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Il documento che presentiamo ai nostri visitatori esoterici, è una Tavola da Disegno tracciata dal compianto F:. Potentissimo 33:. Sovrano Gran Commendatore Giovanni Pica e pubblicato il 1 Settembre 1971 sui "Quaderni del Rito" n.3 Rito Scozzese Antico ed Accettato.
... Al primo manifestarsi della sua coscienza l'uomo si chiede "chi sono?" "perché sono?" "da dove vengo?" "dove vado?". Interrogativi che richiedono altrettante risposte che esulano da questa trattazione. Ma appena l'Uomo si accorge di quanto lo circonda, di tutto ciò che è: dal ciottolo al Sole, dal fiore alla foresta, dalla farfalla all'essere cosciente; non appena comincia a rendersi conto del creato che gli sta intorno, non appena gli si aprono gli occhi sulla creazione, un'altra grossa domanda gli esplode nel cervello: chi ha fatto tutto questo? Da dove e come nasce tutto questo? Chi ha creato? Chi è il Creatore? E questa domanda lo accompagnerà per tutta la sua esistenza, per ogni nuova acquisizione, per ogni nuova scoperta, per ogni nuova presa di coscienza ...
Lo scritto ritrae un opera della maestria dell'Autore e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato. © Giovanni Pica
Al primo manifestarsi della sua
coscienza l'uomo si chiede "chi sono?" "perché sono?" "da dove
vengo?" "dove vado?". Interrogativi che richiedono altrettante
risposte che esulano da questa trattazione.
Ma appena l'Uomo si accorge di quanto lo circonda, di tutto ciò
che è: dal ciottolo al Sole, dal fiore alla foresta, dalla
farfalla all'essere cosciente; non appena comincia a rendersi
conto del creato che gli sta intorno, non appena gli si aprono
gli occhi sulla creazione, un'altra grossa domanda gli esplode
nel cervello: chi ha fatto tutto questo? Da dove e come nasce
tutto questo? Chi ha creato? Chi è il Creatore? E questa domanda
lo accompagnerà per tutta la sua esistenza, per ogni nuova
acquisizione, per ogni nuova scoperta, per ogni nuova presa di
coscienza.
Che cosa è Bene o Male? E da chi proviene il Bene e il Male? Chi
ha creato la Vita e la Morte? Che cosa è il fulmine, la
elettricità, la luce, la nota musicale, la sinfonia? Che cosa è
l'Amore e che cosa è la Morte? Che cosa vi è prima della Vita?
Che cosa dopo la Morte? E chi ha creato tutto questo?
L'uomo scoprirà l'ultrapiccolo, l'atomo con le sue leggi, la sua
frantumazione, lo sviluppo dell'energia e le sue applicazioni,
la cellula, con la sua vita e la sua moltiplicazione, la
formazione dei tessuti, degli organi, degli organismi, degli
esseri e si domanderà: chi ha creato tutto questo?
L'uomo si accorgerà dell'esistenza della Terra, del Sole, di
miliardi di altri Soli, di pianeti, di mondi, scoprirà
l'Universo infinito e si chiederà: chi ha creato tutto questo?
Turbato, avvilito, meravigliato tornerà in se stesso e si
accorgerà che egli, l'Uomo, ha preso coscienza di tutto, che
tutto ha avuto rispondenza in lui dall'atomo, all'Universo; che
tutto è quindi in lui, se è vero che si può prendere coscienza
solo di ciò che si possiede; e quindi che l'Universo è in lui;
che il grande Cosmo è in lui, piccolo Cosmo. E se l'Universo
infinito è in lui anche lui è infinito come l'Universo, da ciò
che gli appare al profondo abissale interiore. Ma chi, come e
perché ha fatto tutto questo?
A queste domande si suole rispondere con una sola parola: DIO.
Ma chi è DIO? Domanda complessa e difficile. Risposta
semplicistica, irrazionale e insoddisfacente quando ci si
prospetta un DIO, come qualcuno o qualcosa fuori di noi, fuori
dal creato, al disopra ed all'esterno della creazione, che dal
nulla ha creato tutto, dapprima disordinatamente (caos) e poi
riequilibrando il tutto (ordine): da quando? Da sempre. E che
continua a creare esseri, uomini e cose, in una incessante opera
di creazione nella terra e nell'Universo, con l'eterno
succedersi della nascita, della vita e della morte. Questa
risposta non ci soddisfa.
