Fra i diversi Libri Neri, il grimorium attribuito a un non ben precisato «papa Onorio» (in certe edizioni è indicato come «il Grande») è quello che nel tempo si è acquistato la fama di più «diabolico» fra tutti. Ciò non solo per il rituale che descrive, particolarmente ripugnante per i sacrifici di sangue richiesti: ma soprattutto perché, a differenza di analoghi testi apparsi anteriormente, non si rifà solo alla magia cabalistica di estrazione ebraica, ma risente di forti influssi cristiani, che al giudizio delle autorità ecclesiastiche dovettero dare all'opera un carattere particolarmente blasfemo. La struttura stessa del volume suona decisamente offensiva per le orecchie dei cattolici. Secondo l'intestazione infatti, il libro non sarebbe altro che una Bolla Papale, emessa da Onorio III° il Grande (1) per estendere tutti i «Servi della Chiesa» la facoltà di evocare e comandare i diavoli. A conferma di questo potere attribuito da Dio al Santo Soglio viene citata la Parola di Cristo, come la riporta il famoso passo del Vangelo: «E io ti dico che tu sei Pietro, e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa, e le Porte dell'Inferno non prevarranno contro di essa. E darò a te le chiavi del regno del cieli e qualunque cosa avrai legato sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli» (Matteo, XVI, 18-19). Questa citazione della parola divina, nel senso dell'autorità conferita a Pietro sul cielo come sull'inferno, si presta ad una interpretazione eretica, in quanto sembra un'eco dell'eterodossia gnostica, secondo la quale, mentre Dio regna lontano nei cieli, il Diavolo, suo avversario, regna sul mondo: avere dunque autorità per «legare o sciogliere sulla terra», significa poter evocare e congedare i demoni, che sulla terra hanno appunto la loro sede. Va tenuto presente inoltre che la questione «se sia lecito scongiurare i demoni» era stata affrontata da San Tommaso nella Summa Theologica, e risolta in senso negative. A giudizio del sommo Dottore della Chiesa (che cita per sue autorità San Paolo, Origene, Sant'Agostino, San Giacomo e Crisostomo), l'evocazione dei demoni non e secondo i poteri dati dal Salvatore, ma e un uso giudaico: e i cristiani non debbono imitare i riti dei giudei, «ma piuttosto usare dei poteri concessi da Cristo». San Tommaso precisa che è lecito scacciare i demoni nemici, minacciandoli in virtù del nome di Dio perché non ci facciano del male, tanto spiritualmente che fisicamente; ma non e lecito scongiurarli per imparare o ottenere da loro qualcosa, perché questo comporterebbe una certa comunicazione con essi. Ribadendo la condanna dei «negromanti che praticano gli scongiuri e le evocazioni dei demoni», San Tommaso conclude citando un detto di Crisostomo, secondo cui e «norma salutare non credere ai demoni, per quanto essi proclamino la verità» (2). Tanto più grave appare dunque il carattere blasfemo del testo, che non soltanto descrive minutamente le procedure necessarie per attivare il proibito commercio con le entità diaboliche, ma attribuisce questi insegnamenti addirittura a un pontefice, mosso da «pastorale sollecitudine»! Il carattere originate del Grimorio rispetto ai precedenti, specie quelli attribuiti a Salomone, e sottolineato dalla particolare concezione del Diavolo rispecchiata dal testo. Nell'Alta Magia tradizionale - come d'altra parte nella Bibbia - non esiste un'entità corrispondente al Diavolo in senso cristiano: vale a dire l'angelo ribelle che per orgoglio sfidò la potenza di Dio venendo scacciato dal cielo e che ora, per invidia, induce gli uomini al peccato e alla perdizione. Gli Spiriti che il mago evoca intorno al suo Circolo sono in effetti personificazioni di Forze Magiche, consustanziali all'universo, che non e diviso in regni, ma concepito come una Cosa Unica. Il loro carattere in genere malefico deriva da successive interpretazioni cristiane dell'operazione magica, Vista erroneamente, come «diabolica». In realtà le Forze Magiche, in assoluto, non sono ne buone ne cattive: come tutte le forze, posseggono polarità opposte, e qualsiasi giudizio etico che possa riguardarle dipende esclusivamente dalla volontà del mago e dai fini per cui esse vengono evocate. Viceversa, le entità condotte in presenza dell'evocatore mediante le operazioni descritte da «Papa Onorio» (specie i «demoni dei giorni della settimana») sembrano riprodurre le caratteristiche degli angeli ribelli del dogma cristiano: il che conferisce al Grimorio un'ulteriore patina tenebrosa ed inquietante. Nella loro struttura, comunque, i rituali di Onorio non si discostano da quelli tradizionali degli altri Libri Neri (a parte, come abbiamo detto, il carattere cristiano delle invocazioni, ed altri tratti originali, come l'ascolto o la celebrazione della Messa). E' evidente che l'autore del testo aveva presenti la Chiave di Salomone ed il Lemegeton: è anzi probabile che fosse un sacerdote ordinato, e che il libro sia stato scritto appositamente per altri ministri del culto con l'intento di adattare alle cerimonie cristiane i rituali strettamente ebraici della magia nera cabalistica. (3) Forse a causa delle «persecuzioni» particolari di cui l'opera e stata oggetto da parte delle autorità cattoliche, e sempre riuscito estremamente difficile reperire copie del Libro di Onorio, sia in latino che in francese, nonché dei diversi manoscritti stesi dai maghi medesimi. E noto anzi che sono in circolazione molti volumi recanti in copertina lo stesso titolo (specie in italiano, e risalenti al secolo scorso), messi in commercio da stampatori e mercanti disonesti, che non riproducono l'opera originale, ma una semplice raccolta di scritti diversi, riuniti alla rinfusa con l'intento di ingannare l'acquirente inesperto.
