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Nel 1795 Charles François Dupuis pubblicò «L'origine di tutti i culti». L'importanza di questo libro è consistita, forse, più che nelle idee in esso esposte o nelle considerazioni fatte che non rappresentavano certo novità, nel fatto che si è costituito rapidamente in strumento di facile divulgazione di idee e considerazioni che, chiuse in ghetti di certo intellettualismo iniziatico, correvano serio rischio di finire fra il dimenticato per incomprensione. Può anche darsi che la fortuna del lavoro di Dupuis la si debba all'epoca, nel senso che il clima era propizio per la sua pubblicazione; e ciò anche perché è difficile credere che si possa imputare alla sola sua opera l'interesse che si è riacceso in Europa per gli studi alchemici ed ermetico-cabalistici. Di certo vi è che quel libro, tentativo di divulgazione in un corpo unico ed organico di varie teorie tramandatesi nei tempi, ed a cui molti altri sono seguiti, ha decisamente incoraggiato coloro che cercavano nel Lavoro di Loggia, la giustificazione dell'inserimento nel corpo massonico di quegli elementi che, pur non essendogli estranei, per molti versi potrebbero anche considerarsi alienanti. Anche se non vi si fa' cenno specifico, è immanente l'ipotesi del Tempio come Teatro di memoria, argomento questo che sempre ritorna e su cui non vedo qui il caso di soffermarmi avendogli io stesso dedicato alcune note, anni addietro, in ordine alle probabili origini rinascimentali della Massoneria moderna, citando, fra l'altro, i Teatri di Shakespeare e di Fludd.
Palladio, certamente mutuando da altri che avevano affrontato l'argomento prima di lui, sostiene che la forma del Tempio deve essere ancorata al tipo di divinità a cui viene dedicato e, conseguentemente, al tipo di cerimonie che vi si debbono svolgere; e ciò, non solo per quanto attiene a quella che potrebbe essere considerata coreografia, ma anche al formale; non al formalistico, ovviamente. Tutti coloro che hanno avuto qualche dimestichezza col rituale massonico conoscono il significato del passaggio per i tre punti. Su questo particolare, che potrebbe anche sommare l'essenza di tutto il discorso, si è molto lavorato e speculato, anche se non è ancora dimostrato se la disposizione delle tre Luci nel Tempio siano causa od effetto di questi lavori e di queste speculazioni. Ciò, ovviamente, fintanto che non si è ritenuto più razionale, e forse anche logico, spostare il Secondo Sorvegliante, dall'angolo di SW, al centro della Colonna del Sud. Vi é pochissima, per non dir nulla agli effetti pratici, letteratura intesa a far luce su questo fatto che è certo di non trascurabile importanza, e non è chiaro se si sia voluto intenzionalmente coprire col silenzio quella che poteva anche essere la rettifica di un errore o non si sia inteso interrompere la speculazione a cui dava adito la disposizione precente, cioè la sostituzione della squadratura con la triangolazione. Conviene comunque osservare che, tanto la squadratura, come la triangolazione, si prestano alla memorizzazione del rituale. Il metodo è certo noto a chi lo usa, anche se non ne ha perfetta coscienza, e non interessa chi non si occupa di queste discipline.
Converrà comunque notare che esistono due sistemi di triangolazione, ma in ambedue i sistemi non esiste più, per la ragione che abbiamo vista, una rispondenza topica in senso stretto. Il sistema più semplice, o più immediato, vuole il Maestro di Cattedra, o la Cattedra, al vertice di tutti i Triangoli; per cui abbiamo il Triangolo di Fuoco costituito dal Maestro e dal I° e II° Sorveglianti - come abbiamo visto, nella Loggia, oggi il II Sorvegliante è slocato Triangolo d'Aria che vuole il Maestro al vertice dell'Oratore e del Segretario, quello d'Acqua in cui il Maestro opera col suo Diacono e col Cerimoniere, e quello di Terra in cui sempre il Maestro opera col Copritore e col II Diacono. Queste due ultime Triangolazioni non sono condivise da tutti coloro che adottano tale sistema, per cui altri Dignitari od Ufficiali operano col Maestro. Come ognuno può certo notare, ci troviamo innanzi ad un Lavoro che è dir poco definire semplicistico.
