Lo scopo politico nell’istruzione massonica: Amor di patria e sentimento cosmopolita
Il secondo punto fondamentale del fine complessivo dell’umanità si riferisce alla produzione di un ordinamento puramente giuridico fra gli uomini, [ossia] dei cittadini in uno stato e degli stati fra loro, affinché intera umanità formi alfine un unico Stato, retto e ordinato secondo le eterne leggi di giustizia della ragione. Ora importa soltanto determinare la sentimentalità e il modo di pensare del genuino massone, mediante i quali egli coopera alla produzione di questo fine principale dell’umanità. Ciò posso fare in breve e con precisione nella forma seguente : il rapporto che passa ai suoi occhi tra il fine terreno e quello eterno, è per lui, identicamente, il rapporto del fine presente e prossimo dello stato, in cui egli vive, al fine terreno dell’umanità intera. - Come ogni cosa terrena per lui significa soltanto l'eterno, e solo per questo eterno, di cui egli riconosce in essa la spoglia mortale, ha valore ai suoi occhi: così per lui tutte le leggi e ordinamenti del suo Stato e tutte le circostanze del suo tempo significano solo l'intero genere umano, e soltanto all'intero genere umano si riferiscono, e unicamente per questo rispetto hanno valore e significato.
Ma pure non credere che per tal modo l'uomo perfettamente colto sia sottratto al suo Stato e votato a un pigro e freddo cosmopolitismo: all’opposto, egli diventa in forza di questo sentimento il più perfetto e il più utile cittadino dello Stato. - Allo stesso modo cioè, che egli, nei riguardi della religione, nonostante che il suo sentire sia tutto immerso nell’eternità, tuttavia la sua forza é tutta quanta consacrata alle cose terrene: in questo modo nei riguardi della legalità l'intera sua forza é votata al suo Stato, alla sua città, al suo impiego, a quel determinato lembo di terra dove ora appunto egli vive, nonostante che il suo sentire si estenda al tutto. Nell'animo suo amor di patria e sentimento cosmopolita sono intimamente congiunti, anzi stanno entrambi in [questo] preciso rapporto: l’amor di patria è in lui l’azione, il sentimento cosmopolita è il pensiero ; il primo è il fenomeno, il secondo è l’interno spirito di questo fenomeno, l’invisibile nel visibile.
Poiché allo stesso modo che una religione, la qual voglia sussistere per sé stessa, é nulla e vana, e perfino ridicola: così un cosmopolitismo, che voglia sussistere per sé medesimo ed escluda il patriottismo, é vano, nullo e pazzesco. « Il singolo é niente, dice questo cosmopolita; io penso, mi preoccupo e vivo soltanto per il tutto; questo deve migliorare, su questo si debbono stendere ordine e pace ». bene: ma ditemi ora, come pensate di accostarvi a questo tutto con i benefici sentimenti, che assicurate di nutrire a suo riguardo, posto che volete beneficarlo così in generale e tutto in blocco? É dunque il tutto alcunché di diverso dalle singole parti, congiunte nel pensiero! può dunque, in certo modo, esservi un miglioramento nel tutto, se non comincia a esservi un miglioramento in una qualche singola parte? Ma allora prima diventate voi stessi migliori, e poi cercate di render migliori anche i vostri due vicini, a destra e a sinistra; dopo di che io penso che il tutto é certamente divenuto migliore, perché ha uno o due o tre individui che sono in esso migliorati.
Questo é riconosciuto dal Massone; e perciò il suo cosmopolitismo si manifesta per mezzo della più potente attività in prò di quel determinato punto, sul quale egli sta. - Comunque poi possano essere costituite le leggi civili alle quali egli é sottoposto, e per quanto profondamente egli possa scorgere la loro manchevolezza, - Pure ubbidisce loro come se fossero espressioni della pura ragione: poiché sa che leggi e costituzione, anche manchevoli, sono pure meglio che niente, e che le leggi difettose sono di preparazione ad altre migliori; [infine] che nessun singolo può mutare o sopprimere in esse alcunché, senza il consenso di tutti, ma che poi con la sola tacita disubbidienza nessuno, assolutamente, le può toglier di mezzo. Solo quando le imposizioni che gli fa il suo stato sono esattamente e indiscutibilmente contrarie a giustizia, allora si capisce senz’altro, che egli non si assume di eseguirle, anche se dovesse per questo andare in rovina: e ciò anzi nemmeno come Massone, ma come semplice uomo di retto carattere. A parte quést’unico caso, qualunque siano gli obblighi e gli scopi di uno stato, e per quanto essi possano essere arretrati in confronto di ciò che, come di gran lunga migliore, dovrebbe accadere secondo la sua opinione: egli [tuttavia] li eseguisce, con tale cura e tal dispendio di forze, come se non avesse altro da fare; perché si trova ormai a non aver nulla da ordinare, ma solo da eseguire, e sa che nello svolgersi del tutto é fatto conto anche sulla sua obbedienza. Salvo che egli é in ciò diverso da coloro che obbediscono per timore o guadagno o consuetudine, in quanto fa ogni cosa volonterosamente per il bene dell’universo e per amore di questo.