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© Alessandra Cimmino

 

DE CASTRO, Giovanni. - Nacque a Padova il 14 ag. 1837 da Vincenzo e da Carlotta Solimbergo.

Il padre, professore di filologia latina e di estetica all'università di Padova, in seguito al fatti dell'8 febbraio 1848 - per i quali venne destituito dall'insegnamento ed espulso dalla città - si trasferì con la famiglia a Milano, intraprendendo un'attività di pubblicista.

Il De Castro, dopo aver frequentato le scuole a Milano, intraprese gli studi di diritto, e iniziò molto presto a collaborare a quei giornali, fra i molti impiantati dal padre, di argomento più specificamente letterario (Il Caffè, gennaio-giugno 1855; Panorama Universale, febbraio 1856-marzo 1857), dimostrando particolare, anche se non esclusivo, interesse alla satira.

In questi anni curò anche traduzioni, soprattutto dal francese (il Memoriale di Sant'Elena di Las Cases, Milano 1855; di A. de Lamartine, L'infanzia e poesie varie, ibid. 1856; Vita di Cristoforo Colombo, Torino 1857), e pubblicò drammi storici, novelle e commedie (Il Celibe, dramma, Milano 1856; Le Vergini Siciliane, dramma storico, ibid.1858, La Virtù del Ricco, dramma, ibid. 1858; Le Tre Sorelle, novelle, ibid. 1858; La Piccola Maldicente, commedia, ibid. 1858) che non uscivano dall'ambito della semplice esercitazione letteraria, appesantita inoltre da evidenti finalità moralistiche.

Dal luglio 1858 all'aprile '59 collaborò a Età Presente, un settimanale di dichiarata ispirazione liberale; quindi, non potendo arruolarsi nell'esercito piemontese per motivi di salute, partecipò all'attività cospirativa, operando in particolare nel comitato che favoriva la diserzione dalle fila dell'esercito austriaco di soldati italiani, poi ospitati e nascosti a Milano e accompagnati oltre confine per congiungersi alle truppe piemontesi.

Negli anni immediatamente successivi all'Unità il De Castro proseguì l'attività giornalistica in particolare sul Pungolo di L. Fortis, ma collaborò anche a La Gente Latina di E. Castoldi e al Momento di B. Castiglia. Nel 1862 venne raccomandato al comitato di direzione della nuova serie del Politecnico dove fu assunto come segretario di redazione. Il Cattaneo, in quel periodo residente in Svizzera, benché non sempre soddisfatto del modo in cui il giornale veniva condotto, concepì tuttavia amicizia e stima per il De Castro, si dolse quando nel dicembre 1865 si concluse il suo incarico, e continuò a intrattenere con lui buoni rapporti.

Sul Politecnico il De Castro pubblicò numerosi articoli (tre dei quali furono a lungo, fino all'edizione degli scritti curata dal Bertani, attribuiti al Cattaneo) che toccano, secondo una linea caratteristica del giornale, gli argomenti più vari, dalla situazione industriale all'antropologia, dall'ordinamento ferroviario ai processi di stregoneria in Italia, alla situazione turca, alla geografia africana, accentuando così la tendenza ad ampliare il campo dei suoi interessi, e il carattere tra storico-erudito e divulgativo della sua ricerca. Nel 1863 il De Castro fu tra i fondatori del Circolo della libreria italiana di cui divenne segretario, dirigendo anche per due anni il periodico della società, Circolare della libreria italiana, su cui apparvero numerose sue pubblicazioni relative ai rapporti tra giornalismo, letteratura e industria libraria.

 

Lasciato il Politecnico, dal 1866 il De Castro si dedicò stabilmente all'insegnamento. Fu docente di materie letterarie al collegio Calchi Taeggi; quindi passò al liceo C. Beccaria, al Collegio reale delle fanciulle e alla civica scuola superiore femminile A. Manzoni, finché approdò alla cattedra di letteratura italiana e storia presso l'accademia di belle arti di Brera che tenne fino al 1895, quando questa fu per breve tempo abolita dal ministero della Pubblica Istruzione per ragioni di economia. Il De Castro riebbe il suo insegnamento pochi mesi prima della morte, avvenuta a San Giovanni di Bellagio il 28 luglio 1897.