Più interesse riveste certo il discorso di Dupuis che ha inseriti i triangoli su Lo Zodiaco di Robert Fludd, Zodiaco destrogiro, o a senso orario che dir si voglia. L'inversione del senso può certo significare molte cose per coloro che si occupano di tali problemi, anche se non tutti sono d'accordo sull'immediatezza di percezione del significato, come potrebbe essere, per esempio per lo Swastika. E se, nel Tempio, lo Zodiaco è disposto inversamente, non credo lo si possa impunemente utilizzare, a meno di una gran confusione, con tutte le conseguenze inerenti, per ottenere il risultato che si era previsto prima dell'inversione. Ciò, sempre, sia detto per coloro che credono in queste cose o vi attribuiscono valore. Nelle Triangolazioni di Dupuis, o più esattamente in quelle che Dupuis descrive, il Triangolo di Fuoco passa dalla Costellazione di Ariete a quelle del Leone e del Sagittario, cioè, nel Tempio, dal Venerabile al II° Sorvegliante ed al I°, o dal I° al II°, quando, per l'arroccamento delle Colonne, è presumibile che fosse il Secondo collocato all'angolo di NW.
Il Triangolo d'Aria passa dall'Acquario ai Gemelli alla Bilancia, quello d'Acqua dai Pesci al Cancro allo Scorpione, quello di Terra dal Toro alla Vergine al Capricorno. Nulla da eccepire quindi. Salvo che non si vede la relazione col Lavoro di Loggia e parimenti non si vede se possa servire come metodo di memorizzazione agli effetti immediati. E ciò potrebbe anche essere di grande importanza perché ogni metodo valido deve rispondere a tutte e tre le esigenze, cioè l'immediata o fisica, l'allegorica e l'analogica. Salva quindi la riserva espressa circa la possibilità di inversione del senso, conviene certo non trascurare quanto propone il PRIMO QUADERNO DI SIMBOLOGIA MORATORIA, dopo la cui pubblicazione, credo sia molto difficile parlare di Rituali senza tenerne debito conto, anche a prescindere dalle supposizioni, più che dalle ipotesi, a cui si conforma; tutto si può discutere, infatti, e tutto si può anche rifiutare, ma non è lecito ignorare.
Quaderni di Simbologia Muratoria
Nella interpretazione topica del Tempio, viene costruita, come nello Zodiaco che abbiamo chiamato di Dupuis, una serie di triangoli, di cui solo il primo, chiamato Triangolo di Fuoco, ha vertice nel Maestro Venerabile, sotto la costellazione di Ariete. L'impostazione del Tempio sullo Zodiaco sinistrorso, risponderebbe, apparentemente almeno, ai canoni di tecnica mnemonica che, come abbiamo supposto, sono caratteristica di ogni pratica cerimoniale, sia per chi vi connetta valore effettivo, che è uso comune magari chiamar magico, sia che la si consideri semplice mezzo. Quasi a rifarsi a Metrodoro di Sepsi - e forse tale, anche se non se ne fa' cenno, era la intenzione - vengono ancorate tutte le Dignità e gli Ufficiali di Loggia alle Costellazioni zodiacali, fornendo a tutto il discorso un fondamento, per lo meno, classicheggiante. Una analisi particolareggiata di questa supposizione é certo destinata ad aprire spiragli di luce anche a coloro che il rituale lo usano perché così lo hanno trovato e lo leggono, magari pedissequamente, o con enfasi e senza tener conto delle parole che pronunciano. Se un difetto esiste - ma certo non é difetto la parola adatta - esso non va ricercato nel metodo proposto, longevo e collaudato da duemila anni, ma nel rituale stesso, nel senso che, si voglia o meno, si tratta di rituale in uso in un numero piuttosto limitato di Comunioni massoniche o, in ogni caso, non in tutte, e non può pertanto rispondere ai presupposti di universalità che é caratteristica peculiare della Massoneria. Ovvio che questo discorso non si riferisce a tutto il rituale, la cui parte essenziale è comune magari con un po' di buona volontà interpretativa - a tutti i rituali di tutte le Comunioni, ma a quelle differenze che, senza entrare nel merito, chiameremo per semplicità aggiunte. Con ciò non si intende minimamente porre in dubbio che tutto ciò che vi é di aggiunto non serva o che sia contrario ai principi che lo hanno informato, ma si vuoi solo osservare, che, nell'interpretazione, si può anche correre il rischio di attribuirgli più valore od il medesimo valore che mi sembra logico si debba attribuire a quelle altre parti che, essendo comuni in tutti i rituali in uso, rispondono, anche per questo, al principio di universalità. Non sono, mio malgrado, riuscito ad identificare il luogo od il momento in cui é stato invertito, nel Tempio, il senso dello Zodiaco. Se ciò é accaduto contestualmente allo arroccamento delle Colonne è facile identificarne il significato, nel senso che questo significato non esiste. Ristabilite le Colonne nella posizione originaria, anche lo Zodiaco avrebbe però dovuto seguire il medesimo destino. E ciò, sempre che le cose si siano svolte in tal modo, non è accaduto.
