"Atalanta Fugiens Fuga XVIII°"

Michaël Maier 1687

FAMA FRATERNITATIS [1]

Traduzione di Eleonora Carta

 

Ai Lettori sapienti e sensibili.

 

La saggezza, disse Salomone, è per l'uomo un Tesoro infinito, per suo tramite respira il potere di Dio, e una pura influenza che sgorga dalla Gloria dell'Onnipotente. E' la brillantezza della Luce Eterna, un inviolato specchio della maestà di Dio, un'Immagine della sua Bontà. Insegna la sobrietà e la prudenza, la giustizia e la forza; conosce le sottigliezze della parola e la soluzione delle sentenze oscure. Prevede i segni e le meraviglie, e quello che accadrà già prima che si verifichi. Di questo tesoro era pienamente dotato il nostro primo Padre, Adamo. Apparsa la sapienza, Dio portò innanzi a lui tutte le creature dei campi, e gli uccelli del cielo, ed egli diede ad ognuno il proprio nome, secondo la propria natura.

Purtroppo ora attraverso la dolorosa caduta nel peccato questo eccellente gioiello, il Sapere, è andato perduto, e il Buio e l'Ignoranza sono entrati in questo Mondo, nonostante il Signore Dio l'avesse mostrato e resa manifesto ad alcuni dei suoi amici: così il sapiente Re Salomone potrebbe testimoniare che, con sentite preghiere e desideri, riuscì ad ottenere una tale Saggezza da Dio, e che in ragione di essa sapeva come era stato fatto il Mondo, e comprendeva la Natura degli Elementi, ed anche il tempo, inizio, metà e fine, e l'aumento e il decremento, il cambio delle stagioni, il corso dell'anno, la situazione delle stelle; comprendeva la natura delle bestie, il potere dei venti, e le menti e gli intenti degli uomini, la diversità delle piante e le virtù delle radici, e altre cose ancora non gli erano nascoste. Ora io non credo si possa trovare una sola persona che non desideri e brami con tutti il suo cuore di diventare partecipe di un tale nobile Tesoro. Ma visto che questa felicità non può essere raggiunta, se non perché Dio stesso decida di concederla, e mandare il suo Sacro Spirito dal Cielo, ci siamo dunque risoluti a stampare questo piccolo Trattato, Fama&Confessio, per conoscere della Lodevole Confraternita dei Rosa Croce, perché sia letta da tutte le persone, perché in loro sia esplicito manifesto e scoperto, quello che, riguardo a ciò, il mondo ha da sperare.

Queste cose potrebbero sembrare in qualche modo strane, e molti potrebbero credere che questo non sia altro che un esercizio filosofico, e non vera storia, pubblicata e raccontata dalla Confraternita dei Rosa Croce. Tutto ciò apparirà chiaro dopo la pubblicazione della nostra Confessione, perché c'è molto più in recessu di quanto possa essere immaginato; e sarà anche compreso con facilità, e osservato da ognuno (se non sarete tutti vuoti di comprensione) quello che oggigiorno, in questi tempi, noi intendiamo raccontare.

Coloro che sono i veri discepoli del Sapere, e veri Seguaci dell'Arte delle Sfere, potranno considerare meglio queste cose, e le terranno in grande considerazione, come anche le potranno giudicare in vari modi. Questo è già stato fatto da alcune autorevoli persone, ma specialmente da Adam Haselmeyer, Notarius Publicus del suo R.H. Duca Massimiliano, che similmente aveva fatto un estratto ex scriptis Theologicis Theophrasti, e scritto un trattato sotto il titolo di Jesuiter, all'interno del quale sosteneva che ogni Cristiano dovesse essere anche un vero Gesuita, cioè camminare, vivere, essere e rimanere in Gesù. Lui lo era, ma malvisto dai Gesuiti, perché in una risposta scritta sulla Fama, aveva nominato quelli della Confraternita dei Rosa Croce. Uomini altamente illuminati, e infallibili, i Gesuiti non erano stati capaci di tollerarlo; avevano messo le loro mani su di lui, e lo avevano rinchiuso in galera. Per questo probabilmente avranno la loro ricompensa.

La benedetta Aurora comincerà adesso quindi ad apparire, e (una volta trascorsa la notte scura di Saturno) con la sua luminosità arriverà ad estinguere la luce della Luna, o le tenui scintille del Sapere celeste che ancora rimangono all'uomo; ed essa precorre il piacente Phebus, che con i suoi chiari e fermamente splendenti raggi, porterà avanti il Giorno benedetto, a lungo desiderato da molti di quelli dal cuore sincero. Per mezzo di questa luce del giorno saranno allora pienamente conosciuti e visti tutti i celesti Tesori della Saggezza divina, ed anche i segreti nascosti e le cose invisibili del mondo, secondo la Dottrina dei nostri Antenati, e antichi Saggi.

Questo sarà il giusto Rubino reale, ed il più eccellente e brillante Rubino Rosso acceso, del quale è stato detto, che splende e dona luce nell'oscurità, e considerato essere una medicina per tutti i corpi imperfetti, perché li muta nel migliore oro, e che cura tutte le malattie degli uomini, liberandoli da dolori e miserie.

