CAPITOLO SECONDO

Chiunque voglia diventare sublime nella nostra arte, deve imparare presto a contare, valutare & calcolare. Ora, per pervenire & fare dei grandi progressi nella nostra scienza numerica, occorre iniziare con il porre uno che è il primo numero, & che comunemente si chiama numero geometrico, perché è da lui che si generano tutti gli altri. A questo primo numero, unite un secondo, ciò che si fa per addizione & e questo darà due. Con questi due, ne nascerà un terzo, se vi servirete abilmente della via della moltiplicazione. Da questi tre, toglietene uno per mezzo della sottrazione, resterà due, il quale per mezzo della divisione potrete ridurre ad uno. Poi, a questo uno che vi resta, addizionatene un altro, & ripetete nove volte questa operazione, & troverete nel vostro calcolo il numero dieci. Aggiungete tre volte lo stesso numero e troverete quaranta che è il numero favorito della nostra arte. 

Il numero dieci è il più perfetto, perché è il termine dove ogni serie numerica si chiude: quando si è giunti a questo numero, si ricomincia a contare. Dunque il numero dieci è un numero di perfezione, come il sette è il più fortunato; il tre il più maestoso; & il quaranta, il più misterioso. 

Si evidenzia da quanto ho appena detto, che l'unità si sviluppa nel due, si completa nel tre,  per produrre all'esterno un quarto, di dove inizia una espansione & una specie di trasformazione, fino all'infinito.  

Per quanto oscuro possa sembrare questo principio, esso è chiaro a chi è invece dotato di tutte le idoneità necessarie per giungere alla scienza universale, & il cui cuore è colmo di tutte le qualità indispensabili per raggiungere questo scopo. Questo principio così saggio, così salutare & così misterioso, deve servire da guida in tutte le sue operazioni; & se non se ne allontanerà mai, riuscirà in tutte le sue imprese: il cielo illuminerà le sue intenzioni, favorirà i suoi disegni, & fruttificherà il suo lavoro. Chi lavora per conseguire delle ricchezze, con l'intenzione di alleviare la povertà, non può mancare di giungere al suo scopo, poiché segue esattamente il volere divino. Il sole matura ugualmente & indifferentemente sia i frutti che ci sono salutari, sia quelli che ci sono dannosi, perché non è dotato di nessuna intelligenza. Ma noi, a cui Dio ha dato la facoltà di distinguere il bene & il male, di discernere la virtù dal vizio, dobbiamo impegnarci senza sosta a proteggere l'una, & a combattere l'altro. Sarebbe un errore molto pericoloso per la società umana farsi scrupolo nel punire il vizio, o concedergli aiuto, aiuto dovuto solamente alla virtù. Tendere senza sosta una mano benefica all'innocenza oppressa, alla virtù; non avere per il vizioso, & soprattutto per l'ingrato, che, per così dire, è il vizioso dei viziosi, non avere dicevo, per questo distruttore di ogni società, che indifferenza & biasimo: questo è il nostro dovere, & il nostro obbligo naturale. 

O voi, cari principianti della Saggezza, sappiate che non appena manifestiamo la volontà di soccorrere il bisognoso virtuoso, il cielo non manca mai di procurarcene i mezzi. Sappiate anche che se si trovano pochi uomini che  istruisco sul nostro segreto, è perché  ce ne sono pochi la cui  volontà è pura & retta. Ci sono due tipi di natura, la materiale & l'immateriale; una & l'altra hanno ciascuna la loro voce: quella della natura materiale è conosciuta nel mondo, sotto il nome della voce del sangue. Quella della natura immateriale è indicata dalla voce della ragione. Felici quelli che accordano al sangue soltanto ciò che non inorridisce alla ragione. E è per lui che è riservato il nostro segreto, & a cui è dato di comprendere la scienza dei numeri, & il mistero della loro combinazione.  

 

 

Indice

Avvertenza Capitolo Primo Capitolo Secondo Capitolo Terzo

Capitolo Quarto Capitolo Quinto Capitolo Sesto Capitolo Settimo