Molte testimonianze testuali cabalistiche indicano con chiarezza l'universalità del simbolo dell’Albero Sephirotico e delle sue Sephiroth che, come un faro di luce perenne, come un punto di riferimento eterno e immutabile, ha illuminato, nel tempo, la mente e l'anima dell'essere umano. Da diverse prospettive e dai vari sentieri di conoscenza, l'uomo ha additato i sostegni, le zattere, per attraversare i l fiume del divenire e per giungere nel mondo dei Principi, della Causa Prima, Kether, della Costante, dell'Assoluto Aïn Soph. Nel simbolo sephirotico il filosofo riconosce la filosofia e userà le idee come puntelli per innalzarsi, lo scienziato vi scopre la struttura molecolare, l'astrologo i segni dello zodiaco e gli psicologi gli stati psichici dell’uomo. La Qabalah rivela, nella sua completezza, l'universalità del suo messaggio che tocca i vari ordini e gradi dell'Essere. Abbiamo detto che la Sephirâ è un'Idea, una Potenza-Sostanza, un'Energia, una Forza, a secondo del punto di vista da cui la si vuole considerare. Nel campo scientifico si parla di "forza gravitazionale", di "energia elettronica", di potenza luminosa, di legge inerziale ecc. In altri termini, l'universo è governato da Leggi, da Forze, da Principi che riverberano la loro Luce nelle Sephiroth. Le Sephiroth, dal punto di vista della fisica formale, rappresentano dunque, sostanze interagenti, dal punto di vista psicologico universale rappresentano qualità energetiche, espressioni vitali psichiche, dal punto di vista filosofico sono Idee, Archetipi universali che sono al di là della forma e dello stesso nome, da un punto di vista ontologico rappresentano le varie divinità o Gerarchie angeliche di Kether, quale Dio creatore, e così via. Chiunque voglia accostarsi all'Albero Sephirotico, può farlo nel modo più consono al proprio grado coscienziale dai colori alle note musicali, dai segni zodiacali ai sette Cakra (centri di energia vitale), dalle schiere angeliche al mondo degli Archetipi e dei Principi, le dieci Sephiroth rivelano un'universalità che va oltre il piano materiale, psichico e intellettivo. Il nostro lavoro consiste, allora, nel dilatare sempre più la conoscenza grazie alla Qabalah per poter risalire gradualmente alla Causa Prima, Kether, per poter realizzare, qui e ora, in questo corpo "Di pelle e di carne Tu mi hai vestito e di ossa e nervi mi hai tessuto" (Giobbe X,11) l'Unità col Divino, l'Aïn Soph. L'uomo, nei suoi tre piani di vita, Nephesh-corpo, Ruah-anima, Neshamah-spirito, di cui il solo visibile è la materia, semplice rivestimento; trova in sé stesso la completezza e la somiglianza di cui parla il versetto del Genesi che, per tanti cabalisti è stato una fonte inesauribile di domande e interrogativi: "Dio creò l'uomo a sua immagine" (Genesi I, 27). L'Albero Sephirotico è il tramite, il simbolo, il testimone di una Realtà non percepibile ai sensi ma che in latenza attende di essere vissuta, è una Fonte inesauribile di energia a cui attingere per andare oltre l'angusto limite che, nel tempo, ci costringe e ci soffoca, oltre lo strato di nebbia che ci impedisce di vedere il Sole, oltre la linea sottile e, nello stesso tempo terribilmente spessa, che ci separa dalla nostra reale natura: Kether, l'assoluto Aïn Soph. |