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La Menorah
Il Candelabro del tempio Massonico
É stato detto che il mondo antico produsse sette meraviglie: la
Grande Piramide, il giardino di Semiramis, il tempio di Diana ad Epheso, la tomba di Mausoleus, il tempio di Salomone, la statua di Giove di Fidus e il colosso di Rodi. La caratteristica più importante di tutte queste opere erano le notevoli dimensioni – cosa inusuale per quei tempi. Tutte queste opere sono sparite senza lasciar traccia, fatto salvo per la grande piramide.
Qualche altra cosa sparì, più o meno nello stesso periodo. Pur non trattandosi di una opera di grandi dimensioni, era di estrema bellezza, di grande valore e celava importanti significati nella sua stessa forma. Questo oggetto non fu mai acclamato come la ottava meraviglia, ma, nella modesta opinione dello scrivente, esso meritava in ogni caso tale titolo.
Questa meraviglia era la MENORAH, il famoso candelabro che veniva conservato nell’antico tabernacolo del popolo Ebraico. La Menorah fu fatta costruire da Mosè, sulla base del decreto Divino comunicatogli sul monte Sinai. Le Sacre Scritture descrivono la Menorah come segue: “Farai un candelabro di oro puro; il candelabro, il suo piede e il suo fusto saranno lavorati al martello, i suoi calici, i suoi boccioli e i suoi fiori saranno tutti d’un pezzo con esso. Sei bracci usciranno dai suoi lati, tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci dal secondo lato. Tre calici in forma di fior di mandorlo con i loro boccioli e i loro fiori: un bocciolo sotto due bracci che escono da esso, un bocciolo sotto due altri bracci che escono da esso così per i sei bracci uscenti dal candelabro. I suoi boccioli e i suoi bracci saranno tutti d’un solo pezzo con esso, il tutto d’un solo pezzo di oro puro lavorato al martello. Farai anche le sue lampade in numero di sette. Si metteranno le lampade in alto, in modo ch’esso faccia luce sul davanti. I suoi smoccolatori e i suoi piattelli saranno di oro puro. Di un talento di oro puro lo si farà, esso e tutti questi utensili. Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.”
La Menorah si presentava così come mostrato nel titolo di questo documento. Le sue dimensioni non erano grandi, da 130 a 150 cm circa in altezza e da 110 a 130 cm di larghezza. Questo meraviglioso oggetto era fatto tutto in oro puro, non saldato; con elaborati decori di petali di fiori, calici incisi, con bracci e tronco ricamati, boccioli su cui erano apposte lettere dell’alfabeto ebraico dorate e lucidate. Tutte queste caratteristiche davano alla Menorah gli attributi di un capolavoro, oltre che di un gioiello prezioso. É essenziale tenere a mente dove, quando e in quali circostanze fu prodotta la Menorah: su deserti disabitati, nelle condizioni imprevedibili della vita nomade, spesso interrotta da guerre, carestie, pestilenze di vario tipo, mille anni fa quando le capacità tecniche erano ancora alquanto primitive. Certamente, considerando tutto ciò, la Menorah era una meraviglia, e, più precisamente dovrebbe essere chiamata l’ottava meraviglia del mondo.
Da un punto di vista tecnico questo candelabro era stato manufatto in linea con le più elevate capacità tecniche, l’olio bruciato nelle sette lampade non era versato direttamente in ciascuna lampada ma in un grande bacino, situato nella base del candelabro. Di lì l’olio saliva, per mezzo di stoppini, attraverso il tronco, e lungo i rami sino alle lampade. La legge fisica della capillarità era stata applicata con enorme perizia. Non solo il suo aspetto fisico dava lustro a questa opera ma, nella sua costruzione, nella sua forma stessa, era nascosta una conoscenza di filosofia esoterica. La Menorah era il monumento ad una cultura altamente sviluppata, un simbolo religioso e un dorato registro della scienza, conoscenza e saggezza accumulate dai capi del popolo ebraico.
Per quell’epoca, circa 4000 anni fa, era magnifica ed inglobava materie come la cosmogonia, astronomia, astrologia, filosofia, geografia, medicina, ecc…. Indubbiamente tutte queste conoscenze erano di natura esoterica ed occulta, cioè nascosta alle masse del popolo, cosa alquanto comprensibile visto il livello di sviluppo della società in epoca antica. Questa conoscenza era accessibile solo per coloro che erano intelligenti e che erano stati addestrati – solo i preti e i Leviti conoscevano i segreti della Menorah. Durante il corso dei secoli, quando gli Ebrei cessarono di essere un popolo nomade, e fu costruito il tempio di Gerusalemme, la Menorah fu collocata nel Tempio di Salomone e tutta la conoscenza segreta fu registrata. Infatti, troviamo i rimasugli di queste conoscenze antiche disseminate in centinaia di libri, in lingue diverse, in Paesi diversi.
