| La Catena d'Unione Tratto dal "Bollettino del Collegio Circoscrizionale dei MM:.VV:. del Lazio" (Ottobre 2009)
Luigi Sessa Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia Tra le applicazioni ritualistiche più caratteristiche e importanti che vengono messe in atto in Loggia, la "Catena d’Unione" è tra quelle più dense di significato. Essa si manifesta e prende corpo mediante la concatenazione, mano con mano, braccia incrociate, destro su sinistro (Questa modalità si pratica in Italia, ma non è universale. In Francia, p.e., le mani e le braccia si dispongono in modo diverso), tra tutti i LL:. MM:. di una Loggia, riuniti in cerchio, di solito, intorno al quadro di Loggia, mentre il Maestro Venerabile trasmette, bocca a orecchio, una determinata parola al fratello che si trova alla sua destra ed una determinata parola al Fratello che si trova alla sua sinistra, i quali continuano l'ulteriore trasmissione delle rispettive parole ricevute al Fratello che gli è vicino L'azione si completa e conclude quando le due diverse parole, da direzioni opposte, ritornano, bocca a orecchio, al Maestro Venerabile che, ricevendole integre, annuncia che tutto è giusto e perfetto. Questa positura che meglio non potrebbe esplicitare il significato di una "catena", al di là dell'atteggiamento fisico che vede i membri, così, reciprocamente "incatenati" l'uno all'altro, assurge alla funzione di un rito che, svolgendosi col supporto spirituale di ogni partecipante, dinamizza un simbolismo molto caro ai LL:. MM:. che rappresenta l'unione di tutti i Massoni sparsi per il mondo, fermando nella mente dei partecipanti l'ideale unità di una unica Famiglia. Questo rito viene, di solito, posto in atto ogni qualvolta si voglia, sotto il simbolo della ideale e fisica concatenazione di tutti i membri di una assemblea massonica, dare risalto alla unione fraterna che pervade tutti i Liberi Muratori del mondo. In particolare, la più consueta occasione di porre in atto una Catena d’Unione è la ricorrente e periodica circostanza della trasmissione della Parola Semestrale, non di meno, la Catena d’Unione può essere posta in atto nelle varie occasioni in cui si vogliano, col sigillo ideale della fratellanza, celebrare eventi degni di nota. Il profondo significato di questo rito, denso di contenuto spirituale, emerge e si afferma nelle penose occasioni in cui le Logge lo mettono in atto allorché procedono alle commemorazioni dei Fratelli defunti. In tali circostanze, la ritualità vuole che quando le parole messe in circolazione dal Maestro Venerabile giungono al Fr. 2° Sorvegliante, questi annuncia che la Catena d’Unione è spezzata per la rottura di un anello il che sottintende la perdita di un Fratello. La Catena d’Unione, così interrotta, potrà essere rinsaldata solo dopo il compimento dei mesti doveri funerari cui si apprestano i Fratelli. Chiusa la parentesi di mestizia, durante la quale i Fratelli rendono gli onori massonici ai Fratelli passati all'Oriente Eterno, il Maestro Venerabile richiama tutti i Fratelli a formare di nuovo la Catena d’Unione e, questa volta, il rito si conclude con la perfetta circolazione delle parole trasmesse dal Maestro Venerabile e con la consueta formula "Tutto è giusto e perfetto".
Salvatore Farina Tratto da "Istruzioni per l'Apprendista libero Muratore", Roma, 1955
La Catena d’Unione si fa formando un cerchio in modo che i Fratelli siano quasi gomito a gomito; ogni Fratello tiene con la mano destra la sinistra del Fratello collocato alla sua sinistra e dà a sua volta la sinistra al Fratello di destra. Tale catena è adottata oltre che per far conoscere la parola semestrale anche per rinsaldare l'anello spezzato nelle cerimonie funebri e nelle agapi. La Catena d’Unione è uno dei più autorevoli riti muratori e pare risalga al compagnonaggio francese: conferma ancora una volta l'universalità della Libera Muratoria; ma più che altro, unendo i corpi e comprimendo i petti, sembra voler facilitare la concentrazione di volontà necessaria per lo sviluppo interiore.
