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Esoterismo e Progetto
Assoluto del Card. Mazzarino
Nella
psicologia e nella prassi politica classica, che permane dalla
tarda antichità alla nascita dello "Stato Assoluto" il rapporto
tra societas politica e uomo, sia esso suddito o Re, è delimitato
dalla interconnessione immediata e necessaria delle nature del
soggetto (animale, intellettiva, spirituale, divina, se
esemplifichiamo le varie tradizioni, che peraltro rilevano tutte
dal pitagorismo) e delle funzioni dello Stato come inevitabile macroantropo.
La Magia serve a
determinare la natura profonda e quindi il Destino dei soggetti,
e mette in correlazione tutte le "anime" di ognuno, e operare
esotericamente sullo Stato e sugli uomini che lo dirigono
significa identificare la linea di sviluppo, gli influssi, le
debolezze e i nemici futuri dello Stato stesso, dato che Esso,
come l'uomo, anela all'immortalità.
É un tratto, questo, che viene chiaramente identificato da Cari
Gustav Jung nei suoi testi sulla magia "operativa" e il suo
nesso con l'inconscio.
Tutto nasce con Marsilio da Padova e con il suo contemporaneo
Guglielmo di Ockham: se il governante devia dalla corretta
natura dei rapporti sociali e reali (che sono sia materiali che
definiti dalla lex divina, e il nesso tra i due è la prassi
esoterica) è al legislatore, anche sul piano della plenitudo
potestatis religiosa, che spetta il diritto di correggere il
governante e perfino di deporlo, se questo conviene alla salus
reipublicae.
Lo Stato è assoluto perché, quindi, detiene "ambo le chiavi" del
potere, quella religiosa e quella civile, e detiene quindi, ma
in ultima istanza (c'è un ricordo di ciò nella teoria della
Sovranità di Cari Schmitt, dove è "sovrano chi decide nel
momento di eccezione) e perché si fonda su una antropologia del
potere e della natura umana che viene spiegata solo dalla Prisca
Philosophia, la lunga catena ininterrotta di sapienza occulta
che va dall'antichità al Cristianesimo e oltre, e che è un
privilegio operativo dei "maghi", dei "sapienti", che, nel
modello platonico rivisto dagli Stoici, devono reggere lo Stato
Politico.
Ecco il senso, tutt'altro che esornativo, che acquisisce la
conoscenza sapienziale e occulta. nella Scienza del Governo dal
Rinascimento all'Assolutismo europeo.
Girolamo Cardano, che sarà poi alla corte di Mazarino, lo
sostiene chiaramente: "l'uno è il bene, i molti sono il male"
e, per il medico-matematico italiano, Dio è l'unità, ovvero la
Verità eterna che si nasconde nel molteplice, che è spesso
inganno del maligno. L'arte dell'apparire, del videri, è un
elemento ineliminabile della società, in Cardano, e basti qui
pensare alla tematica "dell'apparire" e del "sembrare" e del
corrispettivo demistificare il nemico che è uno dei tratti
costanti del Breviario dei Politici mazariniano.
Una è la natura umana, separata in quattro "fluidi" (e qui
l'attenzione di Mazarino e degli statisti dell'Assolutismo sul
"sembrare" fisico, sulla pelle, sul movimento, sulla salute
generale, etc.) e quindi l'analisi esoterica dei comportamenti,
l'uso di artifici per manifestare la vera natura del nemico o
dell'amico, consigliata anche dalla medicina di Galeno, diviene
un elemento primario di comando e conoscenza del factum
politico.
La Magia Naturale
ci porta alle cause, alle cause iniziali dei fenomeni, e quindi,
sempre secondo Cardano, alla cause naturali e profonde, une e
non molteplici, dell'agire umano e del comportamento politico.
Sempre secondo
Cardano, e anche qui il tema sarà diffusissimo nell'Assolutismo
politico, l'uomo nasce "pessimo", ed è il Sapiente, ovvero,
nella sintesi tra esoterismo rinascimentale e stoicismo che è la
teoria dello Stato assoluto di epoca barocca, che, unendo
punizioni e premi, porta sulla retta via la gran massa degli
esseri umani. Il Re è, oltre che giudice finale dell'agire
sociale della Chiesa, anche protettore finale, katekhon, ''colui
che frena" la fine maligna e "naturaòle" del suo popolo, Colui
che evita che arrivi il Male e la sua vittoria. E quindi la fine
dello Stato, che è in sé lo Strumento del Bene terreno.
