«...e Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza..." e creò Adamo, modellando una massa, senza forma, che in ebraico viene denominata Golem, fatta, cioè, di terra e di acqua. La creazione dell'uomo non poteva non dar vita a tutta una serie di leggende che, se pur non menzionate nella Bibbia, hanno trovato, ognuna, una appropriata collocazione in molti antichi testi di tradizioni ebraiche ed in particolare in quelli che riguardano la Creazione: la possibilità di dare vita, come Dio, a un Golem - un impasto di argilla - un Adamo, creato però dall'uomo. Una condizione essenziale si imponeva, per animare la statua di argilla, ed era quella di inserire nel petto, all'altezza del cuore, o nella fronte, una pergamena con la trascrizione di uno dei tanti misteriosi "nomi di Dio" e che solo pochi maestri, chiamati Baal Shem, "i maestri del nome", perché addentro ai segreti della Qabalah, conoscevano. I rituali per plasmare i Golem, poi, erano tenuti nella massima segretezza perché la creatura, una volta animata, rispondeva ciecamente soltanto agli ordini di colui che, dandogli la vita, diventava il suo padrone, a tutti gli effetti. Si racconta che fra i tanti Golem, il più famoso fosse, senza ombra di dubbio, quello realizzato verso la fine del 1600 dal rabbino Judah Low Bezaleel, conosciuto come il "Gran Maestro Low", nel ghetto di Praga, città in cui le tradizioni occulte ebraiche erano intense e fiorenti. Diverse sono le leggende legate ai giganti d'argilla. Fra tutte, vale la pena di raccontare le due più accreditate e più note. La prima racconta di Rabbi Low e di come utilizzasse un gigantesco Golem, dotato di una forza mostruosa che gli consentiva di lavorare nei campi, senza mai stancarsi, tutti i giorni di lavoro escluso il sabato. Rabbi Low, temendo di profanare lo "shàbat", il giorno sacro dedicato al riposo e alla meditazione, aveva ben cura di togliere ogni venerdì sera, dal petto del Golem, la stella di Davide contenente le misteriose lettere componenti il nome di Dio. Una volta terminata l'operazione il gigante si bloccava per incanto diventando, di colpo, una massa di argilla senza vita. Un venerdì sera, però, Rabbi Low, distratto da altri problemi, dimenticò di togliere il talismano. Accortosi dell'accaduto, e non trovando la gigantesca creatura in casa, corse per strada alla ricerca del Golem riuscendo a raggiungerlo nei pressi della Sinagoga. Sebbene affannato per la lunga corsa, Rabbi, con un movimento lesto, riuscì ad estrarre la stella dal petto del gigante d'argilla che in un baleno cadde a terra in mille pezzi. La versione più accreditata della leggenda del Golem, in verità, è quella ambientata nel periodo delle persecuzioni antiebraiche a Praga, durante il regno dell'imperatore Rodolfo di Asburgo (1683-1710). Il rabbino capo Low, capo spirituale della comunità ebraica del ghetto, preoccupato per l'editto dell'imperatore che imponeva l'allontanamento di tutti gli ebrei da Praga decise - extrema ratio - di dare vita a un gigante di argilla, al fine di difendere la comunità. Rabbi Low si diede alla febbrile ricerca della formula misteriosa e, una volta trovatala, non esitò ad animare il Golem, secondo il rituale arcano. Chiese udienza all'imperatore e una volta ottenutala si recò a corte, accompagnato dal silenzioso e fedele servitore, per chiedere l'annullamento dell'editto persecutorio. Rodolfo d'Asburgo, a cui avevano molto parlato delle conoscenze iniziatiche del rabbino Low ben Bezaleel, gli chiese una dimostrazione di tali poteri. Indescrivibile furono lo stupore e il timoroso silenzio da cui furono presi i cortigiani, turbati, dal susseguirsi delle visioni legate alla storia di Israele: Mosè, il Mar Rosso e il peregrinare, nel deserto, dei figli di Abramo, come in un film tridimensionale. Ad un certo punto, però, qualcuno cominciò a ridere contagiando tutti, imperatore compreso. In tutto il salone del castello, ben presto, non echeggiarono che sonore risate e commenti irriguardosi. A dire il vero, non furono i soli a sentirsi. Sinistri scricchiolii e fragore di vetri infranti accompagnarono il distacco dei decori dalle pareti generando, in un attimo, terrore e scompiglio: tutto sembrava fosse in procinto di crollare. L'imperatore, terrorizzato da quanto stava accadendo, supplicò il rabbino Low di perdonare l'irriverenza promettendo, in cambio della salvezza, la revoca del provvedimento. Il Golem, allora, dopo aver ricevuto un comando dal Rabbi, sorresse il travone centrale che reggeva la volta del salone, consentendo a tutti di salvarsi. Da quel momento in poi, però, Low non riuscì più a controllare la gigantesca creatura che, quasi impazzita, gli impedì l'asportazione dell'amuleto: il Golem si era reso conto che la sua umanizzazione dipendeva proprio da quella misteriosa stella che portava nel petto e respingendo tutti, incominciò a girovagare per Praga, seminando panico e travolgendo, con la sua mole, ogni cosa. A un certo punto, però, il Golem s'imbatté in un bambino, per nulla spaventato di quanto stava accadendo, e afferratolo con le sue possenti mani, lo sollevò per guardarlo meglio, rimanendo indeciso sul da farsi. Non si accorse, però, che il luccichio della stella di Davide aveva attratto l'interesse del bambino. La mano del bimbo, allora, si tese verso l'amuleto e lesta, in un attimo, lo strappò dal petto del Golem, determinando la sua conseguente caduta al suolo, tra un rovinio di pezzi informi di argilla. Malgrado siano trascorsi da quel giorno tanti anni, ancora oggi, specialmente in coincidenza del cambio delle stagioni, sono in molti a giurare di veder vagare, nei vicoli del ghetto di Praga, un uomo gigantesco, con una stella di Davide sul petto, silenzioso e docile, pronto ad accorrere, talvolta, in aiuto di chi, trovandosi in difficoltà, lo chiama. Tutte le leggende legate ai Golem, stranamente, non possono non sollecitare alcuni interrogativi destinati, purtroppo, a rimanere senza risposta alcuna. Perché mai "i maestri del nome", coloro che potevano creare i giganti d'argilla, hanno sempre impedito la completa umanizzazione delle loro creature? Eppure il Golem, pur di pervenire alla dimensione umana, allo stadio evolutivo dei loro "creatori", contravvenendo alla regola dell'obbedienza, si era ribellato determinando, così, la sua fine. La biblica favola della "creazione dell'uomo", dell'Adamo scacciato dal Paradiso terrestre, che, ciò nonostante, induce l'Uomo ancora oggi a sfidare "l'ordine precostituito della natura", non è molto simile... a quella del Golem? |