Esaminiamo ora quale conoscenza era racchiusa nella Menorah. Al lettore suggeriamo di far riferimento, di quando in quando, al disegno schematico della Menorah che è posto sotto.
La caratteristica più importante della Menorah erano le 22 lettere dell’alfabeto ebraico – ciascuna lettera inscritta su uno dei boccioli. Sul tronco si trovavano le tre lettere madri Aleh, Mem, Schin; sui boccioli superiori erano le lettere doppie D, G, H, R, B, P, K e sui boccioli nei rami le lettere semplici. Tutte le lettere seguivano un ordine specifico. Sui fiori in cima ai rami erano situate le lampade che bruciavano ogni giorno, anche queste in un ordine specifico.
Innanzi tutto la Menorah era un calendario perpetuo. Il conteggio del tempo durante la vita nomade era di grande importanza. La Menorah rendeva possibile registrare i giorni, le settimane, i mesi, le stagioni e gli anni, cicli di 7 anni, gli anni di giubileo, ecc…. I fiori sulla cima erano numerati come riportato nella illustrazione 1, 3, 5, 7, 2, 4, 6 e rappresentavano i giorni della settimana, cioè, il numero 1 il primo giorno (domenica), il numero 2 il secondo (lunedì); ecc… sino al numero 7, il Sabath (sabato).
I boccioli e le lettere inscritte su di loro, situate sui rami, corrispondevano ai mesi dell’anno ed anche ai segni zodiacali (il posizionamento del sole nei segni dello zodiaco). Tre mesi rappresentavano una stagione. Quindi i mesi 1, 2 e 3 rappresentavano l’autunno, 4, 5 e 6 l’inverno, 7, 8 e 9 la primavera e 10, 11 e 12 l’estate. I dettagli sono stati omessi negli scritti ma riportavano semplicemente che in ogni giorno della settimana ardeva una speciale combinazione di lampade. In questa maniera era possibile sapere quale giorno della settimana fosse. Come passava una settimana, un segno era fatto su uno dei petali del fiore corrispondente. Dopo 4 settimane 4 segni erano fatti sui 4 petali del fiore corrispondente indicando che era passato un mese. Con il passare di 3 mesi, l’addetto sapeva che era trascorsa una stagione, ecc….. Dopo il trascorrere di un anno, un segno veniva fatto sul primo fiore della prima fila. Quando era passato il secondo anno si faceva un segno sul secondo fiore... e così via. Dopo sei anni, veniva l’anno di rilascio. Dopo sette cicli come questi, veniva l’anno di giubileo. Dalla lampada si poteva contare un periodo di sette settimane tra la Pasqua ebraica e Pentecoste. Era una procedura molto precisa ed accurata e solo i preti ne erano a conoscenza, dato che erano stati specificamente istruiti. Era un delicato lavoro di “laboratorio” inaccessibile alla gente comune e, pertanto, questa conoscenza era stata denominata una “scienza occulta”. In tale maniera i capi del popolo ebraico conoscevano esattamente il giorno, la settimana, il mese, la stagione e l’anno. Conoscevano la posizione del sole nello zodiaco. Potevano calcolare la fase della luna, e potevano sapere molto circa il tempo ed altri fatti importanti per l’allevamento e l’agricoltura.
Le sette doppie lettere apposte nella parte superiore rappresentavano anche i pianeti: Sole, Luna, Venere, Mercurio, Marte, Giove e Saturno. Le lettere semplici sui rami non rappresentavano solo i mesi ma anche i segni dello zodiaco nei quali transitava il sole.
Le tre lettere sul tronco – Aleph, Mem, Schin, rappresentavano i caratteri del segno zodiacale. Sui rami della lettera Mem, erano l’Ariete, il Cancro, la Bilancia ed il Capricorno. Questi erano nominati i segni Cardinali, perché il sole vi transitava durante gli equinozi ed i solstizi. L’accertamento di queste posizioni rendeva possibile al calendario perpetuo di determinare i giorni festivi e la posizione, nei mesi e nelle stagioni, permetteva di risolvere molti problemi economici e, principalmente quelli connessi all’agricoltura ed all’allevamento.
Ora si può comprendere quanto fosse importante questo capolavoro per l’antico popolo ebraico. E non è forse una opera da ammirare?
Ma tutte queste lettere, e numeri, e lampade, e rami, simbolizzano molte altre cose, così come la Menorah nel suo insieme.