A questo punto si sono inserite le Religioni che, situato Dio
(quasi personificato) su un piano esterno ed al di sopra e fuori
della Creazione, ne hanno imposto la credenza in un clima di
paura dell'ignoto, di terrore della morte, di spavento per gli
effetti delle azioni, legando il dolore fisico e psichico alla
natura ed al modo di condurre la propria esistenza: peccato e
pena, errore e dolore, colpa ed espiazione.
Nelle Religioni vi è sempre stato un gruppo ristretto di uomini
in possesso di conoscenze, di leggi e di verità fondamentali che
costituiscono il nucleo originario di sapienza; ma le caste
sacerdotali invece si servirono della paura dell'ignoto per far
passare per miracoli prodotti dal loro DIO i semplici effetti
delle leggi naturali ancora sconosciute alle masse e per imporre
il loro potere ed essere dispensatori di grazie o di condanne.
Vi era quindi nelle Religioni chi sapeva che DIO era una Legge o
un insieme di leggi e quindi sapeva definirlo. Ma non conveniva
che questo fosse svelato, per contenere gli impulsi animali e
per regolare moralmente e civilmente la vita degli uomini. In
definitiva quindi, inizialmente, pur conoscendo la Verità e
l'Essenza di Dio, le religioni hanno fatto intendere per Dio,
per comodità di sistema, un ente trascendente, personale,
creatore dell'Universo, dal quale è separato. Il Creatore per la
chiesa è distinto dal Creato ed immaginato come creatore ex
nihilo. Successivamente le religioni, degenerando, hanno perfino
perduto l'esatto concetto di Dio; e la religione cattolica non
ha saputo più riconoscere il suo Dio, che se lo avesse saputo
riconoscere o lo riconoscesse, s'accorgerebbe che esso
s'identifica con il Grande Architetto dell'Universo della
Massoneria, sempre eterno ed immutabile ed infinito come
l'Universo di cui è la Legge; ecco perché la Massoneria è
iniziatica ed ecco perché essa è eterna come espressione ed
associazione che incarna nei suoi simboli (che vanno studiati e
compresi) tutta la verità. E come viene considerato e concepito
Dio dalla Massoneria? Viene definito come Grande Architetto
dell'Universo. In realtà nessuna delle antiche costituzioni
massoniche si esprime in un modo esauriente sulla credenza in
Dio e sulla sua interpretazione e definizione. Ma le carte
fondamentali ( Old Charges 1713) dicono che il Massone "se ben
comprende l'arte, non sarà mai uno stupido ateo, né un libertino
senza religione. Negli antichi tempi i Massoni erano obbligati
in ogni paese a professare la religione della loro patria o
nazione, qualunque essa fosse; ma oggi, lasciando a loro stessi
le particolari opinioni, si trova più a proposito di obbligarli
soltanto a seguire la religione, sulla quale tutti gli uomini
sono d'accordo; essa consiste nell'essere buoni, etc. ".
In contrasto con queste fondamentali espressioni è quest'altra
affermazione restrittiva contenuta nelle costituzioni del 1762:
"Art. 1 - Siccome la religione è un culto necessariamente dovuto
al DIO onnipotente, nessuna persona sarà iniziata nei Sacri
Misteri di questo eminente grado (Sublime Principe del Real
Segreto) se non è sottomesso ai doveri della religione del paese
nel quale deve avere ricevuto i venerabili principi". Ad ogni
modo è da ritenere che quando si afferma che il Massone debba
seguire un orientamento religioso si vuol significare che tutte
le religioni hanno un nucleo di verità più o meno velato e
ricoperto da sovrastrutture e superstizioni; si vuol anche
significare che, attraverso lo studio della religione di
appartenenza o attraverso lo studio comparato delle varie
religioni, si deve arrivare a scoprire il nucleo di verità
racchiuso all'interno di esse e comune a tutte senza disperdersi
nei rivoli del misticismo in attesa di una verità rivelata.
