Loggia Har Tzion - Monte Sion -

Il carissimo Walter B. da (?) ci invia, utilizzando il "Libro degli Ospiti",  una sua considerazione: Gentile redazione della Montesion, colgo l'occasione per farvi i complimenti per il vostro sito, che a parer mio è il più completo della rete, e che è stato per me una insostituibile fonte di informazioni! Vorrei però aggiungere che la spiegazione da voi data sul divieto delle donne in Massoneria mi è sembrata un poco annacquata, e mi spiego. Per quanto conosco, il massone in quanto uomo che mette tutto in discussione, non accetta nessuna verità come definitiva! In virtù di quanto sopra il continuo richiamo ai Landmarks, mi sembra una contraddizione in un organizzazione come la nostra che si definisce A-DOGMATICA. Tra l'altro, il divieto per le donne dovrebbe valere, ancora anche per i neri e gli storpi, nonché per persone con diversi orientamenti sessuali ( perchè si potrebbero considerare non di buoni costumi). Inoltre se il vietare l'ingresso in massoneria alle donne, avrebbe avuto un senso per la massoneria primitiva, con il passaggio alla massoneria degli alti gradi, che raccoglie in sé correnti filosofiche come il neoplatonismo ed il pitagorismo (che contemplavano al loro interno anche le donne), questo divieto dovrebbe venir meno. Un po' superficiale infine, mi sembra il richiamo all'irregolarità del G.O. di Francia, con cui fino ad un passato abbastanza recente, avevate avuti rapporti di riconoscimenti reciproci (i regolari di oggi sono gli irregolari di ieri), qualcuno ha detto che la vera regolarità consiste nel conservare con cura i rituali, e i simboli che costituiscono i nostri attrezzi di lavoro per scavare oscure e profonde prigioni ai vizi! sicuro in una vostra risposta, vi mando il mio triplice fraterno abbraccio.

Caro Walter, voglio innanzi tutto precisarti che il riferimento ai Landmarks, per quanto riguarda l’iniziazione femminile in massoneria, non è questione di dogmatismo, ma di accettazione di regole condivise dalla massoneria internazionale alla quale si richiama il GOI. Pertanto, una diversa regolamentazione non potrebbe essere adottata unilateralmente dal Grande Oriente d’Italia. D’altra parte, l’iniziazione mista è esclusa dalla tradizione muratoria, se già nella seconda edizione delle Costituzioni di Anderson (1738) si legge: “Gli uomini ricevuti Massoni debbono essere nati liberi (non schiavi), di età matura, e di buona reputazione, robusti e sani, senza deformazioni e mutilazioni al momento della loro ammissione, ma non donne né eunuchi”. Dal che si comprende, anche in relazione alle tue affermazioni, il divieto di iniziazione comune con le donne, gli infermi (tranne che lo siano diventati più tardi: nessun massone colpito da infermità è espulso) e gli omosessuali (naturalmente manifesti o dichiarati). Nessun divieto esiste invece per gli uomini di colore in quanto tali.
Il vero problema mi pare, dunque, quello di capire il perché del divieto di una massoneria cosiddetta mista. Com’è noto, la spiegazione ufficiale e più diffusa è data dalla distinzione, per molti risibile, di una iniziazione solare e maschile a fronte di una iniziazione lunare e femminile. Detta così, la motivazione non appare del tutto convincente, ma se cominciamo a studiare il diverso simbolismo dei due luminari, anche per rapporto all’Arte Reale, la questione si fa più chiara.
C’è tuttavia un altro argomento che, a differenza del precedente, chiamerei storico più che esoterico. La Massoneria (speculativa) nasce dalla massoneria operativa dei costruttori di cattedrali, formata da uomini liberi (non schiavi o servi della gleba) che ben presto associano a questa capacità di essere liberi, e virtuosi nell’arte loro (in un mondo in cui prevale l’asservimento del lavoro e delle coscienze e l’intolleranza), anche la custodia di segreti che sono chiamati a scolpire in simboli all’interno ed all’esterno delle cattedrali.
Tale, che piaccia o no, è storicamente la nascita dell’iniziazione maschile alla quale si richiama la Massoneria del GOI. L’iniziazione femminile non può richiamarsi al mestiere di muratore o costruttore di cattedrali e la tradizione ci offre, d’altro canto, numerosi esempi di società iniziatiche femminili, più o meno antiche, per l’appunto ispirate ai mestieri storicamente svolti dalle donne.
Di qui si comprende anche il divieto per gli infermi di entrare in Massoneria. Virtualmente non sono in grado di svolgere un mestiere e quindi di essere parte attiva (e quotizzante) di una Loggia.

Ti segnalo la presenza sul sito di un interessante articolo di Mariano Bizzarri che affronta il tema:

Massoneria e Iniziazione femminile


Sergio Magaldi

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