Sia quindi ammonito il gentile Lettore, che con me voi preghiate umilmente Dio, affinché piaccia a lui di aprire i nostri cuori e le orecchie di tutta la gente che non riesce ad udire, e che garantisca la sua benedizione ad ognuno di loro, affinché siano capaci di riconoscerlo nella sua Onnipotenza, con l'ammirata contemplazione della Natura, e nel suo onore e nella sua preghiera, e all'amore, aiuto, conforto e rafforzamento dei nostri vicini, e al rinascere della salute per tutti coloro che sono malati.

 

FAMA FRATERNITATIS

Oppure

Una scoperta della Confraternita del più lodevole

Ordine dei R.C.

 

Noi, confratelli della Confraternita dei R.C., mandiamo saluti amore e preghiere ad ognuno e a tutti, coloro che leggeranno questa nostra Fama con favore e spirito critico di tipo Cristiano.

L'unico sapiente e misericordioso Dio, in questi ultimi giorni, ha asperso riccamente la Sua Misericordia e Divinità all'umanità, affinché per mezzo nostro si possa tendere più e più alla perfetta conoscenza del suo Figlio Gesù Cristo e della Natura. E giustamente possiamo ora esaltare questo tempo felice, in cui non solo ci è stata svelata una metà del mondo, che ci era fino ad ora sconosciuta e nascosta; ma nel quale si sono anche manifestate a noi molte meraviglie, che non erano mai state viste prima, opere e creature della Natura. E' questo un tempo che ha elevato l'uomo, impregnato di grande sapere, al punto che potrebbe parzialmente rinnovare e ridurre tutte le arti (in questa nostra era frammentata ed imperfetta) alla perfezione; così che finalmente potrebbe quindi arrivare a capire la sua stessa nobiltà e valore, il perché venga chiamato Microcosmo, e fino a dove si estenda la sua conoscenza sulla Natura.

Questo mondo rude di cui parliamo non soddisfa Dio, ma lo fa piuttosto sorridere, se non ridere; l'orgoglio e la cupidigia dei sapienti sono grandi; ma se si unissero e decidessero di porre insieme le loro conoscenze, potrebbero scoprire tutte le cose che in questa nostra età Dio ha così riccamente mostrato a noi, e collezionare il Librum Naturae, o un metodo perfetto di tutte le arti; ma la loro opposizione è talmente forte, che si mantengono rigidi, e sono riluttanti a lasciare il vecchio corso, basando ancora i loro sfoggi di conoscenza su Porfirio, Aristotele e Galeno, invece che considerare la chiara e manifesta luce e verità; che se quegli illustri dotti ancora vivessero, con molta gioia lascerebbero le loro dottrine erronee. Ma qui è troppa la debolezza per un'opera talmente grande. E benché nella Theologica, Physica e Matematica, la verità oppone se stessa al vecchio nemico, esso con sottigliezza e abilità, dà prova di sé, ostacolando ogni buon proposito con i suoi strumenti e la sua litigiosità, e facendo ondeggiare la gente. Ad un tale intento di riforma generale, il più divino ed elevato illuminato Padre, nostro Fratello, C.R. un Tedesco, il capo e iniziatore della nostra Confraternita, ha molto e da lungo tempo lavorato; in ragione della sua povertà (pur discendendo da nobili genitori) nel quinto anno della sua età fu posto in un monastero, dove egli imparò indifferentemente la lingua Greca e la Latina, e (su suo espresso desiderio e richiesta) negli anni della crescita, fu associato ad altro fratello, P.A.L., che lo convinse ad affrontare il viaggio in Terra Santa.

Questo fratello P.A.L. morì a Cipro, e non giunse mai a Gerusalemme; ma nostro Fratello C.R. non tornò indietro, e sbarcò altrove. Arrivato a Damasco, credette di raggiungere da qui Gerusalemme; ma in ragione della debolezza del suo fisico, si trattenne là a lungo, e per la sua abilità in fisica ottenne molti favori presso i Turchi. Nel frattempo entrò per caso in rapporti con i dotti di Damasco in Arabia, e ammirò le grandi meraviglie su cui essi avevano lavorato, e come la natura si era manifestata ai loro occhi; e così l'alto e nobile spirito del Fratello C.R. ne fu così stimolato, che Gerusalemme ormai non occupava più tanto i suoi pensieri quanto invece Damasco; ma non poteva frenare i suoi desideri più a lungo, e fece un patto con gli arabi, che loro lo avrebbero portato a Damasco per una certa somma di denaro; aveva 16 anni, quando era partito, ancora di una forte costituzione tedesca. Là i dotti lo ricevettero (come lui stesso testimonia) non come uno straniero, ma come una persona che avevano atteso da molto; lo chiamarono con il suo nome, e mostrarono a lui altri segreti fuori del monastero, per cui lui si meravigliò grandemente. Imparò lì ancora meglio la lingua araba, così che l'anno seguente tradusse il Libro M. in un buon latino, e poi lo portò con sé. Questo fu il luogo dove imparò la fisica e la matematica, per cui il mondo ha giusta ragione di gioire, se solo ci fosse più amore, e meno invidia. Dopo tre anni tornò ancora con buon accordo, sbarcò nel Sinus Arabicus in Egitto, dove non rimase a lungo, ma solo per prendere maggiori notizie su piante e creature. Navigò sull'intero mar Mediterraneo, fino a Fez, dove gli arabi lo avevano indirizzato. Ed è grande vergogna per noi che uomini saggi, seppur lontani gli uni dagli altri, non siano di un'opinione sola, e non abborriscano tutte le scritture controverse, ma siano anche così volonterosi e pronti sotto il sigillo della segretezza nell' impartire i loro segreti insegnamenti agli altri.

