Il successo di questa canzone - probabilmente avvantaggiato dal carattere travolgente della sua aria (si tratta di un'aria popolare che era già talmente in voga a metà del diciottesimo secolo che la si danzava al ballo dell'Opéra) - è attestato dal fatto che la si trova in quasi tutti i Canzonieri del XVIII secolo, come per esempio: - Con il titolo
"Per tre volte tre", nel Canzoniere di Naudot (pp. 47-50) - Nella Lyra Massonica, che non contemplerà l'ottava strofa e il relativo ritornelello. - Nella
"Raccolta della Loggia S.te Geneviève", che vi aggiungerà una nona strofa, la seguente:
Al Maestro della Loggia, Beviamo con slancio; I nostri cuori fanno il suo elogio, Evviva evviva, evviva. ne esplicito l'idea: Ammiriamo la sua saggezza, Imitiamo le sue virtù, E rendiamogli senza tregua Gli omaggi dovuti. Prendiamo il bicchiere in mano Per cantare questo ritornello Al Maestro della Loggia ecc. - Nella raccolta di Sophonople, con il titolo "Altro Invito". - In diverse raccolte, di date differenti (o anche senza data), che si dicono tutte stampate a Gerusalemme e spesso molto simili, tra le quali quella, datata 1782 dove è riproposta con il semplice titolo di
"Canzone" - La si ritroverà, nel 1806, con il titolo
"Nodo fraterno", nella raccolta di Holtrop, molto spesso ispirato dalla Lyra: ed è effettivamente la versione della Lyra che riprende, ma tralasciando la settima ed ultima strofa.
Il Legame del Massone
Aria: Carillon di Dunkerque
Tutti. Per tre-volte-tre, Fratelli miei Cantiamo con slancio, Le nostre leggi ed i nostri misteri, Evviva, evviva, evviva.
Solo. 1. Qui l'architettura Si limita al cuore umano; E la semplice Natura Fornisce il disegno: L'onore, il sentimento Ne è il fondamento.
Ritornello. Per tre-volte-tre insieme, Cantiamo con slancio Il nodo che ci unisce: Evviva, evviva, evviva.
2. La nostra unione sincera Dell'ordine è il sostegno; È la pietra angolare Di tutto il legame. La nostra Fraternità Gli deve la sua fermezza.
Ritornello &c.
3. Gli errori, il prestigio Da noi son abbattuti. È qui che si erige Un Tempio alle Virtù. Mai non perisce, Il tempo lo garantisce.
Ritornello &c.
4. Frantumiamo la barriera Dei pregiudizi ingannevoli, Il compasso e la squadra Dirigono i nostri costumi. Misuriamo i nostri piaceri, E regoliamo i nostri desideri.
Ritornello &c.
5. Fratelli miei, vedete come Tutto sembra compassato
(*); L'uomo al livello dell'uomo È qui posto; L'esatta probità Produce l'uguaglianza.
Ritornello &c.
6. Siamo senza pastoie; Qui il Principe ammesso Non trova di schiavi, Ma dei veri amici. Deve al nostro cuore, E niente alla grandezza.
Ritornello &c.
7. Piccolo-Maestro bizzarro, Intonacato di vanità, Vedi strappare la tua maschera Con la verità. L'uomo qui, è come, Ai nostri sguardi appare.
Ritornello &c.
*. "Tutto sembra compassato". L'aggettivo compassato non aveva necessariamente nel XVIII secolo il carattere un po' peggiorativo che ha preso oggi; i dizionari dell'accademia del XVIII° secolo danno difatti come definizione "molto esatto" & "molto regolato". In un discorso pronunciato negli anni 1760 alla Loggia "La Discreta", si legge la seguente frase: "armati della squadra e del compasso ci compassiamo le nostre azioni, misuriamo i nostri passi". Esiste dunque un verbo compassare (di cui compassato è soltanto il participio) che non è più molto comune ma che significa "misurare col compasso". All'epoca era più spesso adoperato nel suo senso figurato di proporzionare bene una cosa. |