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  • 23.01.2009 - Roma - (Adnkronos) - Negli archivi vaticani sono custoditi anche i fascicoli di una importante confraternita massonica italiana. Si tratta delle carte provenienti dalla loggia «Giuseppe Mazzoni» di Napoli, relativi soprattutto agli anni 1880-1887, ma con materiale anche precedente a questo periodo. Il ritrovamento è stato fatto nell'Archivio degli Affari Ecclesiastici Straordinari dal professor Giovanni Miccoli, emerito di storia della Chiesa all'Università di Trieste, che si è servito anche di questa documentazione inedita per la stesura del saggio «Leone XIII e la massoneria», apparso sulla rivista «Studi storici». «Resta da capire quando e in qual modo i documenti della massoneria napoletana sono arrivati in Vaticano», sottolinea Miccoli, ipotizzando che provengano da una loggia disciolta oppure siano il frutto di una qualche sottrazione. La scoperta negli archivi vaticani testimonia, tra l'altro, come il Papato di Leone XIII (1878-1903) considerasse la «setta massonica» la responsabile della perdita del dominio temporale e guardasse con preoccupazione agli orientamenti di politica ecclesiastica del governo italiano, dove non pochi erano gli affiliati alla massoneria. Di fronte a questo attacco, il Vaticano reagì non solo con la promulgazione di encicliche (ad esempio la «Humanum genus» di Leone XIII del 1884) ed altri atti ufficiali, ma anche arruolando informatori e infiltrati in grado di fornire alla Curia romana notizie di prima mano sull'attività e i propositi della massoneria italiana e delle associazioni radicali ad essa variamente collegate. La stessa documentazione di origine massonica presente in maniera «non irrilevante» negli archivi vaticani, osserva il professor Miccoli, «suggerisce un impegno di acquisizione di documenti autentici in grado di fornire informazioni precise». Nell'Archivio degli Affari Ecclesiastici Straordinari Miccoli ha ritrovato, ad esempio, un'ampia raccolta di informative, riguardanti fatti tra il febbraio e il luglio 1888, trasmesse da un personaggio che rivendica oltre dieci anni di servizio alla Santa Sede «in mezzo a malfattori di ogni risma», lamentando poi però il suo licenziamento. Presuppone l'esistenza di numerosi informatori vaticani anche la lunga relazione del cavaliere Augusto Carcani del 21 luglio 1889, sulla cerimonia di Campo dei Fiori, a Roma, per l'inaugurazione del monumento a Giordano Bruno, dove, tra l'altro, si dà precisa indicazione di quali finestre della piazza risultino illuminate e imbandierate, quali socchiuse e quali chiuse, nonché dei loro abitanti e si offrono molti nomi dei membri delle delegazioni presenti. Lo stesso può dirsi dell'accuratissima «distinta degli individui che hanno preso parte alle feste per l'inaugurazione del monumento a Giordano Bruno», predisposta dalla gendarmeria pontificia ma che non può non aver comportato molti collaboratori esterni. Caratteristiche simili presenta la dettagliata relazione, non firmata, del 28 marzo 1888, sullo «stato presente delle Società segrete, Circoli e Associazioni politiche radicali esistenti in Roma».

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