I dettagli della Rassegna Stampa sono consultabili sul sito del Grande Oriente d'Italia: www. grandeoriente.it

Notizie, eventi, avvenimenti, comunicazioni

 

  • 12.01.2006 Trieste - Massoneria: cresce nel Friuli Venezia Giulia il Grande Oriente d’Italia.
    Il prossimo 14 gennaio il Gran Maestro Gustavo Raffi a Gorizia per l’inaugurazione di una nuova loggia e a Trieste il convegno di studi su irredentismo e interventismo.

    Due significativi eventi – che testimoniano, da un lato, la crescita che il Grande Oriente d’Italia sta registrando nel Friuli Venezia Giulia e, dall’altro il sempre più marcato impegno su temi storici e culturali – sono in programma per il prossimo 14 gennaio a Gorizia e a Trieste.

    In mattinata il Gran Maestro Gustavo Raffi, sarà a Gorizia per partecipare alla cerimonia rituale, che si svolgerà alle ore 10 presso il Palazzo dei Conti Levetzow Lantieri, per "l’innalzamento delle colonne del Tempio” - che nel gergo massonico indica l’inaugurazione di una nuova "officina” - della neo costituita loggia "Isonzo". Anche nella città isontina si fa nuovamente viva la presenza dei "liberi muratori” che, dopo lo scioglimento, un decennio or sono della loggia "Acacia isontina” erano stati aggregati alle logge di Udine. Nel linguaggio massonico, Gorizia torna, quindi, a essere un "Oriente” ovvero un territorio dove è attiva la presenza di una o più logge.

    Nella stessa giornata, alle ore 17.00, nella Sala maggiore della Camera di Commercio di Trieste, si terrà il convegno di studi "Massoneria: irredentismo e interventismo”: una occasione, a carattere pubblico, per rivisitare il ruolo del Grande Oriente d’Italia in questo periodo storico e per evidenziare il ruolo della città giuliana che ha offerto molti martiri alla causa della libertà fra i quali numerosi erano quelli iniziati alla Libera Muratoria.

    I lavori del convegno triestino - organizzato dal Collegio circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia – saranno aperti dall’intervento di saluto del presidente della circoscrizione Pasquale Tigani Sava ed introdotti dal Gran Maestro onorario Morris Ghezzi, sociologo del diritto dell’università di Milano, che modererà i relatori in programma. Sono previsti gli interventi degli storici Santi Fedele, dell’università di Messina, e Tullia Catalan, dell’università di Trieste, che parleranno rispettivamente della libera muratoria alla vigilia della seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con il movimento irredentista e l'associazionismo politico, il giurista e storico Enzio Volli che approfondirà il tema "Massoneria e irredentismo” e il Gran Maestro Raffi che chiuderà i lavori con una relazione su "Massoneria e interventismo”.

    Le iniziative di Gorizia e Trieste rappresentano l’ideale prosecuzione delle attività culturali realizzate nel 2005 per celebrare il Bicentenario di fondazione del Grande Oriente d'Italia e che, con convegni di studi di livello internazionale, hanno interessato Napoli, Rimini, Milano, Torino, Roma, Palermo Firenze e Bologna, ripercorrendo ed analizzando duecento anni di storia italiana attraverso passato e presente della Massoneria.

  • 12.01.2006 Bergamo Bergamo - Il Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Lombardia, in collaborazione con la loggia bergamasca "Pontida" (65), organizza per il prossimo 28 gennaio un convegno di studi su "Arcangelo Ghisleri e la Repubblica ideale". La manifestazione si svolgerà con il patrocinio della Regione Lombardia ed il Comune di Bergamo nella Sala Conferenze "Tremaglia" del Teatro Donizetti (piazza Cavour, 15), con inizio alle ore 16.
    Sono previsti gli interventi di: Arturo Colombo (Quel giornalista di nome Ghisleri), Paolo Gastaldi (L'idea di nazione e il futuro dei popoli oppressi) e Elisa Signori (Ghisleri e la Svizzera), tutti dell'Università di Pavia; Annamaria Isastia, dell'Università "La Sapienza" di Roma, (Ghisleri massone); Francesco Miceli, dell'Università di Trieste, (Ghisleri geografo); Sandro Fonatana, dell'Università di Brescia,(Per le autonomie locali).
    Il Gran Maestro Gustavo Raffi concluderà i lavori.

  • 25.01.2006 Il Quotidiano della Calabria, 25 gennaio 2006.

