SUL CONCETTO DI UNA STORIA DELL'ORDINE DEI LIBERI MURATORI

(Carteggio tra Fichte e Fessler)


Prime osservazioni e risposte (1)

A che scopo desidera il massone una storia del suo Ordine, che valga inoltre per lui come ultima conclusione su quest'Ordine stesso? (2) Forse per imparare, come un dotto storiografo, Un CAPITOLO DELLA STORIA UMANA, - quello sulle associazioni segrete, che per giunta non è particolarmente interessante? Non già io penso, - ma per intendere come son sorte QUESTE DETERMINATE usanze e formule, a lui tramandate nell'Ordine, - e con ciò comprenderle alfine tutte quante. La sua storia dev'essere una DEDUZIONE GENETICA delle cerimonie misteriose esistenti; allo stesso modo che, per esempio, una storia degli Stati dev'essere una deduzione genetica delle forme di costituzione esistenti.

 

I Fratelli della [Loggia] Royal York la VOGLIONO, [questa storia] :

1) per soddisfare l'interesse del loro intelletto. Oltre a ciò sembra loro istruttiva e interessante la conoscenza degli errori dello spirito umano nelle associazioni segrete;

2) la vogliono, perché io la ho loro promessa;

3) la vogliono, non come conclusione assolutamente definitiva, ma come l'ultima conclusione che io posso dar loro e ho promesso di dare.

Del resto non mi è mai andato a genio il dire o sostenere che con la storia dell'Ordine, nel senso in cui sembra prenderla il fratello FICHTE, e cioè con la più piccola delle sue parti sia chiusa ed esaurita la gnosi ch'io debbo comunicare. Piuttosto la storia genetica dei diversi sistemi massonici, il disvelamento e la valutazione dei loro più alti gradi, l'esatta connessione fra lo scopo da noi riconosciuto e i rituali in uso presso di noi, dovrebbero costituire la parte di gran lunga maggiore e più importante della gnosi. (3)

 

così sta il problema. - Mi sono state tramandate certe usanze e formule: questo è il fatto immediato, da cui parto. Come queste sian diventate così;...

 

A ciò la gnosi, come umana gnosi, risponderà umanamente, cioè ora con MAGGIORE, ora con MINORE probabilità. Essa non fingerà nulla, ma procederà criticamente, e dove per lei la luce è spenta, lo confesserà.

 

... come si sia così formato lo STADIO PROSSIMO, donde ESSE provennero; e quello prossimo a QUESTO, e di nuovo il suo prossimo, e così via, fintantoché si possa risalire nell'antichità: si che si snodi dalla fase presente fino alla più grigia antichità una catena ininterrotta, in cui ogni più tardo anello provenga dal suo precedente prossimo, e da questo resti SPIEGATO. così si avrebbe una storia FONDAMENTALE. NESSUNA usanza, NESSUNA espressione dovrebbe qui rimanere inspiegata: così [la storia] sarebbe COMPIUTA e soddisfacente.

 

Questa è una mera esposizione del problema, che per me non era necessaria.

 

Io domando al fratello Fessler, s'egli confidi di poter corrispondere a questa esigenza con il suo procedere attraverso la storia profana? (4).

 

II fratello Fichte sembra ignorare l'unica strada, che sola io posso e debbo prendere nella redazione della gnosi). I dati di fatto della gnosi sono risultati tratti da fonti, con le quali ho familiarità da lunghi anni; né i dati di fatto li ho trovati io, bensì mi son stati comunicati (5). Qual nemico giurato di ogni autorità e di ogni fede nell'autorità, mi sforzo soltanto di conseguire il merito, di fondare la verosimiglianza e la credibilità dei dati di fatto per mezzo di testimonianze tolte da fonti a me note.

 

*  *  *  *

 

Si può, secondo ragione, farsi accogliere in un Ordine segreto, per non ricevere alla fin dei conti se non quanto ognuno può procacciarsi egualmente bene FUORI DELL'ORDINE, mediante lo studio?