Ogni anno gli arabi e gli africani interrogano gli uni agli altri sulla loro rispettiva arte, e si domandano felicemente se hanno trovato qualche nuova cosa, o se l'esperienza ha per caso indebolito le loro ragioni. In questo modo, ogni anno c'è un miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime quelli che sono in Fez sono i più abili). Invece oggigiorno in Germania, tra gli uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, non esiste né amore né gentilezza e la maggior parte tiene le sue conoscenze solo per sé. A Fez lui divenne familiare con quelle cose che sono comunemente chiamate Abitanti Elementari, che rivelarono a lui molto dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte cose, se solo ci considerassimo un'unità, e avessimo un autentico desiderio di ricercare i segreti e metterli in comune tra noi.

Di questi uomini di Fez egli spesso rivelava che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era distinta dalla religione; ma nonostante questo, egli imparò come fare buon uso della stessa, e trovò un terreno ancora migliore per la sua Fede, in unione amorevole con l'Armonia del Mondo intero, e meravigliosamente impressa in tutti i Periodi di tempo, e quindi procedeva in questa unione, perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così similmente è incluso nel piccolo corpo dell'Uomo, l'intero grande Mondo, le cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, in condivisione, ed in uguale tono e melodia con Dio, Cielo e Terra; e che ciò che è in disaccordo con loro, sono l'errore, e la falsità e del Diavolo, che da solo è la prima, media, ed ultima causa di contesa, cecità, e buio nel Mondo: si potrebbero persino esaminare tutte e parecchie persone sulla Terra, e si troverebbe che quello che è buono e giusto è sempre in accordo con se stesso, ma tutto il resto è frammentato all'interno di migliaia di concetti erronei.

Dopo due anni il Fratello C.R. partì dalla città di Fez, e navigò con molte cose costose in Spagna, sperando bene [che fino a che] sarebbe stato tanto bene, e avrebbe speso così profittevolmente il suo tempo in viaggi, i dotti in Europa avrebbero grandemente gioito con lui, e cominciato a regolare ed ordinare tutti i loro studi, secondo questi suoni e sicure fondazioni. E perciò egli conferì con i dotti di Spagna, mostrando loro gli errori della nostra arte, e come avrebbero potuto correggersi, e da dove avrebbero potuto trarre i veri Indizi del tempo a venire, e come avrebbero potuto concordare con le cose che sono passate; anche come le colpe della chiesa e dell'intera Filosofia Morale dovessero essere ammendate. Mostrò loro nuove crescite, nuovi frutti, e bestie che concordavano con la vecchia filosofia, e prescrisse loro nuovi Axiomata, per mezzo dei quali tutte le cose sarebbero state riparate in pieno. Ma era per loro una materia risibile; ed essendo per loro qualcosa di assolutamente nuovo, avevano paura che il loro grande nome ne sarebbe stato in qualche modo sminuito, se avessero ora cominciato ad imparare e a prendere coscienza dei molti anni di errori, ai quali erano ormai abituati, e dai quali avevano guadagnato abbastanza. Chi ama tanto l'inquietudine, che sia corretto.

La stessa canzone fu cantata a lui anche da altre Nazioni, e questo lo colpì più che altro perché gli accadde il contrario di quello che si sarebbe aspettato, essendo pronto allora a impartire bonariamente tutta l'arte ed i segreti che aveva appreso, se solo loro glielo avessero permesso, e si fossero prestati a porre per iscritto i veri ed infallibili Axiomata; fuori da tutte le facoltà, scienze, e arti, e l'intera Natura, che è ciò a cui li avrebbe indirizzati, come in un globo o in un circolo, al solo punto di mezzo e Centrum, e (come è normale tra gli arabi) esso sarebbe solo servito ai saggi e ai dotti come una regola. Sarebbe potuta sorgere una Società in Europa, che avrebbe avuto oro, argento, e pietre preziose, sufficienti a trasformarli in re, per i loro necessari usi e legittimi propositi; e tali persone sarebbero state innalzate come governatori, per insegnare tutto quello che Dio ha previsto che l'uomo conosca, e quindi per essere abilitati, in tutti i tempi di bisogno, a dare il loro consenso a coloro che lo cercano, come gli oracoli pagani. In verità dobbiamo confessare che il mondo in questi giorni era già pieno di grande confusione, e operava per esserne liberato; e aveva bisogno di uomini valorosi e sofferenti, che irrompessero con tutte le loro forze attraverso l'oscurità ed il barbarismo, e che guidassero chi riusciva a seguirli: e sicuramente sarebbero stati i punti più elevati nel trigono igneo, le cui fiamme ora sarebbero più e più splendenti, e avrebbero indubitabilmente dato al mondo l'ultima luce.

