Alchimia - L'Alchimia Greco-Alessandrina

Ecco la fine del Rosso, il principio per dividere il morto. L'elisir di Vita.

Prendete il padre che Phoebus si alto,
Che siede in così alta maestà,
Coi suoi raggi e la sua luce così brillante,
Perché è il padre di ogni cosa,
Mantenitore della vita delle piante e delle radici,
E colui che spinge la natura in primavera,
Con la donna come inizio dell'acquietarsi,
Perché è schiavo di ogni dolore,
Per determinare questo lavoro prospero,
State attento a questo sapere,
Lo dico agli scienziati ed ai chierici,
E Homogénie è il mio nome,
Che Dio fece dalle sue proprie mani,
E Magnesia è la mia signora,
Comprendete molto bene.
Adesso dico di qui comincerò,
Per insegnarvi una via facile,
Poiché altrimenti guadagnerete poco,
Prendete bene nota di ciò che dico,
Dividete dunque Phoebus in parecchie parti,
Coi suoi raggi che sono così brillanti,
E dai quali la natura è convertita,
Quale lo specchio di ogni cosa,
Questo Phoebus che ha molti nomi differenti,
Tanto che è difficile conoscerli tutti,
Ma prendete esattamente lo stesso,
I filosofi della pietra non dovete conoscerli,
Di conseguenza vi consiglio prima di cominciare,
Conoscete veramente ciò che deve essere,
E ciò che è spesso fatto nel sottile,
Perché ora dovrà essere come voi,
Comprendete adesso ciò che dico,
E prendete bene nota di questo,
Che lavorando diversamente si vedrà poca cosa,
E voi avrete grande dispiacere,
Come ho già detto la nostra scienza,
Vorrà che abbia più di un nome,
Certamente dietro e certamente avanti,
Come i filosofi amano dargli,
Nel mare senza feccia,
Si tiene l'uccello di Ermes,
Divorando le sue ali cangianti,
E si stabilizza da solo,
Quando tutte le sue piume sono sparite,
Si tiene sempre là come una pietra,
Adesso è bianco e rosso,
E tutto ciò con la pietra per accelerarne la morte,
Tutto e qualche cosa senza fandonie,
Tutti e due duri e molli e malleabili,
Comprendete bene e correttamente adesso,
E ringraziate Dio di questa visione.