I O voi, che a fabricar l'Oro per Arte Non mai stanchi trahete De continuo carbon fiamme incessanti, E i vostri misti in tanti modi. E tanti Hor fermate, hor sciogliete, Hor tutti sciolti, hor congelati in parte, Quindi in remota parte Farfalle affumicate, e notte, e giorno State vegliando a' stolti fochi intorno; II Dall'insane fatiche homai cessate: Ne' piu' cieca speranza Il credulo pensier col fumo indori, Son l'opre vostre inutili sudori, Ch'entro squallida stanza Sol vi stampan sul volto hore stentate. A che fiamme ostinate? Non carbon violento, accesi Faggi Per l'Hermetica Pietra usano i Saggi. III Col foco, onde sotterra al tutto giova Natura, Arte lavora, Che immitar la Natura Arte sol deve (18): Foco che e' vaporoso, e non e' leve, Che nutre, e non divora, Ch'e' naturale, e l'Artificio il trova; Arrido, e fa che piova; Humido, e ogni hor disecca, Aqua che stagna Aqua che lava i corpi, e Man non bagna (19). IV Con tal foco lavora Arte seguace D'infallibil Natura, Ch'ove questa manco', quella supplisce: Incomincia Natura, Arte finisce, Che sol l'Arte depura Cio' che a purgar Natura era incapace. L'arte e' sempre sagace, Semplice e' la Natura, onde, se scaltra Non spiana Una le vie, s'arresta l'Altra.
V Dunque a che pro' tante sostanze, e tante In ritorte, in lambicchi, S'unica e' la materia, unico il Foco? Unica e' la materia, e in ogni loco, L'hanno i poveri e i ricchi, A tutti sconosciuta, e a tutti innante. Abietta al volgo errante, Che per fango a vil prezzo ogni hor la vende, Pretiosa al filosofo, che intende (20). VI Questa Materia sol tanto avvilita Cerchin gli ingegni accorti, Che in lei quanto desian, tanto s'aduna; In lei chiudonsi uniti, e Sole, e Luna, Non volgari, non morti, In lei chiudesi il foco, onde han la Vita. Ella da' l'acqua ignita, Ella la terra fissa, ella da' tutto (21) Che infin bisogna a un intelletto istrutto. VII Ma voi senza osservar, che un sol Composto Al Filosofo basta, Piu' ne prendete in man, Chimici ignari, Ei cuoce in un sol vaso ai Rai Solari Un vapor, che s'impasta, Voi mille paste al foco havete esposto. Cosi' mentre ha composto Dal nulla il tutto Iddio, voi finalmente Tornate il tutto al primitivo niente (22). VIII Non molli gomme, od escrementi duri; Non sangue, o sperma umano, Non uve accerbe, o Quintessenze Erbali, Non acque acute o corrosivi Sali, Non vitriol Romano, Arridi Talchi, od Antimonii impuri: Non Solfi, non Mercuri; Non metalli del volgo, al fin adopra Un artefice esperto a la Grand'Opra. IX Tanti misti a che pro'? , l'alta scienza Solo in una radice Tutto restringe il Magisterio nostro. Questa, che gia' qual sia chiaro v'ho mostro Forse piu' che non lice, Due sostanze contien, c'hanno un essenza, Sostanze che in potenza Sono argento, e son oro, e in atto poi Vengono, se i lor pesi uguagliam noi (23). X Si', che in atto si fanno argento et oro; Anzi uguagliate in peso La volante si fissa in solfo aurato. Oh Solfo luminoso, Oro animato In te dal Sole acceso L'operosa Virtu' ristretta adoro (24). Solfo tutto tesoro, Fondamento de l'Arte, in cui Natura Decoce l'Or, e in Elissir matura. |