Tale è stato uno come Teophrastus (Paracelso) in vocazione e chiamata, anche se non era della nostra confraternita, ma ciononostante aveva letto diligentemente il Libro M : ed il suo ingegno tagliente ne era stato esaltato; ma questo uomo era anche rallentato nel suo corso dalla moltitudine di quegli uomini che apparivano dotti e colti, ed è per questo che non fu mai capace di raccontare pacificamente agli altri le sue conoscenze, e trasmettere la comprensione che egli solo aveva del mondo della Natura. E perciò nei suoi scritti piuttosto derideva questi corpi occupati, e non intendeva mostrare cosa egli fosse; ancora, nonostante questo, è stato trovato lì con lui ben sotterrata la precitata Harmonia, che senza dubbio egli aveva impartito ai colti, se non aveva trovato loro più meritevoli di sottile vessazione, che di essere istruiti nelle più grandi arti e scienze; e quindi con una vita libera e senza cure perse il suo tempo, e lasciò questo mondo ai loro futili piaceri.

Ma noi non dimentichiamo il nostro amabile Padre, Fratello C.R.; egli dopo molti viaggi dolorosi, e le sue istruzioni vere prive di frutto, tornò ancora in Germania, che (in ragione delle alterazioni che erano prossime a venire, e degli strani e pericolosi contenziosi) amava dal profondo del cuore. Là, anche se avrebbe potuto millantare la sua arte, ma specialmente la trasmutazione dei metalli, ancora stimava maggiormente il Cielo, e il cittadini di là, l'Uomo, che tutta la vanagloria e la pompa.

Nonostante questo costruì un'idonea e confortevole dimora, nella quale ripensava a tutti i suoi viaggi, e alla filosofia, e riduceva tutti questi in un vero memoriale. In questa casa trascorse un tempo in studi matematici, e fece molti strumenti raffinati, ex omnibus hajus artis partibus, anche se ci rimane poco di queste cose, come capirete più avanti. Dopo 5 anni ritornò a pensare al suo desiderio di riforma; e a riguardo egli dubitava dell'aiuto e del sostegno degli altri, e nonostante fosse ormai sofferente, ma sempre desideroso e infaticabile, decise con alcuni pochi amici con sé, di tentare lo stesso. Desiderava, a questo fine, avere tre dei suoi fratelli dal suo primo monastero, Fratello G.V, Fratello J.A. e Fratello J.O., (ai quali si sentiva legato da grande affetto) che, oltre a ciò, avevano molta più conoscenza nelle arti di molti altri di quel tempo, ed egli li strinse a sé tutti e tre, affinché fossero leali, e diligenti, e riservati, ed insegnò loro ad affidare cautamente alla scrittura tutto quello in cui li avrebbe diretti ed istruiti, affinché coloro che sarebbero venuti, e attraverso una speciale rivelazione ricevuti nella sua Confraternita, non avrebbero potuto essere ingannati neppure dalla più piccola sillaba e parola.

In questo modo ebbe inizio la Confraternita dei Rosa Croce; all'inizio solo quattro persone, e per mezzo loro era stato creato il linguaggio magico e la scrittura, con un vasto dizionario, che noi ancora usiamo quotidianamente nelle nostre preghiere e lodi a Dio, e troviamo grande saggezza in esse; fecero anche la prima parte del Libro M. Ma dato che il lavoro era sempre più pesante, e che il costante affluire dei sofferenti li rallentava, quando il suo nuovo edificio (chiamato Sancti Spiritus) fu ormai ultimato, conclusero di prendere e ricevere ancora molti altri nella Confraternita; a questo scopo fu scelto Fratello R.C., il figlio del fratello del suo defunto padre, Fratello B. un esperto pittore, Fratello G. e Fratello D. e P.D. i loro segretari, tutti i fratelli erano Tedeschi eccetto J.A. Così in tutto erano 8 in numero, tutti scapoli e di provata verginità; e grazie a loro fu compilato un libro o volume di tutto quello che un uomo può desiderare, augurarsi, o sperare per sé.

Anche se noi ora liberamente confessiamo, che il mondo è molto migliorato negli ultimi 100 anni, possiamo essere sicuri che i nostri Axiomata rimarranno inamovibili fino alla fine del mondo, e anche il mondo nella sua età più elevata e ultima, non riuscirà a vedere nient'altro; perché la nostra Rotae prende il suo inizio dal giorno in cui Dio disse Fiat, e finirà quando lui dirà Pereat; ancora l'orologio di Dio batte ogni minuto dove il nostro a malapena segna ore perfette. Noi anche crediamo fermamente, che se i nostri fratelli e padri avessero vissuto nella luce chiara del momento presente, avrebbero trattato molto più bruscamente il Papa, Maometto, gli scribi, gli artisti, i sofisti e si sarebbero mostrati molto più pronti ad aiutare, non semplicemente con sospiri, e augurandosi la loro fine e consumazione.

Quando ora questi otto fratelli ebbero disposto e ordinato tutte le cose in questa maniera, non c'era più necessità di grande lavoro, dato che ognuno era sufficientemente istruito, e abile perfettamente a discutere dei segreti e manifestare la Filosofia, e non sarebbero rimasti ancora a lungo insieme, ma come avevano convenuto all'inizio, si sarebbero divisi in parecchi paesi, perché non solo i loro Axiomata potevano in segreto essere più profondamente esaminati dai sapienti, ma perché loro stessi, se in alcuni paesi osservavano qualche cosa, o percepivano qualche errore, si sarebbero informati a vicenda in merito.