Jules Boucher Tratto da "La Simbologia Massonica", Traduzione di Caio Mario Aceti, Riveduta da Francesco Indraccolo, editrice Atanòr, Roma 1948
La "Catena d’Unione" è una Tradizione che ritroviamo simultaneamente nel compagnonaggio e nella Massoneria. Consiste nel formare un cerchio, una catena, incrociando le braccia e stringendo le mani dei Fratelli vicini. Il neofito è invitato, sin dalla sua iniziazione, a inserirsi come un anello di questa catena. Si forma la Catena d’Unione per lo più alla fine dei lavori. "Immagino sia superfluo dire che questa Catena simboleggia", scrive Plantagenet (Causeries en Loge d'Apprenti, pag. 85-86), "l'universalità dell'Ordine" e ricorda a ciascuno che "tutti i Massoni, qualunque sia la loro Patria, non formano che una sola famiglia di Fratelli sparsi sulla superficie della terra", del resto, la Catena di Unione effettivamente avvicina tutti i cuori mentre rianima nella coscienza il sentimento di solidarietà che ci unisce e della interdipendenza che ci lega.
Possiamo farne tutti l'esperienza e non c'è alcun dubbio che colui che partecipa coscientemente e senza reticenza alla Catena rituale, ne avverte, in mancanza di una trasmissione certa al vicino, gli effetti suggestivi e confortanti. Non a caso, dunque, questa cerimonia è stata introdotta nel Rituale. Sembra prepararvi felicemente l'ambiente propizio per fare della chiusura dei lavori qualcosa di diverso da una semplice formalità. Alcune Officine non riconoscendo il valore rituale e "magico" della Catena d’Unione, la formano soltanto due volte all'anno per la comunicazione delle parole semestrali. Marius Lepage (Le Symbolisme, 1935, pag. 41 e segg) ha esposto eccellentemente i principi essenziali che fanno della Catena di Unione una cosa ben diversa di un semplice gesto senza portata.
"I riti, scrive Lepage, fra le altre funzioni essenziali, uniscono il visibile all'invisibile. Essi costituiscono il legame fluidico che unisce il corpo massonico costituito allo spirito massonico svincolato dalle Logge materiali. Non è dunque sorprendente vedere questo spirito ritrarsi a poco a poco dalle Logge dove nessuno lo chiama più. E la più sorprendente delle scoperte è di trovare ancora, nel caos dei pretesi Rituali oggi in uso, una scintilla di fede". "Le mani si intrecciano ancora, ma lo spirito non si eccita molto del valore e delle ripercussioni dell'atto compiuto. Eppure, di tutti i Riti, la Catena d’Unione è forse il più importante, dal punto di vista occulto come dal punto di vista simbolico. E ogni Maestro Venerabile, preoccupato dalla prosperità materiale e morale della sua Loggia, non dovrebbe mancare di ripetere questa vera invocazione a ogni tornata". "Il principio della Catena d’Unione deve essere verosimilmente ricercato nella teoria del punto o segno di appoggio. Ogni volontà che voglia manifestarsi nel mondo materiale ha bisogno di un intermediario che sia nello stesso tempo una solida base di partenza".
"Il segreto della Catena Magica", scriveva Stanislas de Guaita (Le Clef de la Magie Noire, 1897, pag. 390) "Si riassume in un aforisma di cui questi sono i termini: creare un punto fisso su cui appoggiarsi, stabilirvi la base psico-dinamica; e, ad questo punto, scelto per centro, far risplendere attraverso il mondo, la luce astrale, costretta da un volere nettamente definito e formulato". "Creatrice e ricettiva al tempo stesso, la Catena d’Unione ha la doppia parte di scudo protettore e di apparecchio ricevente di influssi benefici". Ogni collettività, ogni associazione ha la sua corrispondenza nei mondi invisibili. Lo spirito di gruppo è un essere vivente e più potente, salvo rare eccezioni, di ciascuna delle persone che compongono questo gruppo. Inoltre, un Egregoro, per designarlo col nome che comunemente gli è attribuito, tende a rafforzare la sua autorità e a ingrandire il suo dominio a spese dell'Egregore vicino. Guai all'individuo isolato che, orgoglioso della sua volontà vacillante, vuol entrare in lotta contro la formidabile potenza dell'Egregoro. Egli sarà presto spazzato via, sommerso...! e il meno che possa capitargli e di veder abbattersi su di lui i mali materiali più svariati, senza che possa riuscire a difendersene. "Quante catene di odio sono così tese nell'invisibile contro i Massoni, dai loro avversari ignoranti o in