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| Uno dei requisiti indispensabili per il discepolo della Qabalah e per ogni vero ricercatore è la fede, fede intesa come certezza della mèta... In questo lavoro sono riportate le riflessioni del carissimo Fratello Federico P. Lo scritto costituisce un opera della maestria del Fratello. Il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I. La libera circolazione del lavoro è subordinata all'indicazione di fonte ed autore. © Federico P. Download "Atto intellettivo certo" |
L'io non fa altro che filosofare su questo e su quello e spesso anche su se stesso. Così, quando un essere prende coscienza di qualche principio universale, se si osserva, nota una discordanza tra ciò che egli è nello spazio-tempo e il principio che ha riconosciuto. É il momento della crisi. Anche allora, però, l'io cerca solo la disquisizione: dovrei essere così, sarebbe giusto fare in questo modo, dovrei ... dovrei… dovrei. Può anche finire col concludere molto comodamente: non sono ancora all'altezza di farlo. Certo, spezzare una circonferenza non è facile. Vivere un principio significa morire a se stessi e questo non è l'atto eroico di un momento, ma la realizzazione instancabile fatta attimo per attimo anche nelle cose che possono sembrare più insulse, anche quando l'io non vuole piegarsi col pretesto che lo sta facendo per aiutare un altro a comprendere. Bisogna prima di tutto essere sinceri con se stessi; occorre essere umili, considerare cioè obiettivamente e con coraggio a nostra condizione temporale spaziale, se si vogliono riconoscere veramente le qualificazioni egoiche che ci impediscono di essere. L'intensità della coscienza si vede quando si scavalca l'abisso, non quando si va per prati fioriti. Imparate a faticare con strenua decisione e siate benedetti. É soltanto quando si scavalca l'abisso (Daath) che possiamo constatare se Realizzazione e Liberazione sono parole piacevoli per il nostro orecchio ed utili per farci assumere una maschera morale oppure se rappresentano il Faro al quale guardiamo in ogni momento della nostra vita, anche quando infuria la tempesta. Se c'è vera istanza in noi può anche capitare che una grande ondata ci sovrasti, ma i nostri occhi rimangono sempre fissi nella direzione del Faro, in attesa che l'ondata passi e ci permetta di vedere di nuovo chiaramente. Se si è compresa l'immensità della Realizzazione non ci possono essere circostanze, ostacoli d'ogni genere che possano giustificare i tentativi dell'io che vuole vivere la sua vita di sogno. Uno dei requisiti indispensabili per il discepolo della Qabalah e per ogni vero ricercatore è la fede, fede intesa come certezza della mèta. É stata la fede che nonostante gli ostacoli dell’incredulità, ha portato Colombo in America, i coniugi Curie a la scoperta del radio, ecc. É la fede che porta in manifestazione l'istanza del cuore. Essa costituisce l'incrollabile anelito verso la trascendenza in ogni momento della vita.
Vien dietro a me e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar de’ venti [Purgatorio V. 13-15] |