[1] I tre momenti in cui tale porte si aprono, sono configurati dai tempi liturgici del giorno. Sono le ore in cui si recitano le tre preghiere obbligatorie, tutte basate sul sacrificio che si eseguiva al Tempio. Shacharit o preghiera mattutina, Minchah o preghiera pomeridiana, Arvit o preghiera serale. N.d.T. [Torna al Testo]

[2] É il giorno dell'Espiazione, o Yom Kippur, che cade il dici di Tishri, data che secondo la tradizione sarebbe quella in cui Mosé riportò dal Monte Sinai le seconde Tavole della Legge dopo la distruzione delle prime in occasione dell'accidente del Vitello d'Oro. É il giorno più sacro dell'anno ebraico e conclude il ciclo dei dieci giorni di penitenza delle Kapparot. Inizia prima del tramonto, tempo in cui si accendono le candele festive e una candela commemorativa, e termina con l'apparizione delle stelle il giorno dopo. Yom Kippur era il solo giorno in cui la liturgia permetteva al Grande Sacerdote di entrare nel Santo dei Santi, e in cui si inviava un capro carico dei peccati di Israele, nel deserto di Azazel; una specie di offerta fatta a Satana per tacitarlo. Durante questo giorno che è considerato lo Shabath dei Shabath, ogni attività viene interrotta, è proibito portare scarpe di pelle, avere rapporti sessuali e lavarsi. N.d.T. [Torna al Testo]

[3] É, secondo la Tradizione, l'Angelo incaricato di rivelare agli uomini i misteri celesti e, in sogno, gli eventi futuri; il suo nome significa, infatti 2Segreto di Dio". Fu Raziel che, secondo la Tradizione, trasmise ad Adamo uno dei tre famosi libri di magia segreta. N.d.T. [Torna al Testo]

[4] Il passo sottintende le Benedizioni dei sette Ushpizim o Ospiti: Abramo, Mosé, David, Aronne, Isacco, Giacobbe e Giuseppe, conosciuti anche come i Sette Pastori Fedeli, ospitati dall'ebreo osservante, nella Sukkah durante i sette giorni della festa di Sukkot. Secondo la Tradizione, ognuno di questi Patriarchi è l'ospite pricipale in ciascuna sera dei giorni di festa, in cui anche il povero è invitato. Al termine, lasciando la casa, il Patriarca, per ringraziamento dell'ospitalità ricevuta, benedice la coppia di cui è stato ospite. N.d.T. [Torna al Testo]

[5] Il passo dello Zohar, intende sostenere i dettami conservativi della scuola di Shammaj, saggio della Mischnah del I secolo, la quale, opponendosi ad ogni innovazione nello ebraismo, applicava alla lettera le prescrizioni bibliche. Conformandosi, quindi, alle prescrizioni contenute in Deuteronomio XXIV, la scuola vietava il divorzio, accettandolo solo nel caso di adulterio comprovato da parte della moglie. In disaccordo con la scuola di Shammaj, era quella di Hillel il Vecchio, contemporaneo del primo, di cui ci sono stati conservati i famosissimi detti; tra gli altri vale la pena ricordare, per le enormi implicanze metafisiche, quello che recita : "Se non sono io per me, chi sarà per me, e se io sono solo per me, io cosa sono ?E se non ora, quando?” La scuola di Hillel, più liberale ed elastica, si differenziava nettamente, dalla prima, sulle motivazioni del divorzio, accettandolo, anche, soltanto per comportamento irriguardoso o sconveniente della moglie, od ancora perché l'uomo aveva trovato un altra donna.

Per entrambe le scuole, comunque, il divorzio era un momento tragico, e concordavano sul fatto, che l'Altare del Tempio versasse lacrime amare per ogni coppia separata. N.d.T. [Torna al Testo]

[6] Oltre al riferimento al Foglio 12b dello Zohar, c'è un altro passaggio nella Sezione Toldoth Noah, al foglio 62b, di interesse; ne diamo la traduzione per i nostri vistatori. [...62b] Considerate, quando l'anima esce dalla regione celeste, nel suo tragitto per discendere sulla terra, si avventura nelle gole dei monti. In queste gole si unisce allo spirito dell'intelletto; e, una volta discesi entrambi sulla terra, si congiungono con quello della vita e i tre si trovano, così, uniti insieme.

Rabbi Yehouda interloquì: lo spirito di vita e quello dell'intelletto dimorano insieme e dipendono l'uno dall'altro, ma l'anima è autonoma da questi due; essa dipende soltanto dalla condotta dell'uomo stesso. Come è impossibile individuare la sede dello spirito vitale, e quella dell’intelletto, nessuno potrà svelare quella dell'anima, perché, anche essa è occulta.