 

Si, per le stesse ragioni che si può frequentare le Università o ascoltare le lezioni di un grande maestro, sebbene alla fin dei conti non se ne riceva niente più di quanto si è già prima da sé stessi pensato e forse espresso con [la sola differenza di] altre forme, o di quanto ognuno può procacciarsi egualmente bene fuor dell'università o dell'auditorato, mediante lo studio; (e inoltre, ancora a più forte ragione, perché una gran parte della gnosi consiste di cose, che fuor del sistema della [Loggia] Royal York non si può già procurarsi studiando.

 

Ha Ella tanta fiducia

a) da render ciò noto pubblicamente, e 

b) da aspettare che un qualche uomo ragionevole possa ancora desiderare di essere accolto nel Suo sistema? (6).

 

Al primo punto, si! Al secondo: ciò non mi riguarda affatto; poiché non ho né la missione né il dovere di attirare gli uomini ad entrar nel nostro sistema: bensì è mio dovere dichiarare esattamente a chiunque mi interroghi, quel ch'egli ha da aspettarsi, e lasciare a lui di decidere se la prospettiva gli convenga o no.

 

Se non vi è nell'Ordine qualche cosa, che sia SOLO nell'Ordine e assolutamente non si possa conseguire FUORI DI QUELLO, non si può avere nemmeno ragionevole motivo di entrarvi: questa mi pare una proposizione indiscutibile.

 

Se questo alcunché DA CONSEGUIRE è SEMPLICEMENTE un SAPERE, certo che non ci può essere affatto un QUALCHE COSA che non si possa assolutamente conseguire fuori dell'Ordine, salvo ciò, per l'appunto, che forma la maggior parte della gnosi ed è stato da me poc'anzi indicato: oppure una finzione; la qual ultima è ben difficile che potesse giustificare agli occhi della ragione l'ingresso nell'Ordine).

Se questo alcunché è una FORMA PARTICOLARE, propria al sistema, del SAPERE conseguibile anche fuori dell'Ordine, allora, l'entrar nell'Ordine, come l'uscirne se questa forma del sapere non è soddisfacente, è giustificato agli occhi della ragione.

Se questo alcunché è una CHIARIFICAZIONE del SAPERE o del FARE, nemmeno allora è posta in bando la nostra ragione puramente sana, se noi entriamo nell'ordine, per via di questa CHIARIFICAZIONE, o per procurarla a noi stessi o per procacciarla ad altri.

Crede poi il Fratello Fichte stesso, o crede di poter far credere a un qualsiasi osservatore che abbia ben navigato nel mondo reale, che L'UNILATERALE COLTURA DI CLASSE NON POSSA ASSOLUTAMENTE ELEVARSI A UNA COLTURA PURAMENTE UMANA FUORI DELL'ORDINE? (7). Per contro ogni uomo di schietto pensiero gli crederà, anche senza dimostrazione, che ciò possa accadere più facilmente nell'Ordine; concetto che molti Fratelli della [Loggia] Royal York hanno già di sovente udito da tre anni in qua, e probabilmente anche saputo ancora da molto tempo prima (8).

 

È vero che il Fratello Fessler può dire: io do, senza dubbio, qualche cosa, che presentemente soltanto io posso dare, cioè la CONNESSIONE E COMBINAZIONE di dati di fatto, i quali però sono certamente esposti in monumenti profani.

 

La storia genetica dei diversi sistemi massonici, i loro scopi, i loro mezzi, i loro gradi superiori, il disvelamento e la valutazione di questi, non sono da nessuna parte esposti in monumenti profani.

 

Ma in quanto a ciò il fratello Fessler è dunque professore di storia, e coloro che accolgono le sue ultilue conclusioni, studenti, e la Massoneria un istituto superiore di studi storici (9). Può essa avere questo aspetto?

 

Io do ciò che si desidera, ciò che io ho promesso, ciò che mi è stato comunicato; e per non violentare l'intelletto dei Fratelli, inquadro i dati di fatto comunicatimi con testimonianze tratte dalle fonti a me note, e del pari [inquadro] la storia genetica dei diversi sistemi massonici, e via dicendo, con documenti. (In complesso, io do, in generale, la possibilità come possibilità, la probabilità come probabilità, e lascio aperte le lacune che non si potrebbero colmare senza falsità o finzione).

