La prima chiave e quella che apre le prigioni oscure in cui lo Zolfo è rinchiuso (1); é questa che sa estrarre la semenza del corpo e che forma la pietra dei Filosofi per mezzo della congiunzione del maschio con la femmina, dello spirito con il corpo dello Zolfo col Mercurio. Ermete ha manifestamente dimostrato l'operazione di questa prima chiave con le parole:
«De cavernis metallorum occultus est, qui lapis est venerabilis, colore splendidus, mens subli mis e mare patens» (2).
Questa pietra ha un brillante splendore, contiene uno spirito di origine sublime, é il mare dei Saggi nel quale essi pescano il misterioso pesce.
Lo stesso filosofo nota ancora qui particolarmente la nascita di questa ammirabile pietra, quando dice: «Rex ab igne veniet ac conjugio gaudebit et occulta patebunt» (3).
È un re coronato di gloria, che nasce nel fuoco, che si compiace all'unione della sposa che gli é dato ed é questa unione che rende manifesto ciò che è stato prima nascosto.

Avanti di passare oltre, vi voglio dare un consiglio che vi sarà di grande vantaggio : fate attenzione che le operazioni di ciascuna delle tre opere, hanno molta analogia e dei rapporti l'una con l'altra; i Filosofi parlano apposta in termini equivoci al fine che colui che non ha occhi di lince, prenda abbaglio e si perda in questo labirinto dal quale é difficile sortire.
In realtà, quando ci si immagina che essi parlino di un'opera, essi trattano sovente di un'altra; guardatevi dunque di non lasciarvi ingannare poiché é verità che, in ciascuna opera, il Saggio Artista dovrà dissolvere il corpo con lo spirito, dovrà tagliare la testa al corvo, imbiancare il nero e arrossire il bianco. É tuttavia propriamente nella prima operazione che il Saggio Artista taglia la testa al nero dragone e al corvo.
Ermete dice che è da lì che la nostra arte prende il suo principio: «quod ex corvo nascitur, hujus artis est principium» (4).
Considerate che é per mezzo della separazione del vapore nero, sudicio e puzzolente del nero nerissimo, che si forma la nostra pietra astrale, bianca e splendente che contiene nelle sue vene il sangue del pellicano. É a questa prima purificazione della pietra e a questa bianchezza lucente che si termina la prima chiave della prima opera (5).

 

 

1. Vedi appendice ai  Sonetti alchimici-ermetici» di Frate Elia e Cecco d'Ascoli con introduzione e note di Mario Mazzoni. 1930.

2. Dalle caverne dei metalli è nascosta quella che è pietra venerabile, splendida per colore, sublime e che dal mare si manifesta.

3. «Il re verrà dal fuoco, godrà del connubio e le cose occulte saranno manifeste».

4. «Ciò che nasce dal corvo è origine di quest'arte».

5. Stia ben attento il lettore alla verità espressa da questo periodo.