[1] apqm non vuol dire "lastricato", come pensa Mikdasch Mélek, perché in questo caso, lo Zohar, avrebbe detto apqyn apqm è spesso usato con il significato di "massimo". [Torna al Testo]

[2] Numerosi sono i personaggi della Scrittura che portano questo nome: I Cronache, VII,3; VIII,38; XII,9; XXVII,19; II Cronache, XVII,7; I Re, XVIII,3,  ma l'Abdias o Abdia  citato in questo passo è da intendersi il profeta del regno di Giuda. La sua visione costituisce il più breve trattato della collezione profetica di tutto l'Antico testamento, ed è da porsi all'incirca nel periodo della caduta di Gerusalemme nel 586 a.C. Ha un solo tema : la minaccia di castighi al popolo di Edom, che, in occasione del crollo della Città Santa, aveva esultato per la tragedia del popolo di Giuda, che gli era fratello, ed aveva approfittato della sua sciagura. N.d.T. [Torna al Testo]

[3] Aristocratico romano, convertitosi all'ebraismo, autore della famosa traduzione in aramaico della Bibbia conosciuta come "Targum Onkelos". L'opera, considerata ispirata dagli ebrei, ed eseguita da Onkelos, sotto la guida di Eliézer Ben Hyrcanus e Joshua Ben Chananiah, fu portata a termine per il popolo che non capiva più l'ebraico e parlava, ormai, soltanto l'aramaico. Il Targum Onkelos fu opera di grande devozione tra gli ebrei, tanto che si leggeva la porzione settimanale Sidra, due volte nell'originale ebraico ed una volta nella traduzione Onkelos. N.d.T. [Torna al Testo]

[4] É noto che la liturgia che porta il nome di cyrq è recitata, in parte, dall'officiante e completata dai fedeli che rispondono: Amen! che il suo grande nome sia... ecc. Il passo dello Zohar fa' riferimento al Berakah Shabathh foglio 119b: Rabbi Jehoshua ben Levi ha detto; se uno risponde con tutta la sua forza, Amen, sia il suo nome grande e benedetto, il decreto della sua condanna viene stracciato, perché è scritto: quando il popolo si offrì dicendo, benedite il Signore, fu soppresso il castigo in Israele. Perché mai fu revocato il castigo? Perché esclamarono Benedite il Signore! Resh Laqish ha detto: Se uno risponde Amen con tutto il suo cuore, gli si spalancano le porte del giardino dell'Eden, perché è scritto (Isaia XXVI,2), aprite le porte ed entri un popolo giusto, che osserva la fedeltà. Non leggere Shomer emunim (che osserva la fedeltà), ma Scheomrim amen (quelli che dicono Amen). N.d.T. [Torna al Testo]

[5] Lo Zohar fa' una distinzione tra sofferenze fisiche le cui vittime colloca nel secondo Palazzo, e le gravi malattie, i cui soggetti soggiornano, invece, nel terzo.           [Torna al Testo]

[6] Aquiba è un sapiente del II secolo di umili origini. Figlio di pastori e lui stesso pastore si invaghì della figlia del padrone degli armenti che pascolava, di nome Rachele. Per quanto ostacolata dal padre, tanto che gli negò in seguito ogni aiuto, acconsentì a sposare Aquiba a patto che intraprendesse lo studio della Thorah. Le condizioni di miseria, in cui i due coniugi vivevano, costrinsero Rachele a vendere i propri capelli per permettere al marito di portare avanti gli studi. Aquiba divenne il più acuto studioso del suo tempo, ed uno dei più insigni fra i compilatori della Mischnah. La leggenda riferisce che Aquiba fu uno dei quattro rabbini che intrapresero il mistico viaggio verso il Paradiso, ed anche l'unico a completare la sua esperienza mistica senza perdersi. Attivo sostenitore della rivolta contro i romani, capeggiata da Bar Kochba (che considerava, nonostante le perplessità dei suoi colleghi, il Messia), morì durante la repressione di Adriano. N.d.T. [Torna al Testo]

[7] Nell'edizione di Sulzbach le parole come "Rabbi Aquiba ecc." non figurano; mentre nella edizione di Vilna sono chiuse tra parentesi. Secondo il passo, comunque, non si inferisce, di quali maestri di Israele si tratterebbe. [Torna al Testo]

[8] Figlio del re Ezechia e suo successore al trono di Giuda nel 693 a.C. (II Re XXI,1-18). Assassinando gli oppositori del suo progetto, ripristinò, nell'alta Palestina, il culto idolatrico di Baal. Sottomise il suo regno al protettorato dell'Assiria a cui riconobbe un tributo annuo in argento e derrate alimentari. Ma, sospettato di tradimento, dai nuovi alleati, fu trascinato prigioniero in Babilonia. Qui, pentendosi sinceramente del proprio operato, pregò il Signore che, ascoltandolo, gli rese la libertà e il trono. Nel tempo della sua rinnovata reggenza, ripristinò il culto dei padri in cui si riconobbe pienamente. Morì dopo aver regnato per cinquantacinque anni. N.d.T. [Torna al Testo]

[9] Che cosa è la Shekhinah?