In questo concetto non vi è più nulla di rilevante fino alla
Dichiarazione dei Principi approvata nel Convento di Losanna nel
1875 (e non riconosciuta e non accettata universalmente dalla
Massoneria mondiale) nella quale si legge che: "la Massoneria
proclama, come ha proclamato sin dalla sua origine, l'esistenza
di un principio creatore sotto il nome di Grande Architetto
dell'Universo ".
Restano naturalmente da considerare i Landmarks ma si sa che di
essi non ci è pervenuta nessuna testimonianza antica ed
autentica e che le redazioni da noi possedute sono tarde
ricostruzioni di studiosi. Comunque sia, anche in essi non si
trova nessuna precisa definizione del Grande Architetto
dell'Universo. In quella del Mackey (1858) si legge: "XIX - ogni
libero Muratore deve credere nell'esistenza di Dio come Grande
Architetto dell'Universo", il che viene ripetuto in termini più
o meno simili in quelle successive (ma in alcune, anche
autorevoli come quella del Findel, manca del tutto).
Se questa estrema scarsità di dati è da un lato garanzia
dell'assoluta libertà di coscienza che è la divisa gloriosa
della Massoneria, dall'altro però essa è stata la causa
involontaria di un susseguirsi di opinioni diverse; di
discussioni violente e di orientamenti divergenti che segnano,
su questo punto, tutta la storia del nostro Ordine. Tanto che
qualcuno è stato condotto a ravvisare nella storia della
Massoneria una prima fase caratterizzata dalla "scelta deista",
una seconda dalla "svolta filocattolica" (prima metà del secolo
XIX), una terza dalla "tentazione ateistica" (dal 1860 al 1917)
e un'ultima che muoverebbe "verso il dialogo cristianomassonico".
Tutto ciò è senza dubbio vero se ci si limita ad un tipo di
documentazione che chiameremmo "esterna" relativa alle opinioni,
necessariamente mutevoli secondo le epoche, di uomini e di
gruppi di uomini, per quanto autorevoli, e non a un tipo di
documentazione "interna" relativa cioè alla dottrina massonica
quale è espressa nei rituali dell'Ordine e del Rito Scozzese
Antico e Accettato.
Si capisce che dal punto di vista puramente storico la dottrina
è secondaria rispetto alla interpretazione, che viene data
attraverso il tempo, ma è anche vero che soltanto lo studio
della dottrina può permettere ai Fratelli di avere a
disposizione i dati capaci di orientarli nella selva di
interpretazioni spesso contrapposte. In altre parole se ci si
domanda: è vero che la Massoneria fece all'inizio una scelta
deista? In che senso va inteso il termine deista? Può essere
ateo un Massone? Su quali basi potrebbe essere condotto un
dialogo con il cattolicesimo? La risposta non si potrà trovare
tanto nelle opinioni e nelle mode degli uomini e delle epoche,
quanto piuttosto negli elementi fondamentali della dottrina del
Grande Architetto dell'Universo quale risulta dai nostri
rituali.
Faremo a questo scopo, nelle pagine che seguono, un esame di
questi elementi che, anche a prima vista, si presentano molto
più ricchi di quelli contenuti nelle principali costituzioni
dell'Ordine e del Rito.
Prima di intraprendere lo studio dei rituali sarebbe necessario
farne la storia, per vedere l'epoca a cui risalgono e le
modificazioni che possono aver subito durante il tempo, ma un
lavoro del genere sarebbe lungo ed uscirebbe dagli scopi
immediati di questo scritto. Del resto, nel loro complesso, i
rituali massonici hanno conservato il nucleo dottrinario delle
origini, anche se non sono mancati qua e là aggiornamenti e
ritocchi; essi comunque, nella forma in cui ci sono pervenuti,
rappresentano incontestabilmente quel patrimonio di
insegnamenti, teorici e pratici, su cui dobbiamo fondare la
nostra opera concreta di costruttori.
La prima definizione del G:.A:.D:.U:. la troviamo nel catechismo
del grado di Apprendista dove è detto che con l'espressione si
deve intendere "tutto ciò che è stato, che è e che sarà". Questa
affermazione è naturalmente al di sopra di qualunque attributo
umano, per quanto sublime, che personalizzi la totalità
dell'Essere ed è perciò che viene raccomandato di "non
attribuire al G:.A:.D:.U:. i vizi e le passioni degli uomini.
Non dare il suo nome ai fantasmi della tua immaginazione".