    Locri. Lo dice il Gran Maestro della massoneria Raffi «Il rifiuto del vescovo alla richiesta di incontro è un'occasione mancata»

    LOCRI - Il rifiuto del vescovo di Locri ad incontrare il Gran Maestro d'Italia di Palazzo Giustiniani il ravennate Gustavo Raffi, è stata "un'occasione mancata". Ad affermarlo è proprio il Gran Maestro Raffi, nel corso di un'intervista concessa l'altro ieri durante la sua visita alle Logge massoniche in Calabria.
    Come si ricorderà nelle scorse settimane, il rappresentante della massoneria ufficiale italiana, è intervenuto per protestare, "profondamente offeso", contro le espressioni che avrebbe utilizzato il vescovo di Locri, monsignor Bregantini, durante la celebrazione per l'avvento del Natale, relative ai rapporti tra la massoneria deviata e la mafia.

    Il Gran Maestro aveva invitato pubblicamente il presule della Locride ad un pubblico confronto proprio per potersi confrontare sul valore sociale ed etico della massoneria. «Di fronte agli attacchi pesanti e volgari si scende in campo con tutte le proprie forze - aveva in quell'occasione sottolineato Raffi. In merito alla polemica" Raffi chiarisce che non ha inteso "sfidare il vescovo di Locri ad una sfida tipo ok korral", bensì stimolare soltanto un "tranquillo confronto tra rappresentanti di sentire diversi". Dopo aver affermato che i massoni " sono credenti" e che crede che "Dio sia un Dio di Amore e non imposto dagli eserciti", evidenzia che la filosofia del dialogo, "nata proprio all'interno delle logge", deve adoperarsi sempre per dar vita ad un "confronto corretto e rispettoso dell'altruità, nonché promuovere la "religione civile".
    «In Italia - ha continuato Raffi - c'è spazio per la Chiesa e per la religione alla sola condizione che si rispetti il principio della laicità dello Stato. Solo principio che consente al nostro paese di qualificarsi come stato democratico».
    Raffi rivendica alla massoneria "l'uomo del dubbio, profondamente religioso, ma con la capacità di pensare, di cambiare». E cita il vescovo di Livorno, nonché vicepresidente della conferenza episcopale, monsignor Ablondi che gli confidò - racconta Raffi - che disse, nel corso di un colloquio, all'allora cardinale Ratzinger, generando in lui grande stupore, che "la storia di un uomo è anche la storia dei suoi peccati". Raffi conclude invocando il dialogo tra Massoneria e Chiesa.

  • 26.01.2006 - Roma - RAFFI (GRANDE ORIENTE D'ITALIA), GIORNO MEMORIA NON SIA MERA CELEBRAZIONE: "RICORDO E TESTIMONIANZA SARANNO ANTIDOTO A TENTAZIONI TOTALITARISTICHE" (Adnkronos) - '"Ricordare ha valore di testimonianza: anche quando gli ultimi sopravvissuti all'olocausto saranno scomparsi, dobbiamo far sì che la loro memoria sia di insegnamento e di monito. Il ricordo e la testimonianza saranno così antidoto alle tentazioni totalitaristiche, ai dogmatismi, al razzismo. Tutti siamo Fratelli, nella memoria e nel dolore; ma anche nella speranza. Tutti insieme dobbiamo impegnarci affinché questa Giornata non sia una mera celebrazione, ma offra spunti di riflessione e di dibattito sui diritti umani; di tutti: senza divisioni di razza, di religione, di etnia, di censo". É quanto sottolinea il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, avvocato Gustavo Raffi, in un messaggio inviato al Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Amos Luzzatto e al Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione della Giornata della Memoria. "Il nostro impegno -continua Raffi - sia allora affinché non si perda mai la memoria dei colpevoli dell'Olocausto: l'ideologia nazista e razzista, la cieca obbedienza a ordini inumani, la assurda 'distrazionÉ di milioni di cittadini che in Europa non vollero vedere quanto andava accadendo. Anche nel nostro Paese. Insieme, dobbiamo ricordare anche quanti furono perseguitati e persero la vita per difendere i valori dell'Umanesimo, per salvare pur solo pochi individui dalla barbarie, con un sussulto di ribellione e grande generosità".
    "Siamo figli del passato, fratelli nel ricordo di ciò che è accaduto e che quindi potrebbe ripetersi. Per questo, noi che ci riconosciamo nei valori della libertà e della democrazia, sanciti nella nostra Costituzione, che viviamo la memoria tragica della persecuzione e del totalitarismo, con ancora più forza dobbiamo ribadire i principi che sono alla radice della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo: un grande patrimonio di idee e di esperienze, un punto fermo nella nostra storia. Noi Massoni -prosegue Raffi - abbiamo scelto da sempre gli ideali della libertà, dell'uguaglianza, della fratellanza, della tolleranza, della democrazia: sono la nostra forza contro le tenebre, gli strumenti coi quali cerchiamo di costruire un futuro di pace e di concordia per tutti i popoli".

