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Il curioso documento che presentiamo ai nostri Ospiti, è opera d'ingegno del Fratello JEAN SOHIE, ed ha trovato ospitalità in Rivista Massonica Vol LXVI X° della nuova serie n.9 Novembre 1975, editrice Erasmo. Il contenuto non riflette necessariamente la posizione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto. La libera circolazione della traduzione è subordinata all'indicazione di fonte ed autore. © Erasmo Editore |
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Non fa meraviglia che i Massoni si interessino alla ricerca della origine dell'Ordine di cui fanno parte. Nel suo notevole studio “L'Ordine e le Obbedienze” Marius Lepage fa una distinzione: egli nota opportunamente che l'Ordine è nato in seno alla massoneria operativa. Per vostra edificazione vi rimando alla lettura degli Antichi Doveri e a tutto quanto risulta delle origini preandersoniane dell'Ordine in Scozia e in Inghilterra. Per quanto riguarda l'Obbedienza o corpo regolare che è all'origine dell'organizzazione delle Logge Massoniche, noi ammettiamo che essa avvenne il 24 giugno 1717 e che ebbe luogo a Londra. Solo nel 1723 fu pubblicato il famoso libro delle “Costituzioni”, carta fondamentale dell'ordine in quanto obbedienza. Il responsabile sembra essere stato James Anderson, che così ufficializzò l'esistenza della società massonica. Ignoriamo se il o i fondatori avessero una intenzione precisa compiendo tale atto, ma è certo (ed io mi permetto di ripetere qui quanto diceva il M. Ven. J. Clarke alla sua installazione a M. Ven. della L. Quatuor Coronati: quando egli insiste sul fatto) che la creazione della G.L. di Londra è stata possibile perché in quel momento a Londra c'era un ambiente propizio, un clima favorevole che hanno consentito la realizzazione, l'ufficializzazione di una prima società segreta. Il suo studio consiste in una importante comunicazione: “The establishment of the premier Grand Lodge. Why in London? Why in 1717?”. D'altronde Marius Lepage già nel 1956 aveva scritto: “Ma se l'Ordine è universale, le obbedienze - quali che siano sono particolaristiche, influenzate dalle condizioni sociali, religiose economiche e politiche dei paesi nei quali esse si sviluppano”. A questa osservazione fondamentale occorre aggiungere che se il clima religioso, politico e sociale di un paese ha importanza per lo sviluppo e la sopravvivenza di una obbedienza, condizioni affatto particolari sono necessarie per la fondazione, la sua creazione. Limitandosi il presente studio al problema della fondazione della prima Grande Loggia a Londra, è necessario aggiungere al contesto storico certi argomenti di ordine medico concernenti le famiglie reali di Scozia, di Inghilterra e di Prussia. Se l'Inghilterra non ha mai conosciuto, come Francia e Germania, la vera guerra di religione, essa non ha meno sofferto dell'intolleranza e questo durante i regni degli Stuarts Carlo I, Carlo II e Giacomo II. Voi conoscete la storia, la reazione protestante dei puritani di Cromwell, la fuga di Carlo all'isola di Wight, il suo processo e la esecuzione di questo primo re cattolico. Il governo repubblicano (Commonwealth) sul quale gli storici inglesi preferiscono conservare il silenzio, resta oltre Manica un ben cocente ricordo. Al regime del Commonwealth si avvicenda la restaurazione della monarchia. L'attitudine reazionaria di Carlo II e di Giacomo II genera nel paese un risentimento profondo contro il cattolicesimo, ancora esacerbato dalla peste di Londra del 1665. Un quinto della popolazione ne è vittima. Con l'incendio del 1666 sono distrutte i due terzi delle case e circa cento chiese. Poi, la cospirazione delle polveri