DELLA TRASMUTAZIONE DEI METALLI
E PRINCIPALMENTE DI QUELLA CHE SI COMPIE
CON ARTIFICIO
Capitolo Quarto
La trasmutazione dei metalli si può compiere artificialmente per mezzo del cambiamento dell'essenza di un metallo nell'essenza di un altro perché, ciò che é in potenza può, evidentemente, ridursi in atto, come dice Aristotile o Avicenna: gli alchimisti sanno che le specie non possono mai essere veramente trasmutate, ma soltanto quando si é operata la riduzione nella "materia prima". Ora, questa materia prima di tutti i metalli, si avvicina molto, a detta di tutti, alla natura del mercurio. Ma quantunque questa riduzione sia in gran parte opera della natura, non è inutile aiutarla con l'arte; ora questo é difficile ed é in questa operazione che si commettono un gran numero di errori e che i più dissipano invano la loro giovinezza e le loro forze e seducono i re e i grandi con vane promesse che non possono mantenere. non sapendo distinguere i libri errati, le impertinenze, né le operazioni false scritte dagli ignoranti e infine non ottengono alcun risultato. Avendo dunque considerato che i maggiori, dopo operazioni minuziose non erano potuti arrivare alla perfezione, credetti che questa scienza fosse falsa. Rilessi i libri di Aristotile e Avicenna, de secretis secretorum in cui trovai la verità talmente velata sotto enigmi che sembravano vuoti di senso; lessi i libri dei loro contraddittori e vi trovai delle follie. Infine considerai i principi della NATURA e vidi in essi la VIA DELLA VERITA'.
Osservavo che il mercurio penetrava e attraversava gli altri metalli perché se si tinge del rame con del mercurio mescolato a parti uguali di sangue ed argilla, questo rame verrà penetrato interiormente ed esteriormente e diventerà bianco, quantunque questo colore non sia duraturo. Si sa che il mercurio si mescola coi corpi e li penetra. Considerai dunque che se questo mercurio venisse fissato non potrebbe più andarsene e che se fossi riuscito a trovare un mezzo per fissare la disposizione delle sue molecole con i corpi, ne seguirebbe che il rame e gli altri corpi mescolati con esso non sarebbero più bruciati da quelli, che, bruciandoli ordinariamente, non hanno alcuna azione sul mercurio. Questo rame sarebbe allora simile al mercurio e ne possederebbe le medesime qualità.
Sublimai quindi una forte quantità di mercurio affinché la fissazione delle sue disposizioni interne non ne fosse alterata, ciò perché non si assottigliasse sotto l'azione del fuoco; così sublimato lo feci disciogliere nell'acqua per operarne la riduzione in materia prima, inzuppai abbondantemente con quest'acqua della calce di argento e dell'arsenico sublimato e fissato; poi feci dissolvere il tutto dentro a del letame caldo di cavallo; feci rapprendere il miscuglio e ottenni una pietra chiara come il cristallo avente la proprietà di separare, di rompere le particelle dei corpi, di penetrarli, di fissarvisi fortemente in modo tale che un po' di questa sostanza. gettata su una grande quantità di rame, lo trasforma immediatamente in un argento così puro ch'é impossibile trovarne di migliore. Ho voluto provare se potevo egualmente trasformare in oro il nostro zolfo rosso; ne ho fatto bollire nell'acqua forte (1) a fuoco lento; essendo quest'acqua divenuta rossa l'ho distillata con l'alambicco ed ho ottenuto come risultato, in fondo alla cucurbita lo zolfo rosso puro, che ho fatto rapprendere con la pietra bianca, suddetta, per renderla ugualmente rossa. Ne ho versato una parte su una quantità di rame ed ho ottenuto dell'oro purissimo.
In quanto al procedimento segreto che ho seguito non lo traccio che nelle linee generali e non lo espongo qui affinché nessuno cominci a operare se non conosce perfettamente i modi della sublimazione, della distillazione e della congelazione, e se non é pratico dei vasi, dei fornelli e della quantità e qualità del fuoco. Ho anche operato per mezzo dell'arsenico ed ho ottenuto dell'argento buonissimo, ma non della più perfetta purezza; ho pure ottenuto il medesimo risultato con l'Orpimento sublimato, ma questo metodo é detto la trasmutazione di un metallo in un altro.
1. Acido nitrico; viene adoperato per bulinare le placche di rame donde esce poi l'acqua forte.