Il loro accordo era questo:

Che nessuno di loro avrebbe mai professato nessuna altra cosa che di curare i malati, e gratis

Che nessuno della posterità sarebbe stato costretto a indossare un certo tipo di abito, ma che ciascuno avrebbe seguito il costume del paese.

Che ogni anno nel giorno C. si sarebbero incontrati insieme nella Casa del S. Spirito o scritto la causa della loro assenza

Ogni fratello avrebbe dovuto prendersi cura di una persona degna, che dopo la sua morte, gli sarebbe succeduto.

La parola C.R. sarebbe stata il loro sigillo, marchio e carattere

La Confraternita sarebbe dovuta rimanere segreta per un centinaio di anni.

Si legarono a questi sei articoli, e al tempo stesso l'uno all'altro, e 5 dei fratelli partirono, solo i fratelli B. e D. rimasero con il padre, Fratello R.C. per un anno intero, quando anche loro probabilmente partirono. Quindi rimasero con lui suo cugino ed il fratello J.O. così che trascorse tutti i giorni della sua vita con questi due dei suoi fratelli. E anche che se ancora la Chiesa non era stata ripulita, sappiamo cosa pensassero di essa, e cosa con ardente desiderio loro cercassero di fare. Ogni anno si riunivano insieme con gioia, e facevano piene risoluzioni di quello che avevano fatto; dovevano certamente trovare un grande piacere, nel sentire sinceramente e senza invenzioni i racconti e i ricordi di tutte le meraviglie che Dio aveva versato qua e là sul mondo. Ognuno stare tranquillo, perché tali persone che erano state mandate, e unite insieme nel nome di Dio, erano scelte fra i più saggi degli uomini che avevano vissuto in molte età, e vivevano insieme in massima unità, massima segretezza, e massima gentilezza l'uno verso l'altro.

Dopo una tale lodevole distribuzione, vivevano le loro vite e pur essendo liberi da tutte le malattie ed i dolori, ancora nonostante questo, non avevano il dono dell'immortalità. Il primo di questa Confraternita che morì, in Inghilterra, fu J.O., come fratello R.C. molto tempo prima gli aveva predetto; era molto esperto, e molto addentro nella Cabala, come il suo libro chiamato H. testimonia. In Inghilterra si parla molto di questo, principalmente perché curò il giovane Conte di Norfolk dalla lebbra.

Avevano concluso, che per quanto possibile, il loro luogo di sepoltura sarebbe stato tenuto segreto, così che al giorno presente non è ancora noto a noi cosa sia stato di alcuni di loro, anche se il posto di ciascuno fu assunto da un successore. Ma questo confesseremo pubblicamente nel momento presente per l'onore di Dio, quali segreti abbiamo avuto modo di apprendere dal Libro M. (del modo in cui davanti ai nostri occhi si aprì l'immagine ed il percorso di tutto il mondo); ma non ci venivano mostrate le disgrazie che ci attendevano, né l'ora della morte, che è nota solo a Dio stesso, e in questo modo saremmo stati sempre vigili. Ma per questo di più nella nostra Confessione, noi abbiamo fissato 37 ragioni per cui adesso dovremmo rendere pubblica la nostra Confraternita, e riferire misteri così alti, senza costrizioni e riguardi. Anche noi promettiamo più oro che quanto dalle Indie fu portato al re di Spagna; perché l'Europa aspetta un bambino e darà alla luce un bambino forte, che avrà bisogno di un grande regalo dal suo padrino.

Dopo la morte di J.O., Fratello R.C. non riposò, ma non appena poté, chiamò il resto assieme e, come supponiamo, fu fatta la sua tomba. Anche se neppure noi (che eravamo gli ultimi) sappiamo con precisione dove il nostro amato Fratello R.C. morì, e non abbiamo che i soli nomi degli iniziatori, e di tutti i loro successori, ancora teniamo nella nostra memoria un segreto: attraverso parole oscure e nascoste, e discorsi dei 100 anni, il Fratello A, successore di D. (che era degli ultimi e della seconda linea e successione, e aveva vissuto in mezzo a molti di noi) ci impartì la conoscenza nascosta del terzo ramo e della successione. Oltre a ciò dobbiamo confessare che dopo la morte del detto A., nessuno di noi seppe in nessuna maniera nient'altro del Fratello R.C. e del suo primo fratello-seguace, più di quanto rimase di loro nella nostra Biblioteca filosofica, nella quale i nostri Axiomata erano contenuti nel principale, Rotae Mundi e Protheus il più profittevole. In questo modo noi non sappiamo per certo se questi del secondo ramo partecipassero della stessa sapienza del primo, e se furono ammessi a tutte le cose. Questo sarà dichiarato dopo al gentile Lettore, non solo che cosa noi abbiamo sentito del seppellimento di R.C. ma renderemo anche manifesto per preveggenza, sofferenza e comandamento di Dio, a chi noi dobbiamo lealmente obbedire, perché se ci comporteremo discretamente e come Cristiani, non dovremo avere paura di rendere noti i nostri nomi e cognomi, o i nostri incontri, o nessun'altra cosa che potrebbe essere richiesta alle nostre mani.