del 1679. Giacomo II si vede costretto ad abdicare e cede il trono a Guglielmo III d'Orange, che regna con sua moglie Maria, sorella di Giacomo II, aprendo così la strada alle monarchie costituzionali. Ciò fu possibile grazie al Bill of Right (dichiarazione di Diritti). Sventuratamente, la felicità e la tranquillità del regno di Guglielmo e di Maria furono di breve durata. Maria muore nel 1694 e le succede sua sorella Anna. Con questa regina cattolica, ultima del ramo degli Stuarts, si apre un capitolo importante nella storia di Inghilterra. Anna è nata nel 1665 e muore nel 1714. Ella fu malata cronica per tutta la vita. Secondo i referti medici soffriva di gotta volante, termine vago che dobbiamo accogliere con riserva, come si vedrà fra poco. Comunque alla sua incoronazione nel 1702, a 37 anni di età, non poteva camminare e dovette essere portata. I referti medici del tempo notano dolori gastrici frequenti, convulsioni, paralisi muscolari imponenti che repentinamente sparivano per consentirle la ripresa di una normale esistenza sociale e mondana. Essa ha avuto diciassette aborti spontanei e tre figli che morirono piccoli. Morì senza eredi a 49 anni, in una specie di coma. Il carattere eccezionale di questa malattia ha di recente riscosso l'attenzione di due eminenti medici inglesi, Richard Hunter e Ida Mac Alpine. Essi hanno fatto uno studio approfondito sulla malattia congenita che ha colpito tutta la dinastia degli Stuarts e cioè da Maria Stuart fino alla regina Anna della quale ho testé descritti i sintomi. Si tratta di una malattia che si estende su tredici generazioni nel corso di quattro secoli, la porfinuria congenita, che consiste in una anomalia nel metabolismo nell'emoglobina del sangue. Per l'assenza di un enzima necessario, l'emoglobina non venendo più demolita e ridotta allo stato di urobilina, il pigmento sanguigno è ripreso nella circolazione sotto forma di porfirina. La porfirina è un prodotto tossico per l'organismo, depositandosi sui muscoli, i nervi, il cervello, provocando così crampi e paralisi ed anche disturbi mentali; la porfirina si elimina tingendo di rosso le urine (colore di porto o di porfirio, da cui il suo nome). Fu così possibile affermare grazie ai referti dei medici di corte purtroppo di sovente incompleti, che i disturbi di cui soffriva Maria Stuart si dovevano attribuire alla stessa causa di quelli per cui soffriva suo figlio Giacomo I di Inghilterra. Il figlio maggiore di Giacomo I, Enrico Federico principe di Galles muore a diciotto anni di porfinuria. Altra vittima, questa più nota, è la figlia minore di Giacomo I, Enrichetta, la moglie di Filippo duca d'Orléans. Ella muore a ventisei anni di una affezione addominale acuta. Sappiamo ora che si trattava di una crisi acuta di porfinuria. La sua morte precoce e drammatica ispirò Bossuet, che ci ha lasciata la sua famosa orazione funebre, e Madame de La Fayette che descrive con precisione i sintomi della malattia nelle memorie di Enrichetta di Inghilterra. Ritorniamo ora al dramma della regina Anna, ultima discendente del ramo principale degli Stuarts, ramo cattolico. Prima di essere incoronata nel 1702 ella aveva designato erede suo nipote Giacomo Edoardo, figlio di suo fratello Giacomo II e della moglie di questi, la cattolicissima Maria di Modena. Il parlamento, a maggioranza whig, antipapista e protestante, votò l'atto di Settlement secondo il quale gli eredi maschi cattolici sarebbero per l'innanzi esclusi dalla successione al trono. La corona sarebbe riservata al ramo cadetto degli Stuarts, purché fossero protestanti. Secondo il disposto di questa legge la morte senza eredi di Anna assume grande importanza poiché significa un orientamento