LA GRANDE OPERA

Parte Seconda

Poiché mi propongo di parlare del "come" relativo alla Grande Opera in maniera semplice ed il più possibilmente autentica, mi rifarò ad uno tra i testi classici dell'Arte. Si tratta del "Breve trattato sulla Pietra Filosofale" del Filosofo alchimista Lambsprinck, nome che probabilmente è uno pseudonimo. L'opera in argomento è composta da diciassette figure simboliche, quindici delle quali si presentano accompagnate da commenti e spiegazioni.

 

Le immagini del Testo sono presenti in questa stessa sezione: De Lapide Philosophico

 

Per il fine che ci proponiamo, noi prenderemo in esame alcune delle quindici figure spiegate e commentate, più precisamente la terza e dall'undicesima alla quindicesima.

 


 

La terza figura rappresenta una Foresta nella quale vivono due animali: un Cervo ed un Liocorno, quest'ultimo uno strano essere dalla forma di cavallo con un lungo corno attorcigliato che spunta dalla sua fronte. In testa alla scena rappresentata è una frase; "Adesso è necessario che sappiate che ci sono nella nostra Foresta un Cervo ed un Liocorno". Siamo chiaramente di fronte ad una allegoria nella quale deve essere contenuto un messaggio composto da tre elementi simbolici, appunto: Foresta, Cervo e Liocorno. Procediamo ad analizzarli. L'elemento simbolico di maggiore interesse per l'analisi è il Liocorno; infatti si nota subito che si tratta di un elemento inesistente in natura e, quindi, qui presente in chiave di significazione. Questo animale fantastico, inoltre, ha specificatamente un solo corno, a differenza sia del Cervo che ne ha due, che di qualsiasi altro che ne sia sprovvisto. Pertanto emerge immediatamente l'osservazione di una contrapposizione voluta e significativa: binarietà del Cervo ed unitarietà del Liocorno. Basta, ora, tradurre tutto ciò nei principi Alchemici ed avremo nel Cervo il "divenire", la "bipolarità", le "Acque fluenti, ovvero: il Mercurio ( ) e nel Liocorno (3) la "fissità", la "solarità" , la "flamma non urens", il "fuoco", ovvero: lo Zolfo (). Poiché sappiamo che Mercurio e Zolfo si uniscono nel Sale (), avremo in questo ultimo la conversione del significato della Foresta. Volendo essere ancora più chiari diremo: la Foresta (4) - come il Sale - è il Corpo; il Cervo - come il Mercurio - è l'Anima; il Liocorno - come lo Zolfo - è lo Spirito.

Questa descritta è la situazione del Trimundio microcosmico, detto Uomo, prima dell'inizio dell'Opera il cui fine è, attraverso l'Arte, di "domare" e "guidare" i due Animali nella Foresta -ovvero rendere "cosciente", "consapevole" l'attività dell'Anima e dello Spirito nel Corpo.

Vedremo, ora, attraverso le figure successive lo svolgimento delle diverse "fasi".

 


 

La figura undicesima rappresenta tre personaggi: un vecchio re, un giovane principe ed un vecchio alato. I tre sono così disposti: il re è alla sinistra di chi osserva, alla destra il vecchio alato ed il giovane principe, posto tra i due, li tiene per mano. Dall'atteggiamento del giovane è possibile intuire che egli è in procinto di allontanarsi dal re per andare con l'altra figura. Ma ecco quanto si legge nel commento di Lambsprinck alla rappresentazione:

 

É giunto da Israele un vecchio Padre.

Ha un solo figlio

Che ama con tutto il cuore.

Con dolore, lo affida ad una Guida

Che deve condurre il Figlio

In un luogo che egli desidera e vuole.

La Guida rivolge al Figlio queste parole:

Vieni qui, ti condurrò laggiù,

Sull'alta cima di una montagna

Affinché tu impari a conoscere il mondo intero

E possa contemplare l'universo e l'immenso mare,

perché prenda piacere a questo grande spettacolo.

Ti condurrò perciò verso questa vetta

Fino a che non arriveremo alle porte del Cielo

Il Figlio ha creduto alle parole della Guida

E l'ha seguito nella sua ascesa.

Egli ha scoperto così la magnificenza celeste

E il suo splendore oltre ogni misura.

E, come ebbe veduto queste meraviglie,

Allora gli tornò il ricordo del dolore di suo Padre,

Ebbe pietà dei suoi gravi affanni

E desiderò di tornare nuovamente nel suo seno.

 

Questo il commento di Lambsprick alla figura. Vediamo, quindi, il significato simbolico dei tre personaggi.

