[1] Antiche pratiche mistiche di ascesa al cielo, associate alla visione d'Ezechiele del Carro divino e del Trono di Gloria. Secondo la tradizione, il Ma'aseh Merkavah poteva essere insegnato soltanto a due studenti per volta, e soltanto se questi erano in grado di comprendere da sé gli insegnamenti.Una parte della speculazione del Ma'aseh Merkavah comprendeva la descrizione del Shiur Komah la gigantesca misura del “corpo di Dio”. Il mistico della Merkavah passava alcuni giorni preparandosi ad ascendere in cielo, per essere in grado di stare di fronte a Dio, il re divino. Digiunava, meditava con il capo fra le ginocchia, contemplava dell’acqua in un bicchiere, cantava inni, utilizzava combinazioni di lettere del tipo che si trovano nel Sepher Yetzirah e declamava complicati nomi angelici e divini per arrivare alla visione del Trono di Dio. La letteratura delle Heikhaloth descrive i pericoli insiti in questo percorso ascetico, durante il quale quelli che “scendevano nel carro”, come erano chiamati i mistici, dovevano passare attraverso i sette Cieli, i sette Palazzi celesti sorvegliati da angeli di fuoco, simili a quelli descritti nel Sepher Ha-Razin. Il mistico della Merkavah si trasformava, attraverso questa esperienza, da uomo in angelo e le sue mani e i propri piedi erano bruciati spiritualmente dalle lingue di fuoco celeste attraverso cui era passato. In seguito alla sua visione del cielo, egli raggiungeva la comprensione del mondo divino acquisendo poteri magici su quello umano. La liturgia ebraica, in particolar modo quella in uso tra gli Ashkenaziti, fu influenzata dagli inni della Merkavah e dalle canzoni angeliche che i mistici udivano in cielo.N.d.T. [Torna al Testo]

[2] Una delle prime espressioni del misticismo ebraico, centrato su meditazioni intorno alla creazione del mondo e sulla potenza creativa delle lettere. Le tradizioni del Ma'aseh Berechith, fondate sul primo capitolo del Genesi, potevano essere insegnate soltanto a singoli individui e non a gruppi, per via della loro natura segreta. Queste tradizioni si occupavano del processo d'esteriorizzazione divina che determinò l’esistenza del mondo. Una delle maggiori espressioni letterarie del Ma'aseh Berechith che descrive i trentadue sentieri della saggezza che sono alla base del mondo. Questi sono costituiti dalle ventidue lettere dell’alfabeto nelle loro diverse combinazioni e dalle dieci Sephiroth. La combinazione delle lettere era, nella tradizione del Ma'aseh Merkavah, una tecnica di grande importanza sia per l’ascesa al cielo sia provocare l’esperienza mistica negli estatici. Le Sephiroth divennero in seguito i pilastri della teosofia della Qabalah. I testi delle Heikhaloth, imperniati principalmente sul misticismo della Merkavah, contengono elementi di cosmogonia che descrivono, ad esempio, gli abiti dei quali Dio si copriva prima della creazione del mondo. In generale, in ogni caso, il Ma'aseh Berechith era più interessato alla struttura interna dell’universo che alla reale cronologia della origine del mondo. Comprendere questa struttura consentiva agli adepti di manipolare forze divine, contenute nel mondo, processo questo che, nel Medioevo, si prolungò nella tradizione teurgica della Qabalah pratica. N.d.T. [Torna al Testo

[3] Il termine “Gaon" in ebraico significa “persona illustre”, e fu impiegato, dal II al III secolo dell’era  volgare, come titolo onorifico per i capi delle accademie babilonesi di Sura e Pubedida. Le autorevoli tradizioni contenute nel Talmud babilonese, composto di dodici grossi volumi, autorizzavano i sapienti Rabbini di quelle accademie a rivendicare la guida spirituale per il popolo ebraico; rivendicazione, in verità, abbastanza fondata se si considera che le tradizioni del Talmud palestinese erano riportate in un sottile tomo.

In questa stessa sezione è possibile approfondire il soggetto:

Il Talmud

Furono essi a dare inizio alla nota letteratura dei “Responsa” rispondendo a tutti i quesiti, che provenivano da ogni parte del mondo ebraico, sul significato dei passi talmudici. In epoche successive (XII secolo) il titolo “Gaon” fu attribuito a sapienti di particolare rilievo e di cui era riconosciuta l’autorità, come ad esempio ad Eli Jha il Gaon di Vilna. N.d.T. [Torna al Testo]

[4] É il trono su cui Dio siede in cielo, infatti, mentre tutte le creature celesti, secondo la tradizione, devono sostare in piedi, Dio è sempre rappresentato seduto. Il Talmud sostiene che tale trono fu creato antecedentemente alla creazione del mondo e che le anime dei Tsaddîqîm risiedono sotto di lui. Il grossolano antropomorfismo di un Dio seduto su di un trono di Gloria, creò un certo imbarazzo nei filosofi ebrei, tanto che finirono per considerarono soltanto un’allegoria, interpretando la figura sul seggio come un essere celeste fatto di luce, e creato da Dio. N.d.T. [Torna al Testo]

[5] ”Libro di Enoch” edito a cura di Mario Pincherle per i tipi della Faenza Editrice 1977. Tre sono le versioni principali del testo pervenuteci, che a ragione della lingua di origine sono distinte in: ebraico, etiopico e slavo. Enoch, settimo discendente di Adamo (Genesi V,18-24 ), divenne una figura leggendaria nella letteratura apocalittica come predicatore, maestro e profeta. In realtà la Scrittura lo presenta solo come uomo di grande e nobile carattere. La storia di quest'antico personaggio biblico riferisce che, per la sua rettitudine, non morì ma fu innalzato (Genesi V,24 ) da vivo in cielo. Durante la vita Enoch svolgeva il lavoro di calzolaio, ed era totalmente votato a Dio. Esso univa insieme, analogicamente, il mondo terrestre con quello celeste proprio come univa insieme le pelli delle sue scarpe. In cielo gli fu dato un nuovo corpo di fuoco e trasformato nell’angelo Metradon . Nel misticismo ebraico Enoch è associato ad Elia, ed è il soggetto di molte opere delle Heikhaloth e della letteratura apocalittica, dove sono descritte le sue esperienze. Si ritiene che queste opere siano state estratte dal libro originale che fu dato ad Enoch dagli angeli, e contenente la conoscenza dell’Albero della Vita. Grazie alla conoscenza dei contenuti di questo libro originale, Enoch fu in grado di “camminare con Dio”. N.d.T. [Torna al Testo]

 

Indice

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foglio 42a - 45b (2) foglio 244b - 269a (1) foglio 244b - 269a (2)

foglio 257a - 257b

 

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