politico - e religioso - completamente nuovo sul trono di Inghilterra e nell'indirizzo degli affari. Il discendente del ramo cadetto degli Stuarts, Giorgio I, eredita il trono, attraverso sua madre Sofia, discendente del ramo cadetto, che era sposata con l'Elettore di Hannover. Questo principe protestante non conosce l'inglese, non sa né leggerlo né scriverlo. Si vede così obbligato a circondarsi, e questo per la prima volta nella storia di Inghilterra, di un consiglio di ministri competenti e responsabili. Essendo il re Giorgio di mediocre intelligenza, i suoi ministri dovettero assumere tutte le responsabilità. Tali ministri erano whig. Essi furono tolleranti. La preoccupazione di questo corpo di ministri è di neutralizzare i partigiani cattolici “Giacobiti” i quali durante i primi quaranta anni del secolo XVIII tentano di riprendere possesso del trono e del potere. Malgrado queste preoccupazioni principali che dominano la politica di una Inghilterra di cui i dirigenti hanno scelto un atteggiamento antipapista, tutto si svolge senza scosse. Infatti la vita sociale in Inghilterra si presenta più dolce e più tollerante, perché la tolleranza e il rispetto altrui è la risultante di una mutazione che subisce la vita della società inglese di allora. Nel suo studio sulla creazione della prima Gran Loggia il Fratello Clarke nota che il numero delle taverne di Londra è triplicato fra il 1680 e il 1720. In quel periodo i locali dove si beveva soprattutto cioccolata e caffé, le “coffee houses” aumentano talmente che ce n'è una praticamente in ogni strada. Il consumo del tè si generalizzerà più tardi, verso il 1729. Nelle “coffee-houses” si ritrovano sempre più numerosi i consumatori, che ci vanno soprattutto per apprendere notizie e per scambiarsi idee; i giornali erano ancora cari e poco diffusi. Si sviluppa a quel tempo lo spirito di club, in una società borghese e prospera, società assai paragonabile a quella dei Romani dei tempi d'oro, quelli che si riunivano nelle terme, con la stessa intenzione dei rivieraschi del Tamigi, venti secoli dopo. Il Fratello Clarke cita dalla opera critica antimassonica “Le secret des Francs-Maçons” dell'abate Perau (1745) il passaggio seguente: L'Inghilterra è il paese dove si formano più società private. Le si chiama “cotteries” o consorterie. Si sono viste le “Cottieres des Gras et des Maigres, de St. George, la Cotterie Hebdomadaire... e tante altre”, senza dimenticare il Kit Kat Club, l'October Club, I Lloyds Coffee Club (caricaturato dal Fr. Hogarth), il Beafsteak Club, lo Scriblerus Club, lo Hellfire Club (che aveva per presidente il duca di Wharton), ecc. Il tema seguente, affacciato dal Fr. Clarke, è l'interesse portato da un pubblico sempre più vasto agli argomenti scientifici. La creazione nel 1662 della Royal Society a Londra, di cui parecchi membri entrono nelle Logge, fu una delle ragioni principali che provano quanto lo studio delle scienze e la ricerca della verità occupasse gli spiriti in quel momento. Beninteso, anche J.R. Clarke insiste sulla situazione politica nel 1717. Il governo whig viveva nel terrore di un complotto giacobita all'interno e di una invasione o diuna alleanza coi simpatizzanti stranieri. Questi timori erano fondati perché numerosi furono i colpi di mano, del resto tutti sterili, montati dai giacobiti proscritti. Tali timori continuano ad orientare ed a condizionare gli spiriti, come non mancheranno di condizionare il clima e il carattere della Gran Loggia di Londra, alla fondazione della quale stanno per procedere le quattro logge londinesi. É in questo momento che spariscono tutti i documenti e rituali aventi ancora un carattere cattolico. James Anderson fu