Francesco Giuseppe I d'Asburgo-Lorena, imperatore d'Austria e re d'Ungheria, che rappresentava per l'Italia l'incarnazione stessa del soffocatore di ogni movimento nazionalistico (fin dalla metà del XIX sec. aveva avuto a che fare con le vicende del nostro Paese), morì il 21 novembre 1916. La sua scomparsa, avvenuta proprio in un momento di crisi per le forze militari austro-ungariche, inflisse un colpo mortale alle sorti dell'impero asburgico. A ottantasei anni, dopo sessantotto di regno ininterrotto, lasciava il posto al giovane nipote Carlo I, assai meno risoluto dei predecessore nella prosecuzione della guerra. Influenzato dalla moglie Zita di Borbone-Parma, anch'essa assertrice della fine delle ostilità, Carlo I sostituì al rude Buriàn un nuovo ministro degli Esteri, Czernin, che subito si adoperò per intavolare con i nemici trattative di pace, a onta degli stessi accordi stipulati con la Germania. L'iniziativa non andò a buon fine, ma rappresentò la significativa apertura di un margine non trascurabile di manovre diplomatiche. Dal canto suo, Francesco Giuseppe, il Cecco Beppe di tante feroci canzoni e storielle risorgimentali, lasciava questa terra senza che molti lo rimpiangessero, snobbato addirittura, suggerisce Scarpelli in questa vignetta, dalla morte stessa. "Numero", 3 dicembre 1916
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