Ora la relazione vera e fondamentale della scoperta degli alti uomini illuminati di Dio, Fratello C.R.C. è questa. Dopo che Fratello A. fu ucciso nella Gallia Narbonensis, allora successe in suo luogo il nostro amato Fratello N.N. Quest'uomo dopo che ebbe riparato presso di noi per prendere il solenne giuramento di fedeltà e di segretezza, ci informò in buona fede che il Fratello A. lo aveva confortato, dicendo che questa Confraternita sarebbe rimasta nascosta non così a lungo, ma sarebbe stata per l'intera nazione Germanica utile, di necessità e raccomandabile; della qual cosa lui non si vergognava per niente. L'anno seguente, dopo che ebbe svolto i suoi studi in modo corretto e che fu incaricato di viaggiare, essendo a tale proposito sufficientemente provvisto con la borsa Fortunatus, pensò (essendo un buon architetto) di modificare qualcosa della sua costruzione e di renderla più forte. In tale rinnovamento, s'imbatté nella tavola memoriale che era fusa d'ottone e conteneva in sé i nomi di tutti i fratelli con poche altre cose. Lo volle trasferire in un sepolcro più sicuro; per cui dove o quando il Fratello R.C. morì, o in quale paese fu sepolto, fu tenuto segreto dai nostri predecessori e sconosciuto a noi. In questa tavola stava confitto un grande chiodo in qualche modo forte, così che quando lui lo estrasse con la forza, trascinò con questo una pietra di dimensioni non indifferenti dal muro sottile, o dall'intonacatura, e così pur senza averla cercata, scoprì una porta nascosta; decidemmo di buttare giù il resto del muro, e ripulimmo la porta sulla quale era scritto in grandi lettere: POST CXX ANNO PATEBO con l'anno del Signore sotto. Quindi rendemmo grazie a Dio e la lasciammo riposare per la stessa notte, perché avevamo per la prima volta potuto vedere la nostra Rota. Ma noi ci riferiamo ancora alla Confessio, per cui quello che noi ora rendiamo pubblico è fatto per aiutare coloro che sono degni, ma ai non degni (a Dio piacendo) poco profitterà. Perché come la nostra porta fu dopo così tanti anni magnificamente scoperta, anche lì sarà aperta una porta all'Europa (quando il muro sarà rimosso) che già comincia ad apparire, e con grande desiderio è attesa da molti.

Il mattino seguente aprimmo la porta, e là apparve alla nostra vista un sepolcro fatto di 7 lati e angoli, ogni lato largo 5 piedi, e dall'altezza di 8 piedi. Anche se il sole non aveva mai irradiato i suoi raggi su questo sepolcro, ciò nonostante era illuminato di un altro sole, che aveva imparato dal sole, ed era situato nella parte più alta nel centro del soffitto. Nel mezzo, invece di una pietra tombale, c'era un altare rotondo coperto di una lastra di ottone, e su di essa era inciso:

 

A.C.R.C. Hoc universi compendium unius mihi sepulcrum feci

 

Attorno al primo giro, o bordo, stava:

Jesus mihi omnia

 

Nel mezzo c'erano 4 figure, inscritte in cerchi, la cui scritta attorno era:

Nequaquam vacuum (Non ci può essere vuoto)

Legis jugum (Il limite della legge)

Libertas Evangelii (Libertà del vangelo)

Dei gloria intacta (La perfezione della gloria di Dio).

Tutto questo è chiaro e luminoso, anche i 7 lati ed i due Heptagoni. Così noi ci inginocchiammo tutti insieme e rendemmo grazie alla sola Sapienza, alla sola Potenza e al solo ed Eterno Dio, che ci ha insegnato più di quanto tutta la sapienza degli uomini può avere trovato, pregando il suo nome santo. Questo sepolcro era diviso in tre parti, la parte superiore o soffitto, i muri o lati, la terra o pavimento.

Della parte superiore non si comprenderà più di tanto in questo tempo, se non che era diviso secondo i sette lati nel triangolo, che si trovava nel centro luminoso; ma cosa fosse contenuto al suo interno, a Dio piacendo (per chi è desideroso di saperlo nella nostra società) lo vedrai con i tuoi stessi occhi; ma ogni lato o muro era suddiviso in dieci figure, e ognuna ancora con parecchie figure e frasi, come sono effettivamente mostrate e portate avanti Concentratum qui nel nostro libro.

Il fondo era ancora diviso nel triangolo, ma poiché al suo interno è descritto il potere e la regola dei governanti inferiori, evitiamo di renderlo noto, per paura dell'abuso del male e del mondo non divino. Ma queste sono cose previste e conservate con l'antidoto celeste, loro agiscono senza paura o feriscono calpestando o stritolano la testa del vecchio e malvagio serpente, che questa nostra età è ben matura per questo. Ogni lato o muro ha una porta o cassa, all'interno della quale si trovano diverse cose, specialmente tutti i nostri libri, che avevamo ottenuto diversamente. Oltre al Vocabularium di Theoph. Par. Ho. e quelli che ogni giorno non falsificati siamo soliti consultare. All'interno trovammo anche il suo Itinerarium et vitam, da cui questa relazione per la maggior parte è stata tratta. In un'altra cassa c'erano occhiali di diverse fogge, così come in un altro luogo piccole campane, lampade a olio, e principalmente meravigliosi canti, generalmente tutte cose fatte a quel fine, che se accadesse dopo molte centinaia di anni che l'Ordine o Fraternità venisse posta nel nulla, potrebbe, per questo solo sepolcro, essere ricostituita ancora.