sospettato di aver proceduto a tale liquidazione. Per consentire la fondazione e la sopravvivenza di una società dal carattere tanto particolare e nuovo sono occorse un insieme di circostanze favorevoli: in primo luogo lo spirito di club che segnala il Fratello Clarke, riprendendo l'idea già espressa nel 1951 da Bernard Jones nel suo eccellente “Compendium and Guide”. È infatti consentito ammettere che dei massoni speculativi si riunissero in delle taverne come facevano i membri degli altri club, poiché le taverne erano i soli luoghi dove si potessero tenere riunioni di società. Nella città di Londra affluisce in quel periodo gran numero di operai qualificati, venuti per ricostruire una città distrutta per tre quarti dal grande incendio. A tale flusso va aggiunta una importante corrente di immigrazione conseguente alla revoca dell'editto di Nantes. Una élite di intellettuali e di operai specializzati lascia la Francia per l'Inghilterra; essi fanno conoscere il martiriologio di cui sono state vittime coloro che avevano rifiutato di abbandonare la fede riformata. C'è soprattutto un clima nuovo che si sviluppa in Inghilterra in seguito alla pubblicazione della epistola sulla tolleranza di Locke, opera allora largamente diffusa e apprezzata. D'altro lato un omonimo Clark, teologo, osa pubblicare una tesi nella quale afferma il valore etico della Ragione: è un panegirico della religione naturale (Deismo). Nel 1713 Collins pubblica il suo Discorso sulla libertà di pensiero. D'altro canto una pacificazione degli spiriti è preconizzata da Jablonski e da Leibnitz, che prende contatto col generale dei Francescani Cristobal de Rojas y Spinola e con Bossuet. Questi tre teologi scrivono una regola sul tema della riunione di tutti i cristiani. Quest'opera dedicata da Leibnitz ai membri della famiglia di Hannover, rimase allo stato di progetto, senza seguito pratico. Comprenderemo meglio ora come in queste condizioni di ambiente favorevoli, sotto una monarchia protestante, si sia potuta fare la creazione ufficiale di una Gran Loggia. Ci spieghiamo come accada che le caratteristiche della società dei massoni londinesi siano la tolleranza ed il protestantesimo moderato, ossia il deismo. Le Logge contavano un certo numero di cattolici, ma essi non erano né fanatici né giacobiti. All'inizio i lavori non erano circondati dal segreto che ci é imposto attualmente. Al contrario, è precisamente a cagione di una relativa pubblicità che l'Ordine ha conosciuto ai suoi esordi una diffusione sfolgorante. Sviluppo che provocò numerose critiche. Così la incisione di Hogarth che ci mostra un venerabile con tutte le sue insegne, al ritorno dalla Loggia, e d'altra parte il best- seller antimassonico comparso nel 1730 “Masonry Dissected” di Pritcbard, libello scritto per screditare l'Ordine ma che al contrario attirò l'attenzione sulla Massoneria. Se oso dire qui che certi aspetti della Massoneria non erano segreti, alludo qui ai brindisi d'obbligo detti “Loyal Toast” che non mancano di eseguire i primi Massoni. Questi brindisi alla famiglia reale di Hannover erano tributati davanti a quello che é convenuto chiamare un semi-pubblico. Questo era fatto allo scopo di esentare da ogni sospetto di giacobitismo i Massoni presenti. Potrei concludere la mia esposizione poiché reputo di avere dimostrato che con la morte senza eredi dell'ultima rappresentante del ramo principale e cattolico degli Stuarts, il ramo cadetto e protestante ha potuto accedere al trono d'Inghilterra, il che ha consentito la creazione della Gran Loggia di Londra, in seno alla quale cattolici liberali e protestanti fraternizzarono a lungo. Sarei incompleto se non fornissi a complemento qualche notizia