mala fede! Per resistere a questi attacchi, dobbiamo noi pure formare la nostra Catena, pur facendo attenzione a non rispondere all'odio con l'odio poiché allora i due Egregori sigillerebbero un'alleanza a nostro più grande danno". Alcune domande d'ordine rituale possono essere poste riguardo alla formazione della Catena d’Unione. Perché incrociare le braccia sul petto piuttosto che unire le mani alla maniera dei ragazzi che giocano a giro-tondo? La nostra maniera di procedere, avvicinando i corpi e comprimendo i petti, sembra facilitare la concentrazione di volontà necessaria alla elaborazione di una Catena efficace. Un Fratello, favorevole alle Logge miste, vorrebbe che, formando la nostra Catena, gli alternassero gli anelli maschili e femminili. Vale a dire che ogni Catena formata da individui dello stesso sesso sarebbe meno operante delle Catene occasionalmente bisessuali. La pratica ci rivela che non è vero nulla e la teoria conferma la pratica. Infatti, si tratta di una messa in opera di intelligenza e di volontà, non di sesso. "Per raggiungere il massimo", sostiene S. de Guaita, "occorre raggruppare un certo numero di elementi negativi - intelligenze più intuitive e riflessive che espansive e spontanee - sotto il predominio di un elemento affatto positivo, cioè sotto l'influsso di un uomo ricco di qualità organizzatrici, potenziate da un valore energico e dominatore. È allora che la batteria psico-fluidica, perfettamente organizzata fornisce il massimo rendimento. Poiché i pensieri, anche i più rudimentali, le reminiscenze, che popolavano i cervelli negativi, si sviluppano e si precisano sotto i propri desideri, rimessi in moto dall'influsso dello spirito positivo". "É così che si manifesta in tutta la sua potenza", dice Marius Lepage, "La funzione unificatrice del Maestro Venerabile, direttore dell'Officina, di cui è l'emanazione e la sintesi. Tra i Fratelli e lui si stabilisce una doppia corrente e le sue forze sono accresciute per poi essere impiegate nel modo migliore per gli interessi spirituali dell'Ordine, in generale, e dei membri della Loggia in particolare". Non ci stancheremo mai di invogliare i Venerabili a riprendere, ovunque potranno, il rito tradizionale della Catena d’Unione al termine di ogni tornata. Quando, congiunte le mani, il Maestro Venerabile, prima di chiudere i lavori, evoca l'unione di tutti i Massoni, quando evoca in tutti i Fratelli la discesa del vero spirito massonico, sembra che un soffio più puro spazzi l'atmosfera della Loggia. Nessuna delle nostre aspirazioni verso il bene è andata perduta. Le volontà individuali sono deboli, mancanti. Chi sa, tuttavia, se, ampliate, accumulate, un giorno esse non scuoteranno il mondo, secondo i più cari desideri dei veri Massoni. Henry Thiriet, nonostante voglia prendere posizione da "positivista", scrive in Esquise d'une doctrine positive de la Franc-Maçonnerie, 1927, pag. 221: "Senza essere tacciato di spiritualismo, non è legittimo considerare la Massoneria come un centro produttore di Idee-Forza che andranno per il mondo a scatenare nei cervelli una attività nuova, feconda, da cui deriverà la concezione d'una società meglio equilibrata e il desiderio di realizzarla? L'Idea-Forza non ha esattamente la stessa realtà della forza meccanica, puro concetto dedotto dalla constatazione del movimento?". "Sarebbe temerario vedere in un gruppo d'uomini che in segreto lavorano al perfezionamento delle loro facoltà e alla ricerca del Vero qualcosa di simile a una stazione trasmittente, le cui onde visibili andranno, al di sopra degli ostacoli apparenti, a mettere in movimento i cervelli ricettori, a dare impulso alle loro energie individuali per un lavoro, se non identico, almeno diretto quasi nello stesso senso?". É evidente che la Catena di Unione crea un campo magnetico, vorticoso, dovuto all'incrocio delle braccia, e la tensione di questo campo sarà tanto più forte quanto sarà più attiva ogni maglia, si tratta qui non solo di un simbolo, ma di una reale efficacia. Occorre pure che il Maestro Venerabile sappia dirigere la Catena verso uno scopo determinato... La rottura della Catena si effettua a comando, dopo una triplice pressione delle mani e un triplice scuotimento delle braccia. In quel momento avviene la proiezione, dopo una concentrazione più o meno lunga.
