F:. Aldo Ercoli

 

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Quando, esaurito il tempo concessogli, giunse il momento della sua morte, Rabbi Hiyâ pronunciò queste parole: "O anima mia, ritorna alla tua dimora. Divina scintilla di una fiamma celeste, lascia questo corpo mortale e vile. Giocattolo del timore, della speranza e del dolore, è tempo che ti elevi verso le regioni della vita.  Il mio corpo si indebolisce, la forza mi abbandona, la vista si spegne, cesso di respirare. La terra sparisce sotto i miei piedi e il cielo si apre ai miei occhi; ma cosa vedo? Cos’è quest’albero magnifico (Isaia XI,1 e 2) e splendente, che aromatizza la volta azzurrata e dalla cui sommità discende la colomba celeste? Io lo riconosco...  O angeli alati prestatemi le vostre ali, affinché io possa innalzarmi più velocemente verso di Lui. Cosa! Il mio corpo sta’ morendo? Quale follia temere una simile estasi! Sepolcro, dove è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?". Rabbi Hiyâ terminò di parlare e la sua anima si involò. [Zohar I^ 14a]

 

Ciao Aldo... Carissimo Fratello!

Oriente degli Orienti 25.07.6003