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I Doveri del Principe Edwin

 

Sarai sincero verso l'uomo, verso Dio, e la sua santa chiesa e non favorirai o sosterrai alcun errore, fazione, inganno o eresia nella chiesa; è bene tuo fidarti dell'insegnamento di uomini prudenti e saggi.

Sarai un sincero e leale e fedele vassallo del Re; e se sarai a conoscenza di qualche tradimento, o qualcos'altro contro la sua Maestà, ne darai all'istante notizia a sua Maestà o a qualcuno del suo Consiglio. E se sai di essere tu stesso colpevole, pentiti a Dio in privato.

Sarai sincero con ogni Massone della scienza, se lui o essi sono legittimamente chiamati; e farai per loro come vorresti che fosse fatto per te.

Chiamerai tutti i Massoni Fratelli o Compagni e non con nomi vergognosi come schiavo, impostore o furfante.

Non prenderai la moglie di tuo fratello in servitù o in peccaminoso desiderio; né sua figlia o la sua serva; né desidererai qualcosa che sia suo; né lo porrai in qualsiasi disgrazia.

Non intraprenderai alcuna cosa per recar danno al tuo compagno.

Né tu, né alcun altro Massone o Compagno, per qualsiasi concessione, mercede o qualsiasi altra considerazione, da solo o in qualsiasi numero minore di sette (numero di cui è costituita una loggia) o in sei al minimo col consenso del settimo che è assente il cui consenso deve pervenire alla loggia scritto di sua mano, - ammetterai alcuna persona ad essere fatta libero muratore che non possegga tutti i requisiti: - vale a dire che egli deve essere nato libero e di buona famiglia, non schiavo e con le membra come un uomo deve avere.

Vi amerete in ogni momento l'un l'altro e non vi calunnierete l'un l'altro alle spalle.

Accoglierai in ogni momento Massoni e Compagni stranieri; amali ed assistili, se essi dopo un esame si rivelano essere liberi muratori, e conducili al lavoro come è costume. Se non hai calce o pietra nel posto in cui vi incontrate, li ristorerai e darai loro tanto denaro che possa condurli alla loggia più vicina.

Non farai calce o pietra per qualcuno che non è altro che un profano; infatti un profano è uno che non ha fatto il suo apprendistato né è ammesso in seguito in accordo con la consuetudine di fare i Massoni.

Se qualche contesa o turbamento sorge tra Massoni o qualche altra violazione viene commessa da qualcuno contro la scienza della Massoneria, allora l'assemblea dovrebbe essere convocata e tenuta in qualche luogo conveniente per la decisione, correzione, riparazione e punizione di tali Massoni o Maestri; e le parti devono appellarsi al decisivo giudizio ed alla direzione dell'assemblea e sottomettersi alla parola ed alla decisione di quelli la cui parola deve essere chiara e ferma e dalla quale non deve esserci appello. Ma se l'assemblea non può decidere né concordare, il controllore deve quindi ottenere licenza, con l'assenso ed il consenso dell'assemblea, che la legge possa decidere la causa e non porre la fratellanza tra essi.

Non devi con una scusa qualsiasi, esclusa una malattia o inabilità del corpo, assentarti dall'assemblea se questa è entro cinquanta miglia, se hai una lettera o ogni altra notizia che ti comunichi il tempo ed il luogo in cui si tiene.

In ogni momento dispenserai gioiosamente e generosamente la tua carità per il soccorso dei Massoni o Compagni ammalati o bisognosi, se ne sei in grado.

Non giurerai, dentro la loggia o fuori della loggia, sul Santo Nome di Dio né lo profanerai.

Non vi darete cattivi consigli l'un l'altro.

Non vi ingiurierete l'un l'altro senza una causa.

Non sarai un libertino o un fornicatore né frequenterai cattive case.

Non sarai un comune giocatore di carte o di dadi o di ogni illecito gioco.

Nessun Massone andrà in città in cui vi sia una loggia di Compagni e Massoni senza che vi sia un Compagno con lui, che possa portargli testimonianza che era in una onesta casa e compagnia.

Ogni Massone venererà il suo anziano e precettore. Se un Massone pratica la scienza e non è un operaio, non intraprenderà il lavoro di qualcuno fintantoché egli stesso non capisce di essere sufficientemente abile per effettuarlo.

Nessun Maestro massone intraprenderà il lavoro di alcuna persona se non a condizione che possa permettersi di fare giustizia alla persona per cui lavora e di pagare ai suoi Compagni i loro salari come sono i modi ed i costumi.