In base a quanto esposto, affinché la Catena di Unione sia realmente efficace, sarebbe necessario assegnarle uno scopo determinato e così cesserebbe d'essere una vana cerimonia.
Se ogni Massone fosse cosciente del suo compito, non solo la Massoneria intera sarebbe trasformata, ma il mondo stesso subirebbe il benefico influsso che emanerebbe dalle Logge.
L'azione, per essere "efficace", non ha bisogno della pubblicità rumorosa; al contrario, è nel silenzio e nella meditazione "attiva", non passiva, che i pensieri diventano idee-forza; ed è per mezzo della Catena d’Unione che queste idee possono essere proiettate nel mondo profano. Ecco perché sarebbe desiderabile e necessario che ogni Officina ponesse fine ai suoi lavori con una Catena di Unione concentrandosi "su una sola idea" che sia in stretto rapporto con l'Ideale massonico.
René Guenon tratto da "Simboli della scienza sacra", Adelphi Edizioni, Milano 1975
Tra i simboli massonici che sembrano essere il più delle volte piuttosto mal compresi ai giorni nostri si trova quello della "Catena d’Unione" (nel compagnonaggio "Catena di alleanza") che circonda la Loggia nella sua parte superiore. Taluni vogliono vedervi la cordicella di cui si servivano i massoni operativi per tracciare e delimitare il contorno di un edificio; hanno sicuramente ragione, ma non basta, e bisognerebbe almeno chiedersi qual era il valore simbolico di quella cordicella. Si potrebbe anche trovare anormale la posizione assegnata a un arnese che serviva a effettuare un tracciato sul suolo e anche questo non può non richiederete qualche spiegazione. Per un'esatta comprensione dell'argomento bisogna innanzi tutto ricordarsi che, dal punto di vista tradizionale, qualsiasi edificio era sempre costruito secondo un modello cosmico; d'altronde è espressamente specificato che la Loggia è un'immagine del Cosmo, e probabilmente è questo l'ultimo ricordo di tale principio che è sopravvissuto sino al mondo d'oggi nel mondo occidentale. Stando così le cose, l'ubicazione di un edificio doveva essere determinata e incorniciata da qualcosa che in certo modo corrispondesse a quella che si potrebbe chiamare la "cornice" stessa del Cosmo. Vedremo tra poco di che cosa si tratti, ma possiamo dire subito che il tracciato "materializzato" ne rappresentava propriamente parlando una proiezione terrestre. Quando l'edificio è costruito, anzi fin da quando incomincia ad essere innalzato, la cordicella non ha più evidentemente alcuna funzione da svolgere; così la posizione della "Catena d’Unione", non si riferisce precisamente al tracciato che essa è servita ad effettuare, ma piuttosto al suo prototipo cosmico. E il richiamarsi al suo prototipo cosmico ha sempre comunque la sua ragione d'essere nella determinazione del significato simbolico della Loggia e delle sue varie parti. La cordicella stessa, sotto forma di "Catena d’Unione", diventa allora il simbolo della "cornice" del Cosmo e la sua posizione si comprende facilmente se, com'è effettivamente, tale "cornice" ha un carattere celeste e non più terrestre; grazie a questa trasposizione, aggiungeremo, la terra non fa altro che restituire al cielo quello che gli aveva in un primo tempo preso in prestito.
Il senso del simbolo è reso particolarmente chiaro dal fatto che, mentre la cordicella, in quanto "arnese", è naturalmente una semplice linea, la "Catena d’Unione" ha al contrario dei nodi posti a distanze regolari; questi nodi sono o devono essere di norma dodici, il che rende evidente la loro corrispondenza con i segni dello Zodiaco. Proprio lo Zodiaco, infatti, all'interno del quale si muovono i pianeti, costituisce veramente "l'involucro" del Cosmo, cioè quella "cornice" di cui abbiamo parlato, ed è ovvio che si tratta realmente, come abbiamo detto, di una "cornice" celeste. Ma c'è ancora altro da dire e non meno importante: cioè che una "cornice" ha tra le sue funzioni, e forse anche come funzione principale, quella di mantenere al loro posto i vari elementi che contiene o racchiude al suo interno, in modo da formare un tutto ordinato, il che è poi anche, come è noto, il significato etimologico della parola "Cosmo". Essa deve in qualche maniera "legare" o "unire" questi elementi tra loro, cosa del resto espressa formalmente dalla designazione "Catena d’Unione"..