Nel momento in cui l'uomo si propone di vivere con purezza, il cielo gli viene in aiuto, accordandogli un'anima santa che lo purifica e lo santifica tanto da essere chiamato Santo. Ma se è indegno e non desidera vivere nella rettitudine, esso è animato da due soli spiriti: quello della vita (nephesch) e da quello dell'intelletto (rouah), ma non dall'anima santa. Ma c'è di più. Chi vuol vivere nell’immoralità; non soltanto è privato dell'aiuto del cielo, ma è anche incoraggiato a continuare nella sua condotta. Così, ognuno, è favorito secondo il proprio comportamento. N.d.T. [Torna al Testo]

[7] Si fa' derivare ydc da dc [Torna al Testo]

[8] Già nei Preliminari  al foglio 15a 15b del I Volume, lo Zohar cita il Nome di quarantadue lettere. La spiegazione di tale Nome divino è data in questo passaggio: Il Nome di quarantadue lettere, dice lo Zohar, non è che una delucidazione del Nome di nove lettere, cioé myhla hwhy, il principio maschile congiunto con quello femminile. Nell'Idra Maschanah, III Volume foglio 122b,

  Il testo si trova tradotto nella sezione dedicata

Idra de-Maschanah

è riferito a proposito del Nome: Nessuno comprende il suo significato se non il Messia... Esso esprime il Pensiero Supremo. Nel momento in cui il Pensiero Supremo prova in se stesso una gioia misteriosa, un raggio luminoso ne scaturisce mettendo in contatto le quarantadue lettere, tale evento origina sia il mondo superiore sia quello in basso. É per merito di questo Nome che il mondo sussiste. Ciascuno degli angeli porta come nome una lettera sacra del Nome di quarantadue lettere, ecc.

Ma quale è questo Nome? Ce ne e un primo che e il seguente: hclcb rhahw rjab hclc hwla crqh jwrw hwla wb hwla ba che significa: Padre Dio, Figlio Dio Spirito Dio, Tre in Uno e Uno in Tre, che come si evince sembra essere l'enunciazione del Mistero della Trinità cattolica.

Ci sono, poi, altri nomi di quarantadue lettere. Uno è quello costituito dalle prime quarantadue lettere del Pentateuco. Queste quarantadue lettere, contate dalla prima del Genesi, vale a dire dalla lettera b porta come quarantaduesima ancora una b inizio della parola Bohou che rimane, quindi, incompleta.

Dal nome così costituito se ne estraggono altri, trasformando queste prime lettere del Genesi o le ultime del Pentateuco, con i processi di Tziruph.

Ne diamo, a titolo d'esempio due, il primo con il sistema AL-Bath e il secondo con la trasposizione in AB-Gad.

bwwhth

tyh{ra

hw{rah

tawsym

chtasy

hlarb

tycarb

hxxqbq

Qubaqtsotsah

ggqwdl

Ledunqanag

qxwdlq

Qaladuetsaq

blxpnk

Canaphzelab

gqblkg

Gachalbeqag

dalldt

Thidalleak

1 Albath

bggldt

Thidelganab

ahhwcw

Vsuhaha

cfwpqb

Bekaphutasch

whpqbw

Vbakpahu

cbhfn

Netnahbasch

twcbnf

Tanabaschuth

wbbqa

Akabbacu

2 Abgad

cftbqa

Akabtatsch

 

L'ultimo versetto del Pentateuco conta anche quarantadue lettere, di cui la prima e l'ultima,  sono una l. Unendo le lettere del primo e dell'ultimo versetto del Pentateuco, cioè lb, si ottiene trentadue (l = 30 b =2), numero delle Vie della Saggezza le quali aggiunte ai dieci Sephiroth da cui emanano, danno come prodotto quarantadue.

Un altro Nome di quarantadue lettere è quello che si ottiene scrivendo tutti i nomi delle Sephiroth, prendendo però Aïn al posto di Kether ed inserendo Daath, tale Nome ritrarrà l'espressione del sistema degli attributi divini.

C'è ancora un nome da considerare; ed è quello che si estrae dalla plenitudine della lettera Aleph (costituita di dieci lettere) e dalla plenitudine della plenitudine di questa lettera (composta di vent’otto lettere) a cui si aggiungono le quattro lettere del Tetragramma. Per cui si avrà 10 + 28 + 4 = 42 il nome dwy hwhy pla ah waw pla waw pla ah tldw aw dwhy ah waw ah. Infine sottolineiamo a margine, lasciando alla discrezione del visitatore la possibilità di approfondire, che il valore numerico di hyha è ventuno, la metà di quarantadue. Ora questo nome figura due volte nel racconto in cui la divinità si è fatta conoscere nel roveto ardente: rca hyha hyha.  N.d.T.[Torna al Testo]

 

 

Indice

foglio 38a - 39b foglio 39b - 40b foglio 41a - 41b foglio 42a - 45b (1)

foglio 42a - 45b (2) foglio 244b - 269a (1) foglio 244b - 269a (2)

foglio 257a - 257b

 

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