E infine, il fratello Fichte, se egli tiene un discorso in una cerimonia segreta ed espone e dimostra i suoi asserti, è forse meno professore di filosofia e di morale? - e i suoi uditori son forse meno studenti? e la Massoneria è forse meno un istituto superiore di studi filosofici o morali? Può essa avere questo aspetto? (10).

 

Non può, mentre noi stiamo ancora a discorrerne e a scriverne, un qualsiasi storiografo assumersi lo stesso compito che si è assunto il fratello Fessler?

 

Io non mi sono assunto questo compito, ma ho accolto la soluzione del problema stesso, in quanto si estende alle parti minori della gnosi. Esso mi ha soddisfatto, per la familiarità che avevo con le fonti da cui risulta la soluzione; per far partecipi gli eletti del mio compiacimento, cerco di provare la credibilità della soluzione adducendone le fonti.

 

Non può egli assolverlo [il suo compito] senza alcun rischio nella stessa maniera, e far STAMPARE la sua opera? A che mai tenere il segreto su un argomento che domani può essere stampato?

 

Per la stessa ragione appunto, per cui tien segreti i suoi atti la grande [Loggia] Nazionale, nonostante che la [Loggia] di Praga abbia giocato il tiro dì farli stampare (11). Frattanto io sono troppo sicuro del fatto mio, per [temere] che la mia gnosi destinata al segreto possa domani venir data alle stampe.

 

*  *  *  *

 

Il fratello Fessler non sembra accogliere, stando alle sue espressioni verbali, verità storiche di sorta; il che può essere concepibile [partendo] dal movente soggettivo, che egli rivolge gran parte delle sue ricerche a un campo in cui, senza dubbio, non si può incontrare che estremamente poco di queste verità. Ma su questo punto io seguo l'opinione opposta; ed è dal punto, che intorno ad esso si può pur ricavare qualche cosa filosofando e disputando; anzi dalla sua accidentale determinazione dovrebbe altresì risultare che anche nella storia il filosofo ha una parola da dire, e può parlare anche sopra dati di fatto.

 

Questo passo potrebbe aver valore per me soltanto nel caso che fosse interamente noto al fratello Fichte il processo della mia coltura letteraria, storica e filosofica, e che gli fosse posta in mano la pietra di paragone delle mie energie spirituali e della mia applicazione.

 

Facendo pure astrazione da ciò, io potrei pregare il fratello Fessler di domandare alla sua coscienza, se non vi sono altri dati di fatto ai quali egli crede più FERMAMENTE che non a quelli esposti nella sua Apolytrosi; (12)...

 

Io credo più fermamente alla battaglia di TEMISTOCLE a Salamina (13), che alla legislazione di NUMA, e più fermamente alla rettitudine di SOCRATE che alla battaglia salamina di TEMISTOCLE, e più fermamente alla riforma religiosa di Gesù che alla rettitudine di SOCRATE, e più fermamente alla morte di Huss sul rogo che alla morte o alla risurrezione di Gesù, e più fermamente alla decapitazione di CARLO (14) che alla morte di Huss sul rogo, e con incrollabile fermezza alla morte di FEDERICO GUGLIELMO II: senza per questo rigettare la mia credenza nella legislazione di Numa, nella battaglia di Temistocle a Salamina, nella rettitudine di Socrate, nella riforma, morte o risurrezione di Gesù, nella morte di Huss, sul rogo e nella decapitazione di Carlo.

 

... se egli stesso in generale ha pur tanta ragione di credervi; se, qualora su questi oggetti si potesse innalzare alcunché fino alla certezza, EGLI SAREBBE DISPOSTO A SCOMMETTERE UNA POSTA DI QUALCHE IMPORTANZA, che le cose sono andate proprio com'ei si riferisce...

 

Se io non avessi tanta ragione di credere all'Apolytrosi, mi vergognerei di esporla ad altri.

 

... se egli, qualora le circostanze lo permettessero, si fiderebbe poi a divulgare al mondo la sua deduzione storica per mezzo di pubblica stampa, senza concepire alcun timore per la sua reputazione erudita.

Si.