Il "Padre" rappresenta il Corpo, il "Figlio" lo Spirito e nella "Guida" alata - l'altrettanto alato Mercurio, cioè l'Anima.

Siamo di fronte alla fase iniziale dell'Opera nella quale si passa dall'abbinamento Corpo-Spirito (ricordiamo l'allegoria del "carcere tenebrosissimo" nel quale è racchiuso lo Zolfo) all'abbinamento Spirito-Anima o, anche, Zolfo-Mercurio. Da ciò è possibile rilevare che il "dolore" con il quale il Padre (Corpo) affida il "solo Figlio" (Spirito) alla Guida allude alla fase "al nero" (ingresso nella tomba di Osiride, conoscenza della nera Terra), cui segue la fase "al bianco" rappresentata dal viaggio compiuto dal binomio Spirito-Anima, donde la presa di coscienza da parte dello Spirito individuato nell'uomo circa la sua origine universale. Tuttavia tale presa di coscienza non si risolve nella rinuncia dell'individuale, né dello strumento corporeo di progresso; infatti lo Zolfo arriva "alle porte del Cielo", ma non varca la soglia dell'eternità, sebbene ammirandone la magnificenza. É, invece, colto dal "ricordo del dolore di suo Padre", mentre la "pietà dei suoi gravi affanni" chiariscono il vincolo dell'unione Padre-Figlio, quale necessità insita nel "metodo" stesso della Regale Arte.

L'indicazione alchemica è precisa ed implicitamente parla dell'equilibrio tra Spirito e Materia, per mediazione dell'Anima (del Mercurio) onde continuare insieme l'Opera verso le ulteriori fasi di questa. Perciò lo Spirito, sentita, al termine dell'esperienza, la necessità del naturale equilibrio col Padre, "desiderò - come si legge nell'ultima riga - di tornare nuovamente nel suo seno".

 


 

Meglio si precisa l'anzidetta situazione nella figura seguente - la dodicesima - dove il Figlio, giunto su un'alta montagna, si rivolge alla Guida () con le seguenti parole del testo:

 

"Voglio subito tornare da mio Padre

perché senza di me non può né vivere né prosperare

Me l'ha detto continuamente e me l'ha gridato"

Queste parole, che ribadiscono quanto sostenuto precedentemente, sono seguite da quelle della Guida, ovvero dell'Anima che precisa ancora il suo ruolo di indispensabile tramite del rapporto Sale-Zolfo:

"La Guida, subito, risponde:

Non ti lascio scendere da solo;

lo t'ho condotto lontano dal seno paterno,

Devo perciò riportartici

Per ridargli la gioia di vivere

Così lui ci darà la virtù efficace".

 

L'ultima riga del discorso della Guida è della massima importanza perché parla di una misteriosa "virtù efficace" necessaria tanto allo Spirito, quanto all'Anima ("ci darà", dice il testo). Vediamo, quindi, di identificare detta efficace virtù.

Se tanto lo Spirito che l'Anima ne sono privi, deve trattarsi di, "cosa" profondamente diversa dalla loro natura e, se è il Padre che può dispensare tale "cosa", questa deve essere tipica della sua natura; conviene, quindi, chiarire le nature. Per farlo è opportuno convertire i tre "personaggi" dell'allegoria nei corrispondenti simboli alchemici, sicchè avremo: lo Spirito corrispondente allo Zolfo () l'Anima al Mercurio ( )ed il Corpo al Sale ().

Basta analizzare le nature dei tre elementi e balzerà evidente qual'è la virtù tanto rara per lo Zolfo ed il Mercurio che, "volatili", "instabili" come sono, necessitano - compimento dell'Opera -della FISSITA’, della STABILITA’ del Sale. Ovvero, ancora, il risultato del "divenire", "dell'identità" dell'Uno scaturito dal Tutto va colto nella necessità di rendere "stabile", "definitiva" tale identità: inalterabile come l'Oro.

Spirito ed Anima, dunque, dovranno tornare alla Materia fino a quando questa non avrà dato loro ciò che le è proprio per natura, mentre, i primi due daranno all'altra quel lievito, quella "leggerezza", quella "volatilità" che le è sconosciuta, ma che è nel suo destino: Tutto che riscatta Sé stesso, Piombo che si muta in Oro, resurrezione misterica della Carne nel Regno della Vita eterna.

 

 

 

3 Si noti che il corno attorcigliato lungo il proprio asse fornisce l'idea della fiamma.

4 Si noti che l'Artista ha specificato nella frase in testa alla figura: la "nostra" Foresta, chiarendo già l'intimità di questa con l'uomo.

Indice

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