E, sempre per Cardano, suggeritore di Mazarino e memore del
Machiavelli, si opera nel migliore dei modi quando si sospende
la considerazione morale, che non è mai la "realtà effettuale
della cosa" e agiamo con prontezza, senza eccesso di movimento e
di fatica, occultamente, e in maniera quasi inattesa". Sembra un
riassunto di tutto il "Breviario dei Politici" mazariniano.
Ed è proprio nella Chiesa del Santo Sepolcro di Pisa, a base
ottagonale e anticamente di proprietà dei Cavalieri di Malta,
sul Lungarno proprio accanto al palazzo che fu poi distrutto di
Ugolino della Gherardesca, che si trova la tomba di Maria
Mancini, la "maga" nipote del Cardinal Mazzarino, sposa del
viceré di Napoli Lorenzo Onofrio Colonna e, soprattutto, amante
fissa di Luigi XIV, il Re Sole. Tout se tient, se parliamo di
simboli e di storie di persone che avevano rapporti con la Vita
Invisibile. Cavalieri di Malta, eredi dei Templari, la città
marinara che aveva la più forte presenza in Medio Oriente e
nelle aree dell'attuale Israele, l'arrivo di tradizioni occulte
precristiane che riguardano comunque la Divinità del Figlio
dell'Uomo (ricordiamo che Cardano ebbe l'ardire, in un suo
libro, di fare l'Oroscopo di Gesù Cristo) la vicinanza di una
famiglia come i Della Gherardesca che, forse, aveva un progetto
"ghibellino" molto diverso da quello che poi sarà imposto alla
città di San Ranieri dopo lo scontro finale con Genova. Tout se
tient, appunto.
Il Breviario del Cardinale Mazzarino, uomo che ancora gode della
fiducia di Richelieu e della sua vasta rete di potere a Corte,
viene pubblicato in Francia per la prima volta nel 1684 è una
eredità esoterica del "Principe" machiavelliano.
Mentre il testo del Segretario fiorentino si basa sulle
ripetizioni inevitabili della Storia e degli avvenimenti umani,
e sulla sostanziale omogeneità della natura umana nel passare
dei secoli; il Cardinale consiglia il Re a modificare lentamente
ma sicuramente il suo comportamento e la sua percezione sottile
degli uomini e delle situazioni, per far passare il Rex dalla
sottoposizione inevitabile alla fortuna e alla virtù, in un
contesto di larga imprevedibilità degli avvenimenti e dei
destini, ad un dominio magico degli uomini e della fortuna.
L'asse del pensiero politico del Cardinale è un concetto di cui
molto si discute in quegli anni: la dissimulazione.
Torquato Accetto parla della "dissimulazione onesta" (il suo
lavoro esce nel 1641) in un suo notissimo testo e nella sua
interpretazione, non distante da quella del Cardinale, la
dissimulatio è equivalente della prudenza, e non necessariamente
della menzogna, che pure, anche per l'Accetto, ha un suo
inevitabile ruolo in politica.
Resistere alla Tirannide, che non è lo stato Assoluto ma una sua
parodia, è il fine della dissimulatio, ma è anche vero che, lo
vedremo meglio nel "Breviario", solo la dissimulazione può
fondare il potere politico; e quindi il rapporto tra verità e
politica è quello, tipicamente stoico e aristotelico, del nesso
tra beneficio immediato, possibile inganno, beneficio maggiore
in futuro.
Conoscere il Vero significa, per lo Stagirita, conoscere la
causa (è il secondo libro della Metafisica) e la filosofia è la
scienza della Verità, ma il fine della filosofia pratica non è
il Vero, è l'ergòn, l'"opera". Quindi per raggiungere la realtà
dell'Opera è possibile fingere, che non è dire il falso, ma
tacere il Vero, che comunque riguarda la Causa e non il Fine
temporaneo dell'azione politica. Per Aristotele, il "bene" non è
l'unica ousia di Platone, ma ha tanti significati quanti n ha
l'ente a cui si riferisce.