Altra conseguenza dell'inversione sarebbe il procedere nel Tempio che, anziché avvenire in senso orario, forse per adeguarsi alla attuale descrizione, avviene in senso antiorario. Da notarsi che, a prescindere dai significati che gli si vogliono dare a posteriori, con l'inversione troviamo la zona fredda e più buia a Sud e le Costellazioni calde a Settentrione. Tutto ciò ho premesso, non certo per amor di polemica, che non avrebbe luogo né ragione di essere, ma solo nell'intento di far apparire più chiaro e più logico il discorso; o, comunque più accettabile. Superfluo quindi aggiungere che la Triangolazione, ancorché praticabile, non esclude la Squadratura, né questa quella, per quanto possa magari apparire la Squadratura come caratteristica peculiare del lavoro muratorio e la Triangolazione un rifacimento od un richiamo a quell'Arte Reale che fu quasi certamente il veicolo di trasmissione di quello che potremmo magari oggi chiamare, seppur impropriamente, messaggio iniziatico. Dovremmo comunque considerare lo Zodiaco di Fludd, la «clavis templi». Ora, se per il Triangolo di fuoco sono in discussione le sole posizioni del I° e II° Sorveglianti, essendo le loro prerogative interscambiabili, per gli altri Triangoli ci accorgiamo che l'opera della chiave non é sempre utilizzabile invertendo il senso dello Zodiaco.
Nel secondo triangolo troviamo l'Oratore sotto la Costellazione dei Gemelli, anziché di Acquario, cioè nel posto che dovrebbe essere del Segretario. Io credo e vale la pena di ripeterlo, che si tratti di considerazioni fatte a posteriori ma, a seguire il discorso, ciò comporterebbe una confusione delle prerogative e delle funzioni dei due Ufficiali che non possono non coinvolgere anche quella della terza punta, cioè del Copritore. Il QUADERNO così specifica nella leggenda: «L'Oratore é il depositario della Legge, cioè delle Costituzioni e Leggi dell'Ordine e dei Regolamenti particolari della Loggia. Nel corso dei Lavori, l'Oratore garantisce - nel rispetto dello spirito e della forma delle norme - lo svolgimento ordinato e puntuale dei lavori, adoperando tutti gli strumenti necessari e a disposizione per ottemperare ai fini della Via Iniziatica Muratoria. L'Oratore vigila affinché tutto nello svolgimento della tornata risponda ai canoni muratori e i singoli F:.F:. non dicano o facciano qualcosa che non potrebbe poi essere avallato con il sigillo di Aria prima di Gemelli al momento di trarre le conclusioni, né inserito nella Tavola del Segretario (sigillo di Aria Terza di Acquario), come acquisizione dell'elaborato. In base a quanto sopra, l'Oratore giudica se sia stato raggiunto o meno l'equilibrio intelligente e armonico dei F.F. e della Loggia. In caso negativo, egli ha il dovere di fornire le indicazioni necessarie per il raggiungimento del fine (1)» . Apparentemente quindi, a non voler tener conto di quanto in precedenza rilevato, se il Tempio deve essere considerato Teatro di Memoria, resta fuori di ogni dubbio che la tesi interpretativa posta dal QUADERNO è quanto di più semplice e contemporaneamente di più sofisticato e di più armonico si possa immaginare. E ciò credo valga la pena di tener presente, non per emettere giudizi, ma solo perché nulla appare che possa dar luogo a discussione. Il Teatro proposto risponde infatti a tutti i canoni classici, nel senso che permette di leggere nella topografia del Tempio, non solo le varie fasi della pratica cerimoniale, ma l'essenza di tutto il discorso. Perciò anche mi sembra che l'inversione del senso venga ad assumere importanza determinante e che il tutto non possa venir sanato dalla sola inversione della marcia, e sempre che tale inversione sia possibile e non alteri il significato di tutte le altre posizioni ed azioni, perchè, come abbiamo innanzi notato, il lavoro non si esaurisce nella serie di Triangolazioni nemmeno in quei rituali che ne fanno esplicito cenno e che abbiamo sommariamente identificato con quelli in uso in quasi tutte le Comunioni latine o forse, più propriamente, in quelle Comunioni che si rifanno al R.S.A.A., come fonte. Notiamo comunque che, secondo