Ricordi il racconto di Anderson "Il vestito del Re"?
Alcuni sarti ingannarono il Re la sua corte e il popolo, facendo loro credere che esso era vestito di abiti sontuosi quando in realtà era completamente nudo. Soltanto il candore e l’innocenza di un bambino fecero scoprire l’inganno.
Possiamo dire che è la stessa storia per quanto concerne la Qabalah. Gli studiosi, di ieri e di oggi, proprio come i sarti del racconto di Anderson, si sono impegnati a presentarla arricchita con elementi della loro immaginazione, fino a quando la semplicità iniziale è andata interamente perduta sotto un cumulo di grandi parole e frasi pompose.
Riconduciamo tutto alla semplicità originale.
La Qabalah si presenta come un sistema di pensiero esoterico, mistico, e teosofico fondato sui libri sacri ebraici. Nata con la stessa coscienza religiosa del popolo semitico, è considerata come la parte esoterica degli insegnamenti ricevuti da Mosè sul monte Sinai. Ebbe il massimo sviluppo di divulgazione e di approfondimento nel medioevo, periodo in cui si sviluppò la ricerca e lo studio volti a definire l'Indefinibile, conoscere l'Inconoscibile e ad avvicinarsi alla comprensione dell'Universo, rivelazione di Aïn Soph, il Nulla. Appare quindi come il tentativo di codificare il Principio Trascendente.
La Qabalah pur presentandosi come un sistema monolitico fondato su principi canonici che possono essere spiegati in modo semplice e diretto (ammaestramento esteriore), in verità configurandosi in una varietà di sistemi di approccio diversi, ma soprattutto a causa della presenza di una nozione fondamentale, quella di Ayin, che sfugge ad ogni possibile indagine razionale, non può essere né spiegata né insegnata (istruzione riservata). Storicamente ci ricorda lo Scholem, soltanto nel periodo in cui appare il Sepher ha Bahir la Qabalah ebbe una gamma comune di simboli e di idee, che i suoi seguaci accettarono come tradizione mistica, sebbene non concordassero né sull’interpretazione né sul significato preciso di tali simboli, tanto meno sulle implicazioni filosofiche ad essi inerenti.
Da questa miriade di "rivoli", la diversità dei punti di vista che caratterizzano il suo insegnamento. In ogni caso, nel groviglio di speculazioni, orientamenti, supponenze, gli studiosi distinguono, a ragione, due tendenze fondamentali, fortemente sostenute dallo Scholem: una, con un forte orientamento mistico espresso in immagini e simboli. Più speculativo il carattere dell'altra, che storicamente si mostra come un tentativo di dare ai simboli un significato ideazionale più o meno definito.
A differenza, però, di tutti gli altri insegnamenti, sistemi o teodicee di ogni popolo e di ogni tempo, i quali hanno trascurato o sottaciuto come l'influenza del principio trascendente divino fosse assimilabile dagli essere creati, condannandoli, conseguentemente per intero e in maniera irreversibile, ad essere interamente sottomessi alle condizioni della relatività, la Qabalah, supera di slancio tutte le dialettiche filosofiche imperniate sulla trascendenza o sull’immanenza del divino; le affermerà nel suo insegnamento più esteriore ma le negherà in quello realizzativo più riservato, e porterà a soluzione l'antinomia con l'introduzione del principio della relatività nella natura stessa dell'Assoluto.
Il problema di un Assoluto che dimorava inaccessibile e sembrava negare la possibilità del relativo a sussistere (giacché se al di fuori dell'Assoluto questi non è più tale, non abbraccia in altre parole tutto, e se il relativo è compreso nell'Assoluto non può sussistere in rapporto a Lui), viene dalla Qabalah risolto con l'elaborazione di un ardito sistema metafisico, il cui insegnamento realizzativo era strettamente riservato ai circoli interni, e molto simile a quello elaborato dalla scuola indiana di Guadapada e Sankara (Vedanta).
Non è quindi imprudente affermare che tutte le elaborazioni della Qabalah tendano alla scoperta della natura di questa commistione dell'Assoluto divino con la relatività del creato.
In quale maniera procede la Qabalah in questa sua indagine?
Attraverso alcuni concetti fondamentali:
y |
I Nomi essenziali e le lettere che li compongono. |
Le Sephiroth o numerazioni e i nomi che vi corrispondono. |
h |
I Partzuphin: i due Visi, le Persone, gli attributi delle Persone. |
Le Vie, le Porte, le Benedizioni e le Plenitudini che sviluppano i Nomi essenziali. |
w |
I Mondi. |
|
h |
I gradi dell'anima. |
I nomi e i simboli che esprimono la perfezione delle qualità. |
La Qabalah è tutta qua.
Le complicazioni emergono quando, per necessità, si debbono leggere questi concetti filtrati dalle lezioni delle varie accademie e scuole.
Tralasciamo le distinzioni che gli studiosi hanno operato della Qabalah, poiché esse sono state già ampiamente trattate in altre pagine del sito.
A tale proposito si consiglia di consultare in questa stessa sezione:
Sepher Yetzirah - Sepher Yetzirah -
Tavola di Tziruph Irregolare - Introduzione -
|