ad Sapientiae & doctrinne filios Cercai; trovai: purgai spesso: e unii; portai a maturità: ne é risultata une Tintura aurea, che e detta il centro della Natura: da qui tanti sensi, tanti scritti degli uomini e molteplici forme. E lo confesso francamente: la Medicina per tutti i Metalli; e pure per i malati: il punto divinamente sorto. Hermannus Datichius Auth. famulus.
Mentre stavo meditando sulle meraviglie dell'Altissimo e i segreti della nascosta Natura e sull'acceso e fervente amore del prossimo, mi venne in mente il bianco raccolto che Ruben, il figlio di Lea, aveva trovato nei campi e dove erano le mandragole che da lui erano state date a Rachele per dormire con il patriarca Giacobbe. I miei pensieri erano però molto profondi e mi portarono fino a Mosé che aveva reso bevibile il vitello solare fatto da Aronne e come lo avesse bruciato col fuoco, ridotto in polvere, sparso sulle acque e dato ai figli di Israele da bere. E mi meravigliai molto di questa pronta e ingegnosa distruzione compiuta dalla mano di Dio. Ma dopo avervi riflettuto un pò i miei occhi si aprirono, proprio come avvenne coi discepoli di Emmaus che conobbero il Signore mentre spezzava il pane e il mio cuore bruciò dentro di me. Ma mi distesi e cominciai a dormire. Ed ecco nel mio sogno mi apparve Salomone in tutta la sua potenza, ricchezza e gloria, e accanto a lui erano tutte le donne del suo harem, 60 delle quali erano Regine, 80 concubine, soltanto di vergini non vi era alcun numero, ma una era la sua dolce colomba, la più bella e la più amata dal suo cuore. Secondo l'uso cattolico esse tenevano una magnifica processione in cui il Centrum era molto onorato ed amato, il cui nome era come un unguento, il cui profumo superava tutte le spezie. E il suo spirito ardente era una chiave per aprire il tempio, entrare nel luogo santo e afferrare gli angoli dell'altare. Finita la processione Salomone mi mostrò l'unico "Centrum in trigono centri" e apri la mia comprensione e mi resi conto che dietro a me stava una donna nuda, con una ferita sanguinante nel suo petto da cui usciva sangue ed acqua, ma i suoi fianchi erano simmetrici come due fibbie fatte dalla mano del Maestro, il suo ombelico era come un calice rotondo che ha sempre bisogno di essere riempito, il suo stomaco era come un covone di grano circondato di Rose e le sue due mammelle come due giovani caprioli gemelli, il suo collo come una torre di avorio, i suoi occhi come stagni del Libano alla Porta Bathrabbim, il suo naso come una torre del Libano che si vede verso Damasco, la sua testa stava ritta come il Carmelo e i capelli sulla sua testa stavano legati a bande come la porpora del re, i suoi abiti però, che ella si era tolta di dosso e gettati ai suoi piedi erano del tutto odiosi, puzzavano come un veleno, ed ella cominciò a parlare: Ho gettato il mio vestito, come potrò rimetterlo ancora? Ho lavato i miei piedi, come potrò ancora insudiciarli? Le guardie che girano per la città mi hanno trovata, mi hanno battuta e ferita e tolto il mio velo. Io fui presa dalla paura e persi i sensi cadendo a terra. Salomone però mi fece ancora rialzare e disse: Non spaventarti perché tu vedi la Natura nuda e quello che vi é di più nascosto in cielo e in terra. Essa é bella come Tirzah, amabile come Gerusalemme, terribile come una armata con gli stendardi e tuttavia é la pura, casta vergine da cui Adamo fu creato e fatto. Chiusa e sigillata é l'entrata alla sua casa, poiché essa abita nel giardino e dorme nella doppia grotta di Abramo nel campo di Efrom e il suo palazzo é nella profondità del Mar Rosso e nei trasparenti abissi, l'aria le ha dato nascita e l'ha educata il fuoco, perciò essa é una regina del paese, essa ha nelle sue mammelle latte e miele e le sue labbra sono come miele vergine colante, miele e latte sono sotto le sue guance e l'odore dei suoi abiti é per il saggio come l'odore del Libano, per l'ignorante invece un'atrocità. E Salomone così continuò a parlare: fatti coraggio e guarda a tutte le mie donne e dimmi se ne trovi l'eguale. E subito tutte le donne dovettero gentilmente spogliarsi ed io cercai, ma i miei pensieri non poterono giudicare ed i miei occhi furono tenuti così che io non seppi riconoscere. Salomone tuttavia scoprì la mia debolezza, separò le donne di camera da quella nuda immagine di donna: I tuoi pensieri sono vani e la tua ragione é consunta dal sole, e la tua memoria é oscura come la nebbia, cosicché non puoi giudicare rettamente da almeno non perdere le tue cose e faresti attenzione alla presente opportunità, allora potrebbero il sudore insanguinato e le lagrime bianche come la neve di questa nuda vergine, nutrirti e ristorarti, purificare la tua ragione e memoria e restituirtele integre, cosicché i tuoi occhi riconoscano la magnanimità dell'Altissimo, l'altezza del più alto e le profondità dell'ultimo e tu potresti realmente ricercare il fondamento di tutta la natura e di ogni elemento e la tua ragione sarebbe argento e la tua memoria oro e i colori di tutte le pietre preziose apparirebbero davanti ai tuoi occhi e tu conosceresti come ne nascono e sapresti come separare il bene dal male, le capre dalle pecore. Le tua vita sarà