Ora non avendo ancora visto il corpo morto del nostro caro e saggio fratello, rimuovemmo l'altare da un lato, e quindi sollevammo una pesante lastra di bronzo, e trovammo un corpo forte e degno, completo e non corrotto, come se lo stesso fosse stato riprodotto in modo molto realistico, con tutti i suoi ornamenti e abiti. Nelle mani stringeva un libro di cartapecora, chiamato T. il quale insieme alla Bibbia è il nostro più grande tesoro, che merita di essere portato alla critica del mondo. Alla fine di questo libro, stava il seguente Elogium:

Granum pectori Jesu insitum.C. Ros. C. ex nobili atque splendida Germaniae R.C. familia oriundus, vir sui seculi divinis revelatiombus subtilissimis imaginationibus, indefessis laboribus ad coetestia, atque humana mysteria; arcanave admissus postquam suam (quam Arabico, & Africano itineribus Collegerat) plusquam regiam, atque imperatoriam Gazam suo seculo nondum convenientem, posteritati eruendam custodivisset & jam suarum Artium, ut & nominis, fides acconjunctissimos herides instituisset, mundum minitum omnibus motibus magno illi respondentem fabricasset hocque tandem preteritarum, praesentium, & futurarum, rerum compendio extracto, centenario major non morbo (quem ipse nunquam corpore expertus erat, nunquam alios infestare sinebat) ullo pellente sed spiritu Dei evocante, illuminatam animam (inter Fratrum amplexus & ultima oscula) fidelissimo creatori Deo reddidisset, Pater dilectissimus, Fra: suavissimus, praeceptor fidelissimus, amicus integerimus, a suis ad 120 annos hic absconditus est."

E sotto, stavano iscritti i loro nomi:

Fra. I.A., Fr. C.H. electione Fraternitatis caput

Fr. G.V.M.P.C.

Fra R.C. Inior haeres S.Spiritus

Fra B.M.P.A. Pictor & Architectus

Fr. C.G.M.P.I. Cabalistica

Secondo circolo:

Fra P.A. successore Fr. I.O Matematico

Fra A. successore Fra P.D.

Fra R. successore padre C.R.C cum Christo Triumphant.

Alla fine era scritto: Ex Dio nascimur, in Jesu morimur, per spiritum sanctum reviviscimus.

A quel tempo erano già morti il Fratello I.O. e fratello D. ma il loro sepolcro dove verrà ad essere trovato? Noi non dubitiamo, e il nostro Fratello Senior faceva lo stesso, e alcune cose speciali giacevano in terra, forse in qualche modo nascoste. Noi speriamo che questo nostro esempio spingerà molte altre persone diligenti ad indagare sui loro nomi (che abbiamo già reso noti) e cercare il luogo del loro seppellimento; per la maggior parte di loro in ragione della pratica e della fisica, sono già conosciuti, e pregati molto dalla gente; così forse il nostro Tesoro potrebbe essere allargato, o almeno essere meglio chiarito.

Riguardo al Minutum Mundum, noi lo trovammo conservato in un altro piccolo altare, veramente più fine che possa essere immaginato da ogni uomo illuminato; ma noi lo lasceremo non descritto, fino a che ci sarà data risposta su questo nostro scritto appassionato Fama. E così lo coprimmo ancora con la lastra, e sistemato l'altare su essa, chiudemmo la porta, e la assicurammo, con tutti i nostri sigilli. A dispetto delle istruzioni e dei comandi delle nostre Rotae, sono stati mostrati alcuni libri, tra i quali il Libro M. (che era stato custodito dal degno di preghiere M.P.). Infine ci allontanammo gli uni dagli altri, e lasciammo i naturali eredi in possesso dei nostri gioielli. E così aspettiamo la risposta ed il giudizio dei colti, o dei non colti.

Nondimeno noi sapevamo che dopo un tempo ci sarebbe stata una generale riforma, sia delle cose umane che di quelle divine, secondo il nostro desiderio, e le aspettative di altri. Per questo scopo, prima del sorgere del sole, ci sarebbe apparsa e venuta innanzi l'Aurora, come una pulizia, o divina luce nel cielo. E così nel frattempo solamente pochi, che daranno i loro nomi, potranno unirsi insieme, sia per accrescere il loro numero ed il rispetto per la nostra Confraternita, e rendere un felice e auspicato inizio dei nostri Canoni di Filosofia, prescritti a noi da nostro Fratello R.C.; ed essere in questo modo partecipi con noi dei nostri tesori (che non potranno mai sparire o essere perduti) in tutta umiltà e amore per essere facilitati al lavoro di questo mondo, e non camminare così ciecamente, nella conoscenza del lavoro di Dio così pieno di meraviglia.

