I più importanti e famosi testi di magia rituale, furono i Grimori, nome che significa "segno  scritto". Comparvero  nel Medioevo e furono dapprima manoscritti, poi diffusi largamente nel Rinascimento con l'avvento della stampa.

I Grimori si collocano oggi all'interno di un fermento culturale che per la sua maggior parte ha stravolto e alterato il suo vero significato originario.
Le antiche conoscenze ed i tipi di sapere preservati all'interno di questi primi testi costituirono una forma culturale ed una conoscenza mantenutasi, e sviluppatasi, nel corso dei secoli nella totale segretezza ovvero nella speranza di poter giungere a quei fini tanto agognati.

Li elenchiamo qui tutti insieme, anche quelli scritti in periodi successivi, che sono comunque rielaborazioni ed ampliamenti dei precedenti.

 

 

Il più noto fra i Grimori ed uno dei tre attribuiti al biblico re Salomone è la Chiave Maggiore di Salomone, o Clavicula Salomonis; esso circolò liberamente fino al 1559, quando fu proibito dall'Inquisizione; ne furono fatte moltissime versioni con titoli diversi, spesso parziali e con aggiunte dovute alla fantasia dei vari compilatori.

I ritiche descrive hanno origini semitiche e babilonesi; si dice che sia stato portato a Roma dagli Gnostici. Il problema della sua originalità, cioè se sia o no possibile attribuirlo al famoso re biblico, resterà insanabile; alcuni commentatori hanno stabilito che il contenuto  diabolico  è  posteriore,  un'aggiunta  fatta  nel  Medioevo  al  materiale originale, che trattava solo di magia benefica ed operante con le forze divine. Lo storico Giuseppe Flavio cita un libro che circolava nei primi anni dell'era cristiana, attribuito proprio a Salomone, che serviva per evocare spiriti maligni ed aveva permesso al mago Eleazar l'Ebreo di esorcizzare i demoni alla presenza dell'imperatore Vespasiano. Il testo manoscritto più antico della Clavicula risale al XII°-XIII° secolo ed è conservato al British Museum di Londra, mentre la sua prima versione a stampa fu fatta a Roma nel 1629. Una copia conservata alla biblioteca dell'Arsenale a Parigi racconta che il Grimorio, destinato ad essere sepolto con il corpo di Salomone, venne invece sottratto e portato a Babilonia.
 Il libro inizia con un avvertimento ai possessori, perché non diffondano ciò che vi è contenuto a coloro che sono indegni. Poi ci sono gli elenchi delle influenze dei pianeti sui  riti magici, le ore  ed i giorni migliori per compiere opere di  magia. Seguono istruzioni per la preparazione dei paramenti magici da usarsi durante la cerimonia (tunica, calzari, corona) e sul come si fa il cerchio magico, indispensabile per proteggersi durante le evocazioni. Occorre che il mago si tuteli contro le possibili interferenze dei demoni recitando una speciale orazione.
A questo punto il mago è pronto per la formula evocatoria; gli spiriti evocati avranno forme straordinarie ed impressionanti, ma il mago non si perderà d'animo ed esporrà loro la sua richiesta, dopo di che gli spiriti verranno congedati ed il mago potrà uscire senza pericolo dal cerchio.
Per proteggersi e per convincere più prontamente gli spiriti l'operatore fabbricherà dei Pentacoli, figure magiche che incutono terrore ai demoni e li convincono ad obbedire al mago. Gli spiriti da evocare sono diversi a seconda delle richieste; la Clavicula riporta formule che permettono di portare alla luce tesori nascosti, separare gli amanti, annientare i nemici,   conquistare l'amore, fare carriera, compiere incantesimi, volare magicamente, rendersi invisibili e conoscere cose nascoste.