Dagli anni '60 in poi, ridotta progressivamente l'attività giornalistica, il De Castro si era dato ad un'intensa produzione letteraria, che si concretò in un ricco catalogo di circa quaranta volumi. All'interno del quale, pur nella varietà e molteplicità degli interessi, si individuano due filoni ben definiti e strettamente collegati fra loro: quello della ricerca erudita di argomento storico; e quello relativo alla didattica e alla divulgazione, non solo in ambito scolastico ma anche in quello più ampio dell'educazione popolare, secondo orientamenti che furono tipici e diffusi nella cultura lombarda risorgimentale e postrisorgimentale, con qualche riferimento, ad esempio, all'attività dei Cantù, piuttosto che a quella di un Cattanco.

Una parte cospicua dei lavori del De Castro è costituita dalle ricerche di argomento specificamente milanese, orientate secondo una linea che privilegia i valori della tradizione patriottica e unitaria, e nel processo della ricostruzione storica dimostra un interesse particolare, e per l'epoca abbastanza insolito, oltreché per il documento inedito, per documenti "popolari" quali la satira, la caricatura, la canzone. Così, con pubblicazioni che non sempre seguono nella data di edizione una ordinata cronologia storica, il De Castro copre uno spazio temporale di storia milanese che va dal '700 fino alle cospirazioni e ai processi degli anni 1820-1830: Milano e la Repubblica Cisalpina giusta le poesie, le caricature ed altre testimonianze dei tempi, Milano 1879; Milano durante la dominazione napoleonica, giusta le poesie..., ibid. 1880; Milano nel Settecento, giusta le poesie..., ibid. 1882; La Restaurazione austriaca in Milano (notizie desunte da diari e testimonianze contemporanee), in Arch. stor. lomb., XV (1888), pp. 591-658, 905-79; Patriottismo Lombardo (1818-1820), ibid., XVI (1889), pp. 847-909; Milano e le cospirazioni lombarde (1814-1820), giusta le poesie..., Milano 1892; Cospirazioni e processi in Lombardia (1830-1835), in Riv. stor. ital., XI (1894), pp. 401-469; nonché molti altri articoli e pubblicazioni relativi ad argomenti specifici di storia di Milano.

A questi lavori vanno aggiunti altri, sempre di indirizzo storico: I processi di Mantova, Milano 1863 (nuova ediz. ampliata, I processi di Mantova e il 6 febbr. 1853, ibid. 1899, che ebbe il premio dell'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti); Il Mondo Secreto, ibid. 1864 (sulle società segrete, tradotto più tardi in inglese The secret societies of all ages and countries, London 1875); ed anche Arnaldo da Brescia e la Rivoluzione Romana del XII sec., Livorno 1875; Fulvio Testi e le corti italiane nella prima metà del XVII sec., Milano 1875; le biografie Ugo Foscolo, Torino 1863; Giuseppe Bianchetti, Milano 1869; Giuseppe Sirtori, ibid. 1892;e, nella collana storica della Vallardi, Storia Politica d'Italia (dal 1799 al 1814), ibid. 1881.

A queste opere, scritte in uno stile scorrevole e di facile lettura, ricche di notizie interessanti che sono state spesso utilizzate dagli studiosi, dove però raramente l'elencazione di dati viene elaborata secondo una concezione autonoma e originale, si affiancano i libri di testo di storia e di geografia per i vari tipi di scuole: normali, tecniche, magistrali e superiori femminili, ecc. Parte notevole della produzione del De Castro è dedicata inoltre all'educazione popolare vera e propria, sentita come un'esigenza primaria dei tempi; si tratta di volumi indirizzati a settori sociali specifici: Il Buon Soldato: consigli ed esempi, Milano 1867; Il libro di lettura del soldato italiano, ibid. 1872; La morale dell'operaio desunta dalla vita e dai pensieri di Beniamino Franklin, Torino 1874; Forza, libro per i giovanetti, Milano 1892 (quest'ultimo al modo del Cuore di De Amicis); ma anche almanacchi popolari costituiti da nozioni enciclopediche semplificate e varia moralità quali.

 

De Castro Giovanni   Mondo Segreto Vol. I° Mondo Segreto Vol. II°   Mondo Segreto Vol. III° Mondo Segreto Vol. IV°

  Mondo Segreto Vol. V°   Mondo Segreto Vol. VI°   Mondo Segreto Vol. VII° Mondo Segreto Vol. VIII°

Mondo Segreto Vol. IX°