Il lettore cattolico resterà senza dubbio sconcertato, più che offeso, di fronte a rituali che - come quelli di Onorio - invocano il Cristo e la Vergine per far apparire il Diavolo. Occorre però tener presente che la funzione principale di queste cerimonie e di indurre nell'officiante uno stato di esaltazione mistica, di delirio e di distacco dalla condizione normale dell'essere. La componente religiosa, con la forte scossa emotiva che comporta, era potenzialmente assai efficace (specialmente nei secoli passati) per aiutare il mago a portare in superficie gli interni fermenti del suo animo, attraverso i quali potessero canalizzarsi gli influssi delle Forze Universali. Per questo, nella magia cabalistica, di estrazione ebraica, ci si appella al Dio della Bibbia, nei suoi vari nomi (Adonay, Elohim, Jehovah, ecc.); nella magia medievale e cristiana, che da essa derivo in seguito, ci si rivolge agli oggetti del culto cristiano: il Redentore, la Vergine; i Santi; e nella magia rituale moderna si invoca un'Entità Universale priva di specifiche connotazioni confessionali. E interessante notare come, nei rituali di Onorio, il celebrante finisca per identificare se stesso contemporaneamente con Dio e con la Forza che intende evocare; il che e in perfetto accordo con il credo dell'Alta Magia, secondo cui nella realtà non esistono enti differenziati, ma una sola Cosa Unica, che e Dio, e di cui tutte le componenti dell'universo non sono che parti. Uomo compreso: il quale, anzi, dell'Ordine superiore delle cose e una immagine in miniatura, dotata potenzialmente delle stesse caratteristiche e facoltà dell'Altissimo.
1. Successore di Innocenzo III°, regno dal 1216 al 1227. Fra i tanti, non è davvero un Pontefice che si potrebbe pensare dedito ad innominabili commerci con il Demonio. Dice di lui Will Durant che «fu troppo buono per continuare con energia la lotta fra Impero e Papato» (Storia della Civiltà, Mondadori, Milano, vol. IV, pag. 852). E più probabile, come ritengono alcuni autori, che chi compose effettivamente il volume intendesse l'Antipapa Onorio II (vedi: Lewis Spence, Encyclopaedia of Occultism, pag. 231; F. Ribadeau Dumas, Storia della Magia, Edizioni Mediterranee, Roma, 1968, pagg. 260-261). E questa anche l'opinione di Eliphas Levi nella sua Histoire de la Magie.
2. San Tommaso d'Aquino, La Somma teologica, II. II, q. 90, a. 2, ed. e tr. it. a c. dei pp. domenicani, XVIII°, Firenze 1967, pagg. 258-261. 3. Non è tuttavia necessario essere sacerdoti per sperimentare con efficacia i rituali del libro: e noto l'esempio del mago inglese Aleister Crowley che nel 1909 evoco un'entità infernale detta Choronzon, servendosi appunto di una delle formule del Grimorio (vedi: Symonds, La Grande Bestia, Edizioni Mediterranee, Roma 1972, pag. 150 sgg., e Cavendish, La Magia Nera, Edizioni Mediterranee, Roma 1972, vol. secondo, cap. II, par. 2).
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