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Si converrà che non sia cosa facile né agevole trattare di un soggetto di cui mai nessuno ha, in precedenza, disquisito. Le difficoltà proprie dell’argomento, sommate ai disagi del nuovo, potrebbero, quindi, rendere questo studio di non facile intendimento. Cercheremo, quindi, nei limiti delle nostre possibilità, di essere più semplici e chiari possibili. Inizieremo introducendo il soggetto con alcuni riferimenti generali, la cui conoscenza è irrinunciabile per cogliere l’evoluzione di costruzione, l’accezione, e l’utilizzo della Tavola Tziruph Irregolare, notissimo e misterioso "Quadro", annoverato tra i "sistemi matematici" della Qabalah.

Se, certamente, è nota la gnoseologia di quest'antico insegnamento, reputiamo, in ogni caso, utile rivisitarla succintamente, a beneficio di un'introduzione all’insegna di quella semplicità di cui sopra si accennava. Questo, forse, potrà apparire agli addetti ai lavori, superfluo; ma omettere (nella fase iniziale di avvicinamento) di "rinfrescare" tali nozioni, significherebbe tradire, per i più, le attese di chiarezza e semplicità promesse.

La Qabalah si definisce come un sistema di pensiero esoterico, mistico e teosofico insieme, fondato sui libri sacri ebraici. Nata con la stessa coscienza religiosa del popolo semitico, è da molti considerata come la parte esoterica degli insegnamenti ricevuti da Mosé sul monte Sinai [1]. Ebbe il suo massimo sviluppo di divulgazione e d'approfondimento nel medioevo, periodo in cui si sviluppò la ricerca e lo studio volti a definire l'Indefinibile, conoscere l'Inconoscibile e ad avvicinarsi alla comprensione dell'Universo, manifestazione di Aïn, il Nulla. Appare quindi come un tentativo di codificazione del Principio Trascendente.

Contrariamente a tutti gli insegnamenti, sistemi e teodicee di ogni popolo e di tutti i tempi, i quali hanno trascurato o sottaciuto come l'influenza di questo principio trascendente divino è assimilabile dagli essere creati, condannandoli, conseguentemente per intero e in maniera irreversibile, ad essere completamente sottomessi alle condizioni della relatività, essa, portando a soluzione l'antinomia, la risolve con l'introduzione del principio transitorio nella natura stessa dell'Assoluto. In altre parole la Qabalah supera di slancio tutte le dialettiche filosofiche imperniate sulla trascendenza o sull’immanenza del divino; affermandole nel suo insegnamento più esteriore ma negandole in quello realizzativo più riservato (Bittul ha-Yesh).

Il problema della postulazione di un Assoluto che dimora inaccessibile e sembra negare la possibilità del relativo a sussistere (giacché se al di fuori dell'Assoluto questi non è più tale, non abbraccia in altre parole tutto, e se il relativo è compreso nell'Assoluto non può sussistere in rapporto a Lui), viene dalla Qabalah, risolto con l'elaborazione di un ardito sistema metafisico di una Non-Dualità assoluta, di gran lungo superiore alle formulazioni mistiche del monismo mitigato dell'antico Jahivismo.

Non è quindi imprudente affermare che tutto l'insegnamento della Qabalah cerca di sondare e spiegare questa relazione dell'Assoluto divino alla relatività del creato.

La Qabalah, quindi, pur presentandosi come un insegnamento monolitico fondato su principi canonici che possono essere spiegati in modo semplice e diretto (ammaestramento esteriore), in realtà, configurandosi in una molteplicità di sistemi d'approcci diversi, ma soprattutto a causa della presenza, nel suo insegnamento, di un elemento, Aïn, che sfugge ad ogni possibile indagine razionale, non può essere né spiegata né insegnata (istruzione riservata).

Storicamente, ci ricorda lo Scholem, soltanto nel periodo in cui appare il Sepher ha Bahir, essa ebbe una gamma comune di simboli e d'idee, che i suoi seguaci accettarono come tradizione mistica, sebbene non concordassero né sull’interpretazione né sul significato preciso di tali simboli, meno ancora sulle implicazioni filosofiche a loro inerenti.

Da questa miriade di "rivoli", la molteplicità dei punti di vista che caratterizzano il suo insegnamento. In ogni caso, nel groviglio di speculazioni, orientamenti e supponenze, gli studiosi riconoscono due tendenze fondamentali. Una, con un forte orientamento mistico, espresso in immagini e simboli, l’altra più speculativa, tendente a conferire a questi simboli un significato ideazionale più o meno definito.

Non mancano quindi le "classificazioni", le "distinzioni" e le "catalogazioni". La più corretta, a nostro giudizio, è quella effettuata in base all’oggetto del contenuto degli insegnamenti:

 

Maasse Merkava 

Opera del carro celeste, insegnamento contenuto nello Zohar.

Maasse Berechith 

Opera della creazione, insegnamento contenuto nel Sepher Yesirah.

 

 

Tale distinzione non è in ogni caso esclusiva; ogni studioso ha proposto, nel tempo, classificazioni differenti e diverse [2].

Quella che di seguito si propone ha, sinteticamente, il pregio di offrire un'immediata visione d'insieme delle varie distinzioni, emergenti fin dagli albori, intorno al IX secolo.

 

La Qabalah

Teurgica [3]

Letterale

Non scritta [4]

 Dogmatica [5]

  

Interiore

gimatreya [7]

Rituale [6]

Notaricon [8]

 

Themurah [9]

 

La distinzione della Qabalah Pratica, in Interiore e Rituale emerge dagli scritti di Maimonide e Ibn Gabirol e l'Interiore è da intendersi principalmente come un particolare insegnamento meditativo [10].

Il "Quadrato" di cui ci proponiamo lo studio, appare nella distinzione della Qabalah sotto la voce "Letterale" nella distinzione Themurah (Permutazione).

Esistono, come si legge in nota nove, diverse tavole di permutazione, le cui costruzioni e impieghi sono noti, rientrando tutte nei sistemi matematici della Qabalah. Le tavole Tziruph, la "Giusta" e la "Contraria", come anche la "Razionale", sono state esaminate da diversi autori, almeno per quanto concerne l’aspetto armonico di costruzione, nulla, nella nostra lingua e a nostra conoscenza negli altri idiomi europei, è stato mai pubblicato sulla "Irregolare".

Alcuni autori affermano che la costruzione è troppo complicata perché sia chiaramente descritta, altri, forse meno sinceri, nascondono la loro assenza di conoscenza dietro il "dito" del silenzio iniziatico. La verità è che sono assai rari gli studiosi che conoscono la sua armonia matematica, e meno ancora quelli che sono informati sull’utilizzo pratico. Quanto segue è quindi da considerarsi originale. 

 

 

 

 

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