I 7 rami erano il simbolo della manifestazione dei sette nomi di Dio. Dei 7 grandi spiriti innanzi al trono di Dio: Hannael, Zadkiel, Samael, Raphael, Gabriel, Michael, Kussiel, ed anche i 7 Figli di Dio (Giacobbe 1.6) Erano simbolo dei 7 gradini della scala di Giacobbe, 7 in alto e 7 in basso. Rappresentavano i 7 giorni della creazione. I 7 fiori raffiguravano le 7 razze: Polare, Nera, Rossa, Gialla Bianca ed altre 2 non ancora manifestatesi e composte. I 7 rami rappresentavano i 7 grandi mari od oceani: Iperboreo, Atlantico, Pacifico, Indiano, Mediterraneo, Nero, Caspio; ed anche i 7 continenti: Polare, Americano, Europeo, Asiatico, Africano, Atlantico e Lemuriano. Dobbiamo tenere a mente che i nomi che qui usiamo, sono stati forniti dalla scienza moderna. Nei tempi antichi erano denominati differentemente, a volte tramite semplici descrizioni.
Le liste qui sopra derivano dai campi della Cosmogonia, Geografia, Antropologia, Astronomia, ecc…. I 7 calici avevano anche un significato rispetto all’umanità. Il “Libro della Creazione” le indica come le 7 porte dell’anima umana attraverso le quali arrivano tutte le impressioni all’anima stessa: 2 occhi, 2 orecchie, 2 narici, 1 bocca.
I 7 rami simbolizzavano anche i 7 “fiumi”. 7 correnti nel corpo umano: Sangue, Linfa, Bile, Succhi pancreatici, corrente nervosa, corrente di pensiero e corrente spirituale. I 7 boccioli sulla fila in alto rappresentavano i 7 principali centri nervosi del sistema nervoso simpatico. Le 7 lampade rappresentavano anche i 7 stati delle facoltà mentali umane: ragione (volere), concentrazione (potere), meditazione (osare), contemplazione (tacere), inspirazione (sapere), esalazione (fare), estasi (amare), o come si usava dire, rappresentavano i “7 cieli.” Però non significavano solo i lati positivi delle condizioni psichiche umane, ma anche quelle negative, divise nei 7 “deserti” : dubbio, paura, incomprensione, delusione, disillusione, depressione e malattia.
Ognuno dei 7 pianeti aveva le sue qualità positive e negative, quindi al Sole venivano attribuite produttività e sterilità; alla Luna, saggezza e stoltezza; a Mercurio, dominazione e dipendenza; a Venere, vita e morte; a Marte, ricchezza e povertà; a Giove, bellezza e bruttezza; a Saturno, pace e guerra. Non sappiamo esattamente come gli antichi saggi usassero tutta questa conoscenza ma, dai documenti appare chiaro che supponessero un collegamento tra i vari pianeti e le parti del corpo umano e le facoltà umane, giungendo a delle eccellenti conclusioni riguardo al carattere, destino generale, malattie, ecc…..
Da un altro punto di vista, molti significati diversi erano ascritti alla Menorah quale tradizione di una Conoscenza senza tempo. Una cosa è certa, I condottieri del popolo Ebraico erano persone straordinariamente sagge, e, sembra impossibile immaginare che uomini così saggi ed illuminati possano aver accumulato e studiato cose così evidentemente preziose, senza alcuna ragione. Ora siamo in grado, passo dopo passo, di ricostruire questa conoscenza eccezionale attraverso lo studio di diversi libri e manoscritti redatti in lingue disparate come l’ebraico, il greco, l’arabo, il latino, ecc….
Come con le 3 lettere madri e le 7 lettere doppie, così con le 12 lettere semplici. A prima vista è interessante notare la strana connessione tra il numero di queste lettere: 3, 7, 12 – la loro somma è 22. Diviso 7, il risultato è quasi 3 – ma 22/7 è uguale a 3.1415 uguale a “Pigreco”. É la legge della corrispondenza tra il cerchio ed il suo diametro, o tra il finito e l’infinito. Ed ora il simbolismo delle 12 lettere semplici. Da prima collegate con le 7 doppie, rappresentano assieme, la Dimora dell’Uno Sacro e le 18 direzioni, da questo punto singolo (assieme 19 lettere). Queste direzioni sono Nord, Sud, Ovest, Est, Altezza, Profondità e le 12 direzioni tra queste (punti obliqui) nord-est, nord-ovest, nord-alto, nord-profondo, est-alto, sud-profondo. Uscendo dal punto centrale, la Dimora dell’Uno Sacro, queste direzioni, “si allargarono sino all’infinito e questi divennero i confini del mondo” come indicato dal “Libro della Creazione”. Una visione molto moderna dell’origine dell’universo infinito. Questa immagine fornitaci degli antichi è di gran lunga più precisa di quella descritta dagli scienziati del medioevo.