veramente pacificare ma le trombe di Aronne ti sveglieranno dal sonno e l'arpa di Davide, mio padre, dall'assopirti. Ma questo discorso di Salomone mi spaventò ancor più di quanto lo fossi prima, anzi mi terrorizzò oltre misura, in parte per le parole tali da spezzare il cuore, e in parte per la presenza della regina, di grande splendore e magnificenza. I1 re Salomone mi prese per le mani, mi portò attraverso una cantina in una sala segreta ma molto imponente, dove mi rinfrescò con dei fiori e mi ristorò con delle mele, ma le finestre di questa sala erano di cristallo trasparente e io vedevo attraverso ed egli mi chiese: Cosa vedi? Posso vedere soltanto l'ingresso che abbiamo appena passato e la tua regina sta alla sinistra e la nuda vergine alla destra e i suoi occhi sono più rossi del vino, i suoi denti più bianchi del latte, i suoi vestiti ai suoi piedi sono tuttavia più odiosi, i più neri e sudici del ruscello Cedroni: Scegli - mi disse Salomone - quella che ti piace di più. Io stimo ugualmente e altamente lei e la mia regina, compiaciuto come sono dell'amabilità della mia sposa non faccio caso alla abominazione dei suoi vestiti. E appena il re ebbe così parlato si voltò e conversò in maniera estremamente amichevole con una delle sue regine. Fra queste vi era una dama di corte che aveva più di cento anni con un vestito grigio, un cappuccio nero sul capo ricoperto con innumerevoli perle bianche come la neve, con un'orlatura di velluto nero e ricamato e cucito in maniera artistica con seta blu e gialla e il suo abito era adornato con variegati colori turchi e con figure indiane; questa vecchia dorma mi fece segretamente cenno e mi giurò con un giuramento sacro che essa era la madre di questa vergine nuda, che essa era nata dal suo corpo e che era una vergine casta e pura e ritirata e che finora non aveva permesso ad alcun uomo di guardarla sebbene si fosse lasciata usare dappertutto tra la gente nelle strade, tuttavia alcun uomo prima d'ora l'aveva mai vista nuda e nessuno l'aveva toccata perché essa era la vergine di cui il Profeta dice: Guarda noi abbiamo un figlio che ci e nato segretamente, che é trasformato oltre gli altri, guarda la vergine ha generato, ma tele vergine che é chiamata Apdorossa che significa segretamente che non può soffrire gli altri. Ma mentre questa sua figlia era ancora nubile, essa aveva la sua dote giacente sotto i suoi piedi a causa del presente pericolo di guerra, cosicché essa non potesse venir derubata da qualche rozzo soldato e spogliata del suo prezioso tesoro. Tuttavia non dovevo lasciarmi intimorire a causa dei suoi disgustosi abiti, ma scegliere sua figlia innanzi a tutte le altre per il piacere del mio amore e della mia vita. Allora lei mi avrebbe dato e rivelato una liscivia per pulire i suoi abiti e avrei ottenuto un sale liquido e un olio non combustibile per la mia casa e un tesoro smisurato e la sua sinistra sarebbe stata sotto la mia testa. E allora volendo io esprimermi categoricamente sulla questione, Salomone girò ancora intorno, mi guardò e disse: Io sono l'uomo più saggio della terra, le mie donne sono belle e piacenti e lo splendore delle mie regine sorpassa quello dell'oro di Offrirgli ornamento delle mie concubine oscurano i raggi del sole e la bellezza delle mie vergini supera quella dei raggi della luna, e così come le mie donne sono celestiali, altrettanto la mia sapienza é ineffabile e inesplicabile la gaia conoscenza. A ciò io risposi e mezzo spaventato mi inginocchiai: Ecco, io ho trovato grazia si tuoi occhi e poiché io sono povero dammi questa vergine nuda. Io la scelgo fra tutte le altre per tutta la durata della mia vita e sebbene i suoi abiti siano sporchi e sudici, io li laverò e la amerò con tutto il cuore ed essa sarà la mia sorella e sposa poiché ha rapito il mio cuore coi suoi occhi e con la sua collana mi ha acceso di lei, così che ora io soffro per amore e sono così ammalato; e subito Salomone la diede e ci fu grande commozione fra le donne della camera, così che io mi risvegliai e non sapevo quello che mi era successo, tuttavia pensai che si fosse trattato nient'altro che di un sogno e fino al mattino ebbi molti sottili pensieri su di esso. Ma quando mi alzai e dopo aver detto le mie preghiere, ecco i vestiti della vergine nuda davanti al mio letto, senza traccia alcuna di lei. Allora cominciai ad avere una paura tremenda e i capelli mi si rizzarono in capo e tutto il mio corpo era bagnato di sudore freddo, ma ripresi cuore richiamandomi alla mente il mio sogno e pensavo nuovamente ad esso nel timore del Signore. Ma i miei pensieri non riuscivano a spiegarmelo e per questa ragione temevo di esaminare i vestiti e tanto più di trovare qualcosa in assi. Cambiai quindi di camera da letto e lasciai per qualche tempo in quella i vestiti ex mera tamen ignorantia temendo che se li avessi toccati o girati mi sarebbe accaduto qualcosa di particolare, ma nel mio sonno l'odore degli abiti mi aveva infiammato ed avvelenato violentemente, cosi che i miei occhi non potevano vedere il tempo della grazia, e il mio cuore non poteva mai riconoscere la grande sapienza di Salomone.
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