 

 

Il secondo testo attribuito a Salomone fu il Lemegeton, o Chiave Minore di Salomone, esso riporta nella prefazione che il re Salomone aveva usato le sue formule per imprigionare i demoni in un'anfora di rame, che aveva poi buttato in mare; ma alcuni Babilonesi, trovata l'anfora e convinti che dentro vi fosse un tesoro, l'aprirono e misero i demoni in libertà, storia che ricorda molto il mito greco del vaso di Pandora. Del Lemegeton esistono pochissime copie a stampa; manoscritti sono conservati a Parigi e Londra. Il libro si compone di quattro parti: Goetia, Theurgia goetia, Ars Paolina e Almadel, che tratta del modo di evocare gli spiriti angelici; a costoro si possono chiedere solo cose lecite, a seconda delle loro attribuzioni.
Il Grimorio elenca settantadue demoni, diciotto dei quali sono re, ventisei duchi, gli altri marchesi, presidenti e conti; quattro demoni hanno un titolo doppio. Bisogna fare molta attenzione ai titoli: la gerarchia infernale va seguita con scrupolo, perché i diavoli sono terribilmente snob e tengono moltissimo alle loro qualifiche. Il mago, segnato il circolo magico come nella Clavicula, disegnerà in più un triangolo fuori dal circolo, con nomi magici; altre figure magiche vanno tracciate all'interno del cerchio. Quando il mago è pronto, pronuncia la formula di evocazione e lo spirito compare all'interno del triangolo. Il mago mostra allo spirito un pentacolo e gli comanda di fare qualcosa; alla fine congeda lo spirito. Va ricordato che il congedo è molto importante per evitare al mago danni gravissimi. Gli spiriti appaiono sempre, perché il mago conosce il segreto dei loro sigilli.

 

 

Il terzo Grimorio salomonico è il Testamento di Salomone e risale a testi greci del primo-terzo secolo dopo Cristo; una tradizione recente lo attribuisce ad un certo rabbino Solomon, invece che a re Salomone. Il testo riporta la storia di Salomone, dalla costruzione del tempio di Gerusalemme alla sua caduta nel peccato. Narra che, mentre si stava costruendo il tempio, un giovane della sua corte fu perseguitato da uno spirito malvagio, Ornias, che aveva la brutta abitudine di derubarlo di metà della sua paga ed anche di metà del suo pranzo; il ragazzo chiese aiuto al re, che si recò nel tempio non ancora ultimato e chiese aiuto a sua volta al Signore degli Eserciti, che gli inviò l'arcangelo Michele con un prezioso dono: un anello magico per comandare agli spiriti. Salomone liberò il ragazzo, poi costrinse i demoni a lavorare nella fabbrica del tempio, compiendo scavi di notte senza bisogno di luci o di macchinari. A questo proposito esistono miniere antiche sulle rive del Mar Rosso, i cui cunicoli non recano segni di torce o di fuliggine: la leggenda dice che fu in queste miniere che Salomone mandò  a  lavorare  i  demoni.  Nel  Testamento  non  compare  il  circolo  magico  di protezione; basterebbe l'anello con il pentagramma per evocare gli spiriti senza pericolo. Gli spiriti che compaiono sono trentasei e sono spiriti dello zodiaco (trentasei decani).

 

 

Picatrix era il Grimorio più amato dai maghi medievali ed anche uno dei più temuti, al punto che fu sempre e solo manoscritto per secoli a causa della sua fama di pericolosità; ancora nel 1897 uno studioso esprimeva la speranza che un testo così terribile non fosse mai tradotto in alcuna lingua moderna e divulgato a tutti. La prima edizione a stampa si ebbe nel 1933 in Germania, nella versione integrale originale araba, Ghayat al-hakim (Il fine del saggio). La prima traduzione tedesca fu fatta nel 1962. Il Picatrix fu scritto in Spagna alla metà dell’XI secolo, da un compilatore che forse si chiamava, appunto, Picatrix, nome con il quale l’opera è sempre stata conosciuta. Fu definito il più completo manuale di magia, con indicazioni astrologiche per compiere operazioni nel momento migliore, spiegazioni su come fare i talismani ed altre immagini magiche, come invocare gli spiriti planetari dopo aver appreso le corrispondenze tra pianeti, segni, pietre, piante e animali; esso da sia istruzioni pratiche che fondamenti teorici sulla magia.