  • Sul Ricordo e testimonianza consultare nel sito: Per non dimenticare

  • 27.01.2006 - Roma - Gli incontri del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia per il mese di Gennaio e Febbraio:

    1) 26 gennaio 2006

    ROMA - Quale oscuro mistero italiano si cela dietro l’intoccabilità dei dieci professori, in prevalenza medici, che nel 1938 sottoscrissero il Manifesto della razza, noto anche come Manifesto degli scienziati razzisti? Per quale inesplicabile motivo non vennero rimossi dalle cattedre universitarie alla caduta del fascismo, ma reintegrati nei loro privilegi nonostante la terribile colpa di avere legittimato la deportazione in Germania di ottomila ebrei? In che consisteva la "originalità” del razzismo italiano, tanto decantata da Mussolini, rispetto a quello tedesco?

    Ruota intorno a questi interrogativi la ricerca svolta da Franco Cuomo e pubblicata nel suo libro "I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il Manifesto della razza”, edito da Baldini Castoldi Dalai (pp. 273, 14,50 euro), sulle vicende meno investigate della Shoah italiana, fornendo prove certe del ruolo non soltanto teorico ma operativo ricoperto dagli "scienziati razzisti”.
    Il volume sarà presentato a Villa ‘Il Vascello’ (via di San Pancrazio, 8) il prossimo 26 gennaio, alle ore 18.30, nell’ambito della rassegna d’incontri del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia. Oltre all’autore, interverranno lo scrittore Alberto Bevilacqua, gli storici Ferdinando Cordova, dell’Università "La Sapienza” di Roma, e Carlo Vallauri, dell’Università per Stranieri di Siena. Sarà presente il Gran Maestro Gustavo Raffi.


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    2) 25 febbraio 2006

    ROMA - Il Corpus Hermeticum è una raccolta di scritti filosofico–religiosi di epoca tardo-ellenistica, attribuiti ad Ermete Trismegisto, il Mercurio latino identificato anche con l’egiziano Thot, il dio che dona agli uomini la scrittura. Le caratteristiche di fondo di questi testi si riassumono in una dottrina esoterica, in una "divina rivelazione”, donata agli uomini da Ermete non mediante dimostrazioni razionali e deduzioni logiche, bensì tramite una sorta di iniziazione misterica. Per gli alti contenuti spirituali e morali di questa letteratura, durante il Medioevo e il Rinascimento, Ermete Trismegisto fu addirittura considerato un profeta pagano di Cristo.
    Il Corpus, edito da Bompiani (pp. 1627, 35 euro) nella collana diretta da Eugenio Reale, riprende la fondamentale edizione greca e latina con introduzione e commento di A. D. Nock e di A. J. Festugière (quattro volumi, Parigi 1945–54), alla quale la curatrice Ilaria Ramelli ha aggiunto un’appendice, di oltre 200 pagine, che comprende i principali progressi raggiunti nello studio dell’ermetismo, a partire dalla pubblicazione dell’edizione Nock–Festugière, fino ai nuovi orientamenti della critica relativi anche alle scoperte di tre testi ermetici in copto conservati nella "biblioteca” gnostica ed ermetica di Nag–Hammadi (Alto Egitto).
    Quest’opera fondamentale e unica su "Mercurio Trismegisto” sarà presentata dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia, d’intesa con il Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili del Lazio, il prossimo 25 febbraio (ore 19,30) nella Sala Confcooper di Palazzo Altemps (Via dei Gigli d’Oro, 21). Interverranno: lo storico delle religioni Giovanni Casadio, dell’Università di Salerno, l'iconologo Mino Gabriele, dell’Università di Udine, e il filologo classico Claudio Moreschini, dell’Università di Pisa. Il Gran Maestro Gustavo Raffi concluderà i lavori.

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