Vi sono, dice lo Zohar, nell’essenza di Dio due luci; una attiva, chiamata giorno, l’altra passiva, notte. Perché queste due luci? E cosa s'intende con luce attiva e passiva?  Il Tiqouné Zohar, al capitolo XIX, risponde: Quando si considera che il Santo, baruk ha-shem, è infinito e colma il tutto, facilmente si comprende, anche, che ogni idea di creazione sarebbe inconcepibile senza lo zimzoum (\wxmyx contrazione). Del resto, come introdurre ancora acqua in una coppa già colma? Il Santo, baruk ha-shem, ha quindi condensato la santa luce, in altre parole ha condensato quanto costituisce della propria essenza. Non che, egli, si sia ridimensionato - che Dio ci preservi da simile idea - perché essendo Esso il Tutto, non potrebbe né aumentare né diminuire. Ma giacché la luce di Dio, è di una tale purità e splendore da eclissare ogni cosa, perfino gli angeli superiori, gli Hayoth, i Seraphïm e i Cheroubim, il Santo, baruk ha-shem, per rendere possibile l’esistenza, sia dei mondi celesti sia di quelli materiali, ha ritirato da una parte di se stesso la sua possente luce. Proprio, per fare un esempio, come mette in atto l’uomo quando stringe, con un laccio uno dei suoi arti, per impedire al sangue di fluirvi. É in tal senso che occorre comprendere l'insegnamento sui quattro mondi: quello dell’Emanazione (twlyùa), della Creazione (hayrb), della Formazione (hryùy) e dell’Azione (hyxù). I due primi gradi, o mondi o ancora Olam, sono colmati dalla luce santa di Dio: tutto è Dio, e Dio è tutto. I due successivi, costituiscono quella parte dell’essenza di Dio, di cui sopra si diceva, in cui la luce è stata ritirata (diminuita) per consentire alle anime, agli angeli e ai mondi materiali di esistere. É proprio questa parte di Dio, che i nostri santi Maestri indicano con il nome di “Shekhinah”. Ecco il motivo per cui all’inizio del Genesi si parla soltanto di Élohïm. Esso, infatti, sottintende la Shekhinah; e tutto ciò che è stato creato, dagli Hayoth ai Seraphïm, fino al più insignificante verme della terra, vive in lui e grazie a lui. É per lo stesso motivo, che i nostri santi Maestri, ci hanno riferito che è stata la Shekhinah, e non il Santo, che egli sia lodato, a scendere due volte, sulla terra. La creazione è opera sua, ed essa se ne prende cura come fa’ una madre con i propri figli.

Ecco, a maggior chiarezza un altro passo dello Zohar: 

La Scrittura dice (Cantico III,1): Ho cercato lungamente nella notte, l’amato del mio cuore, sul mio giaciglio; l’ho cercato ma non l'ho trovato. Chi è che cerca? e chi è cercato? Rabbi Abba disse: Il sole cerca la luna, vale a dire il Santo, lodato sia il suo nome, cerca la Shekhinah, di sotto al proprio trono, ma non la trova perché i peccati degli uomini li separano. Il commento rwa twntb, spiega, nella maniera che segue, questo passo: I mondi della Emanazione e della Creazione, si trovano sopra del Trono; là non esiste alcuna diversità tra il Santo, baruk ha-shem, e la Shekhinah, là tutto è UNO. La diversità emerge, di sotto al Trono, cioè nei mondi della Formazione e dell’Azione. Ora, poiché ogni peccato dell’uomo crea un demone, ne consegue che sono questi, interponendosi fra il Santo, baruk ha-shem, e la Shekhinah, a determinare la loro separazione di sotto al Trono. Appurato che il demonio sarà più influente e più frequente nel mondo dell’Azione, vale a dire in questo basso mondo, che in quello della Formazione, che è al di sopra, se ne inferisce che la separazione aumenterà in modo direttamente proporzionale alla distanza. Per quale arcano, Dio consente ai dèmoni di allontanare la Shekhinah? chiede ancora lo Zohar. Non potrebbe distruggerli con un semplice battito di ciglia? La volontà del Pensiero Supremo, consisteva nel fatto che l’uomo, dopo essersi attirato la morte per aver gustato dell’Albero del Bene e del Male, conservasse ancora il suo libero arbitrio. Elevando, poco per volta, i mondi situati di sotto al Trono, fino alle altezze spirituali di quelli al di sopra. Ora questo libero arbitrio non sarebbe esercitatile senza la contro spinta del demonio verso il male. Ecco perché la Shekhinah, preferisce subire l’influenza dei demoni, piuttosto che ostacolare l’eterna felicità degli uomini. Del resto i demoni la infastidiscono tanto quanto potrebbe una punta di un ago.

Facciamo, infine, notare che nella Qabalah l’Albero della Vita, sottintende i mondi sopra del Trono in cui la Shekhinah è unita a Jéhovah, luogo in cui i dèmoni non hanno accesso. Mentre l’Albero del Bene e del Male indica i mondi che costituiscono il Trono, e in cui i dèmoni possono entrare.

É accettando lo stesso principio che lo Zohar spiega perché ogni peccato (in termini generali, e la concupiscenza in particolare) è chiamato dalla Scrittura (Levitico XVIII,7): Scoprire le nudità della Madre (la Shekhinah). Sempre con lo stesso presupposto si spiega, anche, perché Dio creò l’uomo maschio e femmina, e li separò soltanto dopo che ebbe loro vietato di mangiare dell’Albero del Bene e del Male. N.d.T. [Torna al Testo]

 

 

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