 

 

Il Grand Grimoire, scritto in francese, è considerato il testo di magia più importante per chi vuole stipulare patti con il diavolo; è attribuito ad un certo J. KARTER Venetiana, che avrebbe preparato il libro copiando i testi autentici di re Salomone. Il manoscritto più antico che ci resta, conservato alla Biblioteca dell'Arsenale di Parigi, risale  al  1402.  É  diviso  in  due  parti;  nella  prima  c'è  l'evocazione  a  Lucifuge Rocafocale, luogotenente delle schiere di Satana, nella seconda sono descritti i patti da fare con i demoni e ciò che si può ottenere dando in cambio l'anima. L'autore del Grimorio, consapevole che il baratto è tutto dalla parte del diavolo, non volendo cedere una preziosa anima per avere pochi anni di vantaggi, mette una serie di doppi sensi e di trappole, in modo che quelli che fingono di barattare la propria anima riescano a truffare poi i diavoli, tenendosi i vantaggi e l'anima; concluso il patto, essi devono recitare questa preghiera precauzionale: "Ispirami, grande Iddio, i sentimenti necessari per potermi sottrarre alle grinfie del demonio e di tutti gli spiriti maligni". Di questo Grimorio fu fatta anche una versione più tarda, il Dragon Rouge.

 

 

Il  Grimorium verum presenta  molte  analogie  con  la  Clavicula, ma  è  un  libro  ben distinto, anteriore al Grand Grimoire; una leggenda dice che deriva dai mitici libri di Ermete Trismegisto, uno studio filologico lo fa derivare da rituali in uso nell'area mediterranea. Ha una intestazione che lo dice pubblicato a Memfi, in Egitto, nel 1517, da Alibeck l'Egiziano. Si pensa che la data di pubblicazione sia invece attorno alla metà del 1600. Esso spiega come preparare se stessi e l'ambiente magico, come evocare gli spiriti ed infine dà un elenco di segreti magici per assicurarsi l'aiuto degli spiriti elementali e per divinare, vedere gli spiriti dell'aria, far comparire tre fanciulle nella propria stanza, ottenere oro, donne e distruggere i nemici.

 

 

Il Grimorio forse più spaventoso è il  Necronomicon, che ha una storia del tutto diversa dagli altri, che vale la pena di raccontare.
Non si sa con sicurezza se è davvero esistito; infatti alcuni critici sostengono che il Grimorio  è  stato  inventato  di  sana  pianta  da  uno  scrittore  di  racconti  gotici, Lovecraft.   Altri ne sostengono appassionatamente l'esistenza. Questi ultimi affermano che il suo titolo originale era Al Azif, che significa "suono degli esseri abominevoli che strisciano nella notte"; divenne poi Necronomicon, cioè "libro dei nomi dei morti", nella traduzione greca del bizantino Theodorus Philatelas, fatta nel 950 d. C. I
l suo autore era un poeta arabo folle, Abdul Alhazred, nato nello Yemen e vissuto a Damasco attorno al 730 d. C., che avrebbe trovato e rielaborato misteriosi e antichissimi testi. Considerato empio e blasfemo, il libro venne proibito alla sua prima apparizione in Oriente; anche in Occidente non ebbe miglior fortuna, dato che le sue versioni manoscritte furono spesso bruciate pubblicamente.
La cosa più curiosa è che il libro fu reso noto (per alcuni, costruito ad arte) da un autore di opere horror e fantascientifiche, Howard Phillips Lovecraft, che mise gli dei del Necronomicon in una serie di racconti gotici, i Miti di Cthulhu. Pare che avesse appreso questi dati dal padre Winfield, che era affiliato al tempio massonico di rito egiziano  a  Boston.  Le  ipotesi  sul  modo  in  cui  la  massoneria  egizia,  fondata  da Cagliostro, sia riuscita ad avere questi testi, ci portano molto lontano, addirittura a Manetone, il sacerdote autore delle Storie egizie, che lavorava ad Heliopolis ed era un iniziato; avendo egli portato il suo libro alla biblioteca di Alessandria, avrebbe qui visto il Necronomicon, mostratogli dai confratelli che avevano accesso alla sezione magico-religiosa. Manetone ne avrebbe fatto una copia di nascosto, che sarebbe poi finita nelle mani di Cagliostro, secoli più tardi, e da lui sarebbe stata fatta circolare fra gli alti gradi della Massoneria. Tutti, comunque, erano convinti che gli orrori descritti nei racconti fossero un parto della fantasia di Lovecraft, finché nel 1978 l'archeologo David Turner non scoprì dei frammenti originali del libro, che fu poi pubblicato. E ancora adesso i dubbi sulla sua reale esistenza rimangono.

