La seconda chiave dissolve il composto o la pietra e comincia la separazione degli Elementi in una maniera filosofica. Questa separazione degli elementi non si fa che elevando le parti sottili e pure al di sopra delle parti grasse e terrestri. Colui che sa sublimare la pietra Filosoficamente, merita a giusto titolo il nome di Filosofo poiché egli conosce il Fuoco dei Saggi, che é l'unico strumento che può operare questa sublimazione.
Nessun Filosofo ha giammai apertamente rivelato questo «Fuoco segreto» e questo potente agente che opera tutte le meraviglie dell'arte. Colui che non lo comprende e che non lo saprà distinguere ai caratteri coi quali io mi sono sforzato a dipingerlo, nella discussione tra Eudosio e Pirofilo (6), si deve fermare qui a pregare Iddio che lo illumini; poiché la conoscenza di questo grande segreto è piuttosto un dono del Cielo che una Verità acquistata per mezzo di un ragionamento. Che egli legga ciononostante gli scritti dei Filosofi, che li mediti e soprattutto che preghi; non vi sono delle difficoltà che non possano essere illuminate per mezzo dello studio, la meditazione e la preghiera.
Senza la sublimazione della pietra, la conversione degli elementi e l'estrazione dei principi è impossibile e questa conversione che fa l'acqua della terra, l'aria dell'acqua, il fuoco dell'aria, è la sola via per la quale il nostro Mercurio può essere fatto e preparato. Applicatevi dunque a conoscere questo «Fuoco segreto» che dissolve la pietra naturalmente e senza violenza e la fa risolvere in acqua nel grande mare dei Saggi per mezzo della distillazione che si fa dei raggi del Sole e della Luna.
É in questa maniera che la pietra, che secondo Ermete è la vigna dei Saggi, diviene il loro vino che produce per mezzo dell'operazione dell'arte, la loro acqua di vita rettificata, il loro aceto agrissimo. Questo padre della nostra filosofia scrive su questo mistero: «Benedicta aquina forma, quae EIementa dissolvis(7).
Gli elementi della pietra non possono essere dissolti per mezzo di questa acqua tutta divina e non si può fare una perfetta dissoluzione che dopo una digestione e putrefazione proporzionata, alla quale si termina la seconda chiave della prima opera.

 

 

6. Vedi Lettera sul «Fuoco Filosofico» di Giovanni Pontano. Prima traduzione italiana con note e commento di Mario Mazzoni. 1930.

7. «Benedetta forma acquosa che disciogli gli elementi!»