Nessun Maestro o Compagno ne soppianterà un altro nel suo lavoro; cioè, se un Maestro o Compagno ha preso un lavoro come Maestro, egli non ne sarà estromesso a meno che egli non sia incapace di effettuare ciò che ha preso in mano. Se così, egli deve esserne estromesso e uno dei compagni più abili essere posto come Maestro nella sua stanza ed egli lavorare come un Compagno.

Colui che è Maestro del lavoro deve essere chiamato Maestro da tutta la loggia per tutta la durata del lavoro.

Nessun Maestro prenderà un apprendista a meno che egli abbia sufficiente lavoro per impiegarlo ed egli deve avere due o tre Compagni per testimoniare ciò.

Ogni Massone deve essere pronto a dare la paga ai suoi Compagni se egli o essi la meritano cosi che non vi siano inganni o falsi operai.

Nessun Massone prenderà a servizio un apprendista per un tempo minore di sette anni senza debiti o obbligato per contratto [e] senza che l'apprendista sia abile, nato di libera nascita, e di buona famiglia, avendo i suoi arti e le sue membra come dovrebbe averli.

Ogni uomo sarà sincero con il Signore che serve e servirlo sinceramente per la sua paga per il suo miglior profitto e vantaggio.

Nessun Massone sarà un ladro o compagno di ladri.

Nessun Massone commetterà alcuna villania nel luogo in cui mangia o dorme ma lui o essi si comporteranno sinceramente e onestamente, pagando per il loro cibo, bevande e tutti i loro obblighi.

Ogni Massone sinceramente farà e migliorerà il suo lavoro, sia questo il lavoro a opera o a giornata, se egli ha ciò che gli serve.

Questi sono gli obblighi del Principe Edwin, stabiliti alla sua assemblea tenuta a York e loro ordinati di essere tenuti per sempre.

Qui segue una Regola inventata da Mr. William Harge sorvegliante e Massone della città di Sua Maestà Harwich, per un apprendista prima che diventi un libero muratore:

Primo egli sarà sincero con la Santa Chiesa di Cristo.

Egli sarà in pace con il suo Maestro e con tutti gli altri Massoni che deve servire.

Egli non ruberà i beni del suo Maestro né si assenterà dal suo servizio di notte o di giorno senza il permesso del suo Maestro.

Egli non commetterà adulterio o fornicazione nella casa del suo Maestro, con sua moglie, figlia o serva.

Egli osserverà il consiglio del suo Maestro in tutte quelle cose che saranno dette o fatte nella loggia o camera, sia da Maestri che da Compagni.

Egli non sosterrà alcun argomento in disaccordo con alcuno di loro o rivelerà i loro segreti, per cui discordie potrebbero sorgere tra Massoni e Compagni o apprendisti; ma si comporterà reverentemente con tutti i veri Massoni, essendo un fedele fratello del suo Maestro.

Egli non userà carte o dadi od altri giochi non leciti.

Egli non frequenterà taverne o birrerie né sperpererà i beni del suo Maestro.

Egli non commetterà adulterio o fornicazione nelle case in cui lavora, logge o diete.

Egli non sottrarrà o ruberà i beni di nessun Massone; né sarà disposto a tollerare che venga fatto alcun torto o offesa, né consentirà a ciò durante il suo apprendistato, ma si opporrà a ciò con tutte le sue forze e ne informerà il Maestro o qualcuno dei compagni immediatamente.

Il Principe Edwin alla sua assemblea fece dei Massoni e li fece giurare su tutti questi Doveri ed essi sono sempre esistiti sin dal suo tempo e sono sempre stati dati ai Massoni quando venivano fatti.

Ogni uomo che sia un Massone faccia buona attenzione a questi Doveri e se riconoscete la vostra colpa di aver trasgredito a qualcuno di questi Doveri, correggetevi e non fatelo più.

Cosi l'uomo che è fatto Massone scelga nella loggia uno che sia il suo tutore, che lo istruisca nei segreti che non devono essere scritti; tale Massone egli deve chiamare tutore. Così gli deve essere insegnato con cura in modo che al suo ritorno egli possa esercitare con i suoi compagni Massoni.

Concluderò con l'esortazione del Santo Vangelo come è nella sua prima epistola ai Corinzi, primo capitolo e decimo verso:

Peraltro vi esorto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, a pensare tutti alla stessa maniera, perché non vi siano in mezzo a voi divisioni ma siate perfetti nello stesso pensiero e nel medesimo sentimento. Amen.

Qualunque Massone o Compagno d'arte che si imbatta in questo libro io gli impongo secondo il tenore del suo giuramento di prendersi grande cura di esso e di riconsegnarmelo.

Tho: Carmick