Tra gli autori che hanno scritto di Alchimia uno dei meno conosciuti è Frate
Elia, compagno di San Francesco e secondo Generale dell'Ordine Francescano:
vissuto in pieno XIII secolo, a lui sono attribuiti almeno sette trattati ed
alcune composizioni poetiche che racchiudono in poche righe una vera somma
dell'Arte.
Lo Speculum alchimiae, qui trascritto e tradotto da un manoscritto della
fine del XV secolo, costituisce una sintetica esposizione delle operazioni
alchemiche e dei tempi del loro svolgimento: per comprendere il significato
del testo, nei limiti di una comprensione mentale (Alchimia è operare, non
leggere), l'opera è preceduta da una breve esposizione dei principii
alchemici per compiere l'opera di trasmutazione delle tre componenti
corporea, animica e spirituale dell'essere umano nella creazione del "corpo
di gloria", Oro perfetto e Androgine coronato della corona rossa.
Al testo dello Speculum fanno seguito sette poesie alchemiche, due
attribuite a Frate Elia e cinque anonime, nelle quali la Via alchemica è
esposta con frasi spesso oscure ma che nel loro misterioso parlare possono
illuminare l'intelligenza (ictus legere) di cosa sia veramente Alchimia.
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