Il Politico di Mazzarino, nel Breviario, deve, proprio perché
nel testo si segue a distanza Aristotele, tacitare tutte le
"passioni dell'anima", i sentimenti, le simpatie, le paure, ogni
tipo di sensibilità psicologica perché, prima di tutto, Egli non
può essere dipendente dalla sua semplice soggettività fisica
(che è figlia del Molteplice, la fonte di tutti gli errori per
Girolamo Cardano) ma deve raggiungere l'atarassia del Sapiente,
del Mago che comanda a tutte le forze (e soprattutto a quelle
invisibili) che sono in gioco in quel momento, Le "passioni
dell'anima", lo ricordiamo, sono l'oggetto dell'ultima e
inconclusa ricerca di Descartes.
Per Cartesio occorre, per arrivare alla verità, conoscere e
separare le nostre passioni, proprio come consiglia il Cardinal
Mazzarino, la verità dipende, e anche qui siamo in un ambito
mazariniano, solo da noi, ed è il mondo in cui, analizzando e
sezionando le nostre passioni, si riesce a distinguere il caso
dalla sequenza razionale dei fenomeni.
Tutti i gesti sono quindi importanti e significativi, perché
tutti i movimenti e le azioni indicano una Causa invisibile,
come in Aristotele, che però solo il Sapiente, che conosce la
differenza tra il Bene Assoluto e quello della praxis politica,
e solo il Sapiente può organizzare la sua analisi delle persone
e dei fatti come se si trovasse nel ruolo temporaneo ma
onnipotente del Mago.
Un ruolo in cui la sua atarassia è funzione diretta del suo
potere sugli elementi, umani e naturali.
La scelta di un uomo "secretissimo" è un esperimento magico ma
anche psicologico: si tratta di partecipargli qualche segreto,
sotto giuramento, e lo stesso comunicalo ad altro.
Poi spedisci un terzo che, informato dei fatti, due e li spinga
a propalare il loro secretum.
Colui che nulla rivelerà sarà subito nominato collaboratore.
La menzogna è spettacolo, nell'età barocca ed è la menzogna
stessa che copre il fatto dell'assolutismo e delle sue tecniche
naturali di esercizione del potere. Lo spettacolo è catarsi,
purificazione, salvezza in questo mondo che prefigura quella
nell'Altro.
Ed è la menzogna a giocare, come dice Nietzsche, "un gioco
tattile sul dorso delle cose".
Gli Arcana Imperii contengono alloro interno, da sempre, gli
Arcana seditionis e gli Arcana Dominationis, e negli Arcani del
potere, doppi come gli Arcani dei Tarocchi, menzogna e segreto
hanno significati equivalenti che divergono solo per il loro
uso, per il collegamento aristotelico al "bene della cosa".
Dire il falso, quindi, non vuoi dire dire il contrario del vero
ma affermare un qualcosa di diverso, che proprio per la sua
asimmetria con il vero potrà essere spiegato e rivelato da chi
abbia la cognizione degli Arcana Imperii e delle loro tecniche
comunicative e psicologiche, che sono uguali e identiche sia
dalla parte del Bene che da quella del Male, sia dal lato della
Verità Effettuale della Cosa, per dirla con Machiavelli, che dal
lato dell'inganno sistematico e strutturale, che non è solo la
propalazione del Falso per le plebi, che non devono sapere, ma
anche la diffusione dell'Errato per quella parte della Classe
dirigente che non partecipa, in quel momento, al Centro del
Potere, al Sole che irradia ogni azione della Politica, che è
Una, come insegna Cardano, la sua molteplicità è l'errore e,
addirittura, il Peccato, nella sua specifica natura di peccato
politico, ovvero di Errore dirimente.
La Politica, quindi, opera esperimenti con gli esseri umani, in
Mazzarino, verificando, come fanno i Nuovi Fisici, con Descartes
e con Galilei, o perfino con Gassendi e con il libertino Naudè,
che lavorerà nella biblioteca di Mazzarino, la struttura e la
solidità dei corpi, la loro densità, il loro punto di rottura,
la loro resistenza al calore e alla tensione. Un uomo, nella
teologia barocca di Mazzarino, è da sperimentare come le sfere
che cadono, una di ferro e l'altra di legno, e di pochissimo
asincrone, dalla Torre della Piazza dei Miracoli di Pisa e, lo
ricordiamo, "miracoli" sono, nel dialetto pisano antico, i
giochi dei bambini.