Brani tratti da Ivan Mosca, "Quaderni di Simbologia Muratoria", pag. 114-116 Firenze libri,2005 .
La versione integrale dei “Quaderni” è consultabile nella sezione dedicata. Quaderni di Simbologia Muratoria
Esistono vari tipi di Catena d’Unione La Catena d’Unione Fraterna, che è opportuno costituire verso la fine dei lavori (dopo che è stata "concessa la parola per il bene dell'Ordine e di questa Loggia in particolare"), serve a fissare le energie e la volontà operativa dei Fratelli ed a proiettare il proposito svolto durante la tornata (o il significato del simbolo analizzato, o l’idea-seme a cui ci si è ispirati, o la parola semestrale) affinché riverberino nel mondo l'oro spirituale prodotto e gli ideali di Libertà Uguaglianza e Fratellanza. Nella Catena d’Unione Fraterna, i Fratelli si dispongono ordinatamente, nella sequenza guidata dal M. delle Cerimonie ed è indicata dal Fr. 1 ° Esperto al centro del Tempio attorno ai 3 candelabri ed al quadro di Loggia con le seguenti modalità:
- a mani nude e senza strumenti: soltanto le 3 Luci hanno il maglietto poggiato sul plesso cardiaco; - con i piedi distanziati in modo che non si tocchino tra loro e non tocchino quelli dei FF:. vicini; - ad un cenno del M:. Venerabile, ciascun fratello afferra con la mano destra la mano sinistra dei Fratello che ha a sinistra passando il braccio sopra il sinistro; - con lo sguardo fisso al centro dei Quadro di Loggia si permane in silenzio per alcuni istanti (la durata è a discrezione del M:. Venerabile, il quale percepisce lo stato di concentrazione raggiunto); - la Catena viene quindi "sciolta" dal M:. Venerabile con il triplice scuotimento delle braccia e, senza pronunciare parola, tutti riprendono i propri posti, infilandosi di nuovo i guanti.
Tratto da Irène Mainguy, "Simbolica Massonica del terzo millennio", a cura di Paolo Lucarelli, Edizioni Mediterranee, Roma, 2004
La Catena d’Unione consiste in gesto rituale che mediante l'unione delle mani pone in attiva relazione tutti i partecipanti di una Loggia, contrariamente alla corda a nodi con la quale viene sovente confusa che costituisce una rappresentazione statica. La Catena d’Unione detta incrociata si forma incrociando le braccia, il destro sul sinistro, le mani senza guanti e i piedi a squadra; il Venerabile offre le mani senza incrociarle. Tutte le condizioni sono quindi intenzionalmente riunite affinché tra i partecipanti circoli una vera corrente magnetica, regolatrice delle energie. Le mani devono essere prive di guanti per ottimizzare il contatto ed eliminare fattori isolanti di qualsiasi natura che potrebbero inficiare la qualità di questa preziosa comunione. La Catena d’Unione viene vissuta da tutti i membri presenti, senza distinzione di grado. Essa viene formata facoltativamente prima della chiusura dei lavori e obbligatoriamente per l'incorporazione di un nuovo apprendista di loggia; viene egualmente costituita al momento della comunicazione delle parole semestrali. La Catena d’Unione svolge per il massone il duplice ruolo di scudo di protezione e di apparecchio ricetrasmittente di influssi benefici. Essa simboleggia ciò che dovrebbe essere sulla terra una fraternità umana permanente e profonda. Tale catena unisce i Liberi Muratori al di fuori dello spazio e del tempo. Il mondo delle apparenze tiene gli esseri fisicamente prigionieri, ma gli spiriti sono liberi oltre le mura del tempio, al di la delle frontiere e dei mari, e le mani giunte in una Catena d’Unione stabiliscono la perennità della Fratellanza, che deve regnare tra gli uomini su tutta la terra. Nel termine catena è presente anche il concetto di trasmissione. Facendo il gesto di collegarsi alla Catena d’Unione, ogni massone incarna l'idea di trasmissione che simboleggia la vita e l'energia creatrice. Questa catena formata da persone di buona volontà, rappresenta una comunità di cuore e di pensiero, paragonabile a quella descritta dal poeta Paul Forte nei suo versi:
Se tutti i ragazzi del mondo si dessero la mano Allora si farebbe un girotondo intorno al mondo.