Lo stesso concetto è ribadito più innanzi quando,
nell'iniziazione a Cavaliere Kadosch, dopo che l'iniziato ha
abbattuto e calpestato la tenda su cui è dipinta in rosso una
croce, il Gr:.M:. gli dice: "Ora, sappiatelo bene, ciò che avete
abbattuto non è la religione, non è la Massoneria, non sono
neppure i simboli ingenui od ingegnosi nei quali l'umanità ha
incorporato, in luoghi diversi e durante periodi millenari, le
più alte aspirazioni della sua immaginazione e del suo cuore.
Ciò che avete abbattuto è la credenza che tali simboli hanno
qualche valore al di fuori dell'idea che vi si oppone, è la
pretesa che il G:.A:.D:.U:. sia racchiuso entro le colonne di un
Tempio, fosse pure quello della Massoneria ".
La prima delle sette grandi Verità note a un Cavaliere del Sole
è, infatti, che "Dio è inaccessibile, innominabile,
incomprensibile", poiché "nulla può definire il G:.A:.D:.U:. .
Se il concetto di G:.A:.D:.U:. è in sè inafferrabile, vi è
tuttavia il modo di conoscerlo nelle sue manifestazioni. Da
questo punto di vista i simboli della Loggia ci forniscono un
primo importante orientamento. Sopra il trono del Venerabile
figura infatti un triangolo (la lettera Delta maiuscola) entro
il quale è disegnata la lettera G e la lettera ebraica Jod
ripetuta tre volte. La G è "la lettera iniziale del
G:.A:.D:.U:." e la Jod, nella cabala ebraica, è considerata
simboleggiare il principio attivo di tutte le cose, fecondante,
l'esplicazione del cui potere creatore è rappresentato dal
triangolo, cioè "la Causa, il Mezzo e il Risultato ossia il
Movimento, la Fermentazione e la Vita".
Sempre parlando del G:.A:.D:.U:., ecco quanto dice il Gr:.M:.
durante l'iniziazione dei Cavalieri Kadosch:
"Se tale realtà non è riconoscibile, noi possiamo almeno
definire il suo modo d'azione nel tempo e nello spazio; è ciò
che noi chiamiamo Logos; è ciò che nel linguaggio simbolico
della filosofia contemporanea viene chiamato Energia. Anche qui
noi siamo impotenti a scoprire la natura intima di questo primo
fattore; tuttavia, ciò che più è importante, noi possiamo
stabilire che l'Energia opera secondo delle leggi fisse,
accessibili al nostro intelletto.
Noi la simboleggiamo a mezzo di una corona luminosa, come quella
che rivela agli astronomi, nelle eclissi totali di sole, la
gloria dell'astro invisibile.
L'Energia, condensandosi nell'etere, attraverso una serie di
tappe che la scienza comincia a presentire, ha generato l'atomo,
nel quale essa si manifesta sotto la doppia forma di forza
condensata e di forza viva, la prima che si trasforma in un
punto di resistenza nello spazio ed è la materia, la seconda che
si rivela per i suoi modi di attività, trasmutabili gli uni e
gli altri, e che noi chiamiamo movimento, calore, luce,
elettricità, volontà, ed è la Forza nelle sue multiple ed
incompletamente conosciute manifestazioni.
Tale atomo noi ce lo figuriamo secondo una delle immagini che
più frequentemente hanno servito a rappresentare l'unione dei
due principi primordiali, e cioè mediante il Tempio, diviso in
due parti di colore differente, l'una rossa, ricordante la
Materia o l'Energia condensata, l'altra azzurra, ricordante le
Forze propriamente dette o l'Energia attiva.
La circonferenza del cerchio è formata da una corda intrecciata
a due colori: vecchio simbolo dell'alleanza Massonica,
utilizzato qui per simboleggiare la combinazione intima dei due
elementi sorti dal misterioso generatore.
Avvolgendosi su se stessa fino al punto dove la sua
continuazione ci sfugge, questa corda costituisce il serpente
gnostico, nelle cui spire sono racchiusi i cinque cicli nei
quali si sussegue l'evoluzione progressiva dell'Universo
accessibile ai nostri sensi.
