SUL CONCETTO DI UNA STORIA DELL'ORDINE DEI LIBERI MURATORI

(Carteggio tra Fichte e Fessler)


FESSLER a FICHTE

 

Amato Fratello!

Con questa mia Ella riceve il risultato delle mie mature riflessioni sulle Sue osservazioni. Per parte mia non si porrà certo in mezzo a noi né AMOR PROPRIO, né PUNTIGLIO ERUDITO, né RITROSIA A RITIRARE QUALCHE AFFERMAZIONE.

Non AMOR PROPRIO: poiché non esigerò mai che Ella o alcun altro Fratello debba far sue le mie idee sulla massoneria e sugli uomini che vi hanno le mani in pasta. Io continuerò a fare come ho fatto sin qui: esporrò le mie idee ne' miei piani, abbozzi e lavori senza curarmi di quel che ne vorranno fare i confratelli. Nessun Fratello può farsi innanzi e sostenere ch'io abbia mai difeso alcunché dei rituali secondo la concezione da me introdotta nel [mio] abbozzo, ovvero mi sia lasciato trascinare in una disputa. In ciò perfino il modesto RHODE (1) è, con la sua costituzione, andato ben più oltre di me.

Non PUNTIGLIO ERUDITO: poiché, nei nostri rapporti massonici non ha importanza l'erudizione, né l'hanno anzi SPINOZA, KANT e FICHTE, ma la concreta conoscenza massonica e una [speciale] sensibilità, acuita dall'esercizio e confermata dall'esperienza, per la conoscenza dell'uomo, degli uomini e delle loro relazioni.

NON RITROSIA A RITIRARE QUALCHE AFFERMAZIONE. Il Sistema introdotto nella [Loggia] Royal York (2) deve o restare intatto così nel tutto come in ogni sua parte, o essere INTERAMENTE eliminato e sostituito con un altro. Proceda, caro fratello, a quest'opera costruttiva, fermo e fiducioso nella mia seguente assicurazione:

Si faccia pure avanti, pubblicamente e liberamente, senza ingolfarsi in accidentali polemiche con me! Esponga il Suo sistema, che necessariamente dev'essere affatto diverso dal mio! Ne dimostri la solidità e l'esattezza con tutta la forza dell'eloquenza, che ogni buona causa procura al suo avvocato! e io Le assicuro, per quanto vi è di sacro, che non combatterò il Suo sistema, né difenderò il mio, ma sarò pronto a ritirare (quest'ultimo INTERAMENTE, non solo con tranquilla rassegnazione, ma anche con la salda convinzione, che il Suo sia migliore.

Ed ecco il fondamento della mia convinzione! - Tutto ciò che è in sé buono, non è per questo, ad un tempo, buono anche nell'applicazione ad una comunità. Ma se lo accoglie la maggioranza di questa, esso è, almeno, buono per quella momentanea condizione della coltura collettiva e per i suoi rapporti di tempo e di persone, e migliore d'ogni altro bene, per il quale la comunità sarebbe o troppo matura o troppo immatura. Perciò, se la maggioranza dei Fratelli accetta il Suo sistema, questo si dimostra così migliore del mio per la presente e momentanea condizione della [Loggia]. E

 sul fatto che io pensi e agisca realmente così, Ella può accogliere la chiarissima testimonianza dei Fratelli che hanno trattato con me durante quattro anni (3).

Mi liberi Ella soltanto per un anno dalla piccineria e dalla meschinità che mi hanno insinuato gli altri: e troverà che con pochi uomini è più facile venire a capo [di qualche cosa], di quel che sia con me. Ma su questo punto non Le nasconderò nemmeno che il detto di Seneca (De vita beata, cap. VIII): «incorruptus vir sit externis, et insuperabilis; fidens animi. - Fiducia eius non sine scientia sit, scientia non sine constantia. Maneant illi semel placita, nec ulla in decretis eius litura sit. - Hoc modo una efficietur vis ac potestas, concors sibi; et ratio illa certa nascetur, non dissidens, nec haesitans in opinionibus comprehensionibusque, nec in sua persuasione» (4), - si è trasfuso con una certa energia nella mia totalità, e ne tengo conto in tutti i miei rapporti. Per altro io non ho nemmeno da temere, con un uomo delle Sue idee, multilateri e liberali, che sia per tenere in conto di amor proprio, puntiglio erudito e ritrosia a ritirare affermazione alcuna, questo [spirito] che è in me.

 

Con sincero e cordiale amore,

Suo

FESSLER.

 

 


 

1. Che fu nominato nel 1799, contemporaneamente all'arrivo di Fichte a Berlino, relatore e redattore della costituzione definitiva elaborata da Fessler per la «Royal York».

2. Precisamente quello che Fessler aveva costituito nella sua meditata opera di riformatore dal 1796 al 1800, e che le critiche del Fichte tendevano a scalzare come sostanzialmente illuministico e non a sufficienza romantico. Ora Fessler sfida Fichte a uscire dal campo della critica e a tentare una ricostruzione ex novo, se ne è capace.

3. Con molta abilità, Fessler non trascura di metter bene in chiaro l'unico senso in cui egli è disposto a fare tutte le concessioni possibili: nel senso, cioè, che momentaneamente la tesi dell'avversario può conformarsi e adattarsi meglio a determinate condizioni d'ambiente, trionfando della sua solo per l'immaturità dei tempi (1. 18: « la comunità sarebbe troppo matura o troppo immatura »; il « troppo matura » è certo fuori causa!). In fondo, è molto più dogmatico Fessler con tutto it suo apparente spirito conciliativo che non Fichte nell'ardore della sua pragmatica intransigenza.

4. [Incorrotto e invincibile sia l'uomo dalle cose esteriori, e d'animo fiducioso. - Ma la sua fiducia non sia priva di sapere, né il suo sapere di costanza: ferme rimangano le sue decisioni, una volta prese, né i suoi deliberati ricevano correzione alcuna. - In tal modo si formerà una sola forza e potenza, coerente a sé stessa; e germoglierà quella sicura ragione, non discorde, non esitante nelle opinioni e nelle rappresentazioni, tanto meno nella propria convinzione». Il Fessler, in nota, parafrasa, per rendere il passo in tedesco (Das ist zu Deutsch), così:] Da nessun agente esteriore si lasci scuotere o soggiogare l'uomo! Abbia fede in sé stesso: ma la sua fiducia non manchi mai d'intendimento, né il suo intendimento mai di saldezza! Fermo nelle sue decisioni, niente cancelli nelle determinazioni della sua volontà! così la forza e il potere vengono resi coerenti in sé stessi; così germoglia quella fidente ragione che, non instabile né perplessa tra la confusione delle idee, né vacillante nelle opinioni e rappresentazioni, rimane ferma nel suo convincimento.