In una trattazione storica, - poiché già prima di iniziar la ricerca si ha innanzi agli occhi ciò che si vuol dimostrare, e tutto si accoglie quanto giova PER la nostra causa, e tutto si tralascia quanto le torna IN CONTRARIO, - si può dimostrare assolutamente tutto quello che Si vuole (15); e sono pronto a scommettere qualunque cosa che in questo modo potrei dimostrare con altrettanta fondatezza e coerenza la mia discendenza da Alessandro Magno.

 

Il fratello Fichte ha ragione: ma donde ricava che io voglia seguire questa strada? ch'io non possa prenderne alcun'altra? ch'io debba procedere soltanto per questa? - che nei diciassette anni della mia vita massonica io non abbia indagato quel che mi era stato trasmesso, ma abbia udito e poi tirato innanzi? - che soltanto adesso, e quindi prima di qualsiasi ricerca, io abbia fatto mio ciò che voglio dimostrare, e quindi abbia innanzi agli occhi sol questa tesi da dimostrare, e ora metta a soqquadro tutte le biblioteche, unicamente per trovare ciò di cui voglio dare la dimostrazione?

 

*  *  *  *

 

Vorrei che il fratello Fessler avesse la bontà di meditare seriamente, accanto a queste osservazioni, anche quella parte della mia ultima lezione, in cui metto a fronte la storia segreta e la profana [IIa Lez., parte 2a], e di riflettere se in questo modo non ci si liberi affatto felicemente dalla storia profana.

 

Il fratello Fichte dice nella lezione citata: «La dottrina segreta si riduce alla semplicissima espressione: «Una volta che è così, così sappiamo: e così saprà chiunque si ponga al nostro livello. - Si deve cercare la dottrina segreta solo in una tradizione ORALE che ancora perdura » (16). - Tutto ciò che il fratello Fichte può comunicare all'Intimo Oriente (17), non deve, per via della sua intuitiva certezza, aver bisogno di alcuna dimostrazione, ovvero egli dovrebbe dimostrarlo; altrimenti gli Eletti lo ascolteranno tacendo, si guarderanno in viso e rideranno. - Ma come, se egli dimostra e non CONVINCE? Bene, egli ha fatto la sua parte: ha dimostrato. Convincere non può né egli né uomo alcuno; convincersi deve ciascuno da sé. Egli tace, e lascia al non convinto di cercare motivi di convinzione. Questo fu ognora e in ogni caso il mio procedimento: esso rimarrà tale anche nella redazione e comunicazione della Gnosi; sul terreno ch'io debbo percorrere esso è l'unico sicuro e il più adatto AGLI ESPERTI, con i quali procedo. lo li conosco da ben quattro anni; essi non si lasciano imporre alcun ipse dixit: ma stimano colui che fornisce loro le basi per quanto viene asserito, anche qualora essi non possano far propria la sua verità né restare convinti. Soltanto dove le prove recate per un dato di fatto della gnosi non soddisfino i Fratelli ed essi ne desiderino in maggior numero, (in quel caso riconoscerò di non saperne altre, ma dirò che, se vogliono afferrare il filo posto loro in mano e andargli dietro, verranno certamente fuori del labirinto dell'incertezza e arriveranno alla convinzione). Se poi essi, i Fratelli, VOGLIANO e POSSANO far questo, o no, non m'importa.

 

Finzione per finzione, io mi deciderei pur sempre a favore di quella interamente coerente e inoppugnabile sulla via della storia;...

 

Oppugnabile è TUTTO e NIENTE: non ho bisogno di spiegare di più a un dialettico della forza del fratello Fichte. Che del resto non si possa oppugnare una finzione tratta dalla storia, concedo incondizionatamente: ma sul terreno ove entrambi stiamo, e per gli uomini con cui abbiamo da fare nell'Intimo Oriente, la finzione non ha alcuna efficacia. Il terreno è troppo chiaro e gli uomini troppo sensati, troppo prosaici, troppo seri; manca loro ogni genialità e sensibilità poetica (18).