Dapprima il ciclo della gravitazione, nel quale predominano le
forze che dal turbinio cosmico hanno fatto uscire le nebulose,
le stelle, i soli, i pianeti ed i loro satelliti, gli asteroidi,
le comete ed i miliardi di astri che compiono la loro orbita
nell'infinito dei cieli.
Segue il ciclo della cristallizzazione nel quale, con l'aiuto
delle forze fisiche e chimiche, innumerevoli. molecole si
aggruppano e si orientano su di un piano che fa presentire
l'apparire della vita.
Il ciclo della vita, nuova forma di attività che tende a
espandersi in tutte le direzioni, facendo di questa stessa
espansione la legge suprema degli esseri viventi.
Il ciclo della coscienza, nel quale l'essere, distinguendosi dal
mondo ambiente, prende possesso di se stesso ed a mezzo di tale
conquista, prelude a quella della natura.
Il cielo del dovere, in cui l'uomo, avendo acquistata la chiara
nozione delle sue relazioni con i suoi simili e con l'universo,
fa volontariamente della relazione di tali rapporti l'oggetto
necessario dei suoi destini. É in tale ciclo che si pone la
Massoneria.
Così l'Energia, a mezzo della quale si rivela la Realtà che
serve di base all'universo, appare, tanto nel mondo morale che
in quello fisico, come il Potere eterno che lavora per
l'armonia".
Questo Potere eterno che lavora per l'armonia appare come la
spinta evolutiva animatrice dell'universo che agisce "senza
interruzione e senza riposo". "É nella spirale del suo
arrotolarsi che, sotto l'impulso del Grande Architetto si segue,
secondo leggi fisse, il corso dell'evoluzione o, in altri
termini, l'ascensione dell'Essere", ma il G:.A:.D:.U:., come
astratta idealità, rappresenta anche il fine dell'evoluzione,
fine che va perseguito pur sapendo, come sanno i Principi del
Real Segreto, che, proprio in quanto astrazione, non potrà mai
essere raggiunto.
Questo concetto altissimo viene designato con simboli vari,
tutti inadeguati, che tentano di suggerirne tuttavia l'essenza.
Esso è detto "luce misteriosa", "forza infinita", "fuoco
venerato che tutto ciò che vive fecondi, immutabile origine di
ogni trasformazione", scintilla che "c'è chi afferma sia nata da
se stessa durante la confricazione primordiale, arcano del
movimento iniziale che alcuni hanno chiamato Agni od Indra o
Varuna, altri Ormuz, Zeus, Odino, Osiris o Jahve" ed anche
"Forza", "Intelligenza", "Essere unico che è la sorgente e la
trama dell'Universo", cioè, in altre parole, intelligenza
universale che è inerente a tutte le cose visibili e invisibili.
Nel rituale di iniziazione a Principe del Real Segreto alla
richiesta: chi è colui che può tutto? si risponde "... io lo
chiamo Grande Architetto dell'Universo perché è Lui la Legge che
regola l'intero Universo nel più perfetto equilibri ". Dunque
DIO è una Legge.
Nel rituale del Cav. Eletto Kadosch si legge "Non esiste alcun
tempio né alcun Simbolo al di fuori dell'ideale nello Spirito
Umano. Il Tempio non è di pietra ma di carne operante nello
Spirito e Dio non è una immagine né un idolo da adorare, ma una
irradiazione proveniente da quel focolare misterioso generatore
dell'atomo e della Energia; è la realtà assoluta della Vita, è
la Suprema Verità del Bene, è Amore. Dunque DIO è una
irradiazione.
E nello stesso rituale "il sentimento dell'Amore dell'Umanità e
quello dell'Amore della Divinità si devono confondere allorché
si riconosce DIO in ciò che vi è di migliore nell'Uomo". Dunque
DIO è nell'uomo e non fuori dell'Uomo a governarlo.
Ma la definizione ultima dell'indescrivibile realtà del
G:.A:.D:.U:. viene data nelle istruzioni in forma di dialogo
impartite ai Cavalieri Kadosch. In esse, secondo un crescendo
sapientemente dosato, viene domandato all'iniziato quale sia la
più adeguata manifestazione dell'essenza del G:.A:.D:.U:.; vale
la pena di riportare qui il passo:
D. Quando siete stato ricevuto Cavaliere della Luce, sotto
quale forma vi è apparso il Potere creatore e conservatore del
mondo?
