§ 14b. riga 1. | Si trascini l'Osiride nella grande vasca di Khons. | 2. | Dopo che ha ripreso il suo cuore, | 3. | Si seppellisca [nel sarcofago] lo Shaï-en-sinsin [Libro delle respirazioni], | 4. | Che è scritto nella tela di suten sui due lati. | 5. | Sia posto [sotto] il suo braccio sinistro, | 6. | Vicino al suo cuore, | 7. | ---------------------------------------------- | 8. | É verità, questo libro è scritto per lui, | 9. | Esso respirerà con le anime degli dei, | 10. | Sempre ed eternamente. |
La sezione ci presenta il defunto che passa, come Osiride, nella grande vasca di Khons. Questa prescrizione, relativa al trasporto della mummia attraverso uno dei laghi sacri, è riportata anche nei papiri Rhind. Questa costumanza ricorda il seguente passaggio di Diodoro di Sicilia: "Quando il corpo è pronto per essere seppellito, i parenti avvertono i giudici, i vicini e gli amici del defunto; indicano loro il giorno dei funerali con questa formula, il tale deve passare il lago della provincia dove è morto. Appena giungono i giudici, in numero superiore a quaranta, si siedono in un emiciclo al di là del lago. Una barca, chiamata Baris, è portata da chi ha il compito di costruirla; essa è condotta da un pilota che gli egiziani chiamano nella loro lingua Charon. (Questo nome significa conducente, dal geroglifico )". Nonostante la brevità del testo, appare evidente che lo storico greco ha messo insieme una cerimonia funeraria e la scena del giudizio dell'anima, descritta al capitolo 125 del Libro dei Morti. Alla riga 2, il testo riferisce che il defunto ha ripreso il suo cuore. È noto che il cuore era imbalsamato, separatamente, in uno dei quattro canopi che si depositavano nel sepolcro, vicino alla mummia. La mia traduzione dei gruppi , all'interno ed al di fuori , vale a dire, dai due lati, al recto ed al verso, è puramente ipotetica. Non ho potuto decifrare la riga 8 del testo ieratico. La prescrizione finale si trova soltanto in tre manoscritti del Louvre dove è più o meno mutilata, cancellata o alterata. La teoria del destino degli eletti, così come la formula lo Shaï-en-sinsin, può riassumersi in poche parole. Purificato nel fisico, nel morale e giustificato davanti ad Osiride, grazie alle sue virtù ed alle sue buone opere, il defunto si riunisce al Sole e scende con lui, varcando le porte dell'orizzonte orientale, nel cielo inferiore. Ptah lo dota di un nuovo corpo di ossa e carne, simile a quello che aveva sulla terra; Amon l'anima del soffio vitale; il suo cuore, principio della sua vita materiale, gli è restituito. Così ricostituito, il defunto riprende tutte le funzioni dei suoi organi corporali: vede, sente, parla, cammina, beve, dorme e si sveglia ogni giorno; gode di una salute continua; non ha più nulla da temere dai suoi nemici. Conserva la sua individualità, acquista il privilegio di prendere tutte le apparenze a suo gradimento, di trasportarsi istantaneamente da un luogo ad un altro, di visitare la terra ogni giorno e anche di vivere una nuova esistenza corporale. L'anima vive eternamente, ma separata dai mani [Tuttavia grazie a quanto contenuto nel capitolo 100 del Libro dei Morti, sembra che il defunto potesse ritornare in possesso della sua anima]. Queste informazioni sulla seconda vita sono completate da altri testi. Il mondo a venire è rappresentato sull' immagine di quello di quaggiù; la vita spirituale è per così dire un calco della vita umana, in quanto le occupazioni degli eletti sono analoghe a quelle dell'uomo sulla terra. Non è, però, un'esistenza contemplativa eterna, una felicità passiva, ma una vita attiva e laboriosa. Tale è la concezione egiziana della vita divina dei giusti di cui mi sono limitato di esporne la teoria senza cercare di spiegarla. |