Queste 12 lettere semplici rappresentano i 12 mesi dell’anno ed i 12 segni dello zodiaco. Inoltre, queste 12 lettere rappresentano i 12 organi principali del corpo umano: 2 mai, 2 piedi, 2 reni, esofago, intestini, stomaco, fegato, gola, milza. Vediamo che le stesse 12 lettere rappresentano i 12 segni dello zodiaco e le 12 parti del corpo umano. L’astrologia antica insegnava che ciascun segno astrologico emana uno speciale tipo di energia (vibrazione), e che questa energia ha una influenza particolare sulla parte del corpo corrispondente. Sulla base di queste corrispondenze conclusioni mediche si potevano trarre e all’epoca si potevano curare molte malattie. Le stesse 12 lettere rappresentano attività del corpo umano: vedere, ascoltare, annusare, parlare, generare, deglutire, ridere, dormire, rabbia, pensare, camminare, lavorare. Queste 12 lettere semplici rappresentano anche le 12 tribù di Israele. Separatamente, ed anche assommate alle altre lettere, si trovavano le lettere madri Aleph, Mem, Schin. Erano sui punti da cui emergevano i rami.
Il bacino sul piedistallo della Menorah conteneva l’olio, rappresentando l’essenza Divina. Da questo bacino si distribuiva l’olio che era la fonte della luce della lampada; saliva attraverso il bocciolo su cui erano inscritte le tre lettere madri. Queste lettere rappresentavano gli elementi primordiali – acqua, aria, fuoco o freddo, umido, caldo. In altre parole rappresentavano i 3 stati e qualità della materia. Corrispondevano anche alla Terra, Atmosfera e Cieli; o all’Universo, il Tempo e l’Umanità ad alle 3 parti principali del corpo umano – testa, petto ed addome. Queste tre lettere corrispondevano ai misteri della creazione. Erano i dispensatori di energie Divine.
Nell’antico tabernacolo la lampada della Menorah bruciava,ininterrottamente, giorno e notte – il fuoco sacro. Il fuoco aveva 3 significati. Era simbolo del Potere Divino. “Il nostro Dio è un fuoco divoratore” (dice la Torah). La lampada accesa rappresentava devozione ed amore per Dio – sentimenti di reverenza per il Divino. Questo fuoco sempre acceso era molto importante nella vita nomade poiché attraverso la Menorah, il fuoco, così utile all’uomo, era sempre presente.
É ovvia, da quanto sino ad ora esposto, la quantità idee diverse ma altrettanto grandiose che erano celate in questo fine, magnifico e bel candelabro. Ora comprendiamo perché la Menorah era onorata come oggetto sacro dal popolo ebraico. Essa era una creazione perfetta – probabilmente il più stupendo e grande gioiello mai creato nella storia dell’umanità. La Menorah era un originale, insolito, simbolo multiplo, che includeva molte grandiose idee, concetti importanti ed insegnamenti interessanti. Veramente il simbolo di una elevata cultura. Da quanto sappiamo, la Menorah deve essere considerata ed accettata come l’ottava meraviglia del Mondo.
La Menorah fu asportata dai Romani quando durante l'assedio e la distruzione di Gerusalemme e fu portata a Roma. Nessuno sa esattamente cosa ne sia stato. La Menorah come simbolo materiale è sparito circa 1900 anni or sono.
Ma ora, quasi improvvisamente, è apparsa una nuova meraviglia, la Menorah è riapparsa come simbolo immateriale di una cultura avanzata, religione e scienza. Essa è diventata il simbolo dello stato di Israele.
Michael Sidrow, New York 12 Settembre 1954
Mentre alcune dichiarazioni presentate in questo lavoro possono differire dall’interpretazione ortodossa, i pensieri base rimangono gli stessi. É stato detto, nel “Mishna”, che l’olio veniva versato nelle lampade direttamente, e non era sollevato grazie all’ausilio di stoppini. Ciò non cambia il fatto che l’olio versato simboleggi l’Essenza Divina. L’interpretazione data in questo documento è solo un tentativo di spiegare più precisamente il funzionamento dell’Essenza Divina. In realtà non vi sono indicazioni dirette nelle Scritture di come l’olio venisse versato nelle lampade. L’intera costruzione ed i dettagli della Menorah indicavano, in ogni caso, l’uso di stoppini.
Diverse e varie fonti sono state usate come basi per questo lavoro. Tra queste: - Sacre Scritture, Secondo Libro di Mosè - Aggadah - La Kabbale Juive di Paul Vulliaud
- La Kabbale di Ad. Franck - Antiquitatum Judaicarum, 1595 - L’alfabeto Ebraico di Rabbi L. Gewurz - Il libro della Creazione,edizioni diverse.
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