 

... e tale finzione indirizzerei in modo, che fosse ad Un tempo, per i cervelli Sottili, ALLEGORIA; e comunicherei liberalmente, a chi sappia penetrarlo, il vero segreto e come noi tutti siam giunti alle nostre conoscenze. E in questo modo di procedere, posto che vi è ormai una Frammassoneria, non trovo nulla affatto di illecito o di gesuitico, né alcuna pia frode; mi conservo in ciò interamente quell'uomo preciso, aperto e onesto, ch'io fui e sarò durante tutta la vita; ma questo faccio solo perciò, e fin tanto, CHE IO SIA PRONTO A COMUNICARE

IL VERO E RIPOSTO CONTENUTO A CHIUNQUE SIA CAPACE D'ACCOGLIERLO.

 

Come io sia giunto alle mie conoscenze, [in parte] già comunicate e [in parte] ancor da comunicare mediante la gnosi, non ha bisogno di essere avvolto in alcuna FINZIONE ALLEGORICA. (Ciò è noto a molti fratelli; e potrebbe essere noto a tutti, poiché sta stampato negli Annuari della Grande Loggia Royal York) (19).

Niente FINZIONE! niente AUTORITÀ! niente CIECA FEDE! Si può guidare, ed è cosa UMANA, la VOLONTÀ degli uomini verso un buon fine, senza ch'essi se ne avvedano; ma io non posso scherzare con il loro INTELLETTO, perché questo è un giuoco tanto pericoloso quanto avvilente (20).

 

 


 

1. [Le «osservazioni» di Fichte, da noi presentate in corpo ordinario, «costituiscono - osserva il Flitner - un testo in sé conchiuso; le «risposte» del FESSLER sono da pensare scritte in margine»: - e qui sono date pertanto in carattere violetto].

2. La frase si riferisce esplicitamente all'intenzione di Fessler, di presentare una Storia e una Gnosi come ultimo gradino della sua riforma. Come infatti avverte nella prefazione a questo carteggio il suo primo editore, quello cioè della cit. Encyclopädie, «gli estratti della discussione riguardano le ultime conclusioni («die letzten Aufschliusse »), cioè la storia integrale della gnosi massonica nelle sue diverse forme fino agli ultimi tempi, la quale Fessler aveva promesso di consegnare agli Eletti dell'Intimo Oriente».

3. Questa prima risposta di Fessler è ambigua e capziosa. Fichte non domandava perché i Fratelli della « R. Y. » volessero quella storia: ma quale potesse essere in generale il suo scopo giustificativo; e la replica non gli dà soddisfazione se non col dire che val la pena di conoscere « gli errori dello spirito umano nelle associazioni segrete »! Di più, tale apparente soddisfazione va contro all'esigenza della storia come deduzione genetica, posta da Fichte (come può essere genetica una storia di meri errori, di ciechi brancolamenti verso una verità futura), anzi ne rinnega il problema. Infine, il senso più ampio in cui Fessler vuole intesa la storia gnostica è proprio il senso in cui ne parla Fichte: laddove pare che Fichte non arrivi a tanto concetto, e che sia lui solo, Fessler, a pensarla così.

4. Questi ed alcuni altri passi successivi sono chiusi tra parentesi, perché nelle ulteriori osservazioni di Fichte vengono espressamente citati con tale indicazione. così annota l'ed. della Encyclopädie. [Fl.].

5. Anche qui, la risposta non è a tono, come non lo è la prima replica del § 2. Fessler non si rende conto.

6. [Una volta comunicato a tutti che non è necessario appartenere all'Ordine per acquistarne i vantaggi spirituali, non si può più aspettare - dice Fichte - che la gente accorra nell'Ordine, almeno così come Fessler lo ha costituito. Ma la replica, è una volta tanto felice: si tratta della verità, non del numero più o meno grande di proseliti].

7. Questo chiarì il fratello Fichte nelle sue lezioni come supremo scopo finale della Massoneria [cfr. infatti la la Sez. del presente vol.] il quale, giusta la sua opinione, non è assolutamente conseguibile fuori dell'Ordine. [Nota di Fissler] *


* Il riferimento di Fessler non è del tutto veritiero, in quanto Fichte non sostiene che solo nell'Ordine è possibile la coltura puramente umana, come l'avversario gli fa dire nel testo della replica: anzi ammette esplicitamente che essa può ottenersi, sia pure in casi individuali, anche fuori dell'Ordine.