 

 

Aptocalter è il nome di un manoscritto, detto "Libro di potenza", trovato nel 1700, ma risalente circa all'anno mille, probabile traduzione di un originale arabo. Si pensa che il nome derivi da Abd-al-Kadir, che significa "servo dell'Onnipotente". Viene presentato come il libro dei segreti cabalistici del mago di Adrianopoli; riporta quadrati magici per varie operazioni. Ad esempio, per viaggiare magicamente da un posto all'altro, occorre scrivere il nome del genio Ampharol, tracciandolo in questo modo, così da formare un quadrato.

 


A   M   Ph   A
R   O   L   A

M   Ph   A   R

O   L   A   M
 

Cinque giorni dopo la luna piena si prendono cinque pietre, ciascuna tolta da un posto in cui non batte mai il sole; ci si reca in un luogo in cui soffiano venti impetuosi e si chiama il genio con i nomi scritti nel quadrato, cioè Ampha, Rola, Mphar e Olam; il genio verrà, portando un sacco che contiene l'anello dei viaggi. Al genio spetta il titolo di Emiro e così lo si deve rispettosamente chiamare; egli darà al mago l'anello, che dovrà essere tenuto in un sacchetto di pura lana e strofinato col mercurio ogni trenta giorni. Ci sono quadrati per sconfiggere i nemici, per provocare tempeste, per far nascere l'amore fra due persone, per proteggersi dagli spiriti e per risolvere molte altre contingenze della vita.

 

 

Il Grimorio di Papa Onorio è uno dei più recenti; il materiale risale al 1500, ma fu pubblicato solo nel 1629 in latino. Fu il più aspramente combattuto dalla Chiesa in parte per i sacrifici di sangue che consigliava, in parte perché mescolava elementi cristiani ad elementi di magia nera, connubio ritenuto particolarmente pericoloso e blasfemo; inoltre coinvolgeva direttamente lo stesso erede di Pietro.
L'intestazione dà al Grimorio la forma di una bolla papale, emessa da Onorio III° il Grande, che cominciò il suo pontificato nel 1216, succedendo a Innocenzo III°. In realtà  quel  papa  non  fu  affatto  dedito  alla  magia;  semmai  è  ricordato  come  un pontefice piuttosto debole, incapace di lottare contro l'impero; è invece probabile che si riferisca ad Onorio II°, l'antipapa, che fu nominato nel 1061.
Dopo le solite indicazioni per la preparazione dell'evocatore, cioè digiuno, applicazione costante, preparazione del luogo, ecc, si è pronti per la Grande Invocazione agli spiriti. La differenza di questo Grimorio rispetto ai precedenti è che gli spiriti evocati non sono genericamente demoni che nulla hanno a che vedere col Satana del Vangelo, ma specificamente gli angeli ribelli al volere di Dio. Un cattolico moderno troverà almeno sconcertante l'uso dei Salmi, di parti dei Vangeli e di invocazioni a Gesù Cristo ed alla Madonna usate per chiamare i diavoli. La Chiesa dell'epoca deve aver trovato la cosa blasfema in modo ripugnante e si è preoccupata di distruggere più copie possibile dei manoscritti dell'opera. Nei secoli seguenti circolarono molti falsi di questo Grimorio, stampati apposta per non far conoscere le formule esatte. Il testo più antico tra gli originali sopravvissuti è datato 1670.

 

 

Ci sono poi alcuni Grimori di minore importanza.

 

L'Heptameron fu attribuito a Pietro d'Abano, che morì nel 1318; in realtà fu scritto circa due secoli più tardi, in latino, probabilmente  come  appendice  al  Libro del comando, il  falso  quarto  libro  della Filosofia occulta di Cornelio Agrippa, che fu un'aggiunta spuria al libro scritta dopo la morte del suo autore; esso insegna come evocare gli spiriti maligni facendo un ritratto di ciascuno col nome, il rango, la firma, il sigillo; spiega poi come costruire i pentacoli per ciascuno degli spiriti da evocare. L'Heptameron contiene invece invocazioni agli spiriti dell'aria e dei giorni della settimana.