sull'incidenza della porfinuria su altri membri della casa di Hannover, membri che hanno svolto un ruolo nella storia della Massoneria. Se Giorgio I e Giorgio II sembrano essere stati esenti, il nipote di Giorgio II, Giorgio III fu gravemente colpito dalla malattia. Nel 1785 egli é malato così gravemente che il Parlamento si vede costretto ad installare la Reggenza. La porfinuria colpisce soprattutto le sue facoltà intellettuali. Muore nel 1820. Suo figlio Giorgio IV che gli succede sposa Carolina di Brunswick, sua cugina e nipote di Giorgio II e che porta a sua volta i geni della malattia. Giorgio IV era gravemente colpito, i suoi medici notano soprattutto dei dolori addominali (egli prendeva molto oppio per potere attendere alle sue funzioni di Reggente). Ebbe anche certi momenti di confusione mentale, presentò ogni anno una ricaduta del suo male e neppure poté assistere ai funerali di suo padre. Egli si stupisce più dei suoi medici, di presentare i medesimi sintomi di suo fratello il duca di York. Giorgio IV muore infine in una crisi acuta e grave di porfinuria nel 1830, senza che sia stabilita la diagnosi. Per noi Belgi é interessante notare che Carlotta, la figlia unica di Giorgio IV che aveva sposato Leopoldo di Sassonia Coburgo, muore tre ore dopo il parto. Questa morte tragica e per lungo tempo incomprensibile si spiega ora che sappiamo che Carlotta aveva ereditato la porfinuria dai suoi due genitori. Per coloro di voi che si interessano del Rito Scozzese Antico ed Accettato, penso che sarà utile apprendere che il re di Prussia Federico II, Federico il Grande, detto il re-filosofo, era Massone ed era a sua volta colpito dalla porfinuria. Egli discendeva attraverso la madre dal ramo cadetto degli Stuarts. Anche lui accumulava dai suoi antenati i geni ereditari poiché suo padre Guglielmo I di Prussia era il nipote di Giorgio I ed aveva sposato la sua cugina germana, figlia di Giorgio I, Sofia Dorotea. Ci spieghiamo così perché egli soffriva di gotta, di indigestioni e perché usava stampelle durante le sue crisi e perché non mostrava alcun disturbo fra le crisi del suo male. Federico descrive che cosa sente nella sua corrispondenza con Voltarie. Nel 1747, egli ha 35 anni, scrive testualmente: “Una volta ancora sono sfuggito al regno di Plutone, ma non ero che a una stazione distante dallo Stige ed ho inteso abbaiare Cerbero”. In un'altra lettera pure a Voltaire, parla nel 1758 di colica nefritica. Nel 1779 parla di un attacco di gotta. Federico II si faceva salassare quattro volte all'anno. Fece numerose cure d'acqua di cui una a Spa, e fra le sue crisi, come le altre vittime della porfinuria sembrava star bene. Il Re-filosofo avrebbe firmato il 1° maggio 1786, le Grandi Costituzioni del Rito Scozzese Antico e Accettato, morendo il primo luglio dello stesso anno senza chiamare il prete al suo letto di morte, come notava la rivista del Supremo Consiglio del Belgio nel numero 5 del 1961. Per completare questo quadro già lungo delle vittime regie della porfinuria, vi ricordo che le due Grandi Logge di Inghilterra, quella dei “Moderni” creata nel 1717 e quella degli “Antichi” creata nel 1751, si riunirono il 27 dicembre 1813 essendo Grandi Maestri in carica il duca di Kent per gli “Antients” e suo fratello il duca di Sussex per i “Modems”. In seguito a questa unione sorse la Grande Loggia Unita di Inghilterra con Gran Maestro il duca di Sussex. Per trent'anni egli contribuì con ogni sforzo al mantenimento e allo sviluppo di questa importante obbedienza. Il duca di Kent muore nel 1820, il duca di Sussex nel 1843. Entrambi, come il loro fratello duca di York nel 1827 e il loro fratello maggiore il re Giorgio nel 1830, della stessa