8. Ossia dal 1797 al 1800.

9. Il testo reca professor historiarum e historisches Collegium. Il Fessler era stato professore di lingue orientali.

10. Il testo ha: bei einer Mysterienfeier, che si dovrebbe tradurre: «nell'occasione di un'agape». Ma ho preferito la formula più generale, parendomi che questo sia qui il significato del discorso: e perché, poi, Fichte non tenne le sue lezioni, alle quali corre la presente allusione, durante le agapi.

11. Accenna, secondo l'ed. della Encyclopädie, alla pubblicazione: Das System der Freymaurer-Loge «Wahrheit und Einigkeit zu drey gekrónten Saulen» in P * * * (Philadelphia 1794 in 8°): che contiene non solo il codice statutario e gli annali della loggia, ma anche i rituali dei tre gradi giovannei. [FI.]. Ma la domanda di Fichte aveva ben altro significato, riferendosi alla critica della divulgazione letteraria da lui svolta nella Lez. IIa, parte 2a, lettera XV.

12. L'Apolytrosi è quel libro, in cui è ricostruita la storia di tutte le società segrete dai misteri antichi fino all'Ordine dei Liberi Muratori, e dimostrata la remota o prossima somiglianza tra quelli e la Frammassoneria. [Nota di Fessler].

13. Su Temistocle il Fessler aveva scritto da giovane una tragedia storica, Aristide e Temistocle.

14. Di Carlo 1 Stuart, re d'Inghilterra.

15. Riprende lo scetticismo storiografico già accennato nelle prime battute della Filosofia della Massoneria.

16. Ma Fessler mutila la sentenza fichtiana del suo contesto, per potervi giocare attorno d'ironia.

17. Per l'Intimo Oriente e gli Eletti (1. 18) che lo compongono.

18. È detto, si capisce, ironicamente. La nuova riforma auspicata da Fichte, frutto della Genialitat romantica, pare a Fessler un'invenzione poetica: si disilluda Fichte, nella «R. York» non c'è fortuna per la poesia!

19. JahrbücIier der Gr. Loge Roy. York, p. 23. [Dove appunto si legge: «Nel 1783 il fratello Fessler si fece accogliere come Libero Muratore nella Loggia PHOENIX, a Leopoli, di costituzione viennese e tosto fu assunto al grado di Maestro. Egli entrò così in stretta familiarità con il consigliere governativo von Kortum, ben noto nel mondo massonico, eccellente uomo, al quale egli è debitore di gran parte delle sue conoscenze dell'Ordine».

20. La vera storia della formazione massonica di Fessler, alla quale si fa così frequente allusione in questa polemica, merita qualche altro chiarimento, in rapporto alla notizia qui riferita in nota (dall'ed. dell'Encyclopädie). «Il devait ses secrets à un vénerable de l'Ordre, qu'il designe par les initiales «K...y» (non sarebbe, dunque, il von Kortum?), peu connu à Lemberg, ancient étudiant de Strasbourg, membre de la loge Saint-Louis d'Alsace, promu à tous les grades du chapitre de Clermont, K - y avait voyagé en France et en Angleterre, il s'était initié durant un séjour en Russie et en Suède aux mystères de la maçonnerie suédoise, à l'alchimie, à la théosophie, à la magie». (LÉON, Fessler, Fichte etc., p. 816). Ma spiritualmente Fessler ritrasse almeno altrettanto dalla propria dottrina orientalistica, alla quale ricorreva anche nella «R. York» per questa «famosa» documentazione sprezzata da Fichte, e dall'amicizia col Born, che gli comunicò, tra l'altro, una importante lettera di Zinnendorf a Lessing intorno ai Gesprache fur Freimaurer. E proprio questa formazione spirituale vien presa di mira da Fichte, non il fatto esteriore del discepolato leopolitano: con tanto maggior fondamento, in quanto nel tentar di fondare a Leopoli stessa una loggia conforme al suo primo Trattato, Fessler volle già ricondurre il rituale ai puri principi della ragione, eliminando «le pratiche irrazionali e i barbarici giuramenti» (LÉON, p. 817 n.).