Ma affinché ogni Cristiano possa sapere di quale religione o credo noi siamo, noi confessiamo di avere mantenuto, difeso e diffuso in certi noti paesi la conoscenza di Gesù Cristo (nello stesso modo ora in questi ultimi giorni, e principalmente in Germania, la religione più chiara e pura è professata, ed è oggigiorno liberata di tutte quelle persone deviate, eretici e falsi profeti). Anche noi usiamo due Sacramenti, come sono stati istituiti con tutte le forme e cerimonie della prima Chiesa riformata. In Politica noi riconosciamo l'Impero Romano e la Quartam Monarchiam come nostro Capo cristiano; noi sappiamo quali alterazioni siano disponibili, e avremmo dovuto impartire felicemente le stesse dai nostri cuori ad altri uomini divinamente dotti; nonostante ciò il manoscritto che è nelle nostre mani, nessun uomo (eccetto Dio solo) può renderlo comune, né alcuna persona non degna è capace di privarci di esso. Ma noi aiuteremo con il segreto appoggio questa così buona causa, come Dio permetterà e concederà a noi. Perché il nostro Dio non è cieco, come la Fortuna pagana, ma è l'ornamento della Chiesa, e l'onore del Tempio. La nostra Filosofia non è una nuova invenzione, ma è la stessa che Adamo ricevette dopo la sua caduta e come la conobbero Mosè e Salomone. In più lei non ha niente che possa essere revocato; o di che essere contraddetta dalle opinioni o significati altrui; perchè la verità è pacifica, breve; e sempre uguale a se stessa in tutte le cose, e specialmente secondo Gesù in omni parte ed in tutti i suoi membri. E come egli è la vera Immagine del Padre, così è lei la sua Immagine. Non sarà detto, che questo è vero secondo la Filosofia, ma vero secondo la Teologia. Ed in questa Platone, Aristotele, Pitagora e altri avevano colpito nel segno, e nella stessa Enoch, Abramo, Mosè Salomone eccellevano, ma specialmente essa concorda con il meraviglioso libro della Bibbia. Tutto lo stesso concorre insieme, e crea una sfera o Globo, le cui parti totali sono equidistanti dal Centro, come a questo riguardo più a largo e più piano si dirà di ciò in conferenza Cristiana.

Ma ora riguardo (e principalmente in questa nostra età) i lontani da Dio e affamati facitori d'oro, che hanno prevalso, e sotto il colore di questo, molte persone vagabonde e smaliziate usano grandi villanie e inganni e abusano del credito che è stato dato loro. Ancora oggi uomini di prudenza usano la trasmutazione dei metalli per arrivare al punto più alto e al fastigium in filosofia, questo è il loro intento e desiderio, e onorerebbero Dio e lo stimerebbero se riuscissero a fare un grande deposito d'oro, e con preghiere non premeditate, sperano di scoprire come poter fare dal Dio che conosce tutto, il cercatore di tutti i cuori. Quindi noi pubblicamente testimoniamo che i veri filosofi sono lontani da queste idee, ma di tutt'alta opinione, si curano poco della creazione dell'oro, che non è altro che un parergon; perché a parte questo loro hanno migliaia di cose migliori.

E noi diciamo che con il nostro amato Padre C.R.C. Phy: aurum nisi quantum: aurum, su di loro l'intera natura è individuata: lui non deve gioire del fatto di poter fare l'oro, o perché, come ha detto Cristo, che il diavolo gli obbedisca; ma deve essere felice di vedere il Cielo aperto, e gli angeli di Dio che salgono e scendono, e di leggere il suo nome scritto nel libro della vita. Anche noi testimoniamo che sotto il nome di Chymia molti libri e figure sono stati mandati avanti in Contumeliam gloriae Dei, così come noi li nomineremo nelle dovute stagioni, e daremo a tutti i puri di cuore, un Catalogo, o registro con i loro nomi. E noi preghiamo tutti gli uomini colti di prendere attenzione di questo tipo di libri; perché il nemico non riposa mai ma diffonde le sue erbacce, fino a che uno più forte non le sradica.

Secondo il volere e l'intendimento del Padre C.R.C. noi suoi fratelli richiediamo ancora a tutte le persone colte in Europa che leggeranno (verrà mandato in 5 lingue) questa nostra Fama e Confessio, che piacerebbe loro di esaminare con buona deliberazione e ponderare le nostre offerte, ed esaminare nel modo più chiaro e attento le loro arti, e guardare al tempo presente con tutta la diligenza, e rendere noti i loro pensieri, mediante la Communicatio Consilio, o singulatim per stampa. E anche a questo tempo noi non facciamo menzione né dei nomi né degli incontri, e ancora nonostante questo, l'opinione di ognuno arriverà sicuramente alle nostre mani, in qualsiasi linguaggio essa sia; né alcuno fallirà, che così darà il suo nome, ma riuscirà a parlare con alcuni di noi, sia per parole o per bocca o per altro, o se sarà permesso, anche in scritti. E questo noi diciamo per verità, che chiunque vorrà seriamente, e dal suo cuore, portare affezione a noi, ne sarà beneficiato in beni, corpo e anima; ma colui che è falso di cuore, o solo avido di ricchezza, prima di tutto non sarà in grado di ferirci in nessun modo o maniera, ma porterà se stesso alla rovina e alla distruzione. Anche il nostro edificio (anche se un centinaio di migliaia di persone hanno visto molto vicino e osservato lo stesso) sarà per sempre lasciato intatto, non distrutto e nascosto al mondo meschino.

SUB UMBRA ALARUM TUARUM, JEHOVAH

 

 

1. Traduco questo documento, come gli altri dall'Inglese, parola per parola, senza ricercare esigenze stilistiche, al fine di mettere il lettore più a contatto con il testo originale.

 

 

 

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