vero e proprio atto di eroismo patriottico. Tra il 1930 e il 1933, inoltre, il responsabile dell'aeronautica del nostro Paese, Italo Balbo, compì due celebrate trasvolate attraverso l'Atlantico meridionale e settentrionale.
La vignetta si riferisce al primo dei due raids, compiuto da Balbo al comando di una dozzina di idrovolanti Savoia-Marchetti S-55: l'impressione suscitata in tutto il mondo da questo exploit fu subito volta dalla propaganda fascista in un argomento di satira contro i Paesi avversari, in primo luogo contro la Francia.
In effetti in quel periodo una polemica arroventata divideva i governi di Parigi e di Roma, il primo sostenendo (qui per bocca del ministro dell'Aria Painlevé) di armare una flotta aerea solo difensiva contrariamente all'Italia, che manifestava mire offensive.
Offensive, certo, replicava Roma, perché dimostravano una netta superiorità dell'aeronautica italiana rispetto a quella dei cugini d'oltralpe.


"Guerin Meschino", 25 gennaio 1931