Qui il punto di rottura con la teologia politica rinascimentale
è il ruolo della Fortuna, al quale abbiamo già accennato.
Nella politica dell'Assolutismo non vi è spazio per la Fortuna,
e poco, diremmo, anche per il Valore personale, la Virtus
machiavelliana, che rimane solo eone arte di scegliere, al
momento adatto, il ruolo, sempre per citare il Segretario
Fiorentino, di "golpe" o di "lione". Che devono essere entrambe
figurazione dello stesso Princeps.
É però da notare che gli uomini di Stato del mondo barocco, e primo tra
questi Mazzarino, si ritenevano ancora membri di una sorta di
corporazione medievale dei politici, e agivano secondo regole
ben precise e codificate che, infatti, venivano raccolte in
testi molto analitici e pedagogici nel loro primo intento.
La metafora, la ritroviamo anche nel Breviario, è quella dello
Stato come corpo (e da qui la maniacale osservazione del
Mazzarino sul corpo altrui e sulle sue movenze esegni
inconsulti) che deve essere, tramite l'Arte Politica, preservato
dalla Malattia, o dell'Anima del Popolo che deve essere
preservata dal Peccato (d'altra parte Marsilio da Padova ci ha
insegnato che il Sovrano ha il diritto di intervenire anche
sulla prassi dell'Auctoritas religiosa, così come la Logica di
Ockham e dei francescani di Oxford ci insegna che nota notae est
nota rei ipsius,
ovvero che il segno vero della Cosa agisce sempre come cosa è la
cosa stessa nel mondo simbolico) o anche si tratta dello Stato
come "Nave da pilotare", e qui ci dobbiamo ricordare della
metafora antichissima dell'anima come appunto "nauta in navi",
che arriva nella teologia cattolica da Platone, e lo ritroviamo
esplicitamente in Sant'Agostino, nella tripartizione di guidare,
condurre, amministrare esplicitamente, e in Tommaso d'Aquino.
É un po' come quando l'epicureo Gassendi incontrava Cartesio, e il primo
lo apostrofava "0, anima!" e Descartes rispondeva "O, carne!".
Per l'assolutismo barocco, il corpo è un "buon compagno" della
carne, e qui si deve ricordare, nella Patristica cristiana,
Gregorio di Nissa, per il quale il corpo, ovvero lo Stato
Politico, nella metafora Mazzariniana, è un "buon compagno"
dell'anima.
In linea, stavolta, con Machiavelli, per la teologia politica
barocca lo Stato è il Principe, e il Corpo dello Stato, ovvero
dell'insieme dei Sudditi, è correlato esotericamente e
magicamente con quello del Re, del Capo Politico. Il Corpo dello
Stato deve essere collegato all'Anima del Demiurgo, del Rex, una
operazione evidentemente, e il Capo Invisibile dello Stato,
proprio perché è conoscitore di tutti gli uomini e è sottoposto
alla voluntas del Re, che è dirimente rispetto al Potere
Visibile sia del capo religioso che di quello politico, che
comunque, lo ripetiamo, ha l'ultima parola.
Ma torniamo al corpo a corpo che Mazarino innesca con
Machiavelli: per il Cardinale, ed è un tòpos di facile
reperibilità nel "Breviario", la fortuna, ovvero il caso che
pure dominano per il Segretario Fiorentino la vita di chi "muove
li stati" non devono semplicemente esserci: tutta la tecnica del
Potere barocco è destinata ad evitare l'accidente, la devianza,
il caso, l'eccezione. Sulla fortuna il politico non può e non
deve contare mai.
Il contrario della fortuna, nel Cardinale, è la prudenza. Per
San Tommaso la "prudentia" è una virtù politica che indirizza le
specifiche virtù che si addicono allo sviluppo del bene comune,
ma nell'Aquinate vi è, sempre sulla linea di Aristotele, la
prudenza economica che indirizza le facoltà umane verso la
tutela delle famiglie all'interno della polis, vi è infine la
prudenza di chi debba affinare la proprie capacità naturali
nell'esercizio dei rapporti, non sempre facili, con gli altri
membri della polis.
Per Agostino, e qui siamo in piena temperie mazariniana, la
prudenza "è un amore che sa ben distinguere le cose che
giovano per tendere a Dio, da quelle che potrebbero impedirlo".
