La Questione dei

Landmarks

 

Di

Luigi Sessa

 

 

 

 

Bastogi Editrice

Nei vari testi di storia della Massoneria finora pubblicati la questione dei Landmarks viene sempre trattata in forma del tutto problematica, segno questo, che la questione e stata ed è molto controversa. Infatti, a chiunque si interessi di Massoneria, soprattutto di quella speculativa, non 'è mai sfuggita l'esigenza di un maggiore chiarimento ad un problema posto sin dalla pubblicazione delle Costituzioni di Anderson, che ha condizionato i diversi significati assunti dalla storia della Istituzione dal 1717 ad oggi, a seconda, appunto, della interpretazione che si dava o si voleva attribuire ai Landmarks.

In questo ambito lo studio del Fr. Luigi Sessa, che mi sento veramente lusingato di presentare, colma una grave lacuna sul piano storico e dottrinario, impostando in termini razionali e scientifici il problema, mediante la ricerca e la comparazione di documenti originali e fondamentali.

Ma il pregio del lavoro non è limitato all'aspetto metodologico: esso, infatti, perviene ad una soluzione convincente che non solo soddisfa le curiosità di chi ha interesse al problema, ma consente ai Liberi Muratori di trarre alcune conseguenze importanti.

Innanzi tutto viene acquisito che il limite, entro il quale l'Ordine massonico si può muovere in totale autonomia e con sovrana autorità, è il mondo spirituale con la sua simbologia muratoria con i suoi riti ricchi di valenze esoteriche, sacrali, trascendentali.

Questo limite, che esclude una invasione, da parte della Massoneria, del mondo politico e del mondo religioso, elimina ogni possibile commistione e confusione dei Liberi Muratori con il potere profano e lascia ad essi l'acquisizione dell'unico vero potere cui gli uomini iniziati ambiscono: il dominio di sé stessi e delle proprie passioni.

Altro pregio di questo lavoro è il fatto che esso viene presentato in un momento in cui la ricerca dell'identità della nostra Istituzione è problema attuale e fondamentale e non solo per la nostra Comunione nazionale, ma per la Massoneria universale non vi è dubbio alcuno che il conoscere non approssimativamente gli inizi dell'Arte Reale contribuisca alla scoperta della nostra identità.

Infine, mi sembra giusto rilevare che la semplicità del linguaggio, la chiarezza dell'esposizione, pur in presenza di temi assai difficili e controversi, mostrano il grande impegno dell'Autore e la sua grande dimestichezza con l'arte della divulgazione, così rara e difficile negli anni che viviamo. Auguro, pertanto, un vivo successo a questa pubblicazione e spero che essa trovi soprattutto tra i Fratelli e tra coloro che ambiscono alla conoscenza del mondo iniziatico l'accoglimento e la benevolenza che, a mio parere, ampiamente merita.

Armando Corona  

  

 

 

 
 
 

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Musica: "Fuga XXVI° di Atalanta Fugiens" di Michaël Maier 1687