L’alto Medioevo fu un’epoca ricchissima di nuovi e "difficili" fermenti, e la musica e la poesia non furono immuni da queste inquietudini, che anzi produssero dei "movimenti" riconducibili inizialmente agli studenti e ad individui appartenenti "all’Ordo Clericalis".
Agli inizi del XII secolo, in Europa, si registra un’ampia compagnia di "Homines Novi" stanchi di accettare la vita come una dolorosa prova per conquistare l’eterna beatitudine. Generalmente erano persone di cultura e probabilmente ortodossi fedeli dei precetti religiosi, ma disposte, anche, ad indulgere ai richiami della carne, tanto da essere accertati con il nome di Goliardi.
In verità appartenevano, per la quasi totalità, "all’Ordo Clericalis" e questo perché la cultura, ma soprattutto la diffusione della stessa, era totalmente e saldamente detenuta dal clero.
La storia li ricorda anche con il nome di "Vagantes", a causa del loro continuo pellegrinare da città in città, da schola in schola. Il patrimonio di conoscenze che trasmettevano, però, non sempre apparteneva a nozioni acquisite, ma animati come erano da aneliti di libertà, divulgavano insieme alle nozioni del tempo, anche i loro Otia letterari. Famosissimo l’Ordo Vagorum di Abelardo, un vero e proprio manifesto dei Clerici Vagantes, nel quale non soltanto vi si cantava la vita nel senso più ampio e terreno, la gioia per le donne, il vino e il gioco, ma anche si ironizzava sulla religione, o più esattamente sugli alti prelati.
Probabilmente, se i documenti del tempo non ci avessero tramandato il furore con cui la Chiesa perseguitò questi Homines Novi, la posterità non sarebbe venuta a conoscere dell’esistenza di un canto e di una musica profana nell’alto Medioevo. I loro "Carmina Goliardica", quasi certamente, sarebbero morti con loro. La sorte fu, però, generosa con i Vagantes, e mani ignote raccolsero alla fine del XIII secolo le loro opere in un manoscritto, rinvenuto recentemente (fine 1800) nel monastero di Buren; da qui il loro nome "Burana".
Già nel 1231 il concilio di Salisburgo li condannava come "scurriles, maledicos, blasphemos", accuse che per quei tempi non erano quisquilie. La storia ricorda l’evirazione di Abelardo per opera del canonico Fulberto cui aveva sedotto la nipote Eloisa.
Ad iniziare dal XIV il "movimento" declina fino a svanire del tutto; ma storici sostengono che la loro fine fosse già stata scritta con le "Crociate Albigesi" del 1209.
Indiscutibile la loro influenza nelle corti d’Europa, tanto da dare origine in Germania e in Francia ad espressioni musicali e liriche autoctone.
I CARMINA BURANA
Licet eger cum egrotis |
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Procurans Odium |
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Caelum non animum |
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Fas et nefas |
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Pange lingua |
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Bonum est confidere |
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Vite perdite me legi |
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Crucifigat omnes |
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Nomen sollemptibus |
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Axe Phebus aureo |
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Clauso Chronos |
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Exiit di luculo |
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Dic Christi veritas |
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Tempus transit gelidum |
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Ich was ein chint |
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In taberna |
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Bache bene venie |
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Alte clamat Epicurus |
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Vino veritas |
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Vino bonum et soave |
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Orientis partibus |
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Esecuzione sequenziale di tutti i Carmina Burana
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Ductia |
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I Carmina Burana
nell'esecuzione di Carl Off
Berlino 1989 (1h.49 m.)
(Attendere qualche secondo
prima di avviare)
Chi fosse interessato può trovare i testi completi dei 250 Carmina Burana nella lingua originale al sito:
http://ducalucifero.altervista.org/cb.htm |