Ovvero, la prudenza come criterio iniziale dell'Etica per
l'elevazione dell'anima e, in questo caso, dell'Etica, in
termini mazar1n1ani, dell'elevazione dell'anima dello Statista
alla conoscenza della Salvezza dello Stato, che è la stessa cosa
della salvezza, per lui dell'anima individuale e della Vita
Spirituale dei sudditi che gli sono sottoposti.
La Prudenza,
quindi, come virtù regolativa dell'Uomo di Stato, che pure, e
questo Mazarino lo fa notare nel suo Breviario, deve poter
gestire furie calcolate, rabbie ad hoc, misticismi programmati,
impulsi del cuore, ovvero "passioni dell'anima" in senso
cartesiano che sono in effetti del tutto razionali e
calcolatissime.
Nulla mai esce fuori dal perimetro dell'arte di reggere lo
Stato, non esiste vita privata, autonomia dell'individuo,
privati indugi e percezioni che possano vivere all'esterno del
perimetro dello Stato e della sua arte del dominio, l'uomo
mazariniano, in sostanza, non è un "privato", in nessun momento,
ed è questo, indubbiamente un elemento antimoderno, diremmo anzi
sanamente antimodemo, della filosofia e della prassi politiche
del Cardinal Mazarino.
Se per Hobbes lo Stato politico è lo "stato di natura
realizzato", dove il Potere del Sovrano evita la
destrutturazione addirittura biologica della società, lo
Statista è, proprio come agente supremo della aristotelica
Prudenza, colui che guida, certifica, rende razionale e visibile
l'equilibrio tra i soggetti e le loro nature, che è appunto il
ruolo adattatore ai vari Enti della prudentia aristotelica.
Ecco il ruolo del Cardinale nella preparazione della Pece di
Westfalia, nella quale terminano le guerre di religione europee
e si costituisce, secondo una lunga tradizione politologica, lo
Stato moderno in Occidente.
L'idea dello statista è quella di Jean Bodin: non importa quale
religione si professi, basta che se ne professi una che mantiene
l'individuo dentro i limiti delle regole sociali universalmente
accettate e, soprattutto, della legge positiva.
Scetticismo filosofico, indifferenza dogmatica, senso dello
Stato come agente della Provvidenza nella Storia, sono tutti
elementi che fondano l'azione di Jean Bodin, alla quale il
cardinale Mazarino si rifarà nella sua lunga prassi politica.
Il Bodin della "caccia alle streghe" della sua Demonomanie des
Sorciers, vero e proprio manuale di diritto processuale per le
streghe e gli operatori del maligno, e si pensi qui alla
questione delle suore di Loudoun gestita dal cardinale
Richelieu, è lo stesso Jean Bodin della Tolleranza: Dio è la
Giustizia, Dio è l'Invisibile in ogni luogo, e quindi lo Stato
della Tolleranza e della Prudenza Giusta realizza, da solo, la
Voluntas Dei, che viene poi certificata dall'azione e dalla
predicazione dei Sacerdoti e dei Papi, sottoposti (siamo sempre
alla linea di Marsilio da Padova) alla volontà del capo politico
in quanto attori politice.
Le cerimonie servono solo per il volgo, il Sapiente, per Bodin,
segue la legge morale fondata in Cielo, e qui certamente il
Cardinale di Santa Romana Chiesa Mazzarino sarebbe stato, magari
segretamente, d'accordo: è impossibile mantenere la plebe e il
volgo ignorante nella pura adesione alla Vera Religione, quella
della percezione dell'Invisibile, senza riti e cerimonie.
É anche la linea di Gabriel Naudè, libertino bibliotecario prima del
Cardinale Di Bagno e poi dello stesso Mazzarino: le opinioni
comuni sono una forma di schiavitù, secondo Naudè, lo
scetticismo di Pirrone è la giusta filosofia (e lo scetticismo
pirroniano ha molto a che fare con la prudenza politica) e,
infine, la Verità alberga nell'Invisibile, non nei vuoti rituali
inventati dagli uomini per gli uomini e non da Dio per il Volgo.
Nella tradizione
controriformistica e barocca della teoria politica, per
costruire l'Uomo di Stato, che è frutto, come insegna
Machiavelli, di virtù (i meriti e le caratteristiche
soggettive) e fortuna, ovvero le occorrenze della vita politica,
si fa esperienza in vivo, ma si studia anche l'antica tradizione
filosofico-politica dei classici.