 

 

Il Libro di San Cipriano afferma di risalire ai primi secoli dopo Cristo, ma è un falso molto posteriore, costituito da alcune parti prese dalla  Clavicola  di Salomone;  la leggenda dice che era stato dato da Lucifero in persona al suo discepolo prediletto, il mago Cipriano, poi convertitosi al cristianesimo e diventato santo; il libro sarebbe poi stato trovato nel 1001 dal monaco medievale Giona Sulfurino nella biblioteca del convento di Brocken, sulle montagne dello Harz.

 

 

L'Arbatel fu pubblicato in latino a Basilea nel 1575; serviva ad evocare i sette spiriti olimpici dei pianeti, nell'ora e nel giorno più adatti, con le essenze profumate da bruciare per attirare gli spiriti; una formula consentiva l'apparizione dello spirito davanti al mago.

 

 

Il Gallo Nero risale alla fine del 1700, anche se esistono documenti che lo datano attorno al 1690; fu pubblicato in Egitto ed era molto usato nei rituali di magia nera nel secolo scorso.

 

 

La Sacra Magia di Abramelin è un Grimorio derivato dall'Aptocalter. Era opera di un certo Antonio da Praga, ucciso misteriosamente dai demoni da lui stesso evocati; nell'introduzione si afferma che il libro è stato tramandato da Abraham l'Ebreo, discepolo di Abramelin, a suo figlio Lamech. Una copia manoscritta, conservata alla Biblioteca dell'Arsenale di Parigi, è datata 1458, ma è un falso, perché il testo risale alla fine del 1600. É diventato noto quando Mac Gregor Mathers, alla fine del secolo scorso,  l'ha tradotto e pubblicato, togliendo  però tutte le parti che riportavano evocazioni diaboliche, che egli disapprovava.

 

 

Il Magus comparve a Londra all'inizio dell'Ottocento; molto più ricco dei Grimori classici,  si  presentava  quasi  come  una  piccola  enciclopedia  dell'occulto,  divisa  in branche diverse. Scritto da Francis Barrett nel 1801, era una raccolta non originale, ma molto organica e chiarissima nelle spiegazioni, del materiale magico contenuto in tutti i Grimori precedenti. Era diviso in due parti: la prima trattava di magia naturale, alchimia e talismani; la seconda di cabala, magnetismo, magia cerimoniale, teurgia e negromanzia. Barrett era un farmacista alcolizzato, che si dilettava di alchimia e di magia; nel suo libro ritrasse dei demoni e si guadagnò grande fama quando l'occultista Montague Summers affermò che i ritratti erano stati fatti dal vivo, con davanti i demoni evocati a fare da modelli. L'opera ebbe il merito di far rinascere l'interesse per la magia e per gli studi occultistici.

 

 

Il Piccolo ed il Grande Alberto, databili attorno al 1100, sono Grimori molto specifici, perché indirizzati solo all'estetica ed all'amore; riportano formule per trovare l'anima gemella, per restare incinte, per non restarlo, per potenziare le capacità amatorie fino a rendersi irresistibili; per ridare ad una fanciulla la perduta verginità e ad un vecchio il perduto vigore;  per  diventare  più  belli,  conservare  a  lungo  un aspetto giovanile, eliminare i peli superflui, ingrandire un seno scarso, rimpicciolirne uno eccessivo, togliere le rughe, mantenere la pelle morbida e gli occhi lucenti, l'alito profumato ed i capelli folti. Sono corredati da un'appendice, che riporta i segreti di bellezza della regina Cleopatra ed i consigli dei saggi dell'Harem del Marocco per una buona intesa sentimentale e sessuale. Chi crede che i libri con i consigli per restare in forma siano stati inventati dalle dive di Hollywood, sbaglia di grosso.

 

Tratto da “Tradizioni perdute “ di Devon Scott

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