In effetti, tutti i Massoni del mondo formano una sola famiglia nel tempo e nello spazio. L'unità della catena umana di mani e cuori riuniti illustra la parola del Vangelo: affinché siano uno, come noi siamo uno. Nel termine catena si percepisce anche una nozione di legame indissolubile, come quello che unisce ogni massone, mediante il giuramento prestato, alla Catena d’Unione Fraterna su tutta la superficie del globo. La catena viene formata da anelli di buona volontà, animati dalla sete di verità e di luce. Questa catena appare essenzialmente come il simbolo della solidarietà umana, o più esattamente della riconciliazione universale. Si tratta in qualche modo di un'integrazione di tutti gli esseri in una società umana ideale e dell'integrazione cosciente con l'universo di cui ciascuno è un anello attivo. La Catena d’Unione si attua formando un anello chiuso e completo.
Nella Catena d’Unione massonica si ritiene che la mano destra comunichi alla sinistra, che viene considerata ricettiva, l'energia ricevuta e trasmessa dal Venerabile. Questa energia si propaga attraverso ogni anello, caricando i partecipanti di una potenziale collettivo, quello di tutti gli elementi fusi in questa catena. Molti ritengono che la Catena d’Unione non possa limitarsi alla presenza fisica dei soli partecipanti e stimano che la sua forza dipenda anche da quella di tutti gli iniziati passati nell'invisibile, che li hanno preceduti. Essa include simbolicamente nella sua memoria tutti i membri della loggia e, per estensione, dell'Ordine, fin dalla sua fondazione. L'ideale simbolico vorrebbe che in questo gesto il ritmo di tutti partecipanti si accordasse all'unisono in un soffio comune, che ricorda il Verbo delle Origini.
Quando il Venerabile aggiunge un'intenzione particolare alla sua invocazione, quest'ultima riveste una forma solenne che nella migliore delle ipotesi può perfino rimanere impressa nei pensieri, permeando ciascuno anche al di fuori della cinta del tempio. Confermando ciò che abbiamo detto in precedenza, tutti gli anelli della catena sono sullo stesso piano: il Venerabile come l'apprendista, l'intellettuale come chi esegue i lavori manuali. Tutti si trovano allo stesso livello, in una presenza indispensabile alla solidità del catena, tutti sono individualmente responsabili della sua continuità. Al momento della Catena d’Unione, il Venerabile pronuncia qualche parola. Ecco due testi che vengono spesso citati in questa occasione.
Testo n°1 Fratelli miei non dimentichiamo mai l'amore fraterno che rappresenta la base, la pietra angolare, il cemento e la gloria della nostra antica confraternita. Che i nostri cuori si avvicinino alle nostre mani e l'Amore fraterno unisca tutte le maglie di questa catena liberamente formata. Essa ci unisce a tutti i nostri Fratelli fortunati o sfortunati sparsi sulla superficie della terra. In essa sono sempre presenti coloro che ieri l'hanno formata. Che essa sia l'emblema della Tradizione che noi abbiamo regolarmente ricevuto, che manteniamo senza mancare e che trasmetteremo nella sua pienezza alle generazioni a venire. Eleviamo il nostro spirito al Grande Architetto dell'Universo, che è Dio, e giuriamo di lavorare senza sosta, come buoni e fedeli Liberi Muratori, alla grande opera della fraternità universale. Fratelli miei, rompiamo la catena, ma che la nostra unione resti per sempre!
Testo n°2 Questa catena ci unisce al di fuori dello spazio e del tempo, il mondo delle apparenze tiene i nostri corpi prigionieri in questo tempio che vede unite le nostre mani, ma i nostri spiriti sono liberi al di là di questi muri, delle frontiere e dei mari. Mezzanotte è appena suonata: Fratelli visibili ed invisibili, presenti con il corpo o nel pensiero, veglieremo insieme sul sonno degli uomini. Fratelli che mi ascoltate, noi siamo i custodi di un antichissimo segreto che si accese un giorno nel cuore fraterno dell'umanità appena nata. Non vi è che un solo amore, quello dei vivi e dei morti, quello del lavoro e della bellezza, quello della natura e delle sue leggi. In un mondo in cui regnano la materia, la violenza e la menzogna, giuriamo di mantenere luminosa e alta la fiamma dell'amore unico e dello spirito umano. Lasciamo questa catena, Fratelli miei, e che i nostri cuori restino uniti!
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