É la linea del
Breviario del Cardinale, che pure non presenta quasi alcuna
citazione esplicita degli Antiqui e dei testi canonici della
Politica.
Il Frachetta, nel
suo il seminario de' governi di Stato e di Guerra raccoglie solo
262 massime sparse dalla "Politica" di Aristotele, ben 1312
massime tratte da Tacito (e si ricordi qui come il "tacitismo"
sia stato un tratto diffuso nella cultura politica dei Gesuiti
dell'epoca, in funzione della "lotta al tiranno") e ben 573 il
Frachetta le trae da Plutarco.
341 sono le battute da memorizzare, per lo Statista in erba,
tratte da Cesare, 252 sono le frasi tratte da Platone, mentre
Guicciardini (teorico della Prudentia quanto altri mai,e certo
estraneo alla logica del Principe machiavelliano) è presente nel
manuale con ben 644 frasi memorabili.
Nella trattatistica immediatamente precedente al Cardinale
Mazzarino è presente un tema che certo non è estraneo al
"Breviario dei Politici", e si tratta dell'ingegno del Politico.
L'ingegno è il tratto gnoseologico del Politico e del Sapiente,
e disegna un uomo superiore a tutti gli altri nel comprendere,
appunto, gli Arcana Imperii, ciò che si nasconde alla vista
dell'uomo comune.
Poi vi era la "sufficienza dell'animo", come la chiama il
trattatista politico spagnolo Ceriol, ovvero il misto di
intelletto e carattere tale da reggere alla scelta di compiere
operazioni che, per i comuni mortali, sarebbero di difficile
gestione e comprensione, poi, certo, la "bella forma di persona
e di volto" del Cortigiano, secondo il Castiglione.
Dio è bello e ama la bellezza, come peraltro sostiene anche il
Corano.
La Prudenza, poi,
come diceva il trattatista spagnolo Huarte, non è una teorica
del semplice equilibrio, ma appartiene, e questo ci ricorda il
Cardinale Mazarino, "alla imaginativa, con la quale si conosce
quel che deve venire". Siamo a Tucidide, ovvero al modello,
spesso riportato da Machiavelli, in ncui lo Statista è un
chiaroveggente che prevede razionalmente lo sviluppo degli
avvenimenti storici, come negli esempi classici di Temistocle e
di Pericle.
É il veder discosto del Guicciardini, una volta tanto in accordo con il
suo vecchio amico Machiavelli. Tanto lo Statista riesce a
prevedere gli eventi, tanto più avrà potere e riuscirà a
dominare gli avvenimenti senza eccessivi movimenti, il veder
discosto ha qui molto a che fare con l"'agire non agendo" del
Tao Te Ching cinese.
Ma qui non vi è magia, e il Cardinale, che pure è un esperto
esoterista, lo sa benissimo: l'astrologia e le altre tecniche di
previsione sono del tutto false, perché, e qui la teologia
controriformista è la chiave di tutto, le cose future sono solo
derivate dal libero arbitrio, e solo Iddio le conosce tutte.
Si tratta qui di analizzare quella che Machiavelli chiama "la
qualità dei tempi" (cap. XXV del Principe) che si deve accordare
con la volontà del Capo Politico: una adaequatio rei et
intellectus che ricorda sia la procedura della scienza
empirica sia, soprattutto, il ruolo aristotelico della Prudenza,
che è appunto la fusione della Volontà con la Struttura del
Reale.
Quindi anche la prudenza va usata con prudenza, se mi si perdona
questo calembour: non servirsi della Prudenza è bestialità, come
afferma Botero ma fidarsi solo della soggettiva prudentia è
arroganza, superbia e, infine, ingenuità somma mascherata da
"arte del governo".
É il ricordo della parte finale dell'Etica Nicomachea di
Aristotele, quando lo Stagirita ricorda che "l'esperienza aiuti
non poco".
Ecco, è questo tutto l'universo teorico nel quale il Cardinal
Mazzarino elabora il suo originalissimo "Breviario dei
Politici".
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opera d'ingegno del Professor Giancarlo Elia Valori Honorable de l’Academie
des Sciences de l’Institut de Frances ed è qui esposto con la sua sua
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© Professor Giancarlo Elia Valori
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