Bismarck, Crispi e Kalnoky, ministro degli Esteri austro-ungarico, suonano l’aria della Triplice Alleanza, mentre le altre nazioni aspettano il loro turno dietro il sipario del simbolico teatro della pace europea. Questa è la rappresentazione grafica dell’accordo, stipulato per la prima volta a Vienna nel 1882, che costituirà la base della politica estera italiana fino allo scoppio della prima guerra mondiale. II trattato della Triplice Alleanza era nato dalla fervida mente diplomatica di Bismarck per isolare la Francia e per tutelare la Germania da eventuali iniziative da parte di Parigi. Le tre nazioni contraenti si impegnavano ad aiutarsi reciprocamente nel caso di aggressione da parte della Francia o di due o più nazioni, mentre il trattato non avrebbe dovuto mai essere rivolto contro l’inghilterra. La Triplice Alleanza subì diverse modifiche seguendo l’andamento della situazione internazionale e le congiunture più o meno favorevoli in cui si trovavano via via le tre nazioni. Fu così che nel 1887 l’Italia riuscì ad ottenere un patto italo-tedesco che la proteggeva per quanto riguardava le colonie e un patto italo-austriaco che le prometteva compensi nel caso di un avanzamento nei Balcani. Comunque nel momento in cui fu disegnata la vignetta appare chiaro come fosse ancora il vecchio cancelliere tedesco a dare il ‘la’, a dirigere l’orchestra, a tenere in pugno lo spartito della diplomazia, mentre gli altri due plenipotenziari porgono tanto d’orecchio. "Il Pappagallo di Bologna", 1° settembre 1888
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