Lo scopo di una società particolare può essere soltanto quello di risollevare a cultura umana universale l’unilateralità delle classi sociali


 

Verrò tosto a illuminare più da presso la vostra congettura che io pensi in qualche modo di porre la Frammassoneria come fine a sé; stessa, quando vi avrò posto innanzi, come chiave di volta di questa serie di riflessioni, la seconda conseguenza della nostra precedente considerazione su la maggiore società umana.

Abbiamo riconosciuto essere un male, che la cultura che si svolge dentro la maggiore società e a suo vantaggio vada sempre del pari congiunta con una certa unilateralità e incompiutezza, la quale si oppone alla evoluzione più alta possibile, ossia puramente umana, e impedisce il singolo uomo, come intera umanità, di procedere felicemente verso la méta. 

Ci é dato ora un scopo, che la maggior società umana non può affatto prender di mira, in quanto esso le sta ben al di sopra e vien posto primieramente per l’esistenza della società [stessa]: uno scopo che può venir conseguito solo uscendo dalla società e segregandosi da lei, lo scopo di annullare gli svantaggi della forma educativa nella maggiore società, e assorbire la cultura unilaterale per una particolar condizione nella cultura generalmente umana, nella [cultura] universale dell’uomo tutto quanto - come uomo.

Questo scopo é grande, poiché ha per oggetto ciò che per l’uomo assume il massimo interesse; esso é razionale, poiché esprime uno dei nostri più sacri doveri; é possibile, in quanto é possibile tutto ciò che noi dobbiamo fare: ed é [invece] quasi impossibile, o almeno estremamente difficile, a conseguirsi nella grande società, perché la condizione, la forma di vita, le relazioni [sociali] avvincono l’uomo di legami sottili ma saldi, e lo attraggono, senza che egli se ne accorga, in una cerchia [invalicabile], laddove egli dovrebbe procedere innanzi. Pertanto [tale scopo] é raggiungibile solo mediante una segregazione dalla società: ma non mediante una segregazione perpetua, perché ne sorgerebbe una nuova uniteralità, e perché con ciò andrebbero perduti per la società i vantaggi della cultura puramente umana in qualche modo acquisita, e perché a questo soltanto si vuol mirare, a fondere insieme entrambe le forme educative, e così innalzare la necessaria cultura di classe; - bensì mediante il ritiro nella solitudine, poiché questa rafforza la nostra unilateralità più che non la sopprima, e ricopre il nostro cuore d’una corteccia egoistica; - dunque soltanto con l’aderire a una società separata dalla [società] maggiore, ma che non nuoce a nessuna delle nostre relazioni dentro a quella e che ha ricevuto in sorte l’ufficio di metterci di tempo in tempo davanti agli occhi ed a cuore il fine dell’umanità, per farne il nostro [scopo] pensato, e che lavora con mille espedienti a straniarci dalle nostre scostumanze professionali e sociali, ad elevare la nostra cultura a [cultura] puramente umana.

Questo, o nessun altro, é lo scopo della società frammassonica, in quanto é certo che si occupano di essa uomini saggi e virtuosi. - Il Massone, che nacque uomo ed é passato attraverso l’educazione della sua classe, attraverso lo stato e le sue rimanenti relazioni sociali, deve essere su questo terreno nuovamente educato da capo a fondo per essere uomo. - Ma ciò può essere soltanto lo scopo di una società « separata »; e risponde quindi, per noi, al problema che avevamo impostato: che cosa é l’Ordine Frammassonico in sé e per sé? Ovvero, se preferite, che cosa può essere?

« Peraltro, voi dite, questo scopo é da una parte troppo ampio, dall’altra troppo ristretto. Troppo ampio, perché può essere conseguito per altre vie, con la meditazione, i viaggi, l’affaccendarsi in mezzo agli uomini e nella vita sociale; troppo ristretto, perché nessuna società di qualsiasi specie può, secondo la sua natura, operare il perfetto raggiungimento di esso ». Quanto al primo punto, sul quale soltanto in seguito verrà tutta la luce necessaria, io rispondo per ora sol brevemente così: l’uomo può staccarsi dal cammino prefissato e prendere un atteggiamento che esorbiti dalla sua condizione; può imparare a cancellare dalla sua personalità esteriore la pedanteria, ed elevare il suo modo di pensare a una maggiore universalità che non prima. Ma il suo intima rimane da tutto questo imperturbato: egli continua sulla sua vecchia strada, pur dietro a siepaglie ed eleganti pareti. Mediante la mera riflessione egli può forse cancellare dentro di sé lo spirito di classe, ma anche conferire al suo carattere individuale, che ancor più é diverso da quello della pura umanità, tanto maggiore caparbietà. Ciò che deve essere qui operato in tutta serietà può avvenire solo in una società separata come noi l’abbiamo dedotta, e come voi presto la concepirete, in mia compagnia, secondo la sua complessiva attività.