altre fonti, il sistema di Triangolazioni non é possibile e che la marcia avviene in senso orario. È dato per certo, però, che in ogni tempo e luogo, la squadratura del tempio è sempre avvenuta con il passaggio per i tre punti, una volta per l'Apprendista, due per il Compagno e tre per il Maestro, almeno quando ancora non era stata acquisita e istituzionalizzata la Leggenda di Hiram, o comunque lavoro era talmente segreto da non aver lasciata traccia. E i tre punti, se non erro - esistono veri propri tracciati - determinavano una squadra, non un triangolo equilatero che, essendo chiuso in se stesso, può rappresentare solo verità assolute, o meglio, l'unica verità. Non vi è infatti in Loggia, fra quelli che vengono definiti simboli, alcun attrezzo che serva a costruire un triangolo equilatero, salvo il Compasso la cui funzione simbolica è esplicitamente dichiarata. Ma se il Tempio è l'elemento di connessione fra Macrocosmo e Microcosmo, o più esattamente, la vera e propria sinafia, o sinafia che si dica, se ne evince che lo Zodiaco, quand'anche non graficamente rappresentato, é nel Tempio il primo riferimento per la costruzione. Gli altri riferimenti sono il Sole la Luna ed il Maestro di Cattedra. Ammesso pure, come abbiamo visto, che le Luci vengano considerate, quand'anche slocate, sotto le Costellazioni di Ariete, Leone e Sagittario, potrà magari ad alcuni sembrar puerile lo sforzo - e di sforzo e buona volontà ne occorre parecchia - di trovare una Costellazione per ogni Ufficiale col rischio certo di lasciarne alcuni sprovvisti o di mettere in discussione la regolarità della Loggia che, regolare perché costituita da sette Fratelli sotto la volta celeste, non sarebbe in condizione di operare perchè, per le triangolazioni di Dupuis, ne servono dodici. Ne consegue chiaramente, anche agli effetti pratici, che la quadrupla triangolatura non essendo possibile in una Loggia regolare (7 fratelli) non é altro che la rielaborazione di concetti altrimenti validi e, anche se non estranei, non necessariamente appropriati al caso. Tutto ciò, sia pur per vaghi cenni riassunto, a cui altre considerazioni si potranno certo aggiungere a conforto di una tesi e del contrario, é inteso a sottolineare la discutibilità dell'assunto di coloro che vogliono la figura dell'Oratore necessaria al Lavoro Rituale ma, ancor più, la vacuità della tesi di quegli altri che vedono nel Cappellano il surrogato o l'equivalente dell'Oratore, anche se non si sbilanciano a metterlo al vertice di un Triangolo col Segretario, visto che siedono dalla stessa parte (2).
Secondo il QUADERNO, inoltre, le funzioni e prerogative dell'Oratore si confondono in parte con quelle del Segretario e non poteva essere altrimenti, stante che ne occupa il posto nelle Logge a marcia antioraria - ed in parte con quelle del Maestro di Cattedra o della intiera Loggia. I Regolamenti e la Costituzione del Grande Oriente d'Italia, nonché lo stesso Rituale scozzese in uso, pur riconoscendo - nessuno ne ha mai spiegato il perché - all'Oratore la qualifica di Dignitario, ne limita chiaramente le funzioni e le prerogative. Altrettanto dicasi di altre Comunioni che adottano anche il Rituale scozzese, che non considerano l'Oratore come Dignitario ma come Ufficiale di Loggia. Alcune di queste Costituzioni gli riservano, per contro, facoltà e compiti che la Costituzione italiana non gli riconosce, ma si tratta pur sempre di facoltà e compiti che, pur riguardando la Loggia, non rientrano nel Lavoro di Loggia, salvo quanto è prescritto per il benvenuto ai neofiti. Infatti, nella Comunione francese (3) spetta all'Oratore sostenere l'accusa nei processi in tutti e tre i gradi di giudizio, cioè in Loggia particolare, nella Loggia Provinciale e nella Gran Loggia Nazionale. Si noti però che, non esistendo Giudici con mandato specifico, é sempre la Loggia che giudica e manda. Nelle Costituzioni SudAmericane in genere - non le ho esaminate tutte -, esistendo organismi giudiziari preposti, l'Oratore, il Grande Oratore Provinciale o di Stato ed il Grande Oratore Nazionale vengono investiti del titolo di Procuratore e sostengono l'accusa nei vari tribunali secondo una procedura talmente sofisticata da far pensare che i Processi siano parte, se non preponderante, almeno notevole dell'attività di quelle Comunioni. Credo che anche ciò sarebbe sufficiente a togliere ogni dubbio a coloro che ritengono di poter associare la figura dell'Oratore con quella del Cappellano (4) Non ho, ovviamente, la pretesa di convincere alcuno che si tratta di due cariche che hanno in comune una sola caratteristica, cioè quella della loro non essenzialità nel Lavoro muratorio, ma solo di invitare e riflettere se quel Lavoro non si possa svolgere anche senza la loro presenza in Loggia. Un altro elemento che potrebbe, al limite, accomunare le due Cariche è il ruolo che a loro era riservato in passato e cioè che tanto il Cappellano, quanto l'Oratore avevano funzioni che erano prerogativa del Maestro Venerabile. Vediamo infatti, nelle Logge cosiddette inglesi, il Cappellano sostituirsi al Venerabile nei momenti delle Invocazioni o di quelle che potremo chiamare Preghiere e, nelle Logge della Stretta Osservanza ed in altre contemporanee, l'Oratore pronunciare quelle frasi che ancor oggi é il Maestro di Cattedra a rivolgere al neofita, comprendenti precetti morali ma anche devozionali che potrebbero ancora essere magari scambiate per Preghiere come i ringraziamenti al Grande Architetto ed altro. Da qui anche la piuttosto semplicistica versione, che riporto solo perché altri hanno proposta, che il Cappellano pronunciasse l'Orazione, intesa come invocazione o Preghiera, e che quindi gli si addicesse il certo più laicizzante epiteto di Oratore. È una versione più filologica che storica. D'altra parte, vediamo che nella loggia inglese di San Pietroburgo «Perfect Union» (17712), al 9° posto fra i Dignitari ed Ufficiali, appare un Orator, mentre nella coeva «Bellona», sempre di San Pietroburgo, all'8° posto, troviamo uno Speaker. Per amor di cronaca, notiamo che nella «Clio» di Mosca c'é, sempre all'8° posto, uno Speaker, e così nella «Mars» di Jassy (Moldavia) e nelle «Urania» e «Nine Muses» di San Pietroburgo.
Nè Speakers ne Orators compaiono però fra le cariche della Gran Loggia Provinciale. Sempre a titolo di quasi curiosità rammentiamo che, nella cerimonia di iniziazione descritta da Leone Tostoi, appaiono contemporaneamente nel Tempio un Orator, uno Sponsor, un Narrator ed un Chaplain; ovviamente con funzioni differenti. In ordine di tempo, la più antica traccia che ho trovato - sono certo che le indagini sono state piuttosto sommarie - di un Oratore elencato fra gli Ufficiali e Dignitari è del 1774 e si riferisce al «Sovrano Capitolo della Rosa Croce di Parigi» in cui l'Orator occupa l'attuale 4° posto prima del Segretario. Sia chiaro che mi riferisco a documento da cui risulta l'istituzionalizzazione quasi burocratica, vorrei dire, della Carica, non della qualifica che appare spesso in documenti ed anche in Rituali certo più anziani. Ufficialmente la qualifica appare per la prima volta - ed anche su questo punto chiedo venia per la limitatezza delle mie nozioni - in una lettera datata 2.8.1737 in cui Andrey Ramsay viene qualificato «the Grand Orator». Per contro, più limitate sono le notizie per quanto attiene i Cappellani; nel 1877 abbiamo al 5° posto, prima del Tesoriere, un Grand Chaplain nella Gran Loggia del New South Wales e nel 1815 addirittura un Deputy Grand Chaplain nella persona del Revd. H. I. Knapp. Mi sembra sia il caso di notare che il Chaplain appare solo saltuariamente negli elenchi degli Ufficiali di Loggia mentre è costantemente presente in quelli delle Grandi Logge Provinciali o della Gran Loggia ove, come abbiamo visto, esiste da tempo anche un Deputy Grand Chaplain. Ora, poiché ogni volta che appare il nome di un Chaplain, questo è costantemente preceduto dal titolo di Reverendo, non occorre molta fantasia per concludere che, quando il Cappellano non veniva nominato, era per la pura e semplice ragione che non c'era un Reverendo disponibile. Logico anche che, di reverendi disponibili, ve ne fossero più di uno nelle Grandi Logge, che potevano contare su un più cospicuo piedilista, e che vi fosse anche possibilità di scelta prioritaria. È una delle poche volte, forse l'unica, in cui viene riconosciuta in Loggia una qualifica profana, salvo ovviamente, quella di «protettore», riservata ai principi, ma che era attribuita anche a principi non massoni. Su questo punto si è anche speculato, specie fra coloro che dispongono di tanti avvocati a cui attribuire la carica di oratore, nel tentativo di accusare le Logge inglesi di clericalismo. Dove invece il Cappellano appare una istituzione stabile, per quanto non certo importante come quella del Segretario e del Tesoriere, è nelle logge americane, anche se, anche qui, vi è una certa tendenza ad affidare l'incarico ad un Pastore o, magari, ad un teologo. Non vanno comunque sottaciute le condizioni in cui sono nate le prime Logge americane non castrensi che sono le stesse in cui si sono costituite le prime comunità; molto spesso il Pastore non esisteva e c'era chi si ingegnava a fare il lettore. Non son pochi questi lettori che sono stati annoverati fra i Cappellani delle Logge. Tengo a precisare, se a qualcuno fosse sfuggito, che quando mi riferisco a Logge inglesi, non intendo specificamente quelle dipendenti dalla Gran Loggia di Londra ma a quelle Logge che, in Inghilterra e nel mondo, usavano od usano rituali derivanti dagli «J & B» o «T.D.K.», più noti magari come «Emulation Rituals» nelle svariate versioni. Altrettanto dicasi per quanto attiene le Logge americane, molto diffuse nel mondo specie dopo l'ultimo conflitto mondiale, che usano Rituali che si informano, più o meno, a quello della Gran Loggia di California e che qualcuno, a pretesto di segni od altro, ritiene di poter catalogare come derivanti dal Rito di York. A voler riassumere, e non certo concludere, penso si possa dire che le Logge hanno incominciato a lavorare senza Cappellani e senza Oratori, probabilmente con un Maestro che aveva alla sua sinistra l'ex Maestro ed alla sua destra il I° Sorvegliante - di ciò esiste documentazione - mentre il II Sorvegliante accudiva alla porta di Occidente.
Col passare del tempo, perfezionandosi l'organizzazione, sono stati incaricati Fratelli, con specifiche competenze e capacità, a svolgere particolari lavori e, come vi fu l'esperto in lavori di masticazione, fu incaricato il Pastore, se c'era, a svolgere funzioni di Cappellano ed il musico quelle di Organista e, magari l'esperto di Discours a tenere Orazioni, come quella storica di Andrea Michele di Ramsey.
1. Nel Diet. Univ. de la F.M. (Ed. du Prisme, Ed. De Navarre, 1974) l'Oratore, sull'albero sephirotico è Chokhmah, la Saggezza. Secondo le definizioni astrologiche di Wirth, egli corrisponderebbe al Sole poiché domina Giove (il Venerabile) nel caso in cui a questi difettasse la saggezza simbolizzata dallo stesso Giove. Sul sigillo di Salomone (Boucher) egli forma una delle due sommità del triangolo «discendente», che «organizza» la Loggia. Se si rappresenta la Loggia come un uomo coricato, egli rappresenta il braccio sinistro (con l'ospitaliere). L'assimilazione col sole è evidentemente la più ricca di possibilità, il sole potendo assimilarsi alla Livella, al Sale, alla Carità e al numero cinque. (N. d. D.) 2. Il primo Gran Cappellano della G.L. Premier di Londra, ossia quella dei Moderns, fu nominato nel 1775. Siccome morì nel 1777, gli fu dato un successore solo nel 1781. Nella G.L. di Atholl, ossia degli Antient, il primo Gran Cappellano fu nominato nel 1772. Nella G.L. Unita, il Gran Cappellano è stato nominato ininterrottamente dal 1813 e un Assistant Grand Chaplain dal 1906. (N. d. D.) 3. Da un rapporto di polizia, si ha conferma che in Francia (M. P. Chevallier) la funzione di Oratore esisteva in tutte le Logge già nel 1774. (N. d. D.) 4. Per gli Stati Uniti la carica di Gran Cappellano si trova in tutte le giurisdizioni. È in genere un ufficio di «nomina», solo in tre Grandi Logge viene eletto. (N. d. D.) Due giurisdizioni hanno pure un Grande Oratore elettivo e 19 un Grande Oratore nominato. (N. d. D.)
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