SUL CONCETTO DI UNA STORIA DELL'ORDINE DEI LIBERI MURATORI
(Carteggio tra Fichte e Fessler)
Nuove osservazioni di Fichte
Le mie obiezioni contro il sistema del fratello Fessler rispetto alle «ultime conclusioni» (1) si riducono ai due seguenti punti principali.
1) Non si può trovare per codesta via nessuna VERITA' STORICA.
2) E quand'anche si potesse, non si avrebbe con ciò una conclusione soddisfacente per un Ordine segreto.
Quanto al 1° punto il fratello Fessler MOSTRA COL FATTO, - in quanto ritira per iscritto la sua espressione verbale, in cui usci parlando con me, non esservi cioè in generale alcuna verità storica, - che gli manca, certamente senza sua chiara consapevolezza, un concetto della verità storica; e che quindi per lui non ve ne sia assolutamente nessuna, - nelle parole: «Io credo più fermamente alla battaglia di Temistocle,... senza perciò rigettare la morte di Huss sul rogo e la decapitazione di Carlo».
Qui non fanno comparsa i concetti, purtroppo tutt'altro che insoliti, della VEROSIMIGLIANZA, di gradi SUPERIORI e INFERIORI della verosimiglianza stessa, di una fede che è retta, integra fede e di un'altra fede, che certamente non è così integra, ma pure appunto per questo - è una fede magnifica! (2) - come se in qualche parte la verità fosse composta a furia di rappezzi di principi, e ora venisse misurata con l'auna. Secondo la mia convinzione, filosoficamente dimostrabile, anche nella storia non si può che SAPERE 0 NON SAPERE; e, nel primo caso, sapere o che qualche cosa FU o elle NON FU; nemmeno qui è possibile una via di mezzo, né alcuna oscillazione tra l'essere e il non essere; e l'uomo che pensa seriamente si rassegna, con fredda sicurezza, A NON SAPERE e A NON VOLER SAPERE nulla intorno a ciò, di cui egli ben sa che nulla si può sapere.
FATTO è soltanto ciò che cade sotto un qualsiasi umano sentire; STORIA è la trasmissione di tale impressione sensibile ad altri, sotto il cui sentire essa non cadde; storicamente DIMOSTRATO è per me quel fatto senza del quale un'altro fatto, che cade sotto il mio sentire, NON POTEVA appunto ESSERE COSI' come è. Ogni fatto, per cui non valga quest'ultima condizione è per me INDIMOSTRABILE, e intorno ad esso non sosterrò mai alcuna tesi, né PRO né CONTRO. Ogni fatto, dato il quale non potrebbe essere così come realmente è qualche cosa che cade sotto il mio sentire, è per me DIMOSTRATO FALSO.
All'impressione sensibile si riduce pertanto, in ultima analisi, ogni verità storica; e questa impressione N0N è un COMPOSTO DI VARIE PARTI, ma alcunché di POSITIVO, INDIVISIBILE, che È O NON È. Quindi per me, ad esempio, la dignità di Gran Maestro del fratello Fessler non è di un capello più vera e più certa del consolato di Cicerone, della congiura di Catilina, e simili - poiché mi stanno innanzi agli occhi i discorsi tenuti da Cicerone in questo consolato, [discorsi] che soltanto un tal uomo in un tal tempo può aver composti. Ala rispetto alla legislazione di Numa - non debbo rigettare alcuna credenza, perché, da quando posseggo qualche idea della verità storica, tale credenza non ho mai avuto. SO CON CERTEZZA che su questo punto non si può sapere né che sia, né che non sia: e che non si saprà mai nulla al riguardo, A MENO CHE NON VENISSERO SCOPERTI NUOVI DOCUMENTI.
Unico dato di fatto, che cada sotto i sensi di noi tutti, sono le usanze, le formule, i riti massonici. La storia della Massoneria, se è VERA storia, e non un'OPINIONE e un ASSERTO, né insomma - una FINZIONE, salvo il caso che il suo primo autore non ingannasse fin da principio sé medesimo, prima ancora di cercar d'ingannare gli altri, - questa storia deve presentare quei dati di fatto, caduti sotto i sensi d'uomini realmente esistenti, in forza dei quali soltanto possono diventar tali le usanze, formule e riti. Bisogna, - né credo che questa sia per il fratello Fessler una superflua esposizione del problema, - che tanto LA PRESENTE CIRCOSTANZA, e l'ORIGINE che storicamente seguì da questa circostanza, si convengano così esattamente, che ogni uomo di sano intelletto riesca a capire questa circostanza solo partendo da tale origine, e inversamente da tale origine possa DEDURRE e DERIVARE questa circostanza, anzi senza percezione immediata.
Che Ella non si sia nemmeno assunto questo carico, e come non POSSA né INTENDA sottoporvisi, Ella medesimo confessa nei posti tra parentesi della sua risposta: e così apertamente, che su questo punto non ci può più essere tra noi discussione.
Non sull'applicazione dei principi, ma sui principi stessi siamo discordi. Il sano buon senso, col quale avrà a che fare nella massoneria è, in ciò, dalla parte del Filosofo, pur senza distinguere la sua tesi per l'appunto così: esso vuole CERTEZZA e non mera IPOTESI Ella ne farà esperienza, di questa Sua incapacità e soddisfarci.
1. Ho virgolato queste parole parendomi ancora evidente il loro senso speciale.
2. Testo: ein stattlicher Glaube? - ma il segno d'interrogazione è evidentemente un lapsus calami.