porfinuria ereditaria. Per chiudere questa esposizione vorrei ancora narrarvi un aneddoto. Mentre sua moglie Vittoria di Coburgo metteva al mondo la futura regina Vittoria, il duca di Kent fu colto da classici dolori addominali. Fu accusato, per l'ignoranza dei medici della corte di Inghilterra di praticare la couvade! Per fortuna da allora la malattia congenita é divenuta latente nella famiglia Hannover-Coburgo, oggi Windsor. La regina Vittoria figlia del duca di Kent é - coi suoi discendenti - esente dalla curiosa malattia. Immagino infatti che altrimenti gli autori dell'articolo apparso nel gennaio 1968 sul British Medical Journal non si sarebbero presi la libertà di pubblicare uno studio su tale malattia, chiamandola fondatamente “malattia regale”. Essi lo concludono, e così faccio io, dicendo che questa affezione è all'origine di due disastri nazionali. Quello della crisi della Reggenza nel 1788 quando Giorgio III ebbe il suo attacco più grave, e poi la catastrofe del 1817 allorché la principessa Carlotta, erede al trono, prima moglie di Leopoldo di Sassonia-Coburgo muore di parto col suo primogenito. Fu una tragedia paragonabile a quelle che colpirono gli Atridi. Essa minacciò la dinastia degli Hannover, la famiglia reale di Inghilterra, di sterilità e di estinzione, lasciando il trono senza successore fino al 1819, ossia alla nascita di Vittoria figlia del duca di Kent, il quale morì l'anno seguente di porfinuria. Per noi Massoni il punto essenziale é il fatto che la porfinuria ha lasciato senza eredi la regina Anna. Per gli Stuarts cattolici questa fu certo una calamità, ma fu un avvenimento felice per consentire la formazione del futuro Ordine Massonico. L'estinzione del ramo primogenito degli Stuarts significa che tutti gli eredi maschi sono definitivamente scartati dal trono di Inghilterra, lasciando ai soli Hannover protestanti e tolleranti l'accesso alla successione della regina Anna. Per la pace religiosa dell'Inghilterra e per consentire la fondazione e lo sviluppo dell'Ordine Massonico, la presenza sul trono di re protestanti fu a mio avviso un fattore propizio se non determinante. Questa curiosa malattia congenita e famigliare ha così, per quattro secoli, determinato la storia d'Inghilterra e polarizzato il destino di un popolo. Essa ha canalizzata la successione del trono verso un ramo protestante, consacrato il puritanesimo, stornata la politica delle leghe e delle alleanze continentali, affermato l'anglicanesimo isolazionista, permesso lo sboccio e lo sviluppo dell'Ordine Massonico. Ordine al quale la famiglia reale di Inghilterra non ha mai lesinato il suo attaccamento ed il suo sostegno. Terminando questo ricordo storico, non vorrei imporre un punto di vista particolare, diciamo accessorio, parallelo o aneddotico della storia del nostro Ordine. Ma mi sembra che aggiungere una causa medica a quelle già ben note del nostro Ordine iniziatico possa essere sostenibile. La storia del mondo, la storia della Massoneria non é la risultante della evoluzione spirituale e di una certa fatalità, come fu tale la porfinuria, malattia congenita ed ereditaria?
BIBLIOGRAFIA Abbé Perau. Le Secret des Francs-Maçons (1745). André Maurois. Histoire d'Angleterre (1937). Bernard Jones. Freemasons' Guide and Compendium (1950). Marius Lepage. L'Ordre et les Obédiences (1956); Derain, Lyon. J.R. Clarke. Quatuor Coronati, vol. 81: “The establishment of the Premier Grand Lodge: Why in London? and why in 1717? (8 novembre 1967). Ida Mac Alpine & Rich. Hunter. Porphyria in the Royal Houses of Scotland, England & Prussia, British Medical Journal, (6 gennaio 1968). L. Pinkham. William III and the respectable Revolution (Arcton Books 1969). |