"Atalanta Fugiens Fuga XIV°"

Michaël Maier 1687

Jean Daniel Mylius pubblicò la sua “Philosophia Reformata” tra il 1620 e il 1622, e come lo si constaterà, le incisioni, che presentiamo ai nostri Ospiti, tutte riversate dall’originale del British Museum di Londra, debbono molto all’influenza delle “Dodici Chiavi” di Basilio Valentino, e secondo certi autori anche alle “Dodici Porte” del Ripley, anche se per questa seconda ipotesi numerosi sono i dissensi.

Il testo è costituito da due libri, stampati in date e luoghi diversi, e contiene tre serie di immagini, tutte incisioni su legno, opera del celebre cesellatore Balthazar, o Baltzer, Schwab di Francoforte morto nel 1624.


Il primo libro pubblicato nel 1620 è diviso in sette parti.

  • La prima parte tratta della generazione dei metalli nelle viscere della terra.

  • La seconda espone i principi dell’arte filosofica.

  • La terza espone un compendio della scienza divina.

  • La quarta enumera e commenta i dodici gradi della saggezza dei Filosofi.

  • La quinta enumera e commenta i punti ambigui della scienza divina.

  • La sesta parte tratta, ricapitolandola, della pratica dell’arte divina.

In questa prima pubblicazione sono riportate due delle tre serie delle famose incisioni, che furono, successivamente, riprese da Daniel Stolcius per le sue due antologie “Viridarium Chemicum” del 1624 e “Chymisches Lustgartlein” del 1627.
La prima serie è costituita da 28 incisioni, personalmente elaborate dal Mylius, mentre la seconda, composta da 20 incisioni, sembra una rivisitazione di quelle contenute nel “Rosarium Philosophorum”.

Il secondo libro vide la luce a Francoforte per i tipi di Lucas Jennis nel 1622 e contiene la terza serie di immagini, realizzata con 13 incisioni, sempre bulinate su legno da Balthazar, o Baltzer, Schwab, le quali sembrano essere, anch’esse, una versione rivisitata della serie contenuta nel testo “Le Dodici Chiavi dell'Alchimia” di Basilio Valentino.

Le tre serie che vengono presentate, sono quelle contenute nello esemplare conservato presso il British Museum di Londra.

• Prima Serie

• Seconda Serie

• Terza Serie

 

 

 

 

 

 

 

 

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