R. Sotto la forma del sole, sorgente di calore, di luce e di
vita.
D. Tale rivelazione è essa finale?
R. No, perché ho imparato che il sole stesso è tributario d'un
focolare misterioso.
D. Tale focolare sarebbe il centro dell'Universo?
R. L'infinito non può avere un centro.
D. Come dunque avete scoperto il Potere supremo?
R. Ho consultato il vero Evangelo. Ho salito la scala delle
sette scienze, ho abbattute le colonne del Tempio e ho
calpestato il simbolo del Santuario.
D. Che cosa avete scorto al di là?
R. Delle tenebre attraversate da uno scintillio di stelle.
D. E al di là di tali tenebre?
R. Ho veduto i fenomeni della terra e del cielo ordinarsi
nei quadri dell'evoluzione, come un'armata bene ordinata,
marciante alla conquista di una città ideale.
D. E al di là di tali fenomeni?
R. Ho potuto concepire le entità alle quali il linguaggio
umano ha dato i nomi di atomo e di forza, di materia e di
spirito.
D. E al di là di tali entità?
R. Ho intravisto le vibrazioni dell'Energia incessante ed
infinita, agitantesi nell'immensità eterea.
D. E al di là di tale energia?
R. Ho compreso esservi la Realtà suprema che non è né
materia né spirito, ma dalla quale provengono e materia e
spirito.
D. Ditemi il suo nome.
R. L'Essere supremo è ineffabile.
D. Descrivetemi la sua natura.
R. L'Essere supremo non si può definire.
D. Ditemi almeno come si manifesta.
R. A mezzo del segno della legge, sia nel mondo morale che
nel mondo fisico."
La concezione, cui siamo così pervenuti, ci richiama subito alla
mente quelle analoghe alle quali giunsero, attraverso i secoli,
tutte le tradizioni iniziatiche a noi note. Così il G:.A:.D:.U:.
della Massoneria sembra coincidere con l'En-Sof, l'infinità, dei
cabalisti, vita misteriosa del cosmo, o con il Dio degli
ermetisti rinascimentali, da Pico della Mirandola a Giordano
Bruno. In ciò nulla di strano, perché la Massoneria si considera
giustamente l'erede moderna e legittima delle più antiche scuole
magico-iniziatiche, in quanto depositaria del segreto
rigeneratore dell'uomo (il segreto iniziatico). Ma non è questo
il punto che ora vogliamo affrontare. Qui desideriamo solo
domandarci se vi siano anche analogie tra il G:.A:.D:.U:. e il
Dio della religione cristiana nell'intento di riuscire a
chiarire, se possibile, il vecchio e mai risolto problema delle
affinità, o delle divergenze, tra Chiesa e Massoneria sul punto
essenziale della dottrina di Dio.
Non si può, infatti, correttamente parlare di "deismo" massonico
senza sapere a quale Dio ci si riferisce. Ora, ciò che la
teologia cristiana cattolica intende per Dio può essere
schematicamente riassunto in queste parole: un ente
trascendente, personale, creatore dell'universo dal quale è
separato.
Con tutta franchezza, bisogna riconoscere che nessuna di queste
definizioni conviene al concetto di G:.A:.D:.U:. quale risulta
dall'esame dei nostri rituali. Se esaminiamo, per ordine,
ciascun punto, vediamo innanzi tutto che il concetto di
"trascendenza" è estraneo alla dottrina massonica e che quindi
non può in alcun modo applicarsi al G:.A:.D:.U:. . Dai nostri
rituali risulta chiara una concezione unitaria dell'Essere, cioè
di tutto quanto esiste, senza scissioni né soluzione di
continuità. L'universo è uno e il G:.A:.D:.U:. è inerente ad
esso, come legge che lo regola, come spinta evolutiva per cui
esso si muove e si trasforma, come trama sottesa ad ogni cosa
esistente.
Di conseguenza, il G:.A:.D:.U:. non può avere nemmeno una
connotazione personale, cioè limitata e in sé conchiusa, che lo
distingua dall'Universo. Se così fosse, l'unità dell'Essere
sarebbe scissa.
