Per il proposito di questo commentario non intendo procedere ad un’analisi dettagliata del testo, ma piuttosto ricercare un’interpretazione della serie di 12 illustrazioni xilografate, che hanno permesso il diffondersi del Rosarium pure in assenza di una sua traduzione. Alcune di queste xilografie sono molto ben conosciute e sono state usate come illustrazioni in molti libri recenti sul simbolismo. Il testo del Rosarium è diviso in sezioni associate a queste 20 illustrazioni. Le sezioni introducono le idee che si levano dal contenuto simbolico delle raffigurazioni, e procedono mediante citazioni di varie autorità alchemiche ben conosciute, spesso usando estratti piuttosto corposi di scrittori alchemici. Così il Rosarium è una raccolta di materiale con un certo lavoro di cucitura, piuttosto che una raccolta interamente testuale di riflessioni e idee concernenti l’alchimia. Così, questa è l’ossatura nella quale giace l’essenza del Rosarium, che tenteremo di esplorare in questo commentario. Il testo del Rosarium è piuttosto peculiare e sembra quasi muoversi dentro e fuori dell’argomento principale. Ad un certo punto di una sezione, sembra di aver raggiunto un’idea tracciata in modo sufficientemente chiaro e preciso, che però in seguito viene nuovamente sviluppata e diviene più sfuocata, più diffusa e ci si trova incerti sul livello a cui il testo intende fare riferimento. Quindi, non appena lo sconcerto e l’indeterminatezza raggiungono livelli irritanti, il testo si sposta bruscamente indietro e a fuoco, con un'altra chiara dichiarazione dell’idea. Questa potrebbe essere una tecnica consapevole degli anonimi scrittori, piuttosto che solo un errore commesso nel corso della traduzione. Ad ogni buon conto, il testo costantemente scivola tra l’alchimia fisica, affermazioni riguardo gli esperimenti con la sostanza, ed il reame dell’alchimia dell’anima, la missione della trasmutazione interna delle forze all’interno dell’anima umana. Nella ricerca di un’unione ideale di questi due reami alchemici, il Rosarium crea uno stile per la letteratura alchemica del tardo sedicesimo - inizio diciassettesimo secolo, nella quale il processo fisico diviene lo specchio per lo sviluppo dell’anima, e l’intero contenuto delle esperienze dell’anima è riprodotto nei processi esteriori del laboratorio del mondo naturale. Il Rosarium come testo non è un opera del tipo di alchimia spirituale che troveremo successivamente all’inizio del diciassettesimo secolo nell’espressione di Mylius, Maier, Fludd, e degli alchimisti rosacrociani. Non attiene direttamente ai principi spirituali dell’alchimia né li riporta come filosofia coerente del testo, ma piuttosto questa alchimia spirituale è incorporata nella serie di illustrazioni. Fu solo nel tardo sedicesimo secolo e particolarmente durante il periodo rosacrociano, che gli alchimisti si sentirono liberi di esprimere le profonde verità della loro filosofia spirituale nella forma delle parole. Fino a quel tempo, nella tradizione alchemica i principi spirituali erano espressi solo in simboli. Così, mentre il Rosarium nel suo testo tenta una sintesi di alchimia fisica e dell’anima, troviamo anche, come uno strato ulteriore, che la serie di illustrazioni simboliche incorpora in forma pittorica i principi dell’alchimia spirituale. Il Rosarium, per via del suo intrecciarsi continuo di alchimia fisica e spirituale, fu di particolare interesse allo psicologo Carl G. Jung, che forse prelevò da esso per i suoi scritti sull’Alchimia, più che da ogni altro testo. Jung, infatti, scrisse un estratto sulla serie di illustrazioni del Rosarium sotto il titolo di “Psicologia del Trasferimento” che è incluso nel Volume 16 della raccolta delle sue opere, e che ci offre una notevole fondazione ideologica sulla quale costruire un’interpretazione. Jung, ad ogni modo, mostra solo 11 delle 20 illustrazioni. Inoltre, egli suggerisce che le figure che egli numera 5 e 5a (Le illustrazioni 5 e 11 del Rosarium) siano versioni alternative delle stesse figure, laddove, esaminando la serie intera delle 20 illustrazioni, ciò è palesemente insostenibile. Forse Jung non aveva accesso ad un’edizione completa del libro, oppure, come spesso accade nel corso dei secoli, alcune di queste illustrazioni erano state rimosse dalla sua copia. Ad ogni modo, l’interpretazione di Jung è basata sulla visione delle illustrazioni come 10 stadi, sebbene come abbiamo visto ve ne siano venti. Infatti, se rileggiamo l’analisi di Jung del Rosarium, con la nostra consapevolezza dell’esistenza della serie estesa di 20 illustrazioni, troveremo un ulteriore livello di integrazione delle sfaccettature mascoline e femminine dell’anima, che non contraddice le tesi di Jung, ma le amplifica e le estende. Al proposito di interpretare queste illustrazioni, seguirò un metodo che ho usato già in precedenza (nei commentari a “The Crowning of Nature” [L’Incoronazione della Natura N.d.T.] e “The Rosicrucian Emblems of Daniel Cramer” [Gli emblemi rosacrociani di Daniel Cramer N.d.T.], che integra i simboli in un disegno completo, piuttosto che analizzarli come simboli separati ed individuali. Non si deve dimenticare, infatti, che quello che è presentato qui è solo un’interpretazione del simbolismo. Non esclude in alcun modo altre interpretazioni, che possono essere ugualmente valide, laddove si rivolgano alle realtà spirituali delle serie del Rosarium da una prospettiva differente, e gettino altre luci sulla materia del simbolismo. L’alchimia tratta di flussi e cambiamenti e non può essere inscritta nella rigidezza delle formule intellettuali. Gli intellettualismi analizzano e frammentano un soggetto in unità più piccole, ma per aggrapparsi all’Alchimia dobbiamo sviluppare una consapevolezza che è simultaneamente capace di sintesi, di edificare una figura più ampia. Qui dobbiamo vedere l’unità individuale come parte di un tutto. Così farà la nostra analisi e sintesi dei simboli del Rosarium. Le 20 illustrazioni sono disposte per questa interpretazioni come nel diagramma sovrastante. Qui abbiamo una triade di illustrazioni 1-2-3 che ci introducono alla Prima Materia, la sostanza dell’opera della trasformazione, quindi nelle illustrazioni dalla 4 alla 10 vediamo il primo processo di trasmutazione che conduce alla creazione della Pietra Bianca, questa essendo seguita dalla parallela trasmutazione di 11-17 che conduce alla Pietra Rossa. Infine nelle 18-19-20 abbiamo una rappresentazione finale della conclusione dell’Opera. |