Har Tzion - Monte Sion - 705 Or :.di Roma

Alfredo Di Prinzio 1982, interpretazione simbolica del 1^ Grado

  State ascoltando la Fuga X^ in 2 di Atalanta Fugiens

 "Dai fuoco al fuoco, Mercurio al Mercurio, e ciò ti basti"

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 Il Cantico dei Cantici - 1994 -


Shir ha-Shirim o Cantico dei Cantici è un libretto di appena otto capitoli, che, in apparenza non presenta particolari problemi d'interpretazione, trattando esso dell'amore di due giovani: un amore autentico e senza riserve. Il Cantico, tuttavia, è stato oggetto, nel tempo, di diverse chiavi di lettura tra cui in particolare quella alchemica e quella cabalista. Per la prima sarebbero facilmente individuabili nel
Cantico le varie fasi dell'Opera … (omissis) … ciò che immediatamente si evidenzia è la quantità dei capitoli. Ora, per un profano, il numero è in volgare una quantità concreta, per un ricercatore, invece, il numero è la virtù della quantità rappresentata dalla cifra, è la indicazione della qualità della quantità, e quale qualità rappresentano gli otto capitoli del Cantico se non quello della VITA, se si evidenzia che nelle 22 lettere dell'alfabeto ebraico la lettera Chet (l'ottava) significa appunto la vita?  Certamente non quella che scaturisce da un atto di coito, il quale, se pur determinante per la continuazione della specie, non può essere componente tale da far considerare lo Shir ha-Shirim testo sacro; anche se è pur sempre elemento  fondamentale per una sacralità del Cantico, se però tale sacralità è letta con Yesod (la sephira che allude al membro) posto sul piano di Assiah (quello materiale) e in contrapposizione con la visione canonica che censura con il Talmud una lettura simile, si legge infatti nel trattato Sanhedrin  a pag. 101: "Colui che legge un versetto del Cantico dei Cantici e lo considera come un canto erotico porta la sventura sul mondo".
Mi sembra evidente, e tale è anche quanto giustamente sottolineato in alcuni interventi, che ciò che si canta nei versi è lo Yud principio-vita universale, il principio qualitativo dell'unità, la natura e l'essenza stessa dell'Amore. A tale proposito lo Shir ha-Shirim sembra essere, con i "Dialoghi d'Amore" di Iehudah Abrabanel, il "Convivio" di Platone e "L'amor Platonico" del Rossetti, quanto di più ortodosso e sottilmente indicativo la Tradizione Occidentale ci offre su tale soggetto… (omissis),  per l'indagine cabalista si tratterebbe… (omissis) ... di un'unione amorosa e cerimoniale in parte riconducibile al maithuna tantrico, senza tuttavia utilizzare di questo né le particolari tecniche, né l'arresto seminale… (omissis) [Torna indietro]

Genesi -1996 -

(omissis) Il primo giorno "Dio disse: Che la luce sia. E la luce fu." Il noto versetto del Genesi pone subito una questione di metodo suscettibile di trasformarsi in un problema sia di natura teologica che cosmologica. Un primo interrogativo è se la luce preesista alla creazione. Il Sepher ha Zohar non ha dubbi in proposito, ritenendo la luce, già esistente, fonte di un segreto indicato dalla gimatreya  dei nomi "luce" e "segreto" aventi lo stesso valore numerico. A questo segreto si allude allorché è detto, nella sezione Preliminari dello Zohar, che una fiamma oscura, troppo oscura per essere vista, zampilla dall'infinito.
Si tratta di En-Soph-Or luce infinita che non si lascia vedere. Da questa infinita pagina oscura e velata come notte profonda si leva improvviso un minuscolo punto di luce.
Una metafora, accessibile all'esperienza comune, per descrivere questo "fremito" dell'Infinito è la fiamma che sale da una brace o da una candela che brucia. Nella fiamma che sale si notano due luci, la prima bianca e brillante, l'altra, più in basso, nera e che serve da "trono di gloria" alla luce bianca. Le due luci sono indissolubilmente legate. Il Sepher Yezirah, forse il più antico testo ispirato alla Qabalah, presenta in proposito un'immagine che ebbe molta fortuna nelle speculazioni dei primi cabalisti storici. Si tratta delle fiamme che divampano alimentate dal carbone ardente. Tali fiamme sono le luci o sephiroth che si diffondono a partire dal primo punto di luce distintosi nella "nerezza" del carbone. Quel punto è la corona dalla quale ben presto si estendono altre nove luci. Quel punto di luce, adombrato dalla luce infinita e per noi oscura, è il primo dei dieci "Dio disse" del Genesi ed è anche il primo istante della creazione… (omissis)
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