Resta il termine di "creatore" che può applicarsi tanto al
G:.A:.D:.U:. quanto al Dio religioso; ma qui, a ben guardare, la
coincidenza è puramente formale, non soltanto perché il
creatore, per la Chiesa, è distinto dal creato, ma anche perché
egli viene immaginato come creatore ex nihilo, concetto
completamente estraneo alla dottrina massonica. La formazione
dell'universo è considerata dai nostri rituali come un lento
processo evolutivo e ascendente, a tappe successive, in una
serie infinita di scambi energetici e il G:.A:.D:.U:. è la legge
che governa intelligentemente e continuamente questo processo,
non un essere simile all'uomo che tutto ha fatto traendolo dal
nulla. Come si vede, le due concezioni sono estremamente lontane
l'una dall'altra ed anzi incompatibili: il "deismo" massonico si
riferisce dunque a un Dio che non è né quello della Chiesa, né
quello delle altre religioni.
Alcuni ritengono che vi sia stata una sostanziale identità del
G:.A:.D:.U:. con il Dio delle grandi religioni ma che la Chiesa,
avendone perduta la chiave ha perduto pure la possibilità di una
esatta interpretazione di Dio deformandone il significato ed
alterandone l'essenza.
Potremmo chiederci a questo punto, per concludere, se l'antitesi
che abbiamo riscontrata fra le due concezioni sia non soltanto
teorica, come risulta dal confronto, ma anche storica; le due
diverse definizioni, in altre parole, hanno anche origini
diverse e rappresentano due filoni distinti del pensiero umano?
La risposta della nostra dottrina, su tale questione, è
assolutamente negativa. Infatti all'iniziando Maestro Segreto
viene insegnato che "la Massoneria ha conosciuto epoche in cui
l'idea di un Dio unico, chiaroveggente e giusto era la più alta
concezione di cui l'uomo fosse capace", il Dio delle religioni,
cioè, ha rappresentato una tappa nella storia millenaria
dell'umanità, superiore a "tutte le altre concezioni dello
spirito umano". L'idea di un Dio personale, gratificante o
punitore, è stata necessaria agli uomini del passato che senza
di essa non avrebbero saputo imporsi regole morali atte allo
sviluppo del proprio spirito e della società in cui vivevano; ma
il grande fatto che domina la storia umana "è il progresso
costante dell'intelligenza, la concezione successiva delle
verità di ogni ordine", per cui l'uomo moderno, evoluto, non può
più accontentarsi di un'idea sorpassata e non più necessaria al
suo ulteriore sviluppo, ma anzi ostacolante la sua evoluzione
appunto perché superata. Il carattere universale di ogni
religione "è di rispondere allo stato intellettuale dell'epoca.
Ogni religione rimpiazza un culto più grossolano ed essa è
rimpiazzata a sua volta"; ecco perché la Massoneria, nella sua
perpetua ansia di progresso, si distingue dalle religioni che
considera relitti del passato, venerandi sì, ma pur sempre di
ostacolo, oggi, al libero sviluppo dello spirito umano. Viene
dato atto che la religione, "almeno nelle sue forme più elevate,
ci insegna che l'Assoluto si manifesta con una tendenza a
mettere, nei rapporti fra gli uomini, più ordine e rettitudine,
ciò che è la traduzione morale dell'idea fisica
dell'equilibrio", ma viene d'altra parte riconosciuto
obiettivamente che da tempo, " disgraziatamente, le religioni
organizzate, soprattutto quelle che si valgono del sentimento
religioso per farne uno strumento di dominazione politica e di
oppressione intellettuale, hanno poco consentito a porsi su
questo terreno d'intesa per lavorare insieme alla morale, alla
filosofia e alla scienza per il miglioramento degli individui e
della società ".
Per l'umanità odierna il Dio delle religioni è veramente morto,
e il pensiero massonico non può non riconoscere, perciò, germi
positivi di progresso nella odierna teologia radicale che parla
della morte di Dio e in altre forme analoghe di pensiero; ciò
che non può morire e che nessuna scienza o filosofia coglierà
mai in fallo è invece l'idea del Grande Architetto dell'Universo
come Legge universale, intelligente (provvidenziale),
regolatrice dell'equilibrio cosmico, di cui l'umanità potrà
farsi un'idea sempre più precisa e adeguata a mano a mano che
evolve e progredisce.
Roma, 1° Settembre 1971
